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Il ruolo delle lingue europee nella formazione turistica. Vito Pecoraro.
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Il ruolo delle lingue europee nella formazione turistica Vito Pecoraro
Dall’anno 1995, gli abitanti dei paesi dell’UE dovrebbero conoscere almeno due delle lingue ufficiali della comunità (Risoluzione del Consiglio europeo del 31 marzo 1995 concernente il miglioramento della qualità e diversificazione dell'apprendimento e dell'insegnamento delle lingue) Almeno nel campo del turismo, questo obiettivo ancora è lontano dall’essere raggiunto; di solito, solo la lingua inglese è ben rappresentata (il che molti, forse, ritengono essere sufficiente) Tale dato sorprende ancora di più visto la straordinaria importanza delle lingue in questo settore
Un quadro realistico delfabbisogno linguistico nel campo del turismo Dai risultati di un progetto Leonardo (Europäische Sprachenqualifikation für Berufspraktiker),si evince una forte domanda della conoscenza delle lingue straniere nel comparto turistico. Diversi studi sottolineano: • le situazioni di lavoro nelle quali si usano le lingue • le abilità linguistiche principalmente richieste • i deficit presenti nella formazione linguistica e tutti i campi annessi • i problemi che si incontrano quando si usano le lingue straniere, in generale e in particolare
In che misura c’entrano le lingue straniere nell’ambito turistico? Quali lingue? La lingua inglese si pone al primo posto, per tutte le professioni La seconda linguaèun’assoluta necessità (nel campo alberghiero si auspica pure la padronanza di una terza lingua) In genere, sono il francese, lo spagnolo e il tedesco che si contendono il secondo posto
Quali abilità sono richieste, di solito, nelle situazioni lavorative? Ci sono notevoli differenze tra le singole tipologie d’impresa, ma c’è una netta prevalenza delle abilità “parlare” e “ascoltare”, cioè della comunicazione orale In alcuni settori, come quello delle agenzie di viaggio, ma anche alcune professioni del trasporto, “scrivere” e “leggere” risultano più importanti L’abilità traduttiva (di “mediazione”) prende sempre più campo
Le certificazioni linguistiche Sembra una prassi quasi generale dinon chiedere specificatamente un certificato di questo tipo. Per quanto riguarda la verifica delle lingue straniere, si effettua di consueto un’intervista in lingua o si ricorre ad un test durante il colloquio di lavoro. C’è da sottolineare, però, che, attualmente, un tale certificato, presentato in sede di colloquio, attribuisce un certo vantaggio, meglio ancora se rilasciato da un ente (ri)conosciuto e prestigioso
Che tipo di conoscenza della lingua dovrebbe essere certificato? Si ritiene adeguata una formazione linguistica generale (almeno B2 del Quadro comuneeuropeodi riferimento per la conoscenza delle lingue), che include però anche il linguaggio specifico del settore in questione Es. DELF (Diplôme d'Etudes de Langue Française) + CFTH (Certificat du français du tourisme et de l'hôtellerie)
Punti essenziali per la formazione linguistica del settore turistico Possedere una buona conoscenza di almenodue lingue straniere Prevedere più che altro l’applicazione pratica delle lingue (attenzione specialmente sull’acquisizione della terminologia settoriale e sulle abilità orali; constatazione dell’esistenza di differenze tra vari settori del turismo), da tenere conto nella formazione Tematiche essenziali da trattare: negoziazione, marketing, promozione, programmazione, management delle relazioni con i clienti
L’insegnamento delle lingue nel campo turistico Esiste l’assoluta necessità di una intensificazione della formazione linguisticaed una unificazione dei contenuti, sia a livello nazionale che internazionale, in modo da arrivare a dei livelli che permettano un raffronto diretto a livello europeo Sarebbe auspicabile arrivare a delle qualifiche riconosciute reciprocamente dai vari Stati europei, anche attraverso la realizzazione di una certificazione autorevole, organizzata con dei criteri standard per tutta l’Europa e con la partecipazione di istituzioni accreditate