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Dalla fondazione al tempo presente. CVS: associazione e azione apostolica dei laici. Anna Maria Cipriano, sodc. APOSTOLATO CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFERENZA Com’è l’apostolato oggi nella vita del Centro. Come si vorrebbe la vita del nostro Centro. Spirito di preghiera
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Dalla fondazione al tempo presente. CVS: associazione e azione apostolica dei laici Anna Maria Cipriano, sodc
APOSTOLATO CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFERENZA • Com’è l’apostolato oggi nella vita del Centro. • Come si vorrebbe la vita del nostro Centro. • Spirito di preghiera • Spirito di penitenza • Spirito di unità di metodo per raggiungere un obiettivo comune. • Spirito di disciplina nell’attuazione delle linee programmatiche • Spirito di iniziativa nell’azione di fermento che deve scaturire dalle Commissioni. • Spirito di fraterna carità che deve legare gli iscritti tra loro. • Spirito di sostegno in tutto il lavoro del Centro: chi ha deve dare a sostegno di chi non ha.
COM’È L’APOSTOLATO OGGI NELLA VITA DEL CENTRO La posizione dell’apostolato nelle varie diocesi è vitale soprattutto in proporzione della dedizione dei responsabili. Oggi tale posizione è grandemente migliorata: certe zone stanno risvegliandosi e prendono finalmente per intero le impostazioni del Centro; in altre è cessato il pericolo del condizionamento paternalistico in cui gli iscritti si trovavano di fronte a responsabili che si sostituivano alle strutture della viva partecipazione degli ammalati alla vita e allo sviluppo dell’apostolato. Il Centro, nella sua disposizione di lavoro, direzione, punto di convergenza di apostolato, sta prendendo la posizione che giustamente deve avere, quella di servizio nelle varie Chiese locali nell’unità programmatica, stabilita dalla partecipazione di tutti, in una pastorale d’insieme, nell’intento finalistico di rispondere con chiarezza ed impegno di spirituale apporto alle precise richieste dell’Immacolata, che sono: preghiera e penitenza
COME SI VORREBBE LA VITA DEL CENTRO Nelle programmazioni odierne necessariamente entrano componenti da cui non si può e non si deve prescindere:
1) Il tempo in cui viviamo: scoperte meravigliose della tecnica che si impongono per la loro profonda ed adeguata risposta alle esigenze dell’uomo, sano o ammalato che sia.
2) Strutture che oggettivamente devono aggiornarsi. Oggi ci vuole la realtà dei programmi, presentati e vissuti nella loro sana validità di risposta agli obiettivi che si propongono.
3) I giovani che vedono l’insuccesso di ciò che non è valido, e disperatamente e con l’impetuosità frettolosa degli animi giovanili vorrebbero abbattere tutto, in una contestazione generale, dimentiche che i principi della dignità dell’uomo, considerato nel rispetto delle sue scelte di spirito e di lavoro, restano immutabili.
4) La necessità di confrontare la vita con l’insegnamento del Cristo, che oggi più di ieri affascina le menti e fa sentire il valore o la vacuità di quanto non è radicato nella sua parola, che è luce e vita dell’umanità.
5) La necessità di far partecipare alle responsabilità dell’Associazione la base dell’Associazione stessa, i malati ed i Fratelli degli ammalati, i quali, abituandosi a considerare l’apostolato nelle sue pratiche difficoltà, abbandonano i preconcetti, diventando anime generose che sanno vedere le vere necessità degli altri, protendendosi verso i fratelli in intima consapevolezza che l’uomo, e soprattutto il cristiano non è un a solo, egocentrico, con visuale propria ed avida, al di fuori del complesso della realtà cristiana, il Corpo Mistico..
6) La vacuità della vita che tantissime persone vivono in un quiescente materialismo pratico che non soddisfa e quotidianamente attesta le sue terribili conseguenze sociali e cristiane.
7) La necessità che tutti avvertono di aggrapparsi a qualcosa che resti, che educhi, che schiuda orizzonti, poiché la civiltà odierna, considerata nella sua massa generale, ha fatto, in piano morale, un passo indietro. In momenti di improvviso sviluppo di civiltà e di economia, in momenti di catastrofi politiche e sociali l’uomo, vivendo la propria fede più per tradizione che per consapevole adesione, si è trovato sprovvisto di fronte al pullulare di tanti errori.
