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Epidemiologia, prevenzione e profilassi delle malattie infettive. Profilassi specifica: vaccini e sieri Epidemiologia e profilassi delle seguenti malattie: influenza - papilloma virus - dengue. Prevenzione primaria. Mira ad evitare il contagio o l’infezione.
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Epidemiologia, prevenzione e profilassi delle malattie infettive • Profilassi specifica: vaccini e sieri • Epidemiologia e profilassi delle seguenti malattie: influenza - papilloma virus - dengue
Prevenzione primaria • Mira ad evitare il contagio o l’infezione Bonifica ambientale (Disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione) Limitazione della diffusione previo il loro riconoscimento (notifica, accertamento diagnostico, inchiesta epidemiologica) Rafforzamento delle difese individuali nei confronti delle infezioni (vaccinazioni)
IMMUNITA’ E’ LO STATO DI PROTEZIONE DI UN ORGANISMO NEI CONFRONTI DI AGENTI INFETTIVI RICONOSCIUTI DAL SISTEMA IMMUNITARIO COME ESTRANEI (NON-SELF)
IMMUNITA' ACQUISITA INNATA PASSIVA ATTIVA ARTIFICIALE NATURALE ARTIFICIALE NATURALE VACCINI MALATTIA SIERI MADRE FIGLIO
UN SEME GENERATO NEL LONTANO PASSATO, MA IL CUI PRODOTTO E’ FIORITO SOLO NEL XX SECOLO VACCINAZIONE LA VACCINAZIONE COSTITUISCE L’INTERVENTO DI ECCELLENZA PER IL CONTROLLO E LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE
Vaccini 1796 Edward Jenner notò che: • i mungitori si ammalavano raramente di vaiolo ma contraevano il vaiolo bovino (meno grave) • chi contraeva il vaiolo bovino non si ammalava mai di vaiolo classico.
Obiettivi VERSO IL SINGOLO • provocare una risposta immune nei confronti di uno o più antigeni di un agente patogeno perproteggere il soggetto dalla patologiada esso causata. VERSO LA COLLETTIVITA’ • limitare la diffusione di una patologiae ove possibile eradicarla definitivamente (es. vaiolo)
Requisiti Immunogenicità: deve indurre livelli anticorpali elevati nei confronti degli antigeni in esso contenuti. Efficacia: gli anticorpi indotti devono proteggere il soggetto dalla malattia per cui è sviluppato il vaccino e tale protezione deve essere il più lunga possibile. Sicurezza: alla sua somministrazione deve seguire una percentuale minima di effetti collaterali, che deve essere commisurata con la gravità della malattia.
SIGNIFICATIVA E CONSOLIDATA RIDUZIONE NEL TEMPO DEI NUOVI CASI DI MALATTIA CONTENIMENTO ESTINZIONE DELLA MALATTIA IN UNA DETERMINATA AREA GEOGRAFICA ELIMINAZIONE SCOMPARSA DELLA MALATTIA A LIVELLO GLOBALE ASSOCIATA ALLA DEFINITIVA RIMOZIONE DELL’AGENTE CAUSALE ERADICAZIONE
10 Bersagli Storici • VAIOLOERADICAZIONE • DIFTERITE • TETANO • PERTOSSE • POLIOMIELITE • FEBBRE GIALLARIDOTTA INCIDENZA • MORBILLO • ROSOLIA • PAROTITE • INFEZIONI INVASIVE HIB
Cosa sono… I vaccini sono preparazioni farmaceutiche in grado di mimare un’infezione naturale per indurre una risposta immune adeguata a neutralizzare l’agente patogeno che dovesse successivamente infettare il soggetto vaccinato
Un vaccino ideale deve essere….. • ben tollerato, altamente innocuo • efficace nel prevenire la malattia • di facile utilizzo • di facile trasporto e conservazione • poco costoso
Tipi di vaccini • Microrganismi inattivati • Microrganismi vivi e attenuati • Anatossine • Componenti dei microrganismi • Vaccini a DNA
Vaccini inattivati • Contengono microorganismi (virus o batteri) uccisi (inattivati) • Privi di virulenza, patogenicità ed infettività • Conservano antigenicità
