270 likes | 949 Views
MORFOLOGIA. Morfologia. L’ambito di azione della morfologia è la struttura della parola. La parola. È la minima combinazione di elementi dotati di significato (i morfemi ) costruita spesso attorno ad una base lessicale
E N D
Morfologia • L’ambito di azione della morfologia è la struttura della parola.
La parola • È la minima combinazione di elementi dotati di significato (i morfemi) costruita spesso attorno ad una base lessicale • Un morfema è l’unità minima di prima articolazione, il più piccolo pezzo significante di una lingua portatore di significato proprio (es. dentale = dent-, -al-, -e)
Il morfema è l’unità pertinente a livello di sistema. Il morfo è un morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante, prima e indipendentemente dalla sua analisi funzionale e strutturale. L’allomorfo è la variante formale di un morfema, cioè è ciascuna delle forme diverse in cui può presentarsi uno stesso morfema.
Suppletivismo: casi in cui un morfema lessicale in certe parole derivate viene sostituito da un altro morfema dalla forma totalmente diversa (e spesso i diversa origine etimologica) ma con lo stesso significato • (es. acqua e idrico, fegato e epatico, ecc.)
Tipi di morfemi Classificazione funzionale Classificazione posizionale In base alla funzione dei morfemi, al valore che recano nel contribuire al significato delle parole In base alla posizione che i morfemi assumono nella parola e al modo in cui contribuiscono alla sua struttura
In italiano le cosiddette parole funzionali (gli articoli, i pronomi personali, le preposizioni, le congiunzioni) difficilmente sono identificabili come morfemi lessicali o grammaticali. Una distinzione, che mal si adatta all’italiano, è: • morfemi liberi = morfemi lessicali • morfemi legati = morfemi grammaticali
La derivazione dà luogo a parole regolandone i processi di formazione • La flessione dà luogo alle forme di una parola regolandone il modo in cui si attualizzano nelle frasi • Derivazione e flessione costituiscono i due grandi ambiti della morfologia.
2. Classificazione posizionale Affissi: • Prefissi • Suffissi • Infissi • Circonfissi • Transfissi
Altri tipi di morfemi • Sostitutivi • Zero • Soprasegmentali • Cumulativi ----> Amalgama • Processi morfologici: la reduplicazione
I morfemi derivazionali Mutano il significato della base a cui si applicano modificando la classe di appartenenza della parola e la sua funzione semantica, o sfumandone il senso (es. da dormire, dormitorio). Essi permettono inoltre la formazione di un numero teoricamente infinito di parole a partire da una certa base lessicale: una famiglia di parole (o famiglia lessicale).
Suffissoidi (es. sociologia) • Prefissoidi (es. cronometro) • Parole composte (es. portacenere) • Unità lessicali plurilessematiche (es. essere al verde) • Unità lessicali bimembri (es. ufficio concorsi) • Sigle o acronimi (es. CGIL, TFR, SMS) • Parole macedonia (es. ristobar)
Suffissazione • Prefissazione • Alterazione ----> aggiunta di un valore valutativo, tramite suffissi, alla base lessicale (es. gattino, finestrella) • Conversione ----> coppie di parole aventi la stessa radice lessicale ed entrambe prive di suffisso fra le quali, in termini meramente derivazionali, non è possibile stabilire quale sia la parola primitiva e quale la derivata (es. giocare, gioco)
Morfologia nominale: genere numero caso grado definitezza possesso ecc. Categorie grammaticali
Morfologia verbale: modo tempo aspetto diatesi persona Categorie grammaticali
nome, o sostantivo aggettivo verbo pronome articolo preposizione congiunzione avverbio interiezione Categorie lessicali o parti del discorso
Due diversi modi di funzionamento della morfologia flessionale:La flessione inerente riguarda la marcatura a cui viene assoggettata una parola in isolamento, a seconda della classe di appartenenza, per il solo fatto di essere selezionata nel lessico e comparire in un messaggio.La flessione contestuale è quella che dipende, appunto, dal contesto: specifica una forma e seleziona i relativi morfemi flessionali in relazione al contesto in cui la parola viene usata, dipendendo quindi dai rapporti gerarchici che si instaurano fra le parole all’interno della frase.