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Dalla Preistoria al Neolitico

Dalla Preistoria al Neolitico. Lezione del corso di Storia della Tecnologia 03/03/2005 Filippo Nieddu. La diffusione dell’uomo sulla Terra. Il continente eurasiatico vide la comparsa dei primi ominidi. Dal Centro Africa la specie umana si diffuse in Asia e successivamente in Europa.

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Dalla Preistoria al Neolitico

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Presentation Transcript


  1. Dalla Preistoria al Neolitico Lezione del corso di Storia della Tecnologia 03/03/2005 Filippo Nieddu

  2. La diffusione dell’uomo sulla Terra • Il continente eurasiatico vide la comparsa dei primi ominidi. • Dal Centro Africa la specie umana si diffuse in Asia e successivamente in Europa. • La conformazione degli oceani e dei ghiacci impedì o permise migrazioni ulteriori.

  3. Le “regole del gioco” • Una maggiore disponibilità di cibo implica una maggiore (densità di) popolazione. • Tra le specie vegetali e animali presenti in natura, solo una piccola percentuale è commestibile e domesticabile. • I quattro “aiuti” degli animali domesticati: latte, carne, concime e forza motrice. • La sedentarizzazione permette la creazione dei surplus alimentari.

  4. I metodi per la comprensione • La datazione al radiocarbonio (il C14 “degenera” spontaneamente a C12 e non viene reintegrato negli organismi morti). • L’analisi dei materiali fittili. • L’analisi dei reperti tecnologici (ad es. aratri).

  5. Il passaggio all’agricoltura / 1 • “La decisione di coltivare la terra non fu mai presa al buio, come se non esistessero altri modi di procurarsi di che vivere. La produzione autonoma di cibo e l’uso dei prodotti spontanei sono sempre state due strategie alternative in competizione tra di loro, che si sono confrontate anche con strategie miste in cui la coltivazione o l’allevamento di alcune specie si affiancava in varia misura alla raccolta o alla caccia di altre […] Chiediamoci allora: quali fattori hanno fatto pendere la bilancia da un lato?”

  6. Il passaggio all’agricoltura / 2 • Declino delle risorse naturali. • Aumento della disponibilità di specie domesticabili a scapito di quelle “irrimediabilmente” selvatiche. Ciò in ragione soprattutto dei cambiamenti climatici verificatisi alla fine del Pleistocene (1,8 mil ÷ 11.000 anni fa). • Crescenti progressi tecnologici nella raccolta, trasformazione e stoccaggio del cibo. • Legame di causa-effetto (in entrambi i sensi) tra la crescita della densità di popolazione e la crescita della produzione di cibo.

  7. La tecnica agricola • Principali invenzioni furono falci dalla lama di selce e dal manico di legno o di osso; cesti per trasportare il raccolto verso casa; mortai, pestelli e mole per liberare i grani dalla pula; metodi di essiccazione per evitare che i grani germogliassero dopo la raccolta; e grandi silos sotterranei, alcuni dei quali intonacati per renderli impermeabili. • In tutti i siti della Mezzaluna Fertile sono state trovate abbondanti testimonianze di queste tecniche che, sebbene ideate per i cereali selvatici, sono prerequisiti essenziali per la nascita dell’agricoltura, e costituiscono un primo passo forse inconsapevole verso la domesticazione.

  8. I cambiamenti nelle specie vegetali • Modifiche nella modalità di spargimento dei semi da parte della pianta. • Aumento della dimensione dei semi e dei frutti delle piante allevate intensivamente. • Un esempio di fallimento storico di domesticazione: la quercia. Motivi: • a)ritmo lento di crescita; • b)difficoltà di selezione per la presenza di roditori; • c) difficile controllo (a livello genetico) del gusto.

  9. La Mezzaluna Fertile • Tutta l’aera in questione ha un clima di tipo mediterraneo, caratterizzato da inverni miti e piovosi e da estati lunghe, calde e secche. • La ciclicità del clima condiziona la ciclicità dei raccolti. • Le specie selvatiche progenitrici di quelle coltivate erano già abbondanti e produttive in natura. • Un vantaggio delle specie mediorientali consiste nell’essere in gran parte ermafrodite sufficienti.

