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L’avvio di una carriera universitaria Regole e suggerimenti operativi. Prof. Giulio Tagliavini, 2001 Università di Parma giulio.tagliavini@unipr.it. Lo schema di questo intervento. Le regole ufficiali Le regole non ufficiali Qualche suggerimento di comportamento Per saperne di più
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L’avvio di una carriera universitariaRegole e suggerimenti operativi Prof. Giulio Tagliavini, 2001 Università di Parma giulio.tagliavini@unipr.it
Lo schema di questo intervento • Le regole ufficiali • Le regole non ufficiali • Qualche suggerimento di comportamento • Per saperne di più • Una piccola esercitazione
Il raggruppamento disciplinare • La carriera universitaria si svolge all’interno dei cosiddetti “raggruppamenti disciplinari”, si tratta in sostanza di gruppi di materie affini che sono gestite assieme all’atto dei concorsi. • Un candidato deve avere una preparazione non limitata ad una materia, ma estesa a tutto il relativo raggruppamento disciplinare. Nel corso della carriera deve essere pronto a ricoprire vari insegnamenti del raggruppamento. • Chi è interessato alla carriera universitaria deve in primo luogo verificare quale è il raggruppamento disciplinare verso cui si rivolge il proprio interesse. E’ raro che una persona abbia un interesse scientifico più ampio rispetto ad un raggruppamento disciplinare. Al massimo, si può avere un interesse scientifico per due o tre raggruppamenti disciplinari molto contigui. • Su sito MURST vi è la descrizione articolata dei singoli raggruppamenti disciplinari (www.murst.it).
I primi passi della carriera (fino al concorso da ricercatore) • In primo luogo vediamo i passi della carriera che si svolgono nella fase iniziale, successiva alla laurea. • Dottorato di ricerca • Dura tre anni; richiede la frequenza di una serie di lezioni e seminari; esiste un esame di ammissione, che è a numero chiuso; esame con una prova scritta ed una orale; esame di uscita: discussione della propria tesi di dottorato, che spesso si trasforma nella prima monografia. Il dottorando è di solito titolare di una borsa di studio di circa 18 milioni annui. Il dottorando potrebbe anche non essere titolare di borsa di studio e potrebbe mirare al solo titolo accademico. Il dottorando potrebbe essere non titolare di borsa in due casi: quando la borsa non è disponibile; quando il dottorando vi rinuncia in quanto incompatibile con altri redditi. Il trattamento fiscale è agevolato. • Il dottorato non è in effetti il primo gradino della carriera universitaria. Si tratta di un periodo di “prova”, in cui si misurano le proprie forze nel campo della ricerca scientifica. Il dottorato può sfociare nei passi successivi della carriera universitaria o può portare alla conclusione che tale carriera non interessa, o che si è inidonei ad essa. • Borsa post dottorato • Dura due anni; viene assegnata con concorso locale; borsa di circa 20-25 milioni all’anno. Trattamento fiscale agevolato.
I passi successivi (al concorso di ricercatore) • Il ruolo di ricercatore è l’obiettivo minimo di una certa importanza. Nella scala della carriera il ricercatore è a tempo indefinito ed a stipendio fisso. E’ dunque un risultato rilevante e configura una “sistemazione” lavorativa sicura e stabile. Di solito, se non si ha una attività professionale, solo dopo aver vinto un concorso da ricercatore ci si sposa (se ne si ha la possibilità e la voglia). • Lo status professionale del ricercatore dipende dal contesto della disciplina. In alcuni settori il ricercatore è una persona con uno status relativamente elevato (grande considerazione da parte degli studenti, buona clientela professionale, abito mentale della persona “arrivata”); in altri settori disciplinari il ricercatore è un giovane che sta sviluppando il proprio percorso scientifico (gran lavoratore, molto disponibile ad assumersi compiti didattici, con modesta visibilità professionale) ed è lontano dallo status mentale della persona “arrivata”. • Lo stipendio del ricercatore è circa al livello di quello di un docente di liceo.