Ecco dunque le linee che nell’inizio di questo XXV.mo vi ripresento con piena consapevolezza della loro imprescindibile vitalità e forza costruttiva:1) SPIRITO DI PREGHIERA2) SPIRITO DI PENITENZA3) SPIRITO Dl UNITA’ DI METODO PER RAGGIUNGERE UN OBIETTIVO COMUNE
1) Preparare dei dirigenti del Centro per un vero e profondo rinnovamento. Basta con i circoli chiusi e ristretti.L’apostolato deve sentire in sé l’esigenza del fermento, che, proprio perché fermento, lievita e pervade l’intera massa.Dobbiamo, in parecchie zone, uscire fuori da posizioni stagnanti. Dobbiamo allora preparare dei “Leaders”, ossia dei responsabili, dei dirigenti — sani ed ammalati — che comprendano e vivano l’intero programma in tutta la sua dinamica.
2) Occorre ristrutturare ed animare i Consigli ed i Centri Diocesani. Non basta segnare dei nomi, tanto per dire che le cariche sono state tutte coperte.
3) Occorre ristrutturare i settori, precisando l’età degli appartenenti, proprio per non precludere la dinamica del settore stesso.
4) Spirito dl disciplina nell’attuazione delle linee programmatiche
6) Spirito di fraterna carità che deve legare gli iscritti tra loro
7) Spirito dl sostegno in tutto il lavoro del centro: chi ha deve dare a sostegno dl chi non ha (Dalla 3ª alla 20ª diapositiva, cito mons. Luigi Novarese, L’Ancora 1971)
1 7 M A G G I O 1 9 4 7
manoscritto mons. Luigi Novarese, cfr. Uno statuto per il CVS, pag. 10
LSM Condivisione di benefici spirituali Pia unione primaria e consociazioni VS SODC FA Confederazione CVS Internazionale Comune appartenenza e coordinamento SODC CVS cfr. Uno statuto per il CVS, pag. 12
17 maggio 2001 DECRETO Riconoscimento dei Silenziosi Operai della Croce e di Approvazione dello Statuto da parte del Pontificio Consiglio per i Laici Vaticano, 17 maggio 2001 L'associazione Silenziosi Operai della Croce è un movimento fondato da Mons. Luigi Novarese e da Sorella Elvira Myriam Psorulla che iniziò la propria attività il 11 novembre 1950. I suoi membri, chierici e laici, in una totale dedizione a Dio, intendono testimoniare una piena ed intensa comunione con Cristo nel sostegno delle persone sofferenti. Il 18 febbraio 1960 ricevette il primo riconoscimento dalla Chiesa, come Pia Unione nella diocesi di Ariano Irpino; successivamente elevata al titolo di "Primaria" con il Breve apostolico Valde probandae di S.S. Giovanni XXIII, in data 24 novembre 1960. Sin dalla sua creazione, l'associazione ha contribuito ad una forte presa di coscienza della vocazione e del prezioso ruolo delle persone ammalate nella Chiesa e nel mondo, chiamate a svolgere un compito specifico di evangelizzazione tramite la propria vita. «Il dolore e la malattia fanno parte del mistero dell'uomo sulla terra. Certo, è giusto lottare contro la malattia, perché la salute è un dono di Dio. Ma è importante anche saper leggere il disegno di Dio quando la sofferenza bussa alla nostra porta. La “chiave” di tale lettura è costituita dalla Croce di Cristo» (Giovanni Paolo Il, Omelia dell'11 febbraio 2000, Giubileo degli Ammalati). Una manifestazione della premura degli iniziatori del movimento verso i malati e i sofferenti è la costituzione del Centro Volontari della Sofferenza nelle singole diocesi, come spazio di accoglienza delle persone ammalate e sofferenti che partecipano della spiritualità dei Silenziosi Operai della Croce. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, come pure il magistero post-conciliare, ha prestato speciale attenzione alle forme aggregative di partecipazione nella vita della Chiesa, manifestando nei loro confronti la sua profonda stima e considerazione (cfr. Decreto sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 18, 19 e 21; Esortazione apostolica postsinodale Christifideles laici, 29). Nello stesso senso, all'inizio del nuovo millennio S.S. Giovanni Paolo II ha scritto che riveste una grande importanza «promuovere le varie realtà aggregative, che sia nelle forme più tradizionali, sia in quelle più nuove dei movimenti ecclesiali, continuano a dare alla Chiesa una vivacità che è dono di Dio e costituisce un'autentica primavera dello Spirito» (Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, 46). Vista l'istanza inoltrata dal Rev. Don Giovan Giuseppe Torre, Moderatore Generale, in cui sollecita dal dicastero il riconoscimento dei Silenziosi Operai della Croce come associazione privata internazionale di fedeli nonché l'approvazione degli Statuti; Attesa l'opportunità di approvare gli Statuti della summenzionata associazione; Visti gli articoli 13 1 - 134 della Constituzione Apostolica Pastor bonus, sulla Curia Romana, e il canone 312, § 1, l° del Codice di Diritto Canonico, il Pontificio Consiglio per i Laici decreta: 1°. Il riconoscimento dei Silenziosi Operai della Croce come associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio, con personalità giuridica, secondo i canoni 298-311 e 321-329 del Codice di Diritto Canonico. 2°. L'approvazione degli Statuti dell'associazione, debitamente autenticati dal dicastero e depositati nei suoi archivi, per un periodo ad experimentum di cinque anni. Dato in Vaticano, il diciassette maggio duemila uno. Stanislaw Rylko James Francis Card. Stafford Segretario Presidente
