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Il cosiddetto MOBBING Giuseppe LEOCATA - medico del lavoro Centro Stress e Disadattamento Lavorativo Ospedale Maggiore Policlinico Milano - Clinica del Lavoro “L. Devoto”.
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Il cosiddetto MOBBING Giuseppe LEOCATA - medico del lavoro Centro Stress e Disadattamento Lavorativo Ospedale Maggiore Policlinico Milano - Clinica del Lavoro “L. Devoto”
MOBBING“Aggressione sistematica posta in essere dal datore di lavoro o da un suo preposto o superiore gerarchico, oppure anche da colleghi e compagni di lavoro, con chiari intenti discriminatori protesi a emarginare progressivamente nell’ambiente di lavoro, per ragioni di concorrenza, gelosia, invidia e quant’altro di simile è possibile ipotizzare a causa dell’ambiente di lavoro e durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Dall’aggressione patita scaturiscono sindromi, a volte gravi, di natura ansioso-depressiva i cui sviluppi ed effetti sono spesso imprevedibili e portano a conseguenze disastrose per la salute del soggetto (anoressia, bulimia, compromissione dei rapporti personali e familiari) con frequente rinuncia o perdita del posto di lavoro”.L. Greco - Guida al Lavoro n.11/1999 - Il Sole 24 Ore Pirola
Turbamento Disagio Disturbo Malesseredel singolo individuodel gruppo di individuidell'organizzazionenon necessariamente, malattia, patologiaevento che si può instaurare nel tempocon il permane della causa e di concause
Le aziende e le figure che si occupano della organizzazione e della gestione delle risorse umane sono in genere in grado di affrontare le problematiche connesse con la poca competenza di un lavoratore o con il suo rendimento insufficiente ma quando si entra nel campo della sfera individuale e relazionale degli individui, della dimensione psicologica dei rapporti di lavoro e nel dover considerare il fattore umano, nel 'migliore' dei casi, si commettono anche grossi errori, nel migliore dei casi per poca conoscenza della problematica e del come affrontarla.
L’Azienda deve intervenire;il conflitto degenera quando il sistema organizzatosi rifiuta di occuparsene e non vuole e/o non riescea trovare soluzioni dignitose e ad intervenire.Se in un dato momento qualcuno reagisce in maniera sana e responsabile il processo si può arrestare
Il MEDICO DEL LAVORO COMPETENTE….. ovvero …..l’ANELLO DEBOLE della CATENA* quando non è messo in condizione di lavorare dignitosamente* quando non svolge diligentemente le sue funzioni
Medico Competenteapproccio difficoltoso apericolo, rischio e dannoimpalpabile,’virtuale’Il danno psichico, non su base organica,è per definizione ‘soggettivo’(descrizione dei sintomi da parte dell’interessato)e va distinto da ‘disturbi fittizi’
Malattie professionali riconosciute da INAIL Disturbo dell’adattamento lavorativo cronico Disturbo post-traumatico da stress cronico professionali solo se causati/concausati prevalentemente da specifiche e particolari condizioni dell’attività e dell’organizzazione del lavoro INAIL non riconosce:* Disturbo/ Episodio depressivo maggiore da avversatività lavorative* Sindrome da burn-out INAIL non considera aspetti correlati a situazioni conflittuali in ambiente di lavoro tra persona che esercita la violenza e persona offesa e correlate alla intenzionalità delle azioni continue e finalizzate a estromissione di questa da lavoro esclusi i fattori organizzativi legati al normale svolgimento del rapporto di lavoro (nuova assegnazione, trasferimento, licenziamento) e situazioni indotte da dinamiche psicologico-relazionali comuni ad ambienti di lavoro e di vita
Malattie professionali riconosciute da INAIL Disturbo dell’adattamento lavorativo cronico Disturbo post-traumatico da stress cronico professionali solo se causati/concausati prevalentemente da specifiche e particolari condizioni dell’attività e dell’organizzazione del lavoro INAIL non riconosce:* Disturbo/ Episodio depressivo maggiore da avversatività lavorative* Sindrome da burn-out INAIL non considera aspetti correlati a situazioni conflittuali in ambiente di lavoro tra persona che esercita la violenza e persona offesa e correlate alla intenzionalità delle azioni continue e finalizzate a estromissione di questa da lavoro esclusi i fattori organizzativi legati al normale svolgimento del rapporto di lavoro (nuova assegnazione, trasferimento, licenziamento) e situazioni indotte da dinamiche psicologico-relazionali comuni ad ambienti di lavoro e di vita
Situazioni di costrittività organizzativaper essere occasione di lavorocausa di patologia devono essere strutturali, durature e oggettive, verificabili e documentabili con riscontri oggettivi.Va provata l’esistenza della malattia, delle caratteristiche morbigene della lavorazione svolta e del nesso etiologico tra questa e la tecnopatia
“Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzione dell'organizzazione del lavoro" (GRUPPO 7) correlate "a condizioni lavorative di costrittività organizzativa sono inserite in LISTA II (Malattie cui origine lavorativa è di limitata probabilità)" TAR del Lazio n. 5454 / 2005 “Costrittività organizzative" e "Mobbing strategico" tornano a essere considerati fattori di rischio generico, per cui lavoratore deve provare, oltre alla sussistenza di malattia, anche nesso eziologico intercorrente tra questa e attività lavorativa svolta.