Metodi di inattivazione • Mezzi fisici: calore ed UV • Mezzi chimici: trattamento con formolo, fenolo, acetone
Alcuni vaccini inattivati • Anti-polio (IPV Salk), • Anti-Epatite A, • Anti-influenzali • Antirabico • Antitifico • Anticolerico • Antipertossico
Vaccini attenuati Sono i vaccini d’elezione perché nell’individuo imitano il comportamento dell’agente patogeno da cui originano, stimolando una solida e duratura risposta immune senza provocare alcuna manifestazione clinica di malattia Contengono batteri o virus vivi, che, mantenendo inalterato il potere antigene, e la capacità di moltiplicarsi, sono caratterizzati da ridotta virulenza e/o patogenicità
Alcuni vaccini attenuati • Anti-polio (Sabin) • Anti-Morbillo • Anti-parotite • Anti-rosolia • Antitubercolare (B.C.G.) • Antitifico (Salmonella typhi Ty21a) • Anticolerico
Metodi di attenuazione Isolamento di virus patogeno da paziente e crescita su colture di cellule umane La progenie virale è utilizzata per infettare colture cellulari di scimmia • Coltivazione per la selezione di mutanti a ridotta virulenza. (Instabilità genetica e possibile emergenza di mutanti revertanti) Il virus acquista mutazioni che permettono una replicazione migliore nelle cellule di scimmia Il virus non è più in grado di replicare nelle cellule umane (attenuato) • Creazione di mutazioni specifiche o delezioni di geni indispensabili per la virulenza mediante tecniche di ingegneriagenetica. (Revertanti improbabili)
VACCINI AD ANATOSSINE Le esotossine di alcuni batteri, come il bacillo difterico e tetanico, perdono la loro tossicità se trattate con formolo mantenendo integra la loro capacità antigenica. Le tossine così detossificate, chiamate anatossine, vengono utilizzate per la prevenzione del tetano e della difterite. VACCINI A SUBUNITA’ Si basono sulla somministrazione di subunità immunogeniche (proteine presenti sulla superficie del patogeno) ottenute per frazionamento del germe oppure prodotti mediante ingegneria genetica o per sintesi chimica. Es. vaccino antinfluenzale - vaccino anti-meningococco – vaccino anti-epatite B
Vaccini a DNA gene per l’antigene plasmide materiale genetico patogeno plasmide modificato muscolo La preparazione di un Vaccino a DNA solitamente si attua isolando uno o più geni dell’agente patogeno e integrandoli in plasmidi (a), piccoli anelli circolari di DNA. I plasmidi vengono rilasciati in piccoli gruppi di cellule, spesso per iniezione nelle cellule muscolari (b) o per trasferimento attraverso la pelle utilizzando una pistola genica (gene gun) (c). I geni codificano per gli Ag del patogeno. Gli Ag prodotti sono in grado di stimolare la risposta immune nell’ospite. pelle
Al momento non esistono in commercio vaccini a DNA ad uso umano. Rimangono dei timori sulla loro sicurezza dovuti al potenziale rischio che il DNA introdotto possa integrarsi nel genoma umano con trasformazioni neoplastiche. Inoltre c’è il sospetto che con la somministrazione di questi vaccini si possano produrre anticorpi anti-DNA, favorendo l’insorgenza di malattie autoimmuni
VIE E MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE ORALE (antipolio – anticolerico – antitifico) VIA INTRAMUSCOLARE O SOTTOCUTANEA (la più utilizzata) VIA INTRADERMICA (utilizza piccole dosi di vaccino iniettate direttamente nel derma es. anti-tubercolare) VIA PERCUTANEA (consiste nella deposizione del vaccino sulla cute scarificata. Molto utilizzata in passato per la vaccinazione contro il vaiolo)
