430 likes | 675 Views
Introduzione . A partire dalla piaga del fenomeno mafioso, se ne analizzano le origini toccando le problematiche della Questione meridionale" con riferimento ad autori della letteratura italiana, francese, inglese e spagnola che hanno affrontato queste tematiche e, all'estero, hanno aderito alle
E N D
1. Il paese invisibile Mafia e Questione Meridionale
2. Introduzione A partire dalla piaga del fenomeno mafioso, se ne analizzano le origini toccando le problematiche della “Questione meridionale” con riferimento ad autori della letteratura italiana, francese, inglese e spagnola che hanno affrontato queste tematiche e, all’estero, hanno aderito alle correnti realiste e naturaliste, promuovendo una poesia di denuncia sociale.
3. Mappa dei collegamenti
4. Etimologia Dall’ arabo Mahyas, millanteria
Estensione di un termine già usato dal 1860 in un rione palermitano con il significato di valentia, superiorità, coraggio, perfezione (opinione dello storico Pitré)
Derivazione dalla parola araba Ma Hias, "spacconeria", che sta in relazione con la spavalderia mostrata dagli appartenenti a tale organizzazione.
Derivazione dall'espressione dell'arabo parlato, e non di quello letterario, ma fi-ha significante "non c'è" o "non esiste".
Derivazione della parola dalla lingua araba mu'afak, "protezione dei deboli", o maha, "cava di pietra".
Derivazione della parola araba maehfil, "adunanza" e "luogo di adunanza".
5. MAFIA Fenomeno criminoso, localizzato in Sicilia (e col tempo diffusosi in tutto il mondo), basato su una complessa e organizzata rete di complicità, ricatti, delitti e violenze in genere a sfondo economico, che si pone come organizzazione sostitutiva e concorrente rispetto all’autorità legale per realizzare un “ordine” fondato su “accordi tra amici”.
6. Organizzazione di una cosca “La mafia è un albero che ha le radici in alto”
Le famiglie sono legate da patti di parentela ma soprattutto di fedeltà e protezione di stampo feudale.
Il padrino è personalmente legato ai subalterni, cui offre protezione in cambio di favori e obbedienza cieca.
Per questa struttura gerarchica poco evoluta ed estremamente “familiare” la mafia è spesso paragonata ad una piovra.
7. Charles Dickens In most of his works, Dickens developped social themes and denounced the conditions of the poor working-class. It ’s for this reason that he’s known also as a realist writer . In“Oliver Twist” ,for example, we found a convinced description of the little children-workers (based on the personal experience of the author) in which the author gives moral and social judges and attacks the degration of poverty. In Oliver Twist, Dickens mixes melodrama, grim realism, and merciless satire to describe the effects of industrialism on 19th-century England, and to criticise the harsh new Poor Laws. Oliver, an innocent child, is trapped in a world where his only alternatives seem to be the workhouse.
?
9. Le naturalisme Français Definition
But
Emile Zola
?
10. Definition Le naturalisme est une école littéraire qui, dans les dernières décennies du XIXe siècle, cherche à introduire dans l'art la méthode des sciences expérimentales .Le Naturalisme prolonge le Realisme et il va encore plus loin. Le roman devient un champ d’investigation où tous les mécanismes de la société sont analysés scientifiquement, avec le désir de reproduire fidèlement la nature. Les deux precurseus qui ont élaboré une théorie du roman sont les frères : Edmond et Jules De Goncourt. ?
11. But Le romacier doit devenir un homme de sciences, atteindre à l’objectivité et être le plus possible impersonnel.
Le roman sera, donc, comme une expérience de sciences.
Object de l’expérience sera le comportement de l’homme determiné par le milieu
Les sujets sont pris dans la vie
La description permet de placer les personnages dans un univers réel.
?
12. Emile Zola Emile Zola est la personalité la plus importante du Naturalisme.
Il écrit le cycle des “Rougon-Macquart” l’histoire naturelle et sociale d’une famille sous le Second Empire en 20 volumes (1870-1893). Les membres de cette famille s’insèrent dans tous les milieux sociaux.
Il se propose une analyse scientifique des réalités les plus pauvres de son époque (les mineurs, les banlieu, la prostitution...) et pour être le plus réaliste possible, il va vivre avec les protagonistes de ses ouvrages.
Il croit que la littérature a un but moral et social très importante, il est convaincu de la possibilité de diffuser ses idées de revolte et changement avec ses livres.
