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INTERVENTI SULLA DISLESSIA

INTERVENTI SULLA DISLESSIA . Corso di Psicologia dello sviluppo tipico e atipico dei processi cognitivi Prof. Margherita Orsolini Anno 2013-2014.

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INTERVENTI SULLA DISLESSIA

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Presentation Transcript


  1. INTERVENTI SULLA DISLESSIA Corso di Psicologia dello sviluppo tipico e atipico dei processi cognitivi Prof. Margherita Orsolini Anno 2013-2014 Presentazione a cura di: Emanuela Di Lullo, Gilda Marsicano, Antonella Tozzi, Lucrezia Conte, Anna Spinelli.

  2. INTRODUZIONE INTERVENTI RIABILITATIVI: TRATTAMENTO: “Insieme di azioni dirette ad aumentare l’efficienza di un processo alterato. Ha caratteristiche di specificità sia per gli obiettivi, sia per le caratteristiche metodologiche sia per le modalità di erogazione.” Riabilitazione “è un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle scelte operative.”(LG Riabilitazione Nazionali GU 124 /30/05/98 Min. Sanità) Obiettivi  a) promozione dello sviluppo di una competenza non comparsa, rallentata o atipica; b) recupero di una competenza funzionale che per ragioni patologiche è andata perduta; c) possibilità di reperire formule facilitanti e/o alternative. L’ Abilitazionein ambito dei DSA“è l’insieme di interventi volti a favorire l’acquisizione, il normale sviluppo e l’utilizzo funzionale dei contenuti di apprendimento scolastico” Programma Riabilitativo All’interno del progetto riabilitativo, il programma riabilitativo definisce le aree di intervento specifiche, gli obiettivi, i tempi e le modalità di erogazione degli interventi, gli operatori coinvolti e la verifica degli interventi. Consensus Conference DSA (2007) P.A.R.C.C. – Bologna; 1 Febbraio 2011 “DSA Documento d’intesa, PARCC, 2011; www.lineeguidadsa.it”

  3. PROGETTAZIONE DI UN INTERVENTO • COSA: Quali funzioni stimolare per promuovere l’apprendimento e l’adattamento socio-emotivo dell’individuo (indicato da una buona valutazione) • COME: Chiarire le condizioni che possono generare cambiamenti sistematici nel sistema cognitivo di un individuo. 3 DOMANDE GUIDA: • Come sostenere alcune abilità cognitive di base (per ogni dominio specifico ad es. linguaggio, conoscenza num…). Tra le abilità importanti: memorizzare semplici info, integrare informazioni in rappresentazioni multimodali (ad es. visuomotorie), focalizzare e sostenere l’attenzione per un lasso di tempo e organizzare attività con azioni collegate da uno scopo. • Come permettere il passaggio da rappresentazioni implicite (singole procedure) ad esplicite (promuovere un processo interno).  promuovere un accesso più flessibile alle conoscenze e costruire strategie che mettono in grado di affrontare compiti non familiari. • Come affrontare le difficoltà emotive associate alle difficoltà cognitive : - considerare le emozioni del bambino e le proprie; - interrogarsi sulle strategieusate dal bambino per nascondere sofferenza e disagio (es. utilizzare procedure già acquisite, dare risposte a caso, strategia di lettura lenta …); - individuare aspetti emotivi sottesi alle risposte sbagliate,riconoscere la difficoltà emotiva decostruendo le strategie e lavorando sulla regolazione emotiva della paura di sbagliare. Favorire l’interazione: permette al bambino di riconoscere/attenuare le paure, sperimentare senso di autoefficacia e agentività - Interventi che aiutano i genitori a sperimentare emozioni positive nell’interazione con il bambino potenziando aspetti della comunicazione verbale e non verbale (collaborazione tra diverse figure professionali).