Le figure di ruolo • Le figure di ruolo all’università (strutturati) sono le seguenti: • Ricercatore • Professore associato o Professore di seconda fascia • Professore ordinario o Professore di prima fascia • Si accede a tali ruoli solo per concorso. Non esistono promozioni per anzianità. • Ogni ruolo è soggetto a conferma dopo i primi tre anni della messa in servizio (solo per una volta) • Dopo aver superato la conferma, il ricercatore diventa un ricercatore confermato. L’associato diviene un associato confermato. Il professore di prima fascia si chiama straordinario nei primi tre anni e ordinario successivamente.
I docenti italiani • Caratteristiche più rilevanti del corpo accademico: • Età media piuttosto pronunciata, in particolare per i ricercatori • Presenza femminile insufficiente, in particolare nella parte alta della piramide.
I compiti dei docenti • Sul fronte didattico: ad ogni docente viene assegnato il compito-base di gestire un corso di circa 70 ore; in molte facoltà il compito didattico è molto più gravoso (più di un corso a testa, seminari per i corsi di dottorato, tutorato) • Sul fronte della ricerca: ogni docente deve portare avanti i suoi progetti di ricerca al fine di mantenere elevato lo standard delle proprie pubblicazioni • Sul fronte amministrativo: ogni docente deve partecipare agli organi di governo del dipartimento, della facoltà, dell’ateneo. • L’impegno sul fronte didattico e amministrativo deve essere di almeno 350 ore all’anno. L’impegno nella ricerca non è previsto in una misura minima di tempo ed è lasciato alla gestione libera dei professori. • Non necessariamente il docente lavora in ufficio. Dipende dalle attrezzature che gli servono e dal grado di interazione con i colleghi. Il lavoro di ricerca può essere svolto altrove, se materialmente possibile. Ci sono docenti che passano la settimana in dipartimento; altri che sono presenti solo lo stretto indispensabile e ciò non è normalmente un buon criterio di giudizio del docente. • Il ricercatore non confermato non ha di regola la responsabilità di un corso monografico intero.
Tempo pieno e tempo parziale • Il professore universitario può essere a tempo pieno o a tempo parziale. Il docente a tempo parziale non può ricoprire le cariche di Preside e di Rettore. Il suo impegno minimo sul fronte amministrativo è alleggerito di 100 ore. • Il professore a tempo parziale può, compatibilmente con i propri impegni istituzionali, svolgere una professione o consulenze occasionali o sistematiche per terzi. Non può comunque essere un imprenditore. • Il professore a tempo pieno non può, se non specificatamente autorizzato, svolgere collaborazioni remunerate a vantaggio di terzi (naturalmente sono escluse le collaborazioni a riviste e case editoriali). • Il docente a tempo parziale riceve uno stipendio decurtato.
La verifica della carriera • Una volta nominato e superata la conferma, sulla base del lavoro scientifico e didattico svolto nei tre anni successivi alla nomina, non vi sono importanti occasioni di verifica del lavoro svolto (se non i concorsi di livello più elevato). • Dunque, se il ricercatore o il docente diventa improduttivo o arido o inefficace dal punto vista didattico non esistono valide procedure che portano all’esonero o alla messa fuori ruolo. In pratica, chi è confermato lo è per tutta la vita. Ciò è molto criticabile ed è in effetti criticato. Esistono in teoria meccanismi di controllo e di disciplina ma sono largamente inefficaci. • Lo stimolo più efficace che spinge le persone a darsi da fare è la prospettiva di vincere un concorso per un ruolo più elevato.