21 gennaio 2004 PONTIFICIUM CONSILIUM PRO LAICIS 149/04/S—61/A—33 a. DECRETO Il primo Centro Volontari della Sofferenza nasce a Roma nel 1947 per iniziativa del Servo di Dio Mons. Luigi Novarese (1914-1984), con l’intento di svolgere l’apostolato presso le persone sofferenti, valorizzando il loro ruolo insostituibile nella Chiesa e nella società. Nel perseguimento di questo fine il Centro Volontari della Sofferenza coinvolge sia persone sane, sia infermi. Partecipano all’opera del Centro Volontari della Sofferenza i membri dell’Associazione internazionale di fedeli Silenziosi Operai della Croce, aggregazione riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici con Decreto in data 17 maggio 2001. Il Centro Volontari della Sofferenza fonda le proprie radici nella richiesta di preghiera e di penitenza che la Madonna rivolse all’umanità nei santuari di Lourdes e di Fatima. In occasione del 50° anniversario della fondazione del Centro Volontari della Sofferenza, celebratosi a Marino (Roma) il 6 settembre 1997, Giovanni Paolo II ha fatto riferimento alla profonda devozione mariana di Mons. Novarese con queste parole: «Era consapevole che Maria stessa, unita al divin Figlio ai piede della croce. ci insegna a vivere la sofferenza con Cristo ed in Cristo, nella potenza d’amore dello Spirito Santo. Maria è la prima e perfetta “volontaria della sofferenza”, che congiunge il proprio dolore al sacrificio del Figlio, perché acquisti significato di redenzione» (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, 20/2 [1997], p. 268). Dopo anni di lavoro, sono ormai numerosi i Centri sorti nelle Chiese particolari. riconosciuti dagli Ordinari diocesani. Al fine di facilitare il loro coordinamento, il Consiglio dell’Associazione di fedeli Silenziosi Operai della Croce, dopo aver ricevuto l’opportuno mandato dell’Assemblea generale, durante la riunione che ebbe luogo a Ariano Irpino nel mese di ottobre del 2001, approvò all’unanimità il progetto di Statuti della Confederazione internazionale dei Centri Volontari della Soffèrenza. inoltrato al Pontificio Consiglio per i Laici per l’approvazione e per la formalizzazione del riconoscimento giuridico della Confederazione. Nell’art. 2° degli Statuti si legge, infatti: «La Confederazione ha lo scopo di promuovere, favorire e assicurare nelle associazioni che ne fanno pane la realizzazione della intuizione carismatica di mons. Luigi Novarese, che vede nella sofferenza offerta dal malato una partecipazione al mistero pasquale di Cristo che lo rende apostolo e perciò primizia e profezia per la valorizzazione di ogni forma di sofferenza presente nella vita dell’uomo (…)». Per tutto quanto sopra, Vista l’istanza inoltrata dal Rev. Don Giovan Giuseppe Torre, Presidente della Confederazione internazionale dei Centri Volontari della Sofferenza, in data 24 gennaio 2002, in cui sollecita il Dicastero al riconoscimento giuridico della Confederazione medesima, nonché l’approvazione dei suoi Statuti; Visto il Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, datato 17 maggio 2001; Attesa l’opportunità di riconoscere la suddetta Confederazione e di approvare i suoi Statuti, per favorire al meglio il coordinamento e la diffusione di questo apostolato al servizio delle persone sofferenti, e accolte dalla Confederazione le osservazioni agli Statuti avanzate da questo Dicastero; Visti gli articoli 131-134 della Constituzione Apostolica Pastor bonus, sulla Curia Romana, e il canone 312, § 1, 1° del Codice di Diritto Canonico, il Pontificio Consiglio per i Laici decreta: 1°. Il riconoscimento della Confederazione internazionale dei Centri Volontari della Soffèrenza, con personalità giuridica privata, secondo i canoni 298-311 e 321-329 del Codice di Diritto Canonico. 2°. L’approvazione degli Statuti della Confederazione, debitamente autenticati dal Dicastero e depositati nei suoi archivi, per un periodo ad experimentum di cinque anni, Dato in Vaticano, il ventuno gennaio duemila quattro, Santa Agnese, vergine e martire. Josef Clemens Stanislaw Rylko Segretario Presidente
