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AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione. Prevenzione delle malattie cardiovascolari massimo valsecchi. I dipartimenti di prevenzione.
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AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione Prevenzione delle malattie cardiovascolari massimo valsecchi
I dipartimenti di prevenzione sono come nomadi che lasciano i loro cammelli per troppo tempo su un solo pascolo, lo esauriscono e così muoiono … se non si spostano in tempo sui fattori di rischio efficacemente prevenibili. 1/31
Di cosa si muore oggi gruppi di cause ULSS 20 - 2009 MM infettive e parassitarie Tumori 2/31
I fattori di rischio cardiovascolare Non modificabili: sesso, età, familiarità Modificabili: fumo, obesità e soprappeso, ipertensione, dislipidemia, sedentarietà, diabete Modificabili ma di rilevanza non ancora definita: stress, alcool 3/31
Due diverse strategie preventive 1 ° Strategie dell’Alto Rischio • Il fattore di rischio viene misurato su una scala continua • La distribuzione viene dicotomizzata per identificare un gruppo ad alto rischio • L’intervento terapeutico si concentra su questo gruppo • I rimanenti, classificati “normali” possono essere lasciati tranquilli 4/31
1° Strategie dell’ “alto rischio” • Indicatore: rischio cardiovascolare globale assoluto • Calcola la probabilità di ammalarsi nei successivi 10 anni sulla base di alcuni fattori di rischio. • L’ISS attraverso il “Progetto Cuore” ha definito due strumenti per tale valutazione: • Il punteggio individuale e la Carta del Rischio (utilizzata soprattutto per finalità prescrittive dei farmaci). Vengono utilizzati: • otto fattori di rischio per il primo. • Età • Sesso • Diabete • Fumo • pressione arteriosa • colesterolo totale e HDL • terapia antiipertensiva • sei per il secondo (le precedenti meno HDL e terapia antiipertensiva) • Sono esclusi alcuni noti fattori di rischio quali: familiarità, obesità e sedentarietà 5/31
La carta del rischio cardiovascolare globale dell’ISS Prende in considerazione 6 fattori di rischio (età, sesso, diabete, abitudine al fumo, colesterolo totale, pressione arteriosa sistolica) su cui è stata costruita la maggior parte delle altre carte disponibili in letteratura stimando la probabilità che si verifichi un primo evento coronarico o cerebrovascolare nei successivi 10 anni. 6/31
Valutazione del Rischio Cardiovascolare Globale Uomini non diabetici 7/31
Geoffry Rose 19 aprile 1926, 12 novembre 1993 • “Tutti noi dobbiamo imparare a vivere con l’incertezza , compresi gli scienziati ed i politici. Sfortunatamente il genere umano non sopporta molto l’incertezza”"The Strategy of Preventive Medicine“ , 1992 • “una popolazione esposta a un rischio modesto può dare più casi di malattia rispetto ad un numero ridotto di persone esposte ad un rischio elevato" 8/31
2° Strategie di popolazione • “Una misura preventiva che apporta grandi benefici per la comunità può offrire poco a che ogni persona partecipante. • Ad esempio, per prevenire una morte a causa di un incidente automobilistico, molte centinaia di persone che devono indossare le cinture di sicurezza. • Al contrario, un intervento che porta grandi benefici a un individuo può avere un piccolo impatto nella popolazione. • Questi fenomeni sono a volte chiamati paradossi prevenzione.” • Strategie a livello di popolazione • Quando molte persone hanno un piccolo beneficio, il beneficio totale può essere grande • La strategia di prevenzione a livello di popolazione inizia con il riconoscimento che il verificarsi delle malattie comuni riflette il comportamento e le circostanze dell’insieme della società. Questo riconoscimento si basa su elementi sociologici, morali e medici. • l’estremità deviante di coloro che “creano problemi” appartiene alla distribuzione di origine. 9/31