Perché si vuole fare carriera • Ogni non strutturato vuole assolutamente vincere un concorso da ricercatore. • Ogni ricercatore vuole assolutamente vincere un concorso da associato. • Ogni associato vuole assolutamente vincere un concorso da ordinario. • La ragione principale di questo fatto non è l’aumento di stipendio ma lo status di docente di livello superiore ed il livello di seniorship all’interno della propria comunità. Un docente universitario aspira a che il proprio lavoro sia apprezzato dai colleghi; l’apprezzamento che conta è quello che si esprime nei concorsi. • Non credete a quelli che vi dicono che si accontentano di fare il ricercatore o l’associato. Se ne avessero la possibilità, venderebbero la sorella pur di giungere al risultato. • A proposito dello stipendio: quello del ricercatore è il 70% di quello dell’associato; quello dell’associato è il 70% di quello dell’ordinario.
I doppi o tripli salti di carriera • Di solito si vince prima il posto da ricercatore e poi quello da associato e poi quello da ordinario. • Capita, ma non è affatto frequente, che una persona vinca direttamente un posto da associato o da ordinario senza percorrere la scala. Ciò accade quando un candidato è bravissimo (è raro) o quando non vi sono candidati a sufficienza in relazione all’espansione dell’area disciplinare (anche questo è raro).
Lo svolgimento del concorso • E’ su base locale. • E’ strutturato su due tornate annue “sincronizzate” tra le varie sedi in quanto a momento di partenza. • Dura al massimo sei mesi. • Il concorso da ricercatore ha un unico vincitore. I concorsi da associato e da ordinario hanno due idonei; uno dei quali viene chiamato dalla facoltà che ha bandito; l’altro può essere chiamato da una altra sede che ha necessità di quel tipo di docente ma che non ha ancora bandito. L’idoneo non procede di ruolo automaticamente presso la sua sede. L’idoneità dura 3 anni. • E’ ormai prassi non guadagnare più di una idoneità; dopo la prima ci si ritira dagli altri concorsi che non sono conclusi. Di solito non ci ripresenta ad altri concorsi dopo il conseguimento dell’idoneità. • Concorso ricercatore: due prove scritte ed esame orale. Occorre la laurea per partecipare. • Concorso associato: valutazione dei titoli e del curriculum, discussione orale dei titoli, simulazione di lezione. Non occorre la laurea e non occorre essere ricercatori. • Concorso ordinario: è prevista la sola valutazione dei titoli e del curriculum. Non occorre la laurea e non occorre essere associati. • E’ possibile presentare fino ad un massimo di 5 domande di partecipazione ai concorsi per anno solare. • Le informazioni sui concorsi aperti sono facilmente individuabili sul sito Murst: www.murst.it
Altre figure universitarie • Il cultore della materia • E’ un titolo di nessun valore effettivo; il Consiglio di facoltà delibera che una certa persona si interessa ad una certa materia e ne prende atto; non esiste un numero massimo di cultori; non è previsto un compenso; è previsto che i cultori possono fare parte delle commissioni di esame di profitto; di fatto, possono fare esami solo quando sono persone di fiducia e di comportamento adeguato. • L’assistente • Non esiste più, o meglio esistono quelli nominati secondo la vecchia normativa (fino al 1980). Di fatto il vocabolo “assistente” indica genericamente la persona che aiuta il docente e che non si sa cosa sia. • Il laureato frequentatore • E’ una persona laureata che è autorizzata ad utilizzare le strutture del dipartimento o dell’istituto (in particolare la biblioteca) perché, di solito, sta preparando un concorso universitario. Non può fare esami. Per essere autorizzato il laureato deve essere semplicemente assicurato. • Il professore a contratto • Di solito è un professionista che riceve un incarico di insegnamento limitato ad un corso. Accetta, nonostante il compenso limitato, perché attratto dal mondo universitario. Talvolta il professore a contratto può essere un giovane che ha finito la borsa post dottorato e che non ha ancora vinto un concorso da ricercatore. • Il professore supplente • Un incarico di docenza aggiuntivo assegnato al titolare di una altra materia. E’ necessariamente un docente di ruolo.
