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Il lavoro. Disoccupazione e fine del lavoro. Problema odierno: riduzione strutturale dei posti di lavoro Differenza fra riduzione congiunturale e riduzione strutturale
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Disoccupazione e fine del lavoro • Problema odierno: riduzione strutturale dei posti di lavoro • Differenza fra riduzione congiunturale e riduzione strutturale • La riduzione dei posti di lavoro ( aumento della disoccupazione, diminuzione del numero degli occupati) è strutturale perché provocata dallo sviluppo tecnologico • Disoccupazione: eccedenza di forza lavoro o di popolazione attiva rispetto alle richieste del mercato
Come è stato affrontato il problema nel passato • XIX secolo – prima metà XX secolo • Espulsione di forza lavoro dalle campagne • Soluzione: assorbimento degli ex-contadini nel settore industriale
Come è stato affrontato il problema nel passato • Seconda metà XX secolo: espulsione di manodopera dall’industria per effetto dell’automazione • L’espansione del settore dei servizi compensa l’aumento del numero dei disoccupati
La disoccupazione oggi • Oggi anche l’occupazione nel settore dei servizi è investita dallo sviluppo tecnologico: l’informatizzazione di molte operazioni riduce il numero di impiegati dell’amministrazione, del commercio, dei trasporti ecc. • Quale settore assorbirà la forza lavoro in eccesso?
Globalizzazione e disoccupazione • Alla disoccupazione tecnologica si affianca una disoccupazione da globalizzazione: l’apertura di aree sempre più vaste del pianeta all’economia di mercato induce le aziende a spostare la produzione in paesi in cui la manodopera costa meno, o in cui vi sono condizioni fiscali più vantaggiose
Conseguenze della disoccupazione • L’interesse di economisti e sociologi si è spostato dalle problematiche dell’umanizzazione del luogo di lavoro (alienazione del lavoratore, salute sul luogo di lavoro ecc.) alle questioni: • Della condizione del disoccupato (perdita di identità e di autostima, precarietà, mancanza di prospettive ecc.) • Della redistribuzione del lavoro
Proposte di soluzione • Dahrendorf, Aznar: lavorare tutti meno, ridurre l’orario di lavoro • Per la maggior parte dei sociologi e degli economisti: non è finito il lavoro, bensì l’accesso al lavoro come accesso al posto fisso, a vita • Il lavoro a vita diventa la fase finale di un percorso lavorativo fatto inizialmente di lavori a tempo determinato, atipici
Quale formazione per il lavoro ? • La possibilità di trovare un lavoro viene sempre più a dipendere • dalle conoscenze e dalle competenze che si possiedono • dalla capacità di tenersi costantemente aggiornati • Necessità di una solida cultura di base • Capacità di cogliere il significato degli eventi e di stare al passo con essi
Cambiamento e formazione permanente • I mutamenti continui della vita sociale e dei processi produttivi rendono indispensabili • Lo sviluppo di un’attitudine al cambiamento e all’innovazione • Il superamento di una formazione limitata solo ai primi anni della vita: la formazione deve accompagnare l’intera vita attiva della persona • Non mancano tuttavia gli scettici sulla possibilità per le persone di tenere il passo con i ritmi incalzanti dell’innovazione tecnologica (cfr. Rifkin)
Giovani e lavoro • Il rapporto fra giovani e lavoro ha 3 dimensioni: • Economica – come deve essere organizzata l’economia per riuscire ad assorbire la manodopera giovanile? Quali regole per il mercato del lavoro giovanile? (tipi di contratto ecc., sgravi fiscali per imprese che assumono, apprendistato ecc.) • Politico-sociale – quali interventi per tutelare i diritti dei giovani lavoratori, disoccupati, in cerca di lavoro? • Formativo-educativa – cosa deve fare la scuola per garantire ai giovani un’istruzione efficace?
Scuola e mondo del lavoro • Tutti concordano sulla necessità di uno stretto rapporto, ma ci sono 2 modi di intenderlo: • 1) Approccio “cultura per il lavoro” – la scuola deve fornire le conoscenze necessarie al mondo della produzione e delle professioni • L’istruzione deve consistere in indirizzi professionalizzanti e fornire competenze specifiche
Scuola e mondo del lavoro • 2) Approccio “cultura del lavoro”: in un mondo di rapidi cambiamenti tecnologici e produttivi, un’istruzione mirata alle competenze strettamente professionali rischia di essere cronicamente in ritardo sui tempi • La scuola deve fornire un sapere di base utile e flessibile, che funga da piattaforma per i successivi aggiornamenti (imparare a imparare), che permetta autonomia di giudizio e comprensione dei mutamenti in corso
Lavoro e globalizzazione 1 • Globalizzazione è un processo di interdipendenze economiche, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria. • Tra gli aspetti positivi: la velocità delle comunicazioni e delle informazioni, l'opportunità di crescita per Paesi a lungo rimasti ai margini dell'economia, la contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione dei costi per l'utente finale, grazie all'incremento della concorrenza.
Lavoro e globalizzazione 2 • Aspetti negativi: il degrado ambientale, il rischio dell'aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la riduzione della sovranità nazionale e dell'autonomia delle economie locali e la diminuzione della privacy (Wikipedia)
Lavoro e globalizzazione 3 • In campo economico globalizzazione può indicare: • progressiva abolizione delle barriere commerciali, • aumento dei volumi del commercio internazionale, • crescente integrazione economica tra paesi; • crescente mobilità internazionale dei capitali, • finanziarizzazione dell'economia; • processi di liberalizzazione del mercato del lavoro • politiche di deregolamentazione, liberalizzazione e privatizzazione;
Lavoro e globalizzazione 4 • (segue elenco) • affermazione del fenomeno delle imprese multinazionali nello scenario dell'economia mondiale; • delocalizzazione di una o più fasi del processo produttivo, • tendenza verso la standardizzazione dei prodotti (ampliamento dei mercati di sbocco; • progressivo trasferimento di sovranità democratica dagli stati-nazione ad entità internazionali e sovranazionali con grado imperfetto di democrazia (Wikipedia)
Il lavoro nella globalizzazione • La globalizzazione mette in concorrenza paesi con mercati del lavoro molto diversi. • Un mercato del lavoro fortemente regolamentato e ricco di tutele (per i lavoratori) come quello italiano subisce inevitabilmente gli effetti della competizione fra aziende italiane e aziende di paesi molto più “de-regolamentati”. • Un esempio: il fenomeno della de-localizzazione. Per molte aziende è l’alternativa alla chiusura.