I vaccini possono essere somministrati singolarmente o combinati Il vaccino combinato è costituito dall’utilizzo nella stessa preparazione di più vaccini, e sfrutta le capacità del nostro sistema immunitario di riconoscere e agire contemporaneamente a più antigeni Tra i più comuni… Vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse Vaccino esavalente oltre a quelli sopra sono presenti: antigeni dell’epatite B, della poliomielite e dell’Haemophilus influenzae tipo B Vaccino trivalente contro la poliomielite (coi tre tipi di virus della polio) Vaccino trivalente contro morbillo, parotite, rosolia
Vaccini: effetti collaterali I vaccini sono molto efficaci e sicuri ma va comunque ricordato che nessun vaccino come quasi nessuna pratica medica è totalmente privo di rischi.La frequenza degli effetti indesiderati è in ogni caso nettamente inferiore agli effetti e alle complicazioni della malattia contro cui si viene vaccinati.Per esempio il morbillo ha come complicanza più temibile l'encefalite che può presentarsi in 1 malato su 2.000 e nel 30-40% dei casi può lasciare esiti invalidanti. La stessa complicazione, come effetto collaterale da vaccinazione, si verifica in 1 caso su 1.000.000 di dosi di vaccino. Gli effetti collaterali delle vaccinazioni possono distinguersi in: • Reazioni locali (dolore, gonfiore, arrossamento, edema e indurimento locale) • Reazioni generalizzate: febbre, che compare 2-24 ore dopo o da 5 a 15 giorni dopo la somministrazione (la diversità del tempo di comparsa dipende dal tipo di vaccino), reazioni allergiche (estremamente rare) e lo shock anafilattico (evento eccezionale)
SIEROPROFILASSI Si basa sulla somministrazione di anticorpi preformati Viene attuata mediante somministrazione di immunoglobuline umane (IG) (sieri omologhi) o di sieri immuni di origine animale (sieri eterologhi) Una volta introdotti vengono subito assorbiti dal punto di inoculo e forniscono anticorpi di pronto intervento Si ricorre alla profilassi immunitaria passiva soprattutto in casi di emergenza Conferisce una protezione immediata ma garantisce una immunita’ di breve durata (poche settimane)
SIERI IMMUNI IMMUNIZZAZIONE E SUCCESSIVO PRELIEVO DI IDONEE ALIQUOTE EMATICHE VACCINO RACCOLTA IN CONTENITORI DI VETRO PER FAVORIRE LA FORMAZIONE DEL COAGULO SEPARAZIONE DEL SIERO MEDIANTE SEDIMENTAZIONE CENTRIFUGA
INFLUENZA Etiologia e patogenesi Agente: famiglia Orthomyxoviridae (alcuni patogeni anche per suini, equini, uccelli) Caratteristiche:80-120 nm corte spine o lunghi filamenti in sup. 60-75% in peso proteine 20-30% lipidi 5-7% carboidrati 0,8-1% RNA a singola elica legata ad una nucleoproteina che determina il tipo di virus influenzale ( A, B o C)
Emoagglutinina (H): glicoproteina che permette l’adsorbimento del virus ai recettori presenti sulla membrana delle cellule. • Neuroaminidasi (N): glicoproteina che interviene alla fine del ciclo di moltiplicazione favorendo il distacco delle particelle virali. Idrolizza l’acido N-acetil-neuroaminico (ac. sialico) che fa parte di alcune glicoproteine di superficie.
Periodo d’incubazione 24-72 h Sintomatologia tipica Rapida evoluzione Bassa letalità (broncopolmoniti batteriche) pazienti ad alto rischio Elevato danno economico INFLUENZA I virus influenzali penetrano nelle vie respiratorie e si moltiplicano selettivamente nelle cellule ciliate e caliciformi, delle quali provocano la necrosi, risparmiando lo strato basale dell’epitelio. Quadro clinico !