Le regole non ufficiali • Chi non conosce il mondo universitario pensa che le cose vadano secondo la seguente logica: • “Per lo sviluppo dell’umanità è opportuno irrobustire l’insegnamento e la ricerca nell’ambito dell’area disciplinare Y; bandiamo un concorso per individuare la persona che è la migliore per portare avanti questo compito” • In realtà tale logica viene seguita solo talvolta; in tanti altri casi si segue la seguente: • “Abbiamo tra i nostri collaboratori la persona X, che è molto brava nella ricerca, pubblica sulle migliori riviste, è molto apprezzata dagli studenti; la materia è di peso e quindi è opportuno bandire un posto di fascia superiore poiché vi sono i presupposti affinché X lo vinca”. • In altri casi ancora, di cui naturalmente non ho esperienza diretta ma che forse sono reali, si segue la seguente logica: • “Dobbiamo bandire un posto di fascia superiore per il nostro collaboratore Z, nonostante sia disprezzato dai lettori delle riviste e dagli studenti.” • E’ evidente che le logiche 1 e 2 sono accettabili, la 3 no.
Il candidato “naturale” • E’ molto importante capire e comprendere la logica 2 precedentemente esposta. Molto spesso un Ateneo sceglie le materie da approfondire non sulla base di ragionamenti astratti e generali, ma anche sulla base delle persone di cui dispone o che sono disposte a trasferirsi. Queste persone vanno nel tempo premiate, a condizione che lo meritino. Per una nota legge della psicologia, ogni persona pensa però di meritarlo, ma non è detto che ciò corrisponda alla realtà. • Ne deriva che, molto spesso, un concorso viene originato con bene in mente il suo “candidato naturale”, ossia la persona che ha tutte le caratteristiche per risultarne vincitore (pubblicazioni, curriculum didattico e tutto il resto). Non è detto che il candidato naturale vinca, ma in effetti è molto facile poiché si sapeva fin da prima che tale persona aveva tutti i requisiti per ben figurare. Se la valutazione di premessa è corretta allora il concorso va come ci si aspettava. • Si consideri che il mondo dei raggruppamenti disciplinari è piuttosto ristretto, tutti si conoscono personalmente, tutti si leggono a vicenda. E’ ovvio che quando viene bandito un concorso, i colleghi di quella materia sanno fin da subito con una certa precisione chi sono le persone che possono vincere. Le sorprese sono relativamente rare. • Un concorso, a ben vedere, non serve spesso per cercare un buon candidato. Un concorso serve per vedere con attenzione se il candidato naturale merita di essere tale. • Il candidato è “naturale” anche per il fatto che, in certi casi, è proprio la buona reputazione che si è costruito lui ad avere indotto il bando di concorso.
Una regola non ufficiale importante. Il “diritto” a rientrare • La carriera si volge di solito presso diverse università; occorre costruire una propria visibilità esterna, con i propri lavori, in modo da rendere attuali possibilità di impegno a livelli superiori presso altre sedi. • L’università italiana però funziona in parte come in seguito descritto: • Se una persona, vincendo un concorso, è costretta a staccarsi dalla sua sede abituale, conserva comunque due diritti largamente riconosciuti: • a) quello di continuare a risiedere nelle sua città di origine (se vicina alla sede di lavoro meno di 2.000 chilometri in linea d’aria, compresi gli attraversamenti marittimi); • b) quello di lasciare la nuova università appena può “rientrare”. • Il primo diritto non è condizionato. Il secondo diritto è condizionato dal fatto di essere una persona affidabile ed apprezzata. Se non è così si rimane in esilio. Attenzione: chi rinuncia al primo diritto finisce per perdere anche il secondo.
Qualche suggerimento di comportamento • Non pensare di dover dimostrare il proprio valore nei concorsi. • Il proprio valore lo si deve dimostrare soprattutto prima dei concorsi. • Occorre fare apprezzare la propria voglia di lavorare e la qualità del proprio lavoro scientifico. • Occorre farsi apprezzare per la propria affidabilità (intesa nel senso migliore). • In sintesi, occorre fare in modo da portare a maturazione una propria candidatura naturale.