  10. Perché solo la Mesopotamia? • La Mesopotamia è di gran lunga la più vasta estensione contigua di terre con clima mediterraneo al mondo, e quindi ospita una maggiore diversità animale e vegetale. • E’ la zona dove si verificano le più forti escursioni stagionali, il che favorisce l’evoluzione di un’alta percentuale di piante annue. • La Mezzaluna Fertile presenta grandi diversità orografiche. La differenza di altitudine si riflette nei tempi del raccolto, perché le piante coltivate in altura maturano più tardi di quelle delle pianure. • Non si riscontra in nessuna altra zona una simile abbondanza di specie animali di grossa taglia adatti alla domesticazione. • Lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori era qui molto meno conveniente rispetto ad altre zone. C’erano pochi grandi fiumi, lo sbocco sul mare era limitato, e la pesca e la raccolta di molluschi non erano attività molto produttive.

  11. Le specie vegetali • Alla base dell’agricoltura sviluppatasi nella Mezzaluna Fertile si ha una maggiore biodiversità, associata a una maggiore possibilità di domesticazione delle specie, vegetali e animali. • 33 delle 56 specie erbacee a seme grosso erano originariamente presenti nel continente eurasiatico.

  12. Le specie animali • La domesticazione degli erbivori è molto più conveniente, per molti motivi: • Energia necessaria; • Tasso di crescita; • Carattere; • Riproduzione in cattività; • Tendenza al panico; • Struttura sociale (branco).

  13. Alcune importanti caratteristiche • La diffusione delle specie e gli spostamenti furono favoriti o compromessi anche per via della conformazione territoriale dei continenti. • Estensione lungo un parallelo, presenza di catene montuose, di stretti lembi di terra, di cambiamenti del paesaggio (es. deserti) facilitarono o impedirono grandi migrazioni di specie vegetali e animali.

  14. L’agricoltura e le sue conseguenze • L’agricoltura permette densità abitative assai superiori (da 10 a 100 volte) rispetto allo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori. Inoltre questi ultimi sono nomadi, che abbandonano gli accampamenti e con essi i loro escrementi, potenziali ricettacoli di germi e parassiti. I contadini sedentari, invece, devono convivere con i loro rifiuti, il che fornisce ai microbi una comoda strada per diffondersi nelle acque utilizzate dalla comunità. • la maggiore contiguità fisica degli animali diffusi in Eurasia ha condizionato il diffondersi delle malattie, cosa non possibile nelle pur (poche e isolate) città delle altre parti del mondo. • Questi i motivi essenziali per cui l’agricoltura è responsabile delle malattie infettive.

  15. La diffusione delle malattie • Alcuni popoli rendono le cose ancora più facili ai batteri e vermi fecali raccogliendo le loro deiezioni e spargendole sui campi come concimi. • Le tecniche di irrigazione e piscicoltura, poi, facilitano la vita ai molluschi vettori della schistosomiasi e alle fasciole, che possono infilarsi nella pelle di chi si avventura nelle acque contaminate. • Inoltre, gli insediamenti agricoli attirano i roditori, che sono notori veicoli di malattie. • Il disboscamento, infine, rende l’habitat ideale per il prosperare della zanzara anofele che porta la malaria. • Bisogna aspettare l’inizio del nostro secolo per poter considerare le città europee autosufficienti dal punto di vista demografico; fino ad allora un flusso costante di immigrati dalle campagne era necessario per bilanciare l’altissimo tasso di mortalità dovuto alle malattie infettive.