  4. COSA PRESENTIAMO…… Esponiamo 2 articoli: • IL TRATTAMENTO DEL DISTURBO DELLA LETTURA Evidenze dell’efficacia di un intervento di automatizzazione della decodifica attraverso il software riabilitativo “Occhio alla lettera”. (Claudio Vio e Maria Lucina Tretti, 2008) • ANALISI DELL’EFFICACIA DI UN TRATTAMENTO LESSICALE NELLA DISLESSIA(Sindy Sarcino e Giacomo Stella, 2007) perché QUESTA SCELTA? La lettura può avvenire passando per 2 vie: sublessicale e lessicale. Anche se, soprattutto nei primissimi anni delle scuole primarie, è essenziale che si sviluppi prima la via sublessicale per accedere a quella lessicale. PROPONIAMO UN TRATTAMENTO PER ENTRAMBI !

  5. TRAINING DELLA LETTURA SUBLESSICALE Il trattamento del disturbo della lettura Evidenze dell’efficacia di un intervento di automatizzazione della decodifica attraverso il software abilitativo Occhio alla lettera (C. Vio e M. L. Tretti) (Dislessia, vol. 5, n. 1, gennaio 2008 pp.45-62)

  6. QUADRO TEORICO DISLESSIA EVOLUTIVA • DEFICIT FONOLOGICI FORME VISIVE Cause o conseguenze disturbo? • Deficit Componenti processo visivo: • Movimenti oculari • Punti di fissazione più numerosi e maggiore durata (Hutzler e al., 2006) • Saccadi di ampiezza piccola (De Luca e al., 2002) • Più regressioni (Hutzler e al., 2006) • Sensibile all’affollamento stimoli:effetto crowding • (Spinelli e al. 1997) • Anomalia Sistema Magnocellualre: • Difficoltà riconoscimento percettivo lettere per incapacità soppressione S. Parvocellulare durante saccadi(Galaburda, 1993) • Irregolarità nei movimenti saccadici (Judica e al., 2002) • Deficit inibizione stimolo presente in visione periferica su quello foveale (Facoetti e Molteni, 2001) • Rallentamento spostamento spaziale attenzione • (Facoetti, 2005) • Attenzione visiva • Spostamento attenzione spaziale (Facoetti e al. 2003) • …..Alcuni deficit: • Consapevolezza fonologica • Conversione grafema-fonema • Fusione fonemica • Spiegano le maggiori problematiche dei dislessici(Ramsus e al., 2003) • Risultati insufficienti per scoprire esatta origine del disturbo. • (White e al., 2006) Problema più rilevante: LA LENTEZZA!

  7. IPOTESI Lentezza E INACCURATEZZA NELLE FASI INIZIALI Nei processi fonologici NEI PROCESSI LESSICALI Elaborazione nel tempo diventa più efficiente (Orsolini e al. 2005) L’accesso lessicale rimane lento • Da qui nasce la presente ricerca: • Nelle prime fasi, è cruciale la velocità di processazione del grafemaper decodificare la parola diffusione programmi di trattamento di lettura sublessicale • È corretto intervenire in bambini della prima e seconda scuola primaria, quando non è ancora possibile fare diagnosi certa di dislessia ?

  8. IN ARMONIA CON LA CONSENSUS CONFERENCE………… “Porre il forte sospetto diagnostico di rischio di DSA” Prevenzione primi 2/3 anni scuola primaria Evitiamo la formazione di credenze erratee le conseguenti ripercussioni emotive e motivazionali. PROCEDURE CHE RIDUCANO LE DIFFICOLTà IDEA: Sviluppo di Software mirati su abilità da stimolare, prevedendo opzioni e livelli progressivi (personalizzazione del trattamento) • 2 SOFTWARE • Scopo: sviluppo competenze visive e sintesi fonemica quando ancora lettura e scrittura non sono avviate o faticano a progredire. • OCCHIO ALLA LETTERA: velocizzare processo riconoscimento delle lettere con la loro conversione in fonema, e di sillabe, così da approdare alla lettura sublessicale. • FONDIAMOLELETTERINE: riconoscere lettere associandone suono sia nell’utilizzo sillabe che parole di diversa difficoltà ortografica, per aiutare la fusione fonemica.