I comportamenti assurdi e nel medio termine perdenti • Non comprendere l’esistenza di un candidato naturale. • Non ammettere la possibilità stessa dell’esistenza di un candidato naturale. • Partecipare ad un concorso contro il punto di vista di un docente (della materia) di grado superiore di fiducia. • Mettersi nella posizione del candidato naturale ma debole. • Fare leva su elementi diversi dal merito (scientifico e/o didattico) per costituirsi possibilità di vincita in un concorso. • Pretendere di superare comunque un candidato più forte.
Il cosiddetto “maestro” • Molto spesso chi procede nella carriera universitaria fa riferimento ad un “maestro”, che è un docente di fiducia più anziano, con cui spesso si è fatto la tesi o qualche lavoro importante nella fase iniziale della carriera. • Il “maestro” deve avere il ruolo di stimolo ad affrontare efficacemente gli ostacoli della ricerca e della didattica e deve essere di aiuto al fine di fare maturare il potenziale personale del collaboratore più giovane. • Più precisamente: il “maestro” discute l’impostazione dei nuovi percorsi di ricerca; li commenta nelle prime versioni scritte; decide quando il lavoro è soddisfacente e pubblicabile. • Il “maestro” serve anche per capire quando la maturazione del collaboratore è adeguata per affrontare un concorso di vario livello e lo consiglia in tal senso. • In pratica, è il “maestro” che decide quando il collaboratore giovane è il candidato naturale per un concorso; spesso lo segnala al raggruppamento disciplinare e pone in discussione la propria credibilità nel fare questo. Se il collaboratore perde il concorso, è il “maestro” che subisce il danno maggiore di credibilità. • Un motto di tradizione orale: non è difficile portare in cattedra una persona intelligente; segno di vero potere è portarci un cretino. • Questa è evidentemente una degenerazione. Il compito del “maestro” sarebbe esattamente il contrario: “scovare” talenti e fargli fare una strada autonoma, che non sia eccessivamente legata al docente iniziatore. Gli eccessivi personalismi sono però una piaga del nostro sistema universitaria.
Esistono diversi tipi di “maestri” • Ci sono persone che svolgono questo ruolo molto bene, altre piuttosto male. E’ chiaro che affrontare la carriera universitaria con un buon “maestro” è un buon punto di vantaggio. • A me piace l’immagine del cavallino. Se uno deve allevare un cavallino, può adottare due stili di allevamento. • Può preparare un percorso preciso di allenamento, con ostacoli misurati, e lo accompagna di giro in giro; può strigliarlo tutte le sere; può misurargli il pasto e vederlo crescere giorno per giorno. • Può invece liberare il cavallino su una collina e tornare dopo un certo tempo per vedere se è cresciuto bene. • Conosco allevatori dei due tipi ed ognuno di essi ha pregi e difetti. Il primo cavallino non si sentirà libero ma progredirà giorno per giorno e crescerà sano e forte; il secondo cavallino si sentirà libero, in qualche caso si perderà oltre la collina ma in altri casi tornerà robusto ed indipendente. (Per inciso, il primo cavallino sa bene chi è il suo padrone, il secondo cavallino qualche volta se lo dimentica). • Ci sono poi maestri che sfruttano il cavallino nel proprio studio professionale o per svolgere i compiti personali più fastidiosi. Questi sono i peggiori.
Come posso farmi un “maestro” ? • Chi vuole intraprendere la carriera universitaria deve trovarsi un riferimento. Senza un riferimento o senza un buon “maestro” è un percorso durissimo. • Ciò non è affatto scandaloso e vale per tutti i mestieri: anche se voglio fare il pasticciere, devo assolutamente farmi amico di un pasticcere che mi faccia vedere come si fa. • Spesso è un docente (quasi sempre quello che segue la tesi di laurea) che offre la possibilità di tentare la carriera universitaria e se lo fa è chiaro che ritiene che vi sono le possibilità per un buon esito. • Se il docente non lo offre, e si desidera che lo faccia, si può comunque chiedere se gli sembra possibile un impegno in vista di un concorso di dottorato. • La richiesta va fatta in modo diretto e chiaro (la risposta non lo sarà). • Il neolaureato che fa questa richiesta deve interpretare con attenzione la risposta e considerare la situazione favorevole quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni: il docente di riferimento è persona affidabile e normalmente di buon carattere; il punteggio di laurea è sui massimi livelli (anche se non c’è la lode); si ha voglia di lavorare e si è creativi; si può affrontare un periodo di incertezza sotto il profilo dei tempi di carriera e sotto il profilo della remunerazione economica. • Fare il corso di dottorato senza una ambizione universitaria è cosa piuttosto strana, ma giustificata in alcuni casi.