C’est pour sa confiance dans les bouleversements historiques que, parfois, il doit renoncer à l’impersonnalité dans les romans pour lancer ses messages humanitaires avec les mots de ses protagonistes.
13. Verga e il Verismo Il verismo
Lo stile narrativo
Il ciclo dei vinti
Le Novelle
I Malavoglia
Differenze fondamentali tra verismo e naturalismo
?
14. Il verismo Il verismo non può propriamente essere definito una corrente letteraria con una linea di pensiero e un programma proprio, come lo era il Romanticismo o il Naturalismo francese.
Nulla accomuna gli scrittori che di solito si tende a collocare in questo “stile” se non un gusto di fondo per la rappresentazione del reale e un interesse verso il popolo, le classi inferiori e gli ambienti rurali.
Si tende addirittura a definire veriste le sole personalità di Verga, Capuana e De Roberto.
?
15. Lo stile narrativo
Il narratore si cala completamente nel personaggio, parlando la sua lingua, pensando con la sua mentalità, agendo secondo i suoi principi.(“regressione”). Applica al personaggio un tipo di percezione tale da cancellarne la familiarità, cosi da renderlo sconosciuto e strano (“straniamento”).
Viene utilizzata le tecnica della narrazione impersonale e quella del discorso diretto libero, un modo che il narratore ha a disposizione per dare indirettamente la parola ai suoi personaggi.
Il narratore non informa sul carattere dei personaggi e sulla loro vita prima dell’inizio della storia.
Tutto è raccontato dalla voce della logica popolare, basata sull’utile e l’interesse personale, priva di sensibilità e altruismo.
?
16. Le novelle L’importanza delle novelle consiste nel fatto che esse fanno da “schizzi preparatori” per i romanzi del Ciclo dei Vinti.
La prima raccolta “Vita dei campi” (1880) riunisce 8 novelle. Il titolo del primo racconto, Fantasticheria, è quasi una sorta d’introduzione dell’ambiente in cui si svolgeranno i Malavoglia. Come terza novella figura Rosso Malpelo (1878), il ritratto di un ragazzino che, ridotto a uno stato di schiavitù animalesca dal lavoro nelle cave di sabbia, convive con una volontà di ribellione nei confronti dell’ordine rigido che lo umilia e lo opprime.
?
17. Il ciclo dei Vinti Il ciclo di romanzi si ispira al modello “Rougons-Macquart” di Zola.
Verga intende disegnare un quadro completo della società italiana, passando in rassegna tutte le classi, senza tuttavia un intento scientifico come era quello dell’autore francese.
Verga vuole focalizzare la sua attenzione sui Vinti mettendo in evidenzia le leggi materialistiche che muovono il volere dell’uomo.
Il Ciclo doveva essere composto da cinque romanzi : “I Malavoglia”, “Mastro Don Gesualdo”, “La duchessa di Leyra”, “L’onorevole Scipioni”, “L’uomo di lusso”, ma solo i primi due saranno portati a termine.
?
18. I Malavoglia Sono il primo dei cinque romanzi del “Ciclo de Vinti”, scritto nel 1881.
Raccontano la drammatica vicenda di una famiglia scossa dall’irruzione del progresso dinamico e feroce nel quotidiano statico e tradizionalista.
Viene completamente smantellato il mito di un mondo rurale idillico e fiabesco, in favore di una società retta dalla legge dell’utile.
L’azione ha luogo nel 1863, nella Sicilia post-unitaria che viene a conoscenza delle trasformazioni e delle “modernità” della società italiana (leva obbligatoria, tasse, treno, telegrafo, …).
Nonostante questi cambiamenti, tuttavia, i valori che muovono la società rimangono gli stessi e le classi che la compongono, seppur scosse dal cambiamento, si mantengono per tutta la vicenda che ha luogo ad Aci Trezza (a nord di Catania), spazio chiuso, dove la famiglia dei Malavoglia tenta di migliorare la propria qualità di vita passando dall’attività di pescatori a quella di commercianti. Ma il naufragio della “Provvidenza”,la loro barca, carica di lupini, segna l’inizio del declassamento della famiglia,vissuto dai suoi componenti con vergogna.
?