Vantaggi collaterali delle strategie di popolazione Adottare una strategia di popolazione nella prevenzione delle patologie cardiovascolari consente di ottenere anche positivi vantaggi collaterali utili per molte altre patologie cronico degenerative (diabete, demenza senile, diversi tipi di tumore, …) e di inserire il contrasto di questa malattia nello sforzo più ampio di ottenere un ambiente e stili di vita più salubri. 10/31
Il problema delle disuguaglianze Independent Inquiry into Inequalities in HealthChairman: Sir Donald Acheson, 1998 11/31
Mortalità cardiaca Tassi di mortalità cardiaca: confronto fra la prima ed ultima classe sociale in Inghilterra (per 100.000) 12/31
I fattori di rischio cardiovascolari non sono socialmente neutri Ipertensione Diabete Obesità Sedenterietà Dislipidemia Fumo 14/31
Evidenze inglesi La mortalità prematura (ovverosia prima dei 65 anni) è più elevata nella popolazione che svolge lavori non qualificati. Sussiste un marcato gradiente sociale nell’obesità che è più marcato nelle donne rispetto agli uomini. Un altro indicatore di cattiva salute è un’elevata pressione arteriosa che dimostra un evidente gradiente sociale nelle donne. !996: 17% di donne di classe I ipertese contro il 24 % di classe V. Il 10 % degli uomini di classe IV e V sono dipendenti dall’Alcool contro il 5% delle classi I e II. C’ è un chiaro gradiente sociale nella proporzione di uomini e donne che fumano: Il 12% fra i maschi professionisti contro il 41 % degli operai non qualificati e l’11% contro il 36% nelle donne. La popolazione a minor reddito tende a mangiare meno frutta e verdura e meno cibi ricchi di fibre. Sei mesi dopo la nascita, ¾ dei nati da donne di classe I sono ancora allattati al seno, meno di ¼ quelli in classe V 15/31
Livelli sociali e stili di vita in Inghilterra Sir Michael Marmot, ha avuto nel 2008 l’incarico dal ministero della sanità inglese di individuare le migliori proposte per ridurre le disuguaglianze sanitarie in Inghilterra; ha stimato, nel 2004, che un terzo della mortalità cardiaca differenziale fra i vari livelli sociali era attribuibile ai differenti stili di vita 16/31
La situazione in Italia Rapporto nazionale 2007-2009 sulle disuguaglianze sociali e salute del progetto Passi Abitudine al fumo Il 28% degli italiani di 18-69 anni ha riferito di fumare sigarette quotidianamente. Fumano di più gli uomini (32%) rispetto alle donne (24%) e, in entrambi i generi, le persone di 18-34 anni, quelle con scolarità media inferiore e quelle che riferiscono di avere molte difficoltà economiche. Sedentarietà Il 29% degli intervistati di nazionalità italiana risulta sedentario (uomini: 27%; donne 31%). Sono più sedentarie le persone con bassa istruzione. La sedentarietà è associata allo stato socioeconomico in tutte le ripartizioni geografiche, soprattutto tra gli uomini delle classi d’età 18-34 e 50-69 anni. Complessivamente il differenziale per livello d’istruzione è forte in tutte le fasce d’età: la sedentarietà diminuisce progressivamente al crescere del titolo di studio, ad esempio tra i 18-34enni si passa dal 40% di chi ha una licenza elementare o nessun titolo d’istruzione al 18% di chi ha una laurea . 17/31
La situazione in Italia Ipertensione arteriosa1– Prevalenza%. Pool PASSI 2007-09 (n=86.734) 1Ipertesi: persone a cui è stata misurata la pressione arteriosa almeno una volta nella vita e che hanno dichiarato di aver avuto una diagnosi di ipertensione da parte di un medico 18/31
La situazione in Italia Obesità Circa una persona ogni dieci (12% uomini; 10% donne) di 18-69 anni è classificabile come obesa. L’obesità, in entrambi i generi, cresce con l’età ed è più frequente nelle persone con molte difficoltà economiche riferite e in quelle con bassa scolarità (nelle donne con bassa istruzione la prevalenza di obesità è circa doppia rispetto alle laureate). Ipertensione arteriosa L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio di malattie gravi e invalidanti come ictus, infarto del miocardio, scompenso cardiaco e insufficienza renale. L’ipertensione è associata a fattori comportamentali modificabili come il contenuto di sale della dieta, l’obesità e l’inattività fisica. Una prevalenza più alta si osserva, in tutte le classi d’età e ripartizioni geografiche, fra gli uomini con stato socioeconomico basso; le differenze più elevate si osservano nelle Regioni settentrionali nelle fasce di età 18-34 anni e 35-49 anni, nelle quali la percentuale di ipertesi passa dal livello socioeconomico più alto a quello più basso rispettivamente dal 5% al10% e dal 14 al 18%. 19/31