Ne vale la pena ? • E’ indubbiamente una buona domanda. • Qualche decina di anni fa il docente universitario apparteneva all’alta borghesia; ora è spesso un medio borghese, con possibilità economiche misurate rispetto alle persone che si presentano sul mondo del lavoro con le stesse caratteristiche. • Per qualche settore disciplinare si avverte già che gli studenti migliori considerano l’opzione della carriera universitaria come una seconda o terza scelta. • Ora il docente universitario deve conquistarsi in aggiunta il suo status sociale ed economico, che non è più agganciato automaticamente al ruolo accademico. Tale conquista è tentata in modo diverso a secondo dell’ambito disciplinare (affermazione professionale, scrivere sui giornali, scrivere un libro di interesse generale e, soprattutto, darsi alla politica). • Gli aspetti più positivi dell’impegno del docente universitario sono comunque l’indipendenza, la libertà, la possibilità di pensare in modo creativo cose nuove, la possibilità di interagire con colleghi in diversi casi di ottimo livello. • Un vecchio accademico diceva che, comunque, è sempre meglio che lavorare.
Come evolve la personalità di un docente universitario ? • Il modello “aziendina” • Obiettivo: massimizzare il proprio fatturato, l’Ateneo di appartenenza fornisce un marchio, max attenzione alla professione • Il modello integrato nell’istituzione • Obiettivo: fare progredire la propria facoltà e/o il proprio ateneo, max attenzione alla didattica e/o alla politica universitaria • Il modello integrato nel raggruppamento • Obiettivo: fare progredire il proprio sottogruppo nell’ambito dell’area disciplinare, max attenzione alla ricerca • Il docente schizzato • Causa: ha avuto delusioni, motivate o non motivate; il suo obiettivo è affermare la propria persona, max attenzione: contrastare il potere altrui.
Per saperne di più • Il sito Murst presenta tutta la documentazione ufficiale in forma affidabile ed aggiornata. Su tale sito è rintracciabile l’organico di tutte le università italiane e la situazione aggiornatissima relativa ad ogni concorso in svolgimento o appena chiuso. • I siti delle singole università riportano i bandi delle borse di dottorato e post-dottorato. • Una descrizione generale delle caratteristiche dell’università italiana, Gilberto Capano, L’università in Italia, Bologna, Il Mulino, 2000. • Una descrizione analitica di diverse degenerazioni dell’ambiente accademico è in Raffaele Simone, L’università dei tre tradimenti, Bari, Laterza, 2000. • Sugli aspetti caratteriali e sullo sviluppo della personalità del docente universitario (con un approccio serio ma allo stesso tempo assai divertente), vedi Francesco Attena, Psicopatologia della vita universitaria, Roma, Philos, 1995. • Sui problemi esistenziali di un giovane dottorando vedi il romanzo di David Lodge, E’ crollato il British Museum, Bompiani, 1992.
Una piccola esercitazione • Quelli che seguono sono gli schemi di colloquio che seguo abitualmente nel mio lavoro. • Provate a capire quello che veramente voglio dire e che nascondo (solo in parte) dietro formule di cortesia.