Gioco delle parti (non ognuno per sé e per il proprio prestigio / finalità particolari) Amministrazioni (Pubbliche e Private) / Datori di Lavorodevono agire e con atteggiamenti e comportamenti paritari.Mondo del lavorodeve riflettere anche sui ruoli del Medico Competente, del Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione, dei Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza, dei Rappresentanti Sindacali e dei Lavoratori (colleghi di lavoro); ognuno deve farsi carico della problematica ed entrare nelle maglie della organizzazione del lavoro per la tutela dei lavoratori; MC, RSPP ed RRLLS studiano e collaborano con DL per scelta, attuazione e verifica nel tempo di misure generali e particolari di benessere lavorativo in azienda; ultime due figure devono mantenere atteggiamento di supporto e solidale anche verso lavoratori in difficoltà (più deboli sono soggetti con disabilità e ‘svantaggiati’ - basso livello culturale, fallimenti occupazionali alle spalle e coloro che presentano difficoltà cognitive).
Gioco delle parti (non ognuno per sé e per il proprio prestigio / finalità particolari) Sindacato(esterno a impresa/provinciale) deve occuparsi della problematica con cognizione di causa e trasparenza e intervenire realmente in realtà individuate o in cui è richiesto. Organismi di Vigilanza delle ASLdevono fare rientrare nel loro patrimonio culturale operativo la capacità di lettura delle diverse realtà lavorative e di intervento in queste in termini di organizzazione e di psicologia del lavoro, attuando procedure il più possibile condivise e non di polizia giudiziaria, che potrebbero non essere utili alla finalità; dovrebbero, poi, coordinarsi e convenire su linee comuni nei singoli territori e a livello nazionale, ai fini di una lettura omogenea della realtà e dell’attuazione di scelte operative comuni.
Gioco delle parti (non ognuno per sé e per il proprio prestigio / finalità particolari)Centri che seguono i casi clinici di ‘sospetto stress occupazionale’devono gestire la problematica al loro interno in modo scientificamente rigoroso, attraverso la collaborazione paritetica dei medici del lavoro e degli psicologi, devono acquisire abilità ed esperienza nella lettura delle diagnosi cliniche e psico-diagnostiche e cercare contemporaneamente di contestualizzarle nelle specifiche e concrete realtà aziendali, al fine di esprimere dei giudizi ineccepibili.
Gioco delle parti (non ognuno per sé e per il proprio prestigio / finalità particolari)Legali che seguono i casi di ‘stress occupazionale’potrebbero raccordarsi ai detti Centri e consigliare in maniera oculata agli assistiti l’opportunità o meno di intraprendere nei confronti delle imprese azioni legali che potrebbero sovraesporre il lavoratore se intraprese con leggerezza.Il passaggio successivo che essi devono curare è quello del ‘tentativo di conciliazione’, previsto dal Codice Civile, spesso disatteso o in occasione del quale le parti non si incontrano, andando a finire in giudizio.
Regole da sole non bastano, vedi codice della stradaÈ necessario e imprescindibile lavorare sull’UOMO e per l’UOMO e creare una cultura basata su rispetto e solidarietàAl di là di fini definizioni giuridiche e cliniche,chi gestisce realtà organizzate complesse lavorativee ha responsabilità più o meno elevate deve contribuirenon soltanto ad attuare finalità impresa = Produzione beni e servizi E’ importante anche valutare l’eventuale rischio residuoponendo molta attenzione anche al fattore umano,alla sfera individuale e relazionale individuie alla dimensione psicologica dei rapporti di lavoro,e ai VALORI (regole diffuse e condivise ),alla loro relazione con la salute globaledell’individuo e della collettivitàe alla coscienza del rispetto di questi e dell’UOMO
Lavorare insieme non è un metodo ma un valore Sauro Garzi - sociologo Grazie per l'attenzione giuseppe.leocata@policlinico.mi.it