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Le buone pratiche nella promozione della salute: selezionarle, documentarle, trasferirle. Quando un progetto/un’azione di promozione della salute può essere definito “buono”?. Se funziona Se funziona qui Se funziona con i mezzi che ho. efficace. trasferibile. sostenibile.
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Le buone pratiche nella promozione della salute: selezionarle, documentarle, trasferirle
Quando un progetto/un’azione di promozione della salute può essere definito “buono”? Se funziona Se funziona qui Se funziona con i mezzi che ho efficace trasferibile sostenibile
Buone pratiche: azioni efficaci che possono essere esportate in altri ambiti o contesti.
Le buone pratiche sono interventi, programmi/servizi, strategie o politiche che hanno dimostrato di ottenere i cambiamenti desiderati mediante l’utilizzo di ben documentate metodologie di ricerca o valutazione. Hanno caratteristiche di replicabilità, adattabilità e trasferibilità. Una buona pratica è la migliore possibile alla luce delle prove disponibili e della particolare situazione o contesto. • Fonte: Best Practices Portal for Health Promotion and Chronic Disease Prevention, CBPI Working Group, Public Health Agency of Canada (2008).
Trasferibilità: "l'applicazione del progetto /modello in luoghi e situazioni diverse da quelle in cui è stato realizzato.(v. ISFOL, "La metodologia ISFOL per l'individuazione e l'analisi delle buone pratiche in ambito FSE", 2004 [29/3/2005]. Riproducibilità: "la possibilità offerta dal progetto/modello di essere riprodotto in presenza di problemi analoghi o simili a quelli che lo hanno originato.”
Qualche precisazione…. Senza che dimostri una efficacia in un certo contesto (geografico, economico, sociale) una BP è solo una PROMISING PRACTICE (pratica promettente) · Una BP che funziona oggi potrebbe non funzionare domani, anche nello stesso contesto · Le BP sono spesso soggettive, legate al contesto e al tempo · Il termine italiano MIGLIORI o BUONE traduce male il BEST, ma esprime meglio il concetto che una certa PRATICA non è un punto di arrivo, ma è un PROCESSO continuo
HPS Veneto COS'E' UNA BUONA PRATICA? Descrive i risultati, i punti di forza, di criticità e i processi di un progetto locale Richiede, come condizione necessaria, la combinazione fra sapere e fare Possiede la caratteristica della trasferibilità
Descrive i risultati, i punti di forza, di criticità e i processi di un progetto locale: • nelle sue linee operative • nell’efficacia dello svolgimento • nella sua realizzazione Presuppone che siano sempre comprensibili le modalità, le risorse, le valutazioni e gli esiti delle azioni
Richiede, come condizione necessaria, la combinazione fra sapere e fare: • Non basta “saper” costruire un progetto, è essenziale “farlo” e documentare ciò che si è appreso nel processo di interazione fra teoria e pratica. • Alla fine non abbiamo un modello – che rinvia all’ idea di certezza e di paradigma – ma un’esperienza contingente, una soluzione che ha risolto un dubbio, un problema. • Per questo la buona pratica funziona in un determinato contesto locale e temporale. Può essere esportata solo se non riproduce se stessa, solo se assume la funzione di supporto e di facilitazione per la produzione di una nuova buona pratica. Ogni pratica traccia un “solco”, su cui si innestano nuove e diverse opportunità e innovazioni.
Possiede la caratteristica della trasferibilità se è: • concreta: il risultato di più persone che vivono nella comunità locale e mettono assieme esperienze sia soggettive che collettive • un percorso di lavoro in cui la fiducia, l’attenzione e la comunicazione sono al centro dell’agire • portatrice di elementi di novità • realizzata preferibilmente in rete (reale o virtuale)
sviluppare utilizzare condividere riflettere Ciclo della conoscenza azione progetto valutazione Processo di intervento integrato con la ricerca implementare pubblicare Processo di produzione delle evidenze giudizio raccolta sistematizzazione NIGZ 2005
Farle circolare….banche dati traenti/salutiamoci Scriverle/descriverle….documenti/strumenti Condividere Sviluppare Valutarle….griglia Utilizzare Riflettere Metterle a sistema ….pof
Se funziona Se funziona qui Se funziona con i mezzi che ho efficace trasferibile sostenibile La griglia delle buone pratiche
Dotarsi di uno strumento comune per selezionare, analizzare e valorizzare le buone pratiche, per • Orientare la programmazione • Non disperdere il patrimonio di esperienze finora maturato • Ridurre le diseguaglianze di offerta • Aumentare il livello di qualità degli interventi • Abbandonare gli interventi inefficaci • Facilitare l’accesso alla documentazione • Arricchire il repertorio di strumenti validati …. • concentrando gli sforzi su interventi in grado di produrre un cambiamento significativo
efficace • Orientamento verso le risorse personali e sociali ed empowerment • Setting (ambiente) • Partecipazione • Modelli teorici • Prove di efficacia ed esempi di buona pratica • Analisi di contesto e identificazione dei determinanti • Obiettivi • Valutazione di processo • Valutazione di impatto e di risultato
trasferibile • Gruppo di lavoro • Collaborazioni • Comunicazione • Documentazione sostenibile • Risorse, tempi e vincoli • Sostenibilità
Una tabella di sintesi : I punti sono assegnati dalla risposta “sì” Il punteggio complessivo del progetto è pari alla media aritmetica dei punti assegnati ad ogni singola categoria. Gli elementi segnati in grigio concorrono a determinare una BUONA PRATICA se tutti con punteggio pari o maggiore di tre
Ldg: Sperimentiamo la griglia • Cosa è utilizzabile e cosa no • In che modo andrebbe modificata • Quali utilizzi possono essere previsti (a livello di singola scuola, provinciale, regionale…)