CASO AD – docenteNL - neolaureato • NL – Buongiorno professore, sono venuto a salutarla dopo la seduta di laurea per ringraziarla dell’attenzione che ha prestato al mio lavoro. • D – Bene, è un piacere vederla. Sono io che mi complimento con lei per l’efficacia della sua esposizione. Immagino che sarà rimasto soddisfatto della votazione ! Anche i suoi genitori mi sembravano felici. • NL – Assolutamente sì. Veramente non mi aspettavo la lode. E’ stata una piacevole sorpresa per me e per miei genitori. • D – Senta, ci sarebbe una borsa di dottorato per un corso triennale che è in partenza tra tre mesi. Credo che lei abbia le caratteristiche per lavorare bene al corso di dottorato. Come lei sa, il dottorato è il primo gradino della carriera universitaria. Lei dovrebbe rifletterci sopra. Io credo che lei abbia alcune caratteristiche che la rendono un buon candidato. L’ambiente universitario è sempre incerto, soprattutto nei tempi, ma credo che lei potrebbe bene inserirsi. Le persone brillanti possono mirare alla carriera universitaria, che è estremamente stimolante ed ambiziosa. • NL – Questo discorso è molto interessante. Io pensavo di mirare all’assunzione nell’ufficio borsa e mercati della Banca Mondiale di Londra. Quello che lei mi dice mi sorprende, nel senso che non ci avevo pensato. Mi lasci riflettere con calma e vedere un po’ cosa ne pensano i miei genitori. • D – Naturalmente la Banca Mondiale è un posto estremamente allettante per iniziare una carriera. Ci pensi bene e rifletta sul fatto che lo sviluppo della carriera, a certi livelli, è sempre incerto, sia dentro l’università, sia nel mondo bancario. Parli con il mio collaboratore Cavallino e lui le spiegherà direttamente le grandi soddisfazioni che ha raggiunto nei pochi anni della sua carriera.
CASO BD – docenteNL - neolaureato • NL – Buongiorno professore, sono venuto a salutarla dopo la seduta di laurea per ringraziarla dell’attenzione che ha prestato al mio lavoro. • D – Bene, è un piacere vederla. Mi sembra che l’esposizione della tesi sia andata piuttosto bene; la commissione era favorevolmente impressionata. La votazione che è uscita mi sembra abbastanza in linea con il suo lavoro; mi spiace se si era fatta una idea per un voto più elevato. Le assicuro che tra una settimana non ricorderà neppure il voto che le è stato assegnato e le rimarrà solo la soddisfazione di aver terminato gli studi. • NL – Mi rendo conto che la media che avevo (94) non permetteva di arrivare al massimo dei voti, ma sono molto soddisfatto della tesi. Anzi le devo dire che lavorare alla tesi mi è molto piaciuto, tanto che vorrei tentare con il corso di dottorato. • D – Guardi, il discorso è molto complesso. Le borse di dottorato sono poche e ci sono in giro diversi candidati che hanno già un certo curriculum, tale da poter proporre con forza la loro candidatura. Non mi sento naturalmente di sconsigliarla, ma le suggerisco di pensarci bene. I tempi di maturazione della carriera universitaria sono molto incerti e tanti si stancano della situazione di insicurezza. Io credo che lei abbia una mentalità prettamente operativa e credo che farà molto bene come direttore finanziario o come commercialista. • NL – Come potrei prepararmi al concorso per accedere al dottorato ? • D – Guardi, la preparazione necessaria è molto vasta e concerne i grandi ambiti tematici della materia. Inoltre, è opportuno che un buon candidato sia anche uno specialista di un tema specifico. Se si convincerà per il concorso, venga da me e le posso suggerire un progetto di ricerca che potrebbe farle maturare una esperienza specifica.