  16. Le malattie

  17. La scrittura • La scrittura è una fonte di potere nelle società moderne, perché rende possibile trasmettere conoscenza meglio, più rapidamente e più lontano • Secondo l’antropologo Claude Lévi-Strauss, la funzione principale della scrittura nel tempo antico era di «facilitare l’asservimento di altri esseri umani». • L’uso non professionale della stessa venne molto più tardi, con la nascita di sistemi più semplici ed espressivi

  18. La scrittura • “Tutte le invenzioni indipendenti o quasi (in Mesopotamia, Messico, Cina ed Egitto) e le loro modifiche successive (a Creta, in Iran, nella valle dell’Indo e così via) implicano l’esistenza di popoli socialmente stratificati dotati di istituzioni di governo complesse e centralizzate. • Le prime forme di scrittura erano funzionali ai bisogni di queste società, come ad esempio la contabilità e la propaganda, e gli utenti erano scribi a tempo pieno, mantenuti grazie alle eccedenze alimentari prodotte dalla forza-lavoro agricola. • Nessun gruppo di cacciatori-raccoglitori inventò o importò la scrittura, perché in quelle società mancavano i presupposti istituzionali e i surplus alimentari necessari per mantenere la casta improduttiva degli scribi

  19. L’adozione delle tecnologie • Motivazioni dell’adozione di una tecnologia: • vantaggio economico della nuova tecnologia rispetto all’esistente; • prestigio, che può fare cadere le ragioni di ordine economico (come nel caso della moda); • compatibilità con gli interessi già acquisiti (esempio quello della tastiera qwerty, risalente al 1873); • visibilità dei vantaggi derivanti dall’adozione della nuova tecnologia.

  20. Perché si adotta una tecnologia? / 1 Il primo motivo è di ordine “demografico”: • La speranza di vita condiziona in modo diretto la possibilità di accumulare conoscenze e intraprendere programmi a lunga scadenza. Altri motivi sono di ordine socio-economici: • Livello di disponibilità della forza lavoro a buon mercato; • La legislazione in materia brevettuale, che condiziona in modo variabile la propensione all’innovazione; • L’esistenza di istituzioni che diano opportunità di istruzione tecnico-scientifica; • Redditività degli investimenti in ricerca e sviluppo (come nel caso del capitalismo moderno); • Possibilità di godimento individuale delle esternalità derivanti dalle invenzioni.

  21. Perché si adotta una tecnologia? / 2 • Disponibilità ad assumersi rischi; • Esistenza del metodo scientifico; • Tolleranza per le idee diverse (esempio negativo della Cina); • Caratteristiche del clima religioso; Altri fattori hanno valenze diverse secondo i casi: • La guerra, da sempre grande motore per l’innovazione, ma i conflitti possono causare successivi gravissimi arresti del progresso scientifico; • Presenza di un governo centrale (Giappone e Germania a pro nel xx secolo, Cina contro nel xvi secolo); • Condizioni climatiche: la loro influenza varia; • Abbondanza di risorse (stimola la possibilità di dedicare risorse e tempo all’innovazione; al contrario, la sua assenza può far maggiormente ingegnare per trovare nuove soluzioni).

  22. Conclusioni L’Eurasia (con il Nordafrica) è la più vasta estensione terrestre del pianeta, che ospita il più alto numero di popoli. Qui si trovano i due centri in cui l’agricoltura sorse per prima (Mezzaluna Fertile e Cina); e il suo orientamento principale secondo l’asse est-ovest permise a idee e invenzioni di circolare abbastanza rapidamente tra terre situate alle stesse latitudini e dal clima simile. La sua larghezza anche lungo l’asse minore nord-sud contrasta nettamente con le Americhe, dove la ristrettezza dell’istmo di Panama costituisce un ostacolo. L’Eurasia non ha le grandi barriere ecologiche che attraversano da est a ovest l’Africa e l’America. Grazie a tutti questi fattori, in questo continente il progresso del post-Pleistocene iniziò prima che in ogni altro, con il risultato che si accumulò la più grande quantità di tecnologie

  23. Riferimenti bibliografici essenziali • Jared DIAMOND, Armi, acciaio e malattie, Torino : Einaudi, 1998 • Charles SINGER (ed.), Storia della tecnologia, Torino : Bollati Boringhieri, 1995

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