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Composizione fibrosa: regole di etichettatura. Legislazione EUROPEA ed ITALIANA vigente: Situazione antecedente la Direttiva 96/74/CE; D.lgtvo n. 194 del 22.05.99 ( illustrazione ); Le regole in USA . Composizione fibrosa: regole di etichettatura.
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Composizione fibrosa: regole di etichettatura Legislazione EUROPEA ed ITALIANA vigente: Situazione antecedente la Direttiva 96/74/CE; D.lgtvo n. 194 del 22.05.99 (illustrazione); Le regole in USA Giuseppe Bartolini
Composizione fibrosa: regole di etichettatura • La prima azione normativa europea relativa all’armonizzazione delle modalità di etichettatura dei materiali tessili ha preso luogo con la pubblicazione della Direttiva Comunitaria 71/307/CEil 26.07.71. • In ottemperanza alla suddetta direttiva l’Italia emanò il 26.11.73 la Legge 883 che ha rappresentato il primo provvedimento legislativo italiano in materia. Successivamente in data 30.04.76 è stato pubblicato il decreto di attuazione della legge 883, il DPR 515/76. La legge 883 ha subito in seguito numerosi aggiornamenti, a partire dalla Legge 632del 08.08.77. • La Comunità europea, tenuto conto che l’emanazione delle varie leggi nazionali, in ottemperanza alla Direttiva 71/307/CE, aveva generato numerose divergenze di applicazione e d’interpretazione, che tendevano a creare disorientamento nei consumatori e difficoltà nelle transazioni commerciali tra i vari paesi, emanò la Direttiva 86/623 del 15.12.83 che apportava parziali modifiche alla citata direttiva. • Lo stato italiano recepì la direttiva dell’83 emanando la Legge 669 del 04.10.86. • Ulteriori modifiche alla direttiva 86/623 furono introdotte con la Direttiva 87/140/CE del 06.02.1987, recepita in Italia con il DM n. 482 del 12.10.87. • Viste le numerose modifiche a cui è stata sottoposta di direttiva 71/307/CE, ai fini di una maggiore chiarezza e comprensibilità, la Commissione Europea ha pubblicato il 16.12.96 la Direttiva 96/74/CE (denominazioni nel settore tessile), che abrogava la precedente legislazione comunitaria. Giuseppe Bartolini
Legislazione italiana • L’Italia ha recepito la direttiva 96/74/CE emanando il Decreto Legislativo n. 194 del 22.05.99, legislazione italiana relativa all’etichettatura dei materiali tessili, attualmente in vigore. Il DL n.194/99 ha abrogato gli articoli da 1 a 13 della Legge 883/73 e succ. modifiche ed i seguenti articoli del Regolamento di esecuzione, DPR 515/76: (art.2,3,4,6,11,12,13,14). • La comparsa di alcune nuove fibre nel panoramatecnico commerciale mondiale ha portato all’adeguamento della direttiva precedente con l’emanazione della direttiva 97/37/CE del 19.06.97. Lo stato italiano ha recepitola questa normativa con la pubblicazione del Decreto del 19.10.1999 che integra e modifica il Dec. Lgtvo 194/99. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 1 (Campo di applicazione) Il decreto fissa i requisiti e le modalità applicabili ai prodotti tessili per essere immessi sul mercato interno prima di qualsiasi trasformazione, oppure durante il ciclo ind.le e durante le diverse operazioni inerenti alla loro distribuzione. • Art. 2 (Definizioni) Per prodotti tessili si intendono tutti i prodotti che allo stato grezzo, di semilavorati, di lavorati, semimanufatti, manufatti semiconfezionati o confezionati, sono esclusivamente composti da fibre tessili. Sono assimilati ai prodotti tessili, e perciò assoggettati al decreto: • - i prodotti contenenti almeno l’80% in peso di fibre tessili; • i tessuti le cui parti tessili costituiscano almeno l’80% in peso, per la copertura di mobili, per ombrelli, ombrelloni e, alla stessa condizione, le parti tessili dei rivestimenti a più strati per pavimenti, dei materassi e degli articoli da campeggio, nonché le fodere coibenti di calzature e guanti. • I prodotti tessili incorporati in altri prodotti di cui siano parte integrante, qualora ne venga specificata la composizione. • Art. 3 (Denominazioni) Le denominazioni delle fibre tessili e le rispettive descrizioni sono riportate nell’allegato 1. E’ vietata l’utilizzazione del termine seta per indicare fibre in filo continuo. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Allegato I Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Allegato I Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Allegato I Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 4 (Tolleranze) Soltanto un prodotto tessile composto interamente da una stessa fibra può essere qualificato con il termine 100% o “puro” o “tutta”. E’ tollerata una quantità pari al 2% di altre fibre sul peso del prodotto tessile, se giustificata da motivi tecnici e non risulta da aggiunta sistematica. Tale tolleranza è portata al 5% per il ciclo cardato. • Art. 5 (Denominazioni) Un prodotto di lana può essere qualificato “lana vergine” quando è composto esclusivamente da una fibra mai precedentemente incorporata in un prodotto finito e che non ha subito altre operazioni di filatura o di feltratura che quelle richieste per la fabbricazione del prodotto. Il termine lana vergine può essere indicato anche in presenza di miste il cui contenuto in lana vergine non sia inferiore al 25% e che, in caso di mischia intima, la lana non si mescolata con più di un’altra fibra. La tolleranza per impurità fibrose è limitata allo 0,3%. • Art. 6 (Designazione della composizione) Per i prodotti composti da 2 o più fibre, di cui una rappresenti almeno l’85%, i prodotti tessili possono essere cosi etichettati: Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 A – con la denominazione e la sua percentuale: 91% POLIESTERE B- con la fibra seguita dalla dizione: POLIESTERE minimo 91% C - con la composizione completa in ordine decrescente in peso 91% POLIESTERE – 9% VISCOSA Per i prodotti composti da 2 o più fibre, di cui NESSUNA raggiunge l’85% del peso, si deve indicare la fibra e la % di almeno 2 delle fibre presenti in maggiore peso percentuale, seguita dalle denominazioni delle altre fibre in ordine decrescente di peso con o senza percentuale: Dizione “altre fibre” : per l’insieme delle fibre, ciascuna delle quali non raggiunga il 10% in peso della composizione del prodotto può essere utilizzata l’espressione “altre fibre” . Nel caso si intenda specificare il peso di una delle fibre presenti in misura inferiore al 10% si deve anche indicare il contenuto delle altre fibre. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Esempio Misto Lino: si intendono i prodotti costituiti da trama in lino con % non inferiore al 40% in peso ed ordito in puro cotone; il termine deve essere completato con la dizione: “ordito puro cotone e trama puro lino”. Tolleranza di fabbricazione: è ammessa una differenza pari a 3% riferito al peso totale tra le percentuali indicate in etichetta e quelle risultanti dall’analisi. Tolleranza per aggiunta non sistematica di altre fibre:è ammessa una quantità di altre fibre non dichiarate in etichetta pari al 2% sul peso del prodotto tessile, se giustificata da motivi tecnici e non risulta da aggiunta sistematica. Tale tolleranza è portata al 5% per il ciclo cardato. Cumulo delle tolleranze: è ammesso soltanto qualora le fibre estranee eventualmente constatate in sede di analisi, risultino della stessa natura chimica di una o più fibre indicate in etichetta. “Composizione tessile non determinata” – “fibre varie”: queste espressioni possono essere utilizzate per qualsiasi prodotto la cui composizione sia difficile da precisare quando viene fabbricato. • Art. 7 (Tolleranze) Oltre alle tolleranze di fabbricazione ed alla tolleranza per aggiunta non sistematica di altre fibre vengono introdotte le seguenti tolleranze: Fibre ad effetto decorativo: è ammessa la presenza di fibre isolabili ad effetto decorativo, non dichiarate in etichetta, fino ad una percentuale del 7% del peso del prodotto. Fibre ad effetto antistatico: è ammessa la presenza di fibre ad effetto antistatico (es. metalliche), non dichiarate in etichetta, fino ad una percentuale del 2% del peso del prodotto. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 Decreto di attuazione della legge 883 -DPR 515/76: Art. 26 (Tolleranza globale) Il decreto di attuazione, ancora in vigore, riporta quanto segue: per l’accertamento della composizione fibrosa, la tolleranza globale è ottenuta calcolando la radice quadrata della somma del quadrato del valore della tolleranza di fabbricazione e del quadrato del valore della precisione del metodi di analisi. Esempio: Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 8 (Etichette e contrassegni) I prodotti tessili devono essere etichettati o contrassegnati all’atto di ogni operazione di commercializzazione attinente al ciclo industriale e commerciale; l’etichetta ed il contrassegno possono essere sostituiti o completati da documenti commerciali d’accompagnamento quando questi prodotti non sono offerti in vendita al consumatore finale. La denominazione, i qualificativied i dati relativi alla composizione in fibre tessili vanno chiaramente indicati nei documenti commerciali. Questo obbligo esclude l’impiego di abbreviazioni sui contratti e nelle fatture; è però ammesso il ricorso ad un codice meccanografico, a condizione che nello stesso documento figuri anche il significato delle abbreviazioni. Le etichette o i contrassegni, all’atto della vendita al consumatore finale, devono essere redatti anche inlingua italiana. Il Regolamento di Attuazione della legge 883 (DPR n. 515/76) prevede che l’etichetta possa essere in cartone, tessuto o altro materiale. Essa deve essere applicata al prodotto tessile, mediante cucitura, graffatura, adesivi, allacciatura con cordoncino fissato da apposito sigillo. Il contrassegno è applicato direttamente al prodotto tessile o sull’involucro contenente il prodotto stesso, mediante stampa,stampigliatura, ovvero tessitura in cimosa o altrove. Qualificativi: sono consentiti se sono conformi agli usi leali del commercio ed ai principi della correttezza professionale. Detti qualificativi non possono tuttavia sostituire le denominazioni ufficiali contenute nell’Allegato I del Dlgvo 194/99. Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Al fine di uniformare e semplificare la redazione dei documenti il Comitato di Coordinamento delle Industrie Tessile (COMITEXIL), con sede a Bruxelles, ha approvato ed adottato all’unanimità un “Codice Meccanografico Uniforme Europeo” (Tabella 1), chiedendo alle autorità comunitarie l’autorizzazione a non riportare nei documenti la legenda relativa alle abbreviazioni, nel caso venga utilizzato il suddetto codice. A tutt’oggi, però, non risulta emanata nessuna norma che approvi tale comportamento, e di conseguenza, il significato delle abbreviazioni deve essere sempre riportato nei documenti relativi alle transazioni commerciali. Si ricorda che il citato articolo 8 permette l’utilizzazione di codici meccanografici esclusivamente nei documenti commerciali e non nei manufatti offerti in vendita al pubblico finale o consegnati in esecuzione di un’ordinazione dello stato o di altra persona giuridica di diritto pubblico. In alcuni casi (Germania) sono presenti degli accordi di settore tra le diverse componenti della filiera tessile-abbigliamento, che estendono l’utilizzazione del Codice Meccanografico Europeo (debitamente illustrato), anche al commercio al dettaglio ed ai cataloghi di vendita per corrispondenza. A livello nazionale italiano è anche presente una norma tecnica UNI 9963-(92) che indica le “abbreviazioni delle fibre chimiche di interesse commerciale e tecnico” (Tabella 2). Naturalmente per l’utilizzazione di queste abbreviazioni valgono le limitazioni descritte dalle già citate leggi e direttive comunitarie. Come si potrà notare dalle successive tabelle non esiste una grande chiarezza ed omogeneità nei codici di abbreviazione presenti nel mercato ; infatti in alcuni casi una stessa fibra viene descritta nelle diverse norme con codici completamente differenti (es. poliestere = PL [COMITEXIL] e PES [UNI 9963]). Tale situazione, in teoria può comunque essere superata dall’obbligo, espresso dalle legislazioni in materia, di descrivere per esteso il significato dell’abbreviazione. E’ comunque evidente che l’utilizzazione in tutta la filiera di un codice meccanografico uniforme (es. COMITEXIL), non possa che facilitare la leggibilità ed il trattamento delle informazioni fornite ai propri clienti. Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 1 CODICE MECCANOGRAFICO UNIFORME EUROPEO (COMITEXTIL) Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 1 CODICE MECCANOGRAFICO UNIFORME EUROPEO (COMITEXTIL) Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 1 CODICE MECCANOGRAFICO UNIFORME EUROPEO (COMITEXTIL) Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 1 CODICE MECCANOGRAFICO UNIFORME EUROPEO (COMITEXTIL) Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 1 CODICE MECCANOGRAFICO UNIFORME EUROPEO (COMITEXTIL) Giuseppe Bartolini
Abbreviazioni e Codici Meccanografici Tabella 2 UNI 9963 - FIBRE CHIMICHE : ABBREVIAZIONI Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 9 (Etichettature di prodotti compositi) I prodotti tessili composti da due o più parti con diversa composizione fibrosa devono avere un’etichetta indicante la composizione fibrosa di ciascuna parte. Esempio Giubbotto composto da: • - corpo in tessuto 100% poliammide; • - maniche in tessuto 65% cotone 35% poliestere Tale etichetta non è obbligatoriaper le parti che rappresentanomeno del 30%del peso totale del prodotto. Fodere La composizione fibrosadelle fodere principali (es. fodere per giacche, giacconi, cappotti,etc) deve essere sempre indicata, anche nel caso in cui essa pesi meno del 30% del prodotto. Esempio Cappotto in pura lana vergine con fodera in 100% rayon cupro: Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 9 (Etichettature di prodotti compositi) Corsetteria I prodotti di corsetteria possono essere etichettati indicando la composizione globale, oppure indicando separatamente le seguenti parti: Reggiseni Tessuto esterno – tessuto interno delle coppe – tessuto della parte posteriore; Guaine Parti davanti, dietro e laterali; Guaine intere (modellatori) Tessuto esterno – tessuto interno delle coppe – parti frontali,laterali e posteriori. L’etichettatura non è obbligatoria per le parti che rappresentano meno del 10% del peso totale del prodotto. Prodotti a corrosione La composizione fibrosa è data dalla totalità del prodotto e può essere indicata precisando separatamente la composizione del tessuto di fondo e dello strato sottoposto a corrosione. Ricami La composizione fibrosa è data dalla totalità del prodotto e può essere indicata precisando separatamente la composizione del tessuto di fondo e del ricamo. Se le parti ricamate sono meno del 10% del peso totale del prodotto, l’etichettatura non è obbligatoria. Velluti e felpe La composizione fibrosa è data dalla totalità del prodotto e, ove questi prodotti presentino un tessuto di fondo ed uno strato di usura, può essere indicata precisando separatamente la composizione delle due parti. Rivestimenti di pavimenti e tappeti può essere indicato anche il solo strato di usura. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 10 (Deroghe) L’etichetta di composizione dei dei prodotti tessili venduti a metraggio può figurare soltanto sulla pezza o sul rotolo presentato alla vendita. • Art. 11 (obbligo di chiarezza delle informazioni) • Art. 12 (Ulteriori modalità di etichettatura) Le percentuali delle fibre devono essere calcolateescludendo i seguenti elementi: - parti non tessili, cimose, etichette, contrassegni, paramonture, bottoni e fibbie ricoperte di materiali tessili, accessori ed ornamenti; Esempio Tessuto spalmato: 100% cotone con applicazione di resina poliuretanica (parte non tessile) • - nastri non elastici e nastri elastici, aggiunti in posti specifici e limitati del prodotto; • - per pavimenti e tappeti: tutti gli elementi che non costituiscono strato di usura; • - tessuti per mobili imbottiti (tende): orditi e trame di legamento che non costituiscono lo strato di usura; • - supporti come rinforzi, interni del collo e fusti, fili per cucito, imbottiture non isolanti, etc. - materie grasse, leganti, cariche, appretti, prodotti di impregnazione, etc. Giuseppe Bartolini
Decreto Legislativo n.194 del 22.05.1999 • Art. 13 (Controlli) Effettuati con i metodi di analisi previsti dalla presente normativa. Si calcolano le percentuali sui pesi secchi delle fibre applicando i tassi di ripesa convenzionali descritti nell’allegato II. Art. 14 (Esclusioni) Le disposizioni del seguente decreto non si applicano ai prodotti tessili che: • - sono destinati ad essere esportati in paesi terzi; • - sono introdotti in transito sotto controllo doganale nei paesi membri; - sono dati in lavorazione, senza dar luogo a cessione onerosa, a domicilio o imprese che lavorano conto terzi. • Art. 15 (Sanzioni) • Art. 16 (Disposizioni finali) • Art. 17 (Abrogazioni) Giuseppe Bartolini
Le regole nel mercato USA • Rules and Regulations Under the Textile Fiber Products – Identification Act (FEDERAL TRADE COMMISSION – effective 03.03.1960 – amended 07.09.86) Il documento regolamenta i termini, le definizioni, le modalità di etichettatura, le tolleranze e quanto necessario per eseguire l’etichettatura della composizione fibrosa di tutti i materiali tessili, ad eccezione di quelli compresi nel “Wool Labelling Act”., L’etichettatura di composizione è ovviamente obbligatoria per il mercato statunitense. Si riporta un breve estratto della normativa: • Rule 1 (Terms Definited) Descrive i termini e le definizioni che possono essere utilizzati per la descrizione dei manufatti (es. elastic material, ornamentation, wool, recycled wool, etc). • Rule 3 (Fibers Present in Amount of Less Than 5%) Le fibre presenti in quantità inferiore al 5% e non funzionali al prodotto tessile devono essere indicate come “other fiber”; quando presenti più fibre delle quali nessuna raggiunge il 5% devono essere indicate come“other fibers”. Nel caso invece che la fibra sia funzionale, deve essere indicata la % e la funzionalità: Esempio: 96% acetate - 4% spandex for Elasticity • Rule 4 (English Language requirement) • Rule 5 (Abbreviations, ..) E’ vietata l’utilizzazione di abbreviazioni nelle etichette. Giuseppe Bartolini
Le regole nel mercato USA • :Rule 6 (Generic names) Descrive l’utilizzazione dei termini di designazione delle fibre (naturali), quando eccedono il 5%. • Rule 7 (Generic Names and Definitions for Manufactured Fibers) Descrive l’utilizzazione dei termini di designazione delle fibre artificiali e sintetiche, quando eccedono il 5%. • Rule 14 (Products containing Unknown Fibers) Quando il prodotto tessile è costituito da materiali la cui composizione non è nota oppure è altamente variabile, oppure proviene dal circuito dei prodotti di sconda mano possono essere utilizzati termini quali: 100% unknown fibers – rags; All undetermined fibers – textile by-products; Secondhand materials – fiber content unknown. • Rule 26 (Ornamentation) Quando le fibre a motivo ornamentali sono presenti in quantità inferiore al 5% possono essere non dichiarate, ma deve essere data indicazione della loro presenza. Possono comunque anche essere dichiarate con la loro percentuale:: Es: 100% rayon – Exclusive of 3% Sik Ornamentation. • Rule 43 (Fiber Content Tolerances) E’ ammessa esclusivamente una tolleranza di fabbricazione pari a +/- 3%. Nessuna tolleranza di fabbricazione è ammessa quando il prodotto è