  9. Software Occhio alla lettera • Viene adottato con bambini in cui la prestazione in lettura è assente o in cui la velocità di lettura di brano è inferiore a 0,7 sill/sec; • Tecnica: utilizza una guida al movimento dell’occhio tramite un cursore luminoso e la sottolineatura dello stimolo da riconoscere per educare il bambino alla scansione oculare e all’esplorazione da sinistra a destra nel riconoscimento prima di lettere e successivamente di sillabe, associando il suono allo stimolo (codice visivo + codice verbale); • Procedura: la lettera/sillaba target si illumina e viene pronunciata; il bambino deve premere la barra spaziatrice quando il cursore luminoso che si sposta da sx a dx nelle righe a velocità variabile, illumina la lettera/sillaba target che viene di nuovo pronunciata; • Modalità di analisi dello stimolo (prima lettere e poi sillabe) gradualmente più veloce (2 sec, 1,5 sec, 1 sec, 500 ms); • La capacità del bambino di svolgere il compito nel più veloce dei 4 tempi, viene considerata indicativa del raggiungimento di un livello di automatizzazione del processo di decodifica, in modo da passare efficacemente ai livelli successivi; • L’operatore può agire su altre variabili di riconoscimento, in base alle specifiche difficoltà incontrate da ciascun bambino (ad es. confusioni tra suoni simili o tra vocali).

  10. Prima fase: Analisi delle lettere • Riconoscere la lettera target tra stimoli molto diversi (ad es. numeri), abbastanza diversi (ad es. lettere bersaglio di gruppo diverso) o abbastanza simili (lettere bersaglio dello stesso gruppo); • Analisi delle lettere gradualmente più veloce (2 sec, 1.5 sec, 1 sec, 500 ms); • Nelle fasi successive si lavora sull’acquisizione di un’accurata modalità di processazione dello stimolo per identità verbale: stabilire l’identità di due stimoli, ad es “A=a”; • Variabili: velocità di scansione, font, grafemi in minuscolo/maiuscolo per intervenire sulle fasi iniziali del processo di decodifica

  11. Seconda fase: Analisi delle sillabe • Confronto tra una sillaba target e altre sillabe bersaglio che possono differire da essa per diverse caratteristiche (ad es. formato maiuscolo/minuscolo, font…); • Velocità di esplorazione delle sillabe gradualmente più veloce (2 sec, 1.5 sec, 1 sec, 500 ms).

  12. LA RICERCA Obiettivi I ricercatori intendono verificare gli effetti del training realizzato mediante il software Occhio alla lettera sia sulla velocità di lettura (di brano, parole e non parole) sia sui prerequisiti ossia sulle abilità di ricerca visiva e di ripetizione di non-parole • I partecipanti • 9 bambini frequentanti la seconda classe della scuola primaria, con le seguenti caratteristiche: • risorse cognitive nella norma; • ritardo di acquisizione delle capacità di lettura (lettura di brano: assente o < 3 sill/sec; lettura di parole isolate e non parole: assente o limitate: max 3/8 parole bisillabe piane); • incapacità o estrema lentezza nel riconoscimento delle lettere; • prestazioni inferiori alla norma nella prova di ripetizione di parole senza senso.

  13. Metodologia • Trattamento: utilizzo del software Occhio alla lettera per un periodo di 4 mesi, compreso tra aprile e settembre; • 5 bambini hanno ricevuto il trattamento in contesto ambulatoriale da parte di un operatore con 2 sedute a settimana di 30’; • 4 bambini hanno ricevuto il trattamento in contesto domiciliare con l’affiancamento di un genitore, per 10-15’ al dì per 5 giorni a settimana. • Per la verifica dell’efficacia dell’intervento, ai partecipanti sono state somministrate le seguenti prove, prima e dopo l’esecuzione del training: • Prova di lettura di brano MT per la scuola elementare-2 (Cornoldi e Colpo,1998); • Prove di lettura di parole e non parole della BVN 5-11 (Bisiacchi et al., 2005); • PRCR 7: ricerca di due lettere (B/L) delle PRCR-2 (Cornoldi e Gruppo MT, 1992); • PRCR 8: ricerca di sequenze di lettere (TOC) delle PRCR-2 (Cornoldi e Gruppo MT, 1992); • PRCR 9: prova di ripetizione di parole senza senso delle PRCR-2 (Cornoldi e Gruppo MT, 1992).

