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Chi eravamo

Chi eravamo. La nostra storia.

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Chi eravamo

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Presentation Transcript


  1. Chi eravamo La nostra storia

  2. ….Vorrei ricordare il contesto in cui è nata e cresciuta la comunità. Non eravamo i soli, c’erano tante altre realtà, comunità e gruppi che in qualche modo svolgevano attività molto simili con i quali siamo stati in relazione e siamo cresciuti insieme. Ed erano espressione allora di un rinnovamento notevole. (Ennio)

  3. 10 febbraio 1970: sono in tre padri carmelitani (Mario, Luigi e Giuliano) all’apertura della fraternità. Neve, freddo e difficoltà di trasporti sulla mulattiera ripidissima.

  4. Cappella 1970.

  5. Alcuni mesi immersi nelle novità, concretezza

  6. ed urgenza dei vari problemi logistici (acqua, freddo e rifornimenti)

  7. Aprile-Giugno: primi confronti con gli imprevisti che nascono dal progetto: permanenza delle ragazze in fraternità che comporta un certo disagio per l’assoluta sprovvedutezza e scoperta progressiva della possibilità di un rapporto fraterno e cordiale e gruppo di seminaristi.

  8. Luglio 1970: Arrivano P. Paolo e p. Ildefonso. Inizia la convivenza con persone diverse e quindi tutte le dinamiche che ne conseguono. In questo mese compare la prima esperienza di ospitalità: un gruppo di Milano che rimane circa tre settimane.

  9. Settembre 1970: Si affronta il problema del lavoro manuale stabile, oltre quello a domicilio su appalto della Fiat. Si sottolinea la necessità che qualcuno condivida la situazione normale degli operai, nel loro ambiente e renda sensibile tutta la comunità alle condizioni della grande maggioranza degli uomini.

  10. Marzo 1971: Dopo più di un anno si possono fare le prime osservazioni e critiche . Comunque si cerca di non isolarsi dalla Provincia Lombarda.

  11. Ottobre 1972: arriva stabilmente P. Guglielmo (P.Ennio )

  12. Nel 1973 arriva Ennia

  13. “Dietro la cascina c’era un’altra casa “fantasma”, facente parte della proprietà, il cui tetto era limitato a delle lose in cattivo stato che, quando pioveva, lasciavano entrare acqua da tutte le parti. Ma l’entusiasmo e la voglia di vivere al massimo questa nuova esperienza, erano travolgenti e le difficoltà e i disagi venivano affrontati allegramente come una cosa naturale.(Ennia)  Io dormivo là dietro, i primi tempi, e la mattina, prima di scendere dal letto, dovevo cercare di infilare i piedi nelle scarpe se non volevo fare un pediluvio, perché durante la notte, l’acqua, chissà come, allagava immancabilmente il pavimento(Ennia)

  14. Nel 1974 arriva Renato

  15. “Ecco, anche io sono arrivato a Lessolo da una ‘famiglia distrutta’, la comunità di Banchette – non proprio ‘distrutta’ ma in via di crisi, di disfacimento. E pur avendo fatto un cammino diverso da loro ho chiesto ospitalità per quindici giorni… e sono ancora lì adesso, dal ’74. • Noi Siamo una comunità che vive non poveramente, stiamo bene, non siamo poveri, ma che vive con i beni in comune, avendo scelto di mantenersi con il proprio lavoro possibilmente manuale e che apre la casa nei limiti delle possibilità a chi chiede di venire. Un posto che è stato abbandonato negli Anni ’70 proprio per questi motivi, di scomodità e di isolamento. Perché la famiglia che abitava lì aveva due bambine piccole da mandare a scuola e da lì andare a scuola non era molto semplice “. Però è anche un posto che ha notevoli vantaggi per l’ospitalità: c’è sempre qualcuno di noi in casa, ci sono sempre lavori da fare anche in casa e, per certi versi, la difficoltà a salire e a scender ha i suoi vantaggi. (Renato)

  16. Successivamente arriva Mariuccia. Man mano la Fraternità prende sempre più forma .

  17. Nel corso degli anni grazie a chi viveva stabilmente e con l’aiuto dei ragazzi ospitati vengono fatti parecchi lavori di ristrutturazione

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