Popolazione ipertesa in Veneto Veneto, Passi 2008. Rapporto fra ipertensione e livello di istruzione 20/31
Popolazione sedentaria in Veneto Veneto, Passi 2008. Rapporto fra sedentarietà e livello di istruzione 21/31
Dati derivati dalla rete di medici competenti del gruppo EVIMED Su 21.263 visite eseguite nel 2012 dai medici competenti il 23,8% dei soggetti è risultato iperteso 22/31
Ipertensione: deficit di diagnosi e di cura In fabbrica, almeno il 50% dei soggetti che sono risultati ipertesi al controllo dei medici competenti non assumono alcun farmaco; Questo dato concorda con lerilevazioni effettuate nell’ambito del progetto Cuore promosso dall’ISS: “Il 51% degli ipertesi - i dati riportati si riferiscono alla popolazione generale, uomini e donne di età compresa fra 35 e 74 anni, esaminati tra il 1998 e il 2002 - dichiara di non essere sottoposto ad alcun trattamento farmacologico”. 23/31
Contrastare le disuguaglianze Un sistema efficace di contrasto delle disuguaglianze in sanità è organizzare la chiamata attiva della popolazione (screening) proponendo interventi diagnostici e di contrasto dei fattori di rischio. Questo tipo di modalità già applicato alle vaccinazioni e allo screening di alcuni tumori è facilmente applicabile anche nella prevenzione cardiovascolare. 24/31
Progetti Regione Veneto • Progetto CCM 2009. “Attivazione di un progetto di prevenzione cardiovascolare primaria sul modello dei programmi di screening oncologico”. • DGR Veneto 4438/28.12.2006Progetto CARIVERONA – Regione Veneto: Prevenzione Cardiovascolare” • Prevenzione primaria • Prevenzione delle recidive 25/31
Progetto Cariverona-Regione Veneto • Il Progetto Regionale (cofinanziato dalla Fondazione Cariverona) aveva previsto una durata triennale: anni 2007, 2008 e 2009. • Ha interessato le Aziende sanitarie per la prevenzione primaria: • Ulss n. 4 di Thiene; • Ulss n. 9 di Treviso; • Ulss n. 17 Este - Monselice - Conselve – Montagnana • Il Programma inerente la prevenzione delle recidive nei soggetti che hanno già avuto accidenti cardiovascolari ha coinvolto: • l’Ulss 20 di Verona; • l’Azienda Ospedaliera di Verona; • l’Ulss n. 4 di Thiene; • l’Ulss n 2 di Feltre. 26/31
Progetto di prevenzionecardiovascolare primaria Progetto CCM 2009 - Regione Veneto L’adesione allo screening è stata pari al 59,4 % Alcuni dei dati emersi ( al 31 .08. 2012): ipertesi: 10 %; iperglicemici: 6,7%. “Attivazione di un progetto di prevenzione cardiovascolare primaria sul modello dei programmi di screening oncologico” 27/31
Progetto CCM 2009 Chiamata attiva di soggetti “sani” di età compresa tra 45 e 59 anni, afferenti a MMG organizzati in UTAP. Inizio attività aprile 2011 6 Ulss partecipanti con 12 UTAP: Risultati (al 2013): • Popolazione eleggibile: 17.004 • Adesione: 10.336 • Tasso di adesione: 60 % • Richiamati dopo un anno (classe B): 3.305 • Tasso di adesione: 50% 28/31
Schema screening cardiovascolare Popolazione 45-59 anni CHIAMATA attiva ADESIONE SOLLECITO VALUTAZIONE A B D C C1 Counselling Counselling Counselling Rinforzo Counselling Invio a MMG Invio a MMG OCCASIONI SALUTE Gruppi nutrizionali Corsi per smettere fumo Gruppi Cammino 29/31
Classificazione Counselling e valutazione: Anamnesi Stili di vita PressioneArteriosa CirconferenzaAddominale BMI GlicemiaedeventualeColesterolemia Gruppo A Stile di vita sano Parametrinellanorma Gruppo B Stile di vita non sano parametrinellanorma Gruppo C Stile di vita non sano parametri non nellanorma Gruppo C1 Stile di vita sano parametri non nellanorma Stile di vita NON sano : Fumatore; BMI > 25; CA > M 102 - F 88; Attività Fisica bassa o assente Parametri NON nella norma: PA > 140/90; HGT > 110 Gruppo D In terapia, esclusionesecondaria 30/31
“nuovi” ipertesi ed iperglicemici su 23.000 persone al 31.12.2013 31/31