INFLUENZA Epidemiologia Distribuzione geografica: manifestazione epidemica o pandemica Distribuzione per età: dipende dalla probabilità di esposizione e dallo stato immunitario. Incidenza massima 0-14 anni. Nelle ulteriori epidemie dovute a stessa variante antigenica, si rileva un aumento dei casi nelle età più avanzate. Riserve d’infezione: la riserva primaria d’infezione è l’uomo Modalità di trasmissione: Contagio diretto e indiretto
Variazioni temporali: epidemie, pandemie • Epidemia: più casi di una stessa malattia si presentano in un breve periodo di tempo in una determinata popolazione (aumento di frequenza limitato nel tempo) • Pandemia: più casi di una stessa malattia si presentano in un breve periodo di tempo in più regioni della Terra contemporaneamente
INFLUENZA Epidemiologia Distribuzione geografica: manifestazione epidemica o pandemica (virus di tipo A) Distribuzione per età: dipende dalla probabilità di esposizione e dallo stato immunitario. Incidenza massima 0-14 anni. Nelle ulteriori epidemie dovute a stessa variante antigenica, si rileva un aumento dei casi nelle età più avanzate. Riserve d’infezione: la riserva primaria d’infezione è l’uomo Modalità di trasmissione: Contagio diretto e indiretto
INFLUENZA Epidemiologia Distribuzione geografica: manifestazione epidemica o pandemica (virus di tipo A) Distribuzione per età: dipende dalla probabilità di esposizione e dallo stato immunitario. Incidenza massima 0-14 anni. Nelle ulteriori epidemie dovute a stessa variante antigenica, si rileva un aumento dei casi nelle età più avanzate. Riserve d’infezione: la riserva primaria d’infezione è l’uomo Modalità di trasmissione: Contagio diretto e indiretto
INFLUENZA La vera, sola misura preventiva disponibile è la vaccinazione Profilassi Denuncia: obbligatoria Isolamento: a domicilio con completo riposo Disinfezione: continua delle secrezioni e degli oggetti d’uso Immunoprofilassi:La vaccinazione offre una protezione di circa il 50-75% delle persone vaccinate. L’immunità che conferisce il vaccino dura 6-12 mesi pertanto è necessario ripetere ogni anno la vaccinazione. La vaccinazione raggiunge la massima efficacia dopo circa 4 settimane dall’inoculazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa ogni anno la composizione del vaccino. Profilassi internazionale: sotto sorveglianza OMS
Complicanze influenzali Complicanze polmonari - polmonite virale primaria - infezione secondaria batterica Complicanze non polmonari - miosite - complicanze cardiache - complicanze del SNC [sindrome di Guillain-Barrè (paralisi ascendente), sindrome di Reye (deficit della funzione mitocondriale in bambini trattati per febbre di natura virale con aspirina)]
Gli obiettivi della campagna vaccinale contro l’influenza sono: • • riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte dovute alle epidemie stagionali • • riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità
I virus influenzali circolanti nell’uomo sono soggetti a cambiamenti antigenici per cui, annualmente, è richiesto l’adattamento della formulazione del vaccino. L’aggiornamento annuale dovrebbe assicurare la massima concordanza possibile fra i ceppi vaccinali ed i ceppi circolanti (efficacia) Le informazioni sui ceppi circolanti e il trend epidemiologico sono raccolti dal Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, che si avvale della collaborazione dei National Influenza Centres (NIC), presenti in 83 Paesi del mondo. Per l’Italia, il NIC è sito presso Il Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità
Categorie di individui per le quali è raccomandata e gratuita la vaccinazione anti-influenzale in Italia Individuazione di 3 livelli a più alto rischio: Ultrasessantacinquenni Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; Personale sanitario e di assistenza che ha contatti con familiari ad alto rischio, soggetti addetti a pubblici servizi di primario interesse collettivo, lavoratori a contatto con animali
La distribuzione mondiale della malattie può cambiare drasticamente e rapidamente. Le malattie che improvvisamente diventano prevalenti sono considerate malattie emergenti. Queste non si limitano alle “nuove” ma comprendono anche la ri-emergenza di malattie considerate sotto controllo che, per particolari situazioni, i sistemi di sanità pubblica non riescono a controllare.
Antibiotici Area medica in espansione per l’ampliamento dello spettro etiologico e per le ripercussioni sanitarie, sociali ed economiche Patologie emergenti: Herpesvirus, Papillomavirus, virus epatitici, HIV Sifilide Gonorrea Anni ‘50
MST Malattie a prevalenza elevata. Rappresentano la più consistente categoria di malattie infettive in molti paesi del mondo (nonostante siano sottostimate) Facilmente eradicabili le MST batteriche, non così le virali
Classificazione • ULCERO-PROLIFERATIVE ° Ulcere genitali:Treponema pallidum, Herpesvirus (HSV) °Verruche genito-anali: papillomavirus umano (HPV) • ESSUDATIVE ° Uretrite/cervicite:Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis, Mycoplasma spp. ° Vulvo-vaginite:Trichomonas vaginalis, Candida spp. • SISTEMICHE ° AIDS: HIV ° Epatiti virali: HBV, HCV, HDV ° Infezioni congenite/connatali: Herpesvirus, T. pallidum,Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis, HIV • EXTRAGENITALI ° Sindromi intestinali (in omosessuali maschi):Salmonella spp.,Shigella spp, Giardia intestinalis, Entamoeba hystolitica ° Sindrome di Reiter (congiuntivite, poliartrite, infezione genitale):Chlamidia trachomatis