Rivediamo lo schema confederativo attuale La Confederazione CVS Internazionale convoca l’assemblea generale internazionale ogni 3 anni. L'Assemblea generale designa i membri elettivi del Consiglio di Presidenza; approva, su proposta del Presidente, i piani formativi e gli orientamenti generali relativi alla spiritualità e alle dinamiche dell'apostolato della Confederazione; delibera circa la relazione conclusiva e programmatica predisposta dal Consiglio di Presidenza; approva il rendiconto consuntivo e preventivo delle entrate e delle spese presentato dallo stesso Consiglio; determina l'ammontare del contributo economico che ogni Associazione confederata deve annualmente versare alla Confederazione; decide sulle altre materie di sua competenza e su quanto venga ad essa sottoposto dal Consiglio; definisce ed approva il Direttorio e altri testi complementari al presente statuto; decide eventuali modifiche di statuto da sottoporre all'approvazione del Pontificio Consiglio per i laici. (Statuto Confederazione art. 7)
Sezioni nazionali o territoriali dell’Assemblea Internazionale Subito dopo la realizzazione dell’Assemblea generale internazionale, nelle varie nazioni, vengono convocate, dai rispettivi delegati, le Assemblee nazionali (sezioni nazionali o territoriali dell’Assemblea Internazionale). Tali sezioni sono parte dell’Assemblea generale Internazionale e come tali vengono convocate ogni 3 anni subito dopo l’Assemblea Internazionale. Ad esse compete: Specificare i contenuti della proposta formativa, ricevuti dall’Assemblea generale internazionale, nella propria nazione o territorio minore. In tale specificazione si tiene conto delle indicazioni prodotte dalle Conferenze episcopali nazionali e da altre istanze comunque recepite dall’Assemblea nazionale. Da tale ulteriore documento (programma nazionale) derivano le varie sussidiazioni e quanto altro intenda mediare il cammino formativo offerto alle associazioni. (Regolamento approvato dall’Assemblea Generale della Confederazione internazionale CVS del 3 – 9 marzo 2008, Progetto triennale: formazione)
Quanto stabilito nel Regolamento generale approvato dall’Assemblea Internazionale del maggio 2008 circa lo svolgimento delle sezioni nazionali, viene specificato nel Regolamento per lo svolgimento della sezione nazionale italiana dell’Assemblea generale internazionale e per l’elezione del Delegato nazionale e dei Coordinatori regionaliin questo modo:
Articolo 2 - Svolgimento.La sezione nazionale si svolge ogni tre anni, come ultima sessione dell’Assemblea Generale internazionale. La sezione nazionalerecepisce i contenuti del Piano triennale approvato dall’Assemblea Generale internazionale e predispone, a livello nazionale, un Progetto pastorale di tre anni (formazione - azione apostolica, cfr. Regolamento per le sessione nazionali, Ass. Gen. Int. 2008), avuto conto delle eventuali indicazioni della Conferenza episcopale italiana (C.E.I.). Tale Progetto è concretamente attuato nel proprio contesto (regionale e diocesano), con programmazione annuale, dalle associazioni confederate della medesima regione ecclesiastica;provvede ad eleggere, tra i Responsabili delle singole associazioni confederate, il Delegato nazionale, con un mandato di sei anni, che rappresenterà tutte le associazioni confederate della nazione all’Assemblea Generale internazionale
CONSIGLIO DI PRESIDENZA ASSEMBLEA INTERNAZIONALE SEZIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONE CONFEDERATA eventuale COORDINATORE TERRITORIALE schema attuale
Proposta di modifica dello statuto della CVS Internazionale 2011
È nata, nel corso della fase di esperimento per lo statuto della Confederazione CVS Internazionale, l’esigenza di realizzare un più idoneo livello di coordinamento nazionale per le attività di apostolato. Lo schema qui riportato indica gli elementi principali per una possibile riorganizzazione, che decentri il livello assembleare mediante il criterio della delega. Ecco gli elementi caratteristici che andranno riportati e definiti sia nello statuto sia nel regolamento generale:
l’assemblea internazionale riconosce una “delegazione” quando sono presenti, in un territorio, un numero congruo di associazioni confederate. CONSIGLIO DI PRESIDENZA ASSEMBLEA INTERNAZIONALE DELEGAZIONE ASSOCIAZIONE CONFEDERATA L’assemblea di delegazione è composta dai responsabili delle associazioni confederate presenti nel territorio. Vi partecipa un referente nominato dal Consiglio di presidenza (anche in questo caso è una delega). la “delegazione” riproduce, in una parte minore, uno schema analogo a quello di governo internazionale della Confederazione, con i suoi elementi caratteristici: un’assemblea, un consiglio e un presidente (meglio in questo caso: “coordinatore”) La delegazione è retta da una propria assemblea, che agisce in nome e per conto dell’assemblea internazionale in riferimento al proprio territorio e relativamente alle materie oggetto di delega. L’assemblea di delegazione definisce una parte del regolamento generale della confederazione, organizzando l’attività apostolica nel proprio territorio di competenza (ad esempio: nazione e regioni). il territorio della delegazione può coincidere con l’intera nazione o una parte di essa (pensiamo a nazioni come il Brasile...).