19. Differenze fondamentali tra verismo e naturalismo
DIFFERENZE FORMALI
Il narratore di Zola racconta la vicenda dal punto di vista dell’autore, intervenendo spesso con giudizi morali, mentre Verga si eclissa nel personaggio, attraverso la “regressione”
DIFFERENZE IDEOLOGICHE
L’intellettuale deve farsi attivo portavalori del popolo cui spetta il compito di cambiare la società (Zola). L’intellettuale deve limitarsi a “trarsi fuori del campo della lotta per studiarla senza passione e rendere la scena nettamente coi colori adatti” (Verga).
20. Gustave Courbet Gustave Courbet, una delle figure più influenti dell'arte francese dell'Ottocento, fu il pioniere del Realismo, corrente che si opponeva all'arte convenzionale del Salon, e contribuì, con la sua pittura innovativa, a spianare la strada all'Impressionismo. Fautore della libertà creativa, sostenne l'autonomia dell'artista e incoraggiò lo sviluppo di mostre d'arte indipendenti. Courbet, che proveniva dalla regione del Giura nell'est della Francia, una zona agricola raffigurata spesso nei suoi dipinti, realizzò una serie di opere affascinanti nelle quali lo stile realistico adottato dall'artista sottolinea la durezza dell'esistenza dei contadini. Queste immagini forti turbarono i parigini, i quali sospettarono che contenessero messaggi rivoluzionari: paure che certo non si dissiparono in seguito al suo coinvolgimento in avvenimenti politici e alla disputa che si sviluppò con il governo. Nel 1871 Courbet prese parte alla Comune di Parigi, che portò al suo arresto e alla confisca dei suoi dipinti; fu poi esiliato in Svizzera dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
21. Millet e Le Spigolatrici Il dipinto ritrae in primo piano tre donne, curve nei campi, che raccolgono le spighe sfuggite alla mietitura, mentre alle loro spalle la luce del sole illumina il campo dietro di loro, sotto un cielo terso.
La raccolta del grano era uno dei lavori più umili della società: infatti, Millet venne inizialmente criticato, soprattutto per la scelta dei soggetti, appartenenti alle classi più umili. Precedentemente i servi erano ritratti nell'atto di servire un nobile o un re, per dare ulteriore importanza alla persona che servivano, di solito soggetto del dipinto. Nel caso del Le Spigolatrici, invece, vengono ritratte mentre svolgono il lavoro, conferendo loro una dimensione eroica. colori dai toni dorati, simili al colore della terra e del grano, fanno pensare all’afa e al calore estivo sotto il quale le spigolatrici erano costrette a lavorare.
22. La Mafia Nella Storia e La “Questione meridionale” Origini
Definizione
I Borboni
L’Ottocento
Mafia e Stato liberale
Dopo l’Unità
Il governo Giolittiano
Il fascismo
Il dopoguerra
Il pentitismo
Gli anni ’70 e ‘80
Le stragi
La situazione oggi
23. Origini La mafia siciliana nacque agli inizi dell’800 come polizia privata dei proprietari terrieri. Col tempo gli affiliati si organizzarono in cosche autonome e, affrancatisi dal potere baronale, divennero una vera e propria istituzione criminale segreta e alternativa allo Stato.
La mafia ha trovato terreno fertile in quelle regioni in cui la figura dello Stato è meno radicata nella società e dove la miseria e la fame, a volte troppo trascurate dai governi settentrionalisti fanno si che i più disperati accettino la benevolente protezione di un padrino.
Non sempre infatti la “Questione meridionale” è stata affrontata con le dovute misure dalla politica interna italiana.
24. Definizione A partire dall’Unità d’Italia si denomina “questione meridionale” un grave problema sociale della penisola che trova origine nel differente sviluppo storico -economico delle regioni del Mezzogiorno.
25. I Borboni Sotto il dominio dei Borboni cominciarono i primi tentativi di riammodernamento . Si cercò più che altro di incoraggiare il formarsi di piccole proprietà contadine, onde colpire i grossi prestigi feudali (questione demaniale)
26. Mafia e stato liberale L’Italia fu unita nel 1861 ma il meridione non se ne sentì mai veramente parte: nelle campagne siciliane, calabresi, pugliesi continuarono a governare sistemi arretrati di tipo baronale e feudale che favorirono lo sviluppo capillare e clandestino delle grandi cosche mafiose.
Lo stato liberale non riuscì a fronteggiare il fenomeno, che anzi si potenziò con l’inserimento di “uomini d’onore” nella amministrazione periferica del Regno, distorta a fini privati in un intreccio di favoritismi e corruzione.
L’elevato tasso di emigrazione, diretta in particolar modo verso gli Stati Uniti fece sì che il fenomeno assumesse dimensioni internazionali.
27. Dopo l’Unità d’Italia La questione meridionale diviene un problema nazionale. Dopo l'unità d'Italia vi fu un rigetto nei confronti del governo da parte della povera gente del meridione. Tale rigetto si manifestò fra il 1861 e il 1865 con il fenomeno del brigantaggio. Il brigantaggio era localizzato in Calabria, Puglia, Campania e Basilicata dove bande armate di briganti iniziarono vere e proprie azioni di guerriglia nei confronti delle proprietà dei nuovi ricchi. I briganti si rifugiavano sulle montagne ed erano protetti e nascosti dai contadini poveri; ma ricevettero aiuto anche dal clero e dagli antichi proprietari di terre che tentavano, per mezzo del brigantaggio, di sollevare le campagne e far tornare i Borboni. Fra i briganti, oltre ai braccianti estenuati dalla miseria, c'erano anche ex garibaldini sbandati ed ex soldati borbonici. Non mancavano poi numerose donne audaci e spietate come gli uomini.
28. Il governo Giolittiano All'inizio del XX secolo i governi presieduti da Giovanni Giolitti furono i primi ad approvare leggi straordinarie con cui furono finanziati grandi lavori pubblici in Puglia, a Napoli e in Basilicata, ma che tuttavia non si rivelarono efficaci alla prova dei fatti; contemporaneamente, l'emigrazione di milioni di contadini si configurava come la reazione fisiologica alla miseria delle campagne meridionali. La politica giolittiana, basata sulle leggi speciali, sulle agevolazioni pubbliche, sugli sgravi fiscali, inaugurava peraltro una modalità di intervento dello stato destinata a riprodursi nei decenni a venire, con risultati controversi. I tassi di emigrazione e analfabetismo toccarono vette elevatissime e nemmeno le imprese coloniali, che volevano esportare all’estero i problemi socio-economici della nazione riuscirono a risollevare la situazione.
29. Il fascismo Il fascismo ebbe un ruolo molto importante nelle vicende del Mezzogiorno. Nonostante i sui forti legami con la borghesia, lo stato fascista, ansioso di allargare il proprio consenso e interessato ad una crescita economica che sostenesse la sua politica espansionista, prese seriamente in carico il problema dello sviluppo del meridione.
Attraverso vari organismi quali l’I.R.I. (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e l’I.M.I. (Istituto Mobiliare Italiano), il governo promosse numerose opere pubbliche che dotarono di infrastrutture le aree più depresse del paese, diedero lavoro a numerose persone, e favorirono commerci ed investimenti. Vennero migliorati i porti (come a Napoli e Taranto), costruite strade e ferrovie (tra cui il tratto marittimo adriatico, iniziato sotto i Borboni ed abbandonato per quasi un secolo), furono bonificate paludi e acquitrini, creati canali e acquedotti (come quello del Tavoliere Pugliese), razionalizzate e meccanizzate certe colture (come quelle dell’uva e delle olive in Sicilia). Vennero presi anche diversi provvedimenti per migliorare le condizioni di vita della popolazione attraverso la creazione di un embrione di uno stato sociale: venne data un’istruzione elementare ai bambini, nacquero le prime pensioni di anzianità, vennero favorite, anche se non ancora finanziate direttamente, le assicurazioni mediche, venne tutelata e incentivata la maternità. Il fascismo fu anche l’unico governo italiano che cercò seriamente di sradicare la mafia. Benito Mussolini mal tollerava altri centri di potere all’infuori della propria persona, e così diede guerra senza quartiere alla malavita organizzata, spesso guidando personalmente le operazioni. Per farlo si servì di metodi già noti: tortura, esecuzioni di massa, leggi speciali. Celebre fu la nomina di Cesare Mori, che venne poi chiamato "Prefetto di ferro" per i suoi metodi brutali, al posto di prefetto di Palermo con poteri straordinari su tutta l'isola. Tuttavia la mafia non fu sradicata, e questo conflitto la portò ad allearsi agli anglo-americani durante la Seconda Guerra Mondiale.