  14. Risultati-1 Velocità di lettura • Incremento della velocità di lettura di brano, di parole e non-parole, di entità superiore a quanto stimato in un anno dall’evoluzione naturale in soggetti dislessici (Tressoldi, Stella, Faggella, 2001) • Da tali risultati è inoltre emersa una notevole variabilità individuale nell’incremento della lettura di brano, che i ricercatori hanno scelto di non indagare ulteriormente, data l’esiguità del campione.

  15. Risultati-2: prerequisiti Prova di ripetizione di parole senza senso In seguito al trattamento tutti i bambini ottengono una prestazione adeguata rispetto al criterio previsto per il primo anno della scuola primaria nella taratura delle prove PRCR di Cornoldi e Gruppo MT (1992), prima del training ottenuta solo da 2 bambini.

  16. Risultati-3: prerequisiti Prova di ricerca visiva di due lettere • A seguito del training tutti i bambini migliorano sia nella velocità che nella correttezza, seppur con entità variabile: • “normalizzazione” per la velocità nella maggior parte dei casi; • tutti i bambini ottengono punteggi che rientrano nella norma per la correttezza, seppur con notevoli differenze da caso a caso. • (I punteggi riportati nella tabella, espressi in punti z, fanno riferimento alla taratura delle prove PRCR-2 di Cornoldi e Gruppo MT, 1992)

  17. Risultati-4: prerequisiti Prova di ricerca visiva della tripletta di lettere (TOC) • A seguito del training si è verificato un incremento generale sia in velocità che in correttezza, anche in questo caso con differenze tra i soggetti: • Velocità: 4 bambini su 9 presentano punteggi < 1 d.s. dalla media; • Correttezza: tutti i bambini ottengono prestazioni che rientrano nella norma. • (I punteggi riportati nella tabella, espressi in punti z, fanno riferimento alla taratura delle prove PRCR-2 di Cornoldi e Gruppo MT,1992)

  18. Conclusioni • Il training realizzato mediante il software abilitativo alla lettura “Occhio alla lettera” si è rivelato complessivamente efficace nel favorire un aumento significativo della velocità di decodifica di parole nel brano, isolate e non-parole; • Il miglioramento osservato nei prerequisiti specifici può essere altresì interpretato: • Il progresso nella prova di ripetizione di non-parole riflette l’effetto positivo esercitato dall’avvio della lettura su alcune abilità fonologiche; • il progresso di entità maggiore nella prova di ricerca di singole lettere rispetto a quella di ricerca di sillabe sembra riflettere un andamento lineare dell’apprendimento della lettura che va dalle lettere, alle sillabe, infine alle parole; • Il software è risultato in grado di aiutare bambini in difficoltà di apprendimento, con una prestazione della lettura compromessa alla fine del primo e secondo anno di scuola primaria, ossia prima della possibilità di ricevere una diagnosi certa del disturbo • Utilità dell’intervento in presenza di divario marcato tra la prestazione del bambino e quella attesa per il livello di scolarità da lui raggiunto

  19. …Le nostre riflessioni… A nostro avviso sarebbe stato interessante approfondire gli effetti sia del contesto, in cui è stato effettuato il training, sia delle differenti modalità di somministrazione dello stesso (frequenza e durata delle sedute) sui progressi ottenuti da questi bambini. Soprattutto ci chiediamo: “Quali potrebbero essere state le differenti conseguenze sulla motivazione dei bambini che sono stati sottoposti al training sotto la guida di un operatore nell’ambiente ambulatoriale rispetto a coloro che sono stati affiancati da una figura genitoriale in un ambiente diverso come quello familiare?”

  20. TRAINING DELLA LETTURA LESSICALE Analisi dell’efficacia di un trattamento lessicale nella dislessia S. Saracino & G. Stella (2007) (Dislessia, Vol. 4, n.2, maggio 2007 (pp.223-240)

  21. QUADRO TEORICO Finalità: accrescere la disponibilità delle parole immagazzinate nel repertorio lessicale, facilitando il processo di accesso lessicale e la velocità di riconoscimento delle parole. Introduzione Il magazzino del lessico ortografico permette di leggere con accessi diretti le parole, soprattutto se ad alta frequenza, attraverso il cosiddetto “processing in parallelo”. Nel caso di parole a bassa frequenza o non-parole, non presenti nel magazzino lessicale, occorre effettuare un “processing seriale”, ossia un’analisi sequenziale di tutta l’informazione ortografica del testo. Entrambi i processi, una volta automatizzati, sono rapidi ed efficaci. Nei soggetti dislessicipossono essere selettivamente deficitari e la lentezza del processo di riconoscimento fa sì che la lettura si articoli come una mera codifica. Il termine “accesso lessicale” si riferisce all’insieme di processi che consentono il recupero dalla memoria del significato di una parola a partire dalla sua rappresentazione grafica/acustica. Il “lessico mentale” è costituito dall’insieme delle parole immagazzinate nella memoria a lungo termine (in un adulto di media cultura sono circa 75.000, anche se nel linguaggio parlato se ne utilizzano 2000).

  22. Il “modello delle coorti” o Cohort Theory (Marslen-Wilson, 1987) La scelta lessicale a partire da un input sequenziale di grafemi/fonemi Secchio – sedano – semina – secolo – sedia – sella – secondo – semplice… Se… FASE DI ACCESSO La rappresentazione percettiva è usata per attivare gli item lessicali. F COORTE SEDIA! Sedi… FASE DI SELEZIONE Un solo item viene scelto all’interno della coorte. 200 msec ELIMINAZIONE CANDIDATI $ Sedia FASE DI INTEGRAZIONE Sono impiegate le proprietà semantiche e sintattiche della parola. Si attiva il significato. ACCESSO LESSICALE Il processo di riconoscimento è efficiente e veloce. E’ possibile riconoscere la parola a metà della sua durata acustica/rappresentazione visiva. La velocità dipende dal punto ottimale di distinzione, in cui la parola può essere distinta da tutte le altre che iniziano con la stessa sequenza.

  23. Il “modello delle coorti” o Cohort Theory(Marslen-Wilson, 1987) …nella dislessia. *Una revisione del modello prevede, in fase di selezione, non più un’eliminazione dei candidati incompatibili, ma una parziale disattivazione. Dunque, se è stato commesso un errore nella lettura e si riconosce l’assenza di candidati compatibili, è possibile modificare la lettura della parola correggendola. Secchio – sedano – semina – secolo – sedia – sella – secondo – semplice… Seti… Sedia Se… L’accesso lessicale è quindi un elemento chiave nel riconoscimento di parole e gioca un ruolo importante nella velocità di lettura, in quanto rende il bambino meno dipendente dalle regole di transcodifica. Le parole possono essere riconosciute già dai grafemi iniziali, senza la necessità di affrontare un’analisi di tipo sequenziale di tutta l’informazione ortografica, la quale aumenterebbe la probabilità di commettere errori di conversione grafema-fonema. Il trattamento è stato dunque elaborato allo scopo di facilitare l’accesso lessicale attraverso l’ampliamento e il rinforzo delle parole presenti nel repertorio lessicale.

  24. LA RICERCA Metodologia Programma di intervento strutturato in modo da prevedere un apprendimento del materiale somministrato, che diviene gradualmente più complesso. Obiettivi: Favorire la spontanea generalizzazione delle strategie apprese durante il trattamento. Campione 26 soggetti (20 maschi) dai 7.10 ai 12.11 anni (età media 10.7)

  25. Dislessia evolutiva: diagnosticata sulla base di una batteria di prove neuropsicologiche Criteri di selezione dei soggetti

  26. Procedura e Modalità di somministrazione

  27. Test-Retest  allo scopo di rilevare il mantenimento dei risultati raggiunti e il loro ulteriore incremento: • prima e dopo l’effettuazione del programma • a distanza di 3 mesi dal termine del programma • a distanza di 6 mesi dal termine del programma • La velocità e l’accuratezza di lettura sono state controllate attraverso la somministrazione di liste di parole e di brani: • Batteria per la diagnosi della Dislessia, prova n.4 e n.5 (Sartori, Job e Tressoldi, 1995) • Prove di lettura MT (Cornoldi, Colpo e Gruppo MT, 1981)

  28. Inizio e fine di ogni settimana del trattamento • Tempi di lettura • Registrati dai logopedisti secondo le seguenti modalità: • T 1 1° Giorno la 1° Volta in cui la lista veniva consegnata e solo la prima volta che il bambino la leggeva [La prima delle tre letture del primo giorno, ovvero la prima della settimana]; • T2  Ultimo Giorno della settimana in cui il bambino leggeva la lista, nell’ultima delle tre letture [Ultima lettura effettuata alle fine della settimana]. • I tempi dovevano essere registrati per ciascuna lista. • La 6° settimana era prevista una registrazione suddivisa in 2 tempi; • L’8° settimana era prevista una registrazione in 3 tempi. • Nel corso della lettura cronometrata non si doveva né interrompere il bambino né correggerlo • Gli errori sono stati registrati dai logopedisti contrassegnando le parole sbagliate nella prima e nell’ultima delle letture effettuate nel corso di ogni settimana.

  29. Analisi dei Risultati

  30. Conclusioni • OBIETTIVO: esaminare l’efficacia di trattamento di tipo lessicale per la rieducazione della dislessia. • IPOTESI: con un simile rinforzo, infatti, i soggetti potrebbero riconoscere il bersaglio lessicale dopo aver letto la prima sillaba o una porzione della parola. • Tale programma si è rivelato efficace per la totalità dei soggetti: in 8 settimane si è riscontrato un guadagno medio paragonabile se non superiore rispetto a quello conseguito da soggetti dislessici non sottoposti a trattamenti specifici nell’arco dell’anno scolastico. • Analizzando le variazioni delle ds di velocità di lettura del brano, si rivela che al termine del trattamento 7 soggetti (tutti di classe II, III, IV della Scuola Primaria) non rientrano più nei parametri previsti per la diagnosi di dislessia. • Il miglioramento nella velocità di lettura ottenuto dai soggetti non è avvenuto a discapito dell’accuratezza nella lettura (il numero degli errori non ha subito variazioni significative), infatti la prestazione media è rimasta nella norma. • Dai risultati del follow-up emerge il mantenimento e la generalizzazione dei risultati ottenuti, dimostrando la possibilità del trattamento rieducativo di indurre una generalizzazione delle specifiche strategie apprese a compiti con un livello superiore di integrazione e complessità Questo trattamento di rieducazione della dislessia si è dimostrato generalmente efficace nel favorire il processo di accesso al magazzino lessicale e il recupero delle informazioni sulle parole conservate nel lessico mentale, e con essi di conseguenza lavelocità di riconoscimentodelle parole.

  31. …Le nostre riflessioni… • Sarebbe stato interessante approfondire la ricerca diversificando i materiali presentati in base all’età dei bambini, prestando maggiore attenzione al naturale sviluppo cognitivo. • Sono stati trascurati gli aspetti soggettivi come l’emotività, la motivazione e la relazione che ogni partecipante ha instaurato con l’intera equipe, se e come queste variabili hanno influenzato l’intero percorso di rieducazione. • Siamo consapevoli che attualmente la ricerca scientifica è carente nel campo degli interventi di rieducazione della dislessia

  32. C’è ancora molta strada da percorrere … ma avendo imparato tanto da questi bambini crediamo che, con il supporto giusto e lo spirito giusto, si può sempre migliorare.

  33. Bibliografia • Orsolini M. (2011). Quando imparare è più difficile. Dalla valutazione all’intervento. CarocciFaber • Saracino S. e Stella G.(2007). Analisi dell’efficacia di un trattamento lessicale nella dislessia”. Dislessia, vol. 4, n.2, maggio 2007 (pp. 223-240); • Vio C. e TrettiM.L. (2008). Il trattamento del disturbo della lettura. Evidenze • dell’efficacia di un intervento di automatizzazione della decodifica attraverso il software abilitativo alla lettura Occhio alla lettera. Dislessia, vol 5, n.1, gennaio 2008 (pp. 45-62).

  34. GRAZIE PER L’ATTENZIONE! Roma 19-11-2013 GRUPPO 5

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