CASO CD – docenteNL - neolaureato • NL – Buongiorno professore, sono venuto a salutarla dopo la seduta di laurea per ringraziarla dell’attenzione che ha prestato al mio lavoro. Sono riuscito ad avere la lode e ciò è stato una grande soddisfazione perché mi permette di sperare di avere qualche possibilità di carriera universitaria. Naturalmente sono molto interessato al suo punto di vista. • D – Non avevo dubbi sul fatto che lei avrebbe ben figurato ed avrebbe conquistato la lode. Credo sia stata una grande soddisfazione per lei. Riguardo la carriera universitaria, ritengo che lei si debba fare una certa sensibilità che le permetta di comprendere l’ambiente. Riguardo alla mia disciplina, le posso dire che la situazione è piuttosto favorevole. La materia è in crescita, ci sono tante cosa nuove da studiare e non è difficile costruirsi un ruolo specifico nel mondo accademico, in ragione dei propri interessi. Naturalmente il percorso è accidentato ed insicuro, come poi tutto nel mondo lavorativo. • NL – Lei ritiene che io abbia le giuste caratteristiche per tentare una carriera universitaria ? • D – Probabilmente sì. Lei ha dimostrato una buona capacità di studio e di approfondimento. Non ho dubbi che saprà cavarsela anche su livelli più elevati. Dovrà verificare se gradisce gli impegni di aula e se è in grado di organizzare per bene il suo tempo. • NL - Come potrei procedere per prepararmi ad un concorso di dottorato ? • D - Potremmo definire un programma di studio per i prossimi tre mesi; potrebbe intanto porsi l’obiettivo di portare a completa maturazione il capitolo 4 della sua tesi al fine di pubblicarlo sul Journal of Economic Theory. Dopo potrebbe mettere in cantiere un altro piccolo lavoro e dopo aver superato queste verifiche potrei coinvolgerla nel progetto di ricerca XY, che è abbastanza affine ai temi della sua tesi e che partirà tra 6 mesi, e questo le potrebbe fare guadagnare un piccolo reddito di sostentamento. Se vuole accelerare la carriera, dovrebbe riflettere sulla possibilità di fare il dottorato all’estero.
CASO DD – docenteNL - neolaureato • NL – Buongiorno professore, lei pensava di essersi liberato di me; invece, dopo una settimana dalla laurea sono già qui da lei per sapere quando si aprono i concorsi per le borse di dottorato. • D – Buongiorno, come sta ? E’ rimasto soddisfatto della discussione della tesi ? • NL – Veramente mi sarei aspettato qualcosa di più, ma so che la commissione era dura. Adesso mi rimane giusto il tempo per prepararmi per i concorsi che mi interessano. • D – Purtroppo la sua media era modesta e ciò influisce sul risultato. Lei non si è curato della media per tutti i suoi quattro anni di corso; io certo non potevo fare di meglio con il solo lavoro di laurea. Che fa ora ? Si prende una vacanza ? Fa qualche viaggio ? • NL - Purtroppo ho un programma molto intenso a causa dei progetti che sto seguendo. Sono stato all’ufficio borse di studio dell’ateneo e mi hanno detto che ci sono diverse possibilità di vincere borse di studio per i corsi di dottorato; ce ne sono alcuni interessanti. Lei cosa mi consiglia ? • D - Guardi, è molto difficile dare consigli in questo campo. Legga bene la normativa perché è molto facile sbagliare la documentazione. Mi hanno detto che quest’anno avremo una marea di candidati. Purtroppo ora mi attende il preside e, naturalmente, non lo posso fare aspettare. Mi avverta quando ripassa in facoltà e potremo fare due chiacchiere.
Messaggio che volevo trasmettere Adesso che ti sei laureato parlo con te solo se troviamo argomenti piacevoli per la chiacchiera. Se continui a parlare di carriera universitaria mi fai perdere tempo e vado via. Sei una persona brillante che, secondo il mio giudizio, potrebbe fare carriera all’università così come, peraltro, in altri contesti. Io sono disposto ad aiutarti. Se vuoi, puoi darti alla carriera universitaria e potrò aiutarti in questo senso. L’idea nasce però da te e non da me; quindi devi superare alcune verifiche preliminari. Sei una brava persona che farà strada nella vita ma non hai la mentalità del docente universitario. Ti sconsiglio di perdere tempo in questo senso. Abbinalo opportunamente Indovina cosa volevo veramente dire