30. Il secondo dopoguerra La “questione meridionale” tornò in primo piano e fu inserita all’interno del piano di ricostruzione socio-economico nazionale. A varie riprese il governo destinò fondi allo sviluppo del meridione, e creò pure un istituto finanziario chiamato Cassa del Mezzogiorno per gestirne i flussi. La mafia dal canto suo investì i propri proventi in attività legali.
A metà degli anni ‘50 nacque il grandioso fenomeno della migrazione interna: migliaia di meridionali si stabilirono al Nord in cerca di lavoro.
L’intervento dello stato mirò a questo punto alla realizzazione di poli di sviluppo nel Sud, ma finì con il creare nuovi squilibri tra zone industrializzate e zone depresse e disabitate. Il tutto originò una serie di disordini sociali e, nelle aree più avanzate la speculazione edilizia favorì la crescita del fenomeno mafioso.
Negli anni '60 e '70 il nord visse un altro periodo di sviluppo economico, incentrato sull’esportazione di prodotti finiti, impropriamente chiamato miracolo “italiano”. Il fenomeno attirò manodopera dal Mezzogiorno, e la disparità dei due livelli di vita diventò evidente e largamente discussa.
31. Il pentitismo Per contenere la furia della criminalità organizzata, ormai radicata in tutto il mondo, lo Stato si impegnò a incentivare nuove azioni investigative. A questo proposito furono create la DIA (Direzione Investigativa Anticrimine) e la DNA (Direzione Nazionale Antimafia) che ottennero successi con l’arresto di numerosi capimafia.
Un ruolo importante fu ricoperto inoltre dai pentiti, ex mafiosi che accettano di collaborare con la giustizia in cambio di riduzioni di pena o immunità (anche se a volte essi si sono rivelati strumenti stessi delle lotte tra clan)
?
33. Le stragi In concomitanza con l’inizio delle operazioni speciali e dei maxiprocessi per mafia sono proliferati gli attentati a membri di clan, uomini di polizia,magistrati, giudici e perfino giornalisti coinvolti nella lotta.
Un esempio sono le uccisioni dei procuratori della repubblica Costa e Chinnici, del segretario regionale La Torre e del generale dei carabinieri Dalla Chiesa.
Più recenti i casi dei giudici Falcone e Borsellino, uccisi nel 1992.
La strategia dell’eliminazione fisica degli uomini di giustizia, per quanto efficace, si rivelerà, alla lunga, controproducente in quanto lo scalpore provocato dalle stragi aiuterà una più rapida riorganizzazione degli organi statali preposti alla lotta contro le cosche.
?
34. La situazione oggi L’ipotesi che la diffusione e la modernità del terziario al Nord potessero favorire un trasferimento delle industrie nel mezzogiorno è ormai decisamente da scartare:gli stabilimenti continuano infatti a proliferare nelle aree tradizionali del settentrione.
La “questione meridionale” è dunque tuttora di grande attualità e legata ai tristi temi di sempre: arretratezza delle infrastrutture, disoccupazione, malavita, clientelismo nella politica.
35. LA MAFIA NELL’ECONOMIA E NEL TURISMO La criminalità organizzata? Un´impresa che fattura 75 miliardi di euro, «pari ad un colosso come l' Eni, il doppio di quello della Fiat e dell' Enel, dieci volte maggiore di quello della Telecom». Ogni giorno 200 milioni di euro passano dalle mani degli imprenditori a quelle dei mafiosi e di questi 80 milioni sono a vario titolo sborsati dai commercianti italiani vittime di usura, racket, furti, rapine, contrabbando e abusivismo. I canali principali dove scorre questo fiume di denaro restano il commercio e il turismo, ne è un esempio il villaggio Himera a pochi km da Palermo confiscato a Vincenzo Marcianò. Ma i tentacoli della mafia arrivano anche in altre aree di business come l' industria del divertimento, la ristorazione veloce, i supermercati, gli autosaloni, i settori della moda e perfino dello sport. Secondo la ricerca della Confesercenti, l´organizzazione criminale in questi anni si è trasformata: «Emerge una borghesia mafiosa, una mafia dalla faccia pulita, costituita da gruppi di imprenditori, professionisti, amministratori che in cambio di favori, curano gli interessi locali dei clan, il più delle volte prendendone le redini. Le mafie - evidenzia la ricerca - acquisiscono partecipazioni societarie, sono presenti nel Gotha finanziario di mezza Europa».
36. I traffici La prima mafia era “rurale”, legata cioè alla realtà agricola del Sud, dove in cambio di protezione dispensava impieghi, sicurezza economica e una relativa pace sociale.
All’incirca negli anni della Seconda Guerra Mondiale, la malavita cominciò ad interessarsi al nuovo business dell’industrializzazione, che assicurava capitali più facilmente accumulabili e monetizzabili.
Nei primi anni Cinquanta le organizzazioni scatenarono lotte per il controllo di nuovi affari clandestini ma redditizi come la prostituzione, il contrabbando, le scommesse clandestine.
Negli anni Sessanta, con lo spostamento dei clan nelle grandi città, la mafia mise le mani sugli appalti pubblici, controllando piani regolatori e speculando indisturbatamente nel settore edile.
Risalgono agli anni Settanta le aperture verso traffici estremamente lucrosi: l’organizzazione si preoccupò di investire nuovi capitali in settori pericolosi quanto proficui come quello delle armi o della droga.
37. Mafia Italiana Cosa nostra
Camorra
N’drangheta
Sacra corona unita
38. Cosa Nostra(5000 affiliati)ha una struttura a sviluppo verticale. Il capofamiglia nomina il "sottocapo", i consiglieri ed i capidecina che hanno il compito di coordinare gli uomini d'onore, i picciotti. L'organizzazione base è la famiglia, non quella di sangue, ma un gruppo mafioso che controlla un pezzo di territorio, in genere un paese o un quartiere di una grande città. È una funzione vitale, quella del controllo del territorio, che si snoda attraverso forme di contiguità con ambienti della politica e delle istituzioni. In Cosa Nostra si entra per cooptazione o chiamata, attraverso una specie di giuramento. Cosa Nostra nasce nella Sicilia occidentale ai primi dell'Ottocento. Le sue origini sono strettamente legate a quelle del latifondo che domina la struttura produttiva della Sicilia fino ai primi del Novecento. Le attività nelle quali Cosa Nostra è impegnata sono il traffico internazionale di droga (le rotte controllate dalla mafia siciliana sono ancora oggi quelle più sicure), le speculazione finanziarie ed immobiliari, il riciclaggio del denaro sporco, l'estorsione, il traffico di armi, lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e industriali ed il traffico di armi.
39. La 'ndrangheta(155 cosche, 6000 affiliati) è oggi una delle organizzazioni criminali più potenti. Non priva di rapporti con uomini politici e servizi segreti deviati, è meno esposta, rispetto a Cosa Nostra, alle infiltrazioni esterne ed al fenomeno del pentitismo, ma soprattutto ha ramificazioni in mezzo mondo. La 'ndrangheta rispetto a Cosa Nostra ha una struttura a sviluppo orizzontale. Ogni famiglia ha il pieno controllo del territorio sui cui opera ed il monopolio di ogni attività, lecita o illecita. La cosca mafiosa calabrese si fonda in larghissima misura su una famiglia di sangue ed i vincoli parentali tra le varie famiglie vengono rinsaldati con matrimoni incrociati. Essendo tutti parenti, è difficile trovare pentiti. Rigidissima è la gerarchia all'interno di ogni famiglia, regolata da un codice che prevede rituali in ogni momento della vita associativa : dall'affiliazione all'investitura del nuovo adepto, al giuramento che deve essere prestato con solennità, al passaggio al grado successivo, fino ai processi a cui il tribunale della cosca può sottoporre i propri affiliati qualora si dovessero rendere responsabili di eventuali violazioni alle regole sociali.Nasce e si afferma nella seconda metà dell'Ottocento la 'ndrangheta in Calabria, una regione dal tessuto economico fragile, priva di un significativo apparato industriale e con deboli ceti imprenditoriali. La Calabria galleggia sopra un grande traffico di armi. Sembra esserci in Calabria una sorta di accumulo di armi potenti e micidiali, alcune delle quali sono state utilizzate durante l'ultima guerra di mafia (missili terra-aria e lanciarazzi Mpg del tipo di quelli scoperti in un arsenale della 'ndrangheta in provincia di Modena). Gli altri due grandi business della mafia calabrese sono il traffico internazionale di droga e l'estorsione : quest'ultima colpisce nel capoluogo reggino ogni attività produttiva di reddito, senza escludere neppure i liberi professionisti.
40. La camorra(111 famiglie e 6700 affiliati) è costituita da un insieme di bande che si compongono e si scompongono con grande facilità. Nella camorra non ci sono particolari criteri di selezione, né strutture rigide o rituali di iniziazione. L'unico a delineare uno statuto ed a dare all'organizzazione una gerarchia interna è stato Cutolo . Lui nella Nuova Camorra Organizzata era il "Vangelo", i componenti della direzione strategica erano detti "santisti", "sgarristi" e "capizona", mentre alla base c'erano i picciotti. La cerimonia di affiliazione (o “ fedelizzazione") doveva rafforzare lo spirito di gruppo soprattutto nei giovani. La Camorra nasce, agli inizi del secolo scorso, nella città di Napoli. . La camorra è stata più volte utilizzata dalla politica, sin dal secolo scorso : dai Borboni contro i liberali, prima ; dai liberali contro i Borboni dopo. Costituitosi lo Stato Unitario, è stata chiamata più volte in campo per condizionare risultati elettorali. È l'unica organizzazione criminale che su espresso invito è addirittura riuscita a far parte di un corpo di polizia.La sua duttilità, la sua stretta integrazione con società, politica ed istituzioni, le hanno consentito, in momenti di difficoltà lunghi periodi di mimetizzazione nella più generale illegalità diffusa che caratterizza la vita dei ceti più poveri di Napoli al termine dei quali è emersa con forza". Illimitato è l'ambito degli affari delle organizzazioni camorriste e va dall'usura, al contrabbando di sigarette, dal traffico e spaccio di droga alle truffe ai danni della CEE, dalle estorsioni alle rapine, dall'importazione clandestina di carni al traffico di armi, dalle scommesse clandestine al monopolio del calcestruzzo.
41. Roberto Saviano : Gomorra – viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra Roberto Saviano documenta in maniera straordinaria con dovizia di dettagli il mondo della camorra e non solo. E’ uno studio attento e personale, una testimonianza emotiva, ma allo stesso tempo razionale di uno spaccato della società. Non si parla solo di Napoli o della Campania o del Sud; Gomorra è il motore del capitalismo, di tutta la società capitalista in Italia, così come in Europa e nel mondo intero. Il Sistema descritto da Saviano è il medesimo delle dottrine degli economisti classici con la libera impresa e la concorrenza selvaggia. E’ una inchiesta accurata e tagliente che mi ha posto dinanzi ad una realtà chiara e sorprendente. Una realtà che troppo spesso ho creduto di conoscere dalla cronaca, ma che invece, e questo libro ne è la prova, ha dei risvolti sconvolgenti e inimmaginabili. Potere e ricchezza, violenza e controllo capillare costituiscono l’architettura di questo enorme fenomeno dove lecito e illecito non hanno confine, dove principi giuridici, leggi, stato di diritto non esistono.Il libro si apre e si chiude nel segno delle merci e del loro ciclo di vita. Merci tra cui abiti griffati, orologi, scarpe etc, che arrivano nel grande porto di Napoli per essere stoccate e poi occultate in palazzi svuotati di tutto appositamente. E poi le merci “morte” che provengono da tutta Italia e da mezza Europa, scorie chimiche e persino scheletri umani, abusivamente rilasciate nelle campagne campane ad avvelenare, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro sfarzose quanto assurde dimore. Gli stessi imprenditori che operano nella “legalità” hanno bisogno di manodopera a costo quasi zero procurata dal Sistema e non potrebbero perciò vivere senza di esso. Saviano dimostra così che l’illegale sta alla base di ciò che appare legale.
42. E' stata battezzata la quarta mafia e, secondo alcuni dati resi noti dall'Osservatorio sui fenomeni criminali , conta 47 clan e 1561 affiliati. È un'organizzazione minore rispetto alle altre mafie, per presenza sul territorio e per giro d'affari. Quasi tutti i suoi capi conosciuti sono stati arrestati. E' organizzata orizzontalmente, con una serie di clan autonomi nella propria area di influenza ma tenuti a rispettare gli interessi comuni . L'organizzazione è Sacra, perché la Sacra Corona Unita, se si leggono i suoi statuti, quando si riunisce o affilia qualcuno, consacra e battezza (tipo il prete durante le sue funzioni religiose) ; Corona, perché è come la corona, cioè il Rosario, quello usato in genere in chiesa per fare la Via Crucis, uno accanto all'altro ; Unita perché si doveva essere uniti come gli anelli di una catena. Simile a quello della 'ndrangheta è il giuramento che consiste perlopiù nella recitazione un po' melodrammatica di domande e risposte e nell'evocazione di personaggi immaginari. È Raffaele Cutolo ad allungare per primo sulla Puglia i tentacoli della Nuova Camorra Organizzata. Egli vuole dare vita alla Nuova Camorra Pugliese che, di fatto, nasce nel 1981. E almeno fino al 1982 ci riesce. Poco più tardi arriva lo sganciamento dalla camorra. Prendono corpo così le prime organizzazioni mafiose pugliesi . Le attività sono: spaccio di stupefacenti, estorsioni, gioco d'azzardo, immigrazione clandestina.
43. Mafia e Chiesa A seguito dei violenti e numerosi attentati degli anni ‘80 e ‘90 vi fu una più netta presa di posizione del clero, aumentarono gli episodi di “martirio” e furono emesse le prime condanne:
“Il Vangelo è assolutamente incompatibile con la mafia e chi collabora con essa o ne è parte, è dichiarato fuori dalla comunione della Chiesa”.
?
44. Il doping nello sport Doping" è ormai una parola che da qualche anno è alla ribalta delle cronache sportive. Purtroppo, troppo spesso non si parla più di vittorie, successi, nuovi record stabiliti, bensì di inchieste per doping, squalifiche, raggiri. Vanno sotto il nome generico di doping tutta una serie di preparati chimici che servono per potenziare la prestazione sportiva, per annullare la sensazione di dolore o fatica, per accrescere la massa muscolare. Com'è risaputo, la legge italiana non prevede un regolamento preciso per la gestione di questi preparati; in pratica, chi fa uso di questi preparati incorre in squalifiche comminate dai comitati sportivi, poiché solo in quel campo hanno commesso una violazione. Tuttavia, anche le federazioni sportive non sono d'accordo né sulle sostanze proibite, né sull'applicazione delle sanzioni.I controlli anti-doping vengono effettuati all'inizio delle gare, tramite il prelievo di 2 campioni di urine. Non sempre però le sostanze dopanti vengono riconosciute, poiché spesso sono talmente simili a quelle prodotte dall'organismo che i controlli non riescono a "stanarle" e poi non sempre i metodi per analizzare le urine in cerca di sostanze dopanti sono adeguati alle sottigliezze e ai sistemi che vengono escogitati per sfuggire ai controlli. A fronte di risultati nello sport e nel proprio aspetto fisico, gli sportivi devono fare i conti con effetti collaterali non molto "secondari". Gli stimolanti, per esempio, agiscono sulla stanchezza e sulla sensazione di dolore, permettendo così allo sportivo di andare ben oltre i propri limiti. Gli stimolanti però, in caso di abuso, possono portare ad uno scompenso cardiaco, dovuto principalmente all'aumento di battiti e di pressione e possono provocare dipendenza. Anche gli analgesici servono per alleviare il dolore che potrebbe inficiare la prestazione sportiva dopo un incidente o un trauma (per esempio ciò che accade ai calciatori quando hanno problemi ai legamenti o alle ginocchia). Queste sostanze sono sicuramente pericolose, perché danno assuefazione. Molto conosciuti sono gli anabolizzanti, che grande successo e fama hanno avuto soprattutto durante gli anni '80, quando era di moda il body building, l'apparenza fisica e la dimostrazione del corpo statuario. Gli anabolizzanti, infatti, vengono utilizzati per accrescere la massa muscolare; sono ormoni maschili naturali che inducono cambiamenti durante la pubertà dei giovani maschi. Gli anabolizzanti artificiali, invece, portano all'esasperazione questi cambiamenti e provocano, a lungo andare, tumori al fegato, danni al sistema cardiocircolatorio, impotenza e sterilità. Altre due categorie meno conosciute sono quelle dei diuretici e degli ormoni peptidici ; i primi sono utilizzati in quelle discipline in cui il peso è fondamentale, poiché permettono allo sportivo di calare di peso, grazie all'eliminazione dei liquidi; i secondi, invece, incidono sulla prestazione sportiva vera e propria in quanto stimolano la produzione di altre sostanze preposte all'ossigenazione dei tessuti e al controllo di emozioni e stress. I primi possono provocare danni alla circolazione e ai reni, i secondi possono incidere negativamente su tutto il corpo, in quanto bloccano la produzione naturale delle sostanze naturali.