l’assemblea internazionale riconosce una “delegazione” quando sono presenti, in un territorio, un numero congruo di associazioni confederate. • la “delegazione” riproduce, in una parte minore, uno schema analogo a quello di governo internazionale della Confederazione, con i suoi elementi caratteristici: un’assemblea, un consiglio e un presidente (meglio in questo caso: “coordinatore”) • il territorio della delegazione può coincidere con l’intera nazione o una parte di essa (pensiamo a nazioni come il Brasile...). • La delegazione è retta da una propria assemblea, che agisce in nome e per conto dell’assemblea internazionale in riferimento al proprio territorio e relativamente alle materie oggetto di delega. • L’assemblea di delegazione definisce una parte del regolamento generale della confederazione, organizzando l’attività apostolica nel proprio territorio di competenza (ad esempio: nazione e regioni). • L’assemblea di delegazione è composta dai responsabili delle associazioni confederate presenti nel territorio. Vi partecipa un referente nominato dal Consiglio di presidenza (anche in questo caso è una delega).
Per il Consiglio di delegazione vi sono due ipotesi di composizione: Nº 1: 3 consiglieri eletti dall’assemblea tra gli iscritti alle associazioni confederate 1 coordinatore eletto dall’assemblea tra i responsabili delle associazioni confederate 1 referente nominato dal consiglio di presidenza (internazionale) Nº 2: 3 consiglieri eletti dall’assemblea tra gli iscritti alle associazioni confederate 1 coordinatore nominato dal consiglio di presidenza (internazionale)
Le due ipotesi di composizione del consiglio nascono da una esigenza sollevata dai Silenziosi Operai della Croce. Questi intendono esprimere maggiormente il proprio ruolo di guida e coordinamento nei confronti della Confederazione. Ritengono pertanto necessario che, anche nelle nazioni o delegazioni, vi sia presente un Silenzioso Operaio della Croce a svolgere un compito di coordinamento.
(Dalla diapositiva 37 alla 44 confronta allegato denominato “Confederazione CVS Internazionale, nota per la modifica dello statuto”)
Conclusione Guardiamo al futuro
"si dimostra ugualmente sempre più necessario, a causa delle situazioni di scristianizzazione frequenti ai nostri giorni, per moltitudini di persone che hanno ricevuto il battesimo ma vivono completamente al di fuori della vita cristiana, per gente semplice che ha una certa fede ma ne conosce male i fondamenti, per intellettuali che sentono il bisogno di conoscere Gesù Cristo in una luce diversa dall'insegnamento ricevuto nella loro infanzia, e per molti altri" E, con il pensiero rivolto ai lontani dalla fede, aggiungeva che l'azione evangelizzatrice della Chiesa "deve cercare costantemente i mezzi e il linguaggio adeguati per proporre o riproporre loro la rivelazione di Dio e la fede in Gesù Cristo" (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, n. 52. 56, citato da Benedetto XVI nella Lettera apostolica di costituzione del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione).
il compito che attende la Chiesa oggi, un compito che, se riguarda direttamente il suo modo di relazionarsi verso l'esterno, presuppone però, prima di tutto, un costante rinnovamento al suo interno, un continuo passare, per così dire, da evangelizzata ad evangelizzatrice. Benedetto XVI nella Lettera apostolica di costituzione del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione).