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Politiche della promozione del benessere e della prevenzione. Laura Ferrari Facoltà di Scienze Cognitive Corso di Laurea in Educatore professionale sanitario A.A. 2012-2013. La salute è…. … … … … … … … …. La salute.
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Politiche della promozione del benessere e della prevenzione Laura Ferrari Facoltà di Scienze Cognitive Corso di Laurea in Educatore professionale sanitario A.A. 2012-2013
La salute è… • … • … • … • … • … • … • … • …
La salute • E’ uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto nell’assenza di malattia o infermità. • E’ uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, qualunque ne siano la razza, la religione, le opinioni politiche e le condizioni economiche-sociali. (OMS 1948)
La salute • Art. 32 della Costituzione (1948) La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità • Legge n.833/78 La tutela della salute è garantita attraverso il Servizio Sanitario Nazionale
Evoluzione del concetto di salute (1/2) • Accanto alla tuteladella salute … Diritto a non ammalare • La promozione della salute… Dovere di non ammalare Quindi il “diritto alla salute “ interpreta la tutela come protezione e promozione insieme
Evoluzione del concetto di salute (2/2) • Modello paternalistico: le persone non sono competenti e vengono tutelate dal servizio sanitario. • Modello dell’empowerment: le persone sono competenti e il sistema promuove e valorizza le competenze perché le persone possano effettuare scelte consapevoli e autonome.
La Carta di Ottawa (1986) LA SALUTE Vive e cresce nelle piccole cose di tutti i giorni, ascuola, sul lavoro, in famiglia, nel gioco e nell’amore. La salute si crea avendo cura di sè stessi e degli altri, sapendo controllare e decidere dei propri comportamenti, facendo in modo che la società in cui si vive favorisca la conquista della salute per tutti.
La promozione della salute • La promozione della salute è il processo che consente alle persone di acquisire un maggior controllo della propria salute e di migliorarla • La salute è una risorsa (che permette alle persone di condurre una vita produttiva sotto il profilo personale, sociale ed economico), non l’obiettivo del vivere. (Carta di Ottawa, 1986)
Promozione della salute: azioni strategiche • Creare politiche pubbliche che promuovano la salute della popolazione • Creare ambienti favorevoli • Rafforzare l’azione di comunità • Sviluppare abilità personali • Riorientare i servizi sanitari verso la prevenzione (Carta di Ottawa, 1986)
1) Costruire una politica per la salute • Orientare verso la promozione della salute le politiche sociali, agricole, del trasporto, del turismo, della pianificazione urbana ecc. • Esempi: • Ridurre i costi di frutta e verdura • Sviluppare una rete di piste ciclabili • Incentivare l’uso di mezzi e dispositivi “ecologici” (auto elettriche, pannelli solari,…) • …
2) Creare ambienti favorevoli • Costruire ambienti che supportino la promozione della salute, per esempio la scuola, il contesto lavorativo ecc. • Esempi: • Distribuire frutta e verdura nelle scuole • Creare palestre nei luoghi di lavoro • Incentivare mense aziendali perchè promuovano una sana alimentazione • …
3) Rafforzare l’azione di comunità • Rafforzare i processi di partecipazione dei cittadini nella formulazione, implementazione e valutazione di politiche che direttamente ed indirettamente influiscono sulle opportunità di promozione della salute in una determinata popolazione. • Esempi: • Raccogliere esigenze ed aspettative dalla popolazione (politiche inclusive) • …
4) Sviluppare abilità personali • Sviluppare abilità personali per meglio affrontare decisioni inerenti la salute individuale e della popolazione nel suo insieme. • Esempi: • Far conoscere i problemi, le loro cause e le strategie per farvi fronte (educazione alla salute) • …
5) Riorientare i servizi sanitari • Riorientare i servizi sanitari verso la promozione della salute e non solo sulla cura e riabilitazione. • Esempi: • Fare in modo che la promozione della salute entri negli ospedali ed in tutti i servizi e le strutture sanitarie • …
I determinanti della salute Sono i fattori personali, socioeconomici e ambientali che determinano lo stato di salute delle singole persone o delle popolazioni: il reddito e la posizione sociale, l'istruzione, l'occupazione e le condizioni di lavoro, l'accesso a servizi sanitari adeguati e gli ambienti fisici, che, se associati, creano condizioni di vita diverse che si ripercuotono sulla salute. (Glossario HPH - OMS)
I determinanti della salute Dahlgren G and Whitehead M (1991)
Gli stili di vita Sono modelli di comportamento identificabili, frutto dell'azione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di vita di carattere socio-economico e ambientale.Gli stili di vita individuali possono avere profonde ripercussioni sia sulla salute di una persona che su quella degli altri. (Glossario HPH - OMS)
Contributo in % dei determinanti della salute alla longevità
Contributo in % dei determinanti della salute alla longevità 20% Salute 10-15% 20-25% 40-45% da Domenighetti, modificata
Contributo in % dei determinanti della salute alla longevità da Domenighetti, modificata
Le capacità di vita Le capacità di vita consistono nell’abilità di adottare un comportamento positivo e flessibile che consente alle singole persone di far fronte con efficacia alle esigenze ed alla sfide che si presentano nella vita di tutti i giorni. (Glossario HPH, OMS)
Capacità di vita (OMS) Capacità di vita
L’educazione alla salute L’educazione alla salute si occupa da un lato di trasmettere informazioni in merito ai fattori sociali, economici ed ambientali che possono incidere sulla salute, incluso il ricorso ai servizi sanitari, dall’altro s’impegna a sviluppare e a rafforzare le capacità di vita. L’educazione alla salute rappresenta uno dei principali approcci d’intervento della promozione della salute. (Glossario HPH, OMS)
La prevenzione La prevenzione delle malattie comprende le misure per prevenire l’insorgenza della malattia come, ad esempio, la riduzione dei fattori di rischio ed i metodi per fermarne l’evoluzione riducendo le conseguenze una volta insorta la malattia (Glossario HPH, OMS)
La prevenzione A seconda degli obiettivi che si pone e a quale stadio della malattia può intervenire, si distinguono tre tipi di prevenzione: 1) la prevenzione PRIMARIA 2) la prevenzione SECONDARIA 3) la prevenzione TERZIARIA
Le fasi della malattia • Stadio della suscettibilità L’individuo non ha ancora sviluppato la malattia, ma è esposto a fattori che ne favoriscono l’insorgenza. • Stadio subclinico La malattia non si è manifestata clinicamente, ma si sono già verificati cambiamenti patogenetici. • Stadio clinico La malattia si evidenzia clinicamente • Stadio della disabilità’ La malattia ha provocato danni residui con conseguente disabilità del paziente.
Prevenzione primaria • Insieme delle attività che si prefiggono di evitare l’insorgenza della malattia quando è ancora assente. • Agisce sulle cause della malattia a livello individuale, collettivo ed ambientale. • Ha il suo campo di azione sul soggetto sano o, comunque, non malato. (Esempi: vaccini, dieta, attività fisica,…)
Obiettivi prevenzione primaria 1) Potenziamento dei fattori utili alla salute: • potenziamento poteri di difesa immunitaria (vaccini) • promozione di una corretta alimentazione • promozione attività fisica 2) Allontanamento e/o correzione dei fattori causali e/o di rischio delle malattie: • riduzione inquinamento atmosferico • abolizione fumo di sigaretta
Prevenzione secondaria Insieme di interventi destinati a diminuire la frequenza delle malattie in una popolazione riducendone la durata o bloccandone l’evoluzione. Es.: screening e diagnosi precoce
Prevenzione secondaria • Ha per oggetto individui clinicamente sani, ma con danno biologico in atto. • Ha come obiettivo la guarigione dei casi di malattia prima che si manifestino clinicamente. • Lo strumento di cui si avvale è la diagnosi precoce. • Determina solitamente una riduzione della mortalità (non dell’incidenza).
Prevenzione secondaria se: • La storia naturale della malattia è conosciuta in modo tale da poterne prevedere l’evoluzione. • La fase asintomatica è sufficientemente lunga da poter scoprire il caso. • E’ disponibile un test in grado di differenziare le persone apparentemente sane da quelle effettivamente sane. • Sono disponibili terapie efficaci in grado di guarire la malattia o ritardarne l’esito.
Prevenzione terziaria Insieme di interventi mirati a ridurre la frequenza delle complicanze e delle invalidità funzionali conseguenti a malattie già manifeste. Es.: riabilitazione
Prevenzione terziaria • Si prefigge di impedire l’invalidità nelle persone già ammalate. • Entra in campo nel periodo post-clinico e si identifica, in larga misura, con la riabilitazione o rieducazione e/o con la prevenzione di ricadute e recidive.
Contesto epidemiologico: malattie croniche e fattori di rischio comportamentali Cause di morte Pianeta Terra - terzo millennio Malattie croniche 59,8% Malattie infettive, Problemi di salute materno-infantili, Malnutrizione 31,1% Traumi 9,1% The burden of chronic disease and the need for evidence - David McQueen Chronic diseases in the 21st century: from individual choices to community policies. Rome 24-26 October 2007
Organizzazione mondiale della sanità: rapporto sulla prevenzione delle malattie croniche • Si stima che nel 2005 35.000.000 di persone siano morte a causa delle malattie croniche • Il 60% di tutti i decessi è dovuto alle malattie croniche
Il peso delle malattie croniche • L’epidemia di malattie croniche sta rapidamente aumentando • Questo fatto non è stato ancora riconosciuto e non è ancora incominciata una vera risposta • I luoghi comuni possono essere confutati grazie a dati di fatto incontrovertibili
1° mito: le malattie croniche colpiscono soprattutto i Paesi ad alto reddito • Realtà: l’80% delle morti per malattie croniche avvengonoin Paesi a basso e medio reddito
2° mito: i Paesi a reddito medio-bassodovrebbero occuparsi prima delle malattie infettive • Realtà: doppio peso = doppia risposta
3° mito: malattie croniche, un problema dei ricchi La malattia aggrava la povertà • Realtà: le malattie croniche si concentrano tra i poveri
4° mito: le malattie croniche colpiscono i vecchi • Realtà: quasi la metà delle persone che muoiono hanno meno di 70 anni
5° mito: le malattie croniche colpiscono principalmente gli uomini • Realtà: le malattie croniche colpiscono allo stesso modo uomini e donne
6° mito: le malattie croniche dipendono da cattive abitudini Aiutare le persone a fare scelte di salute, soprattutto chi altrimenti non potrebbe permettersele, riduce i rischi e le disuguaglianze sociali Oltre i tre quarti dei decessi dovuti al diabete si verificano in Paesi a reddito medio-basso • Realtà: poveri e bambini hanno poche scelte
7° mito: le malattie croniche non possono essere prevenute • Realtà: l’80% delle malattie cardiache premature, ictus cerebrale e diabete di tipo 2 è prevenibile, il 40% dei casi di cancro è prevenibile Le cause sono conosciute, la strada da intraprendere è chiara
8° mito: prevenire e controllare le malattie croniche costa troppo • Realtà: esistono interventi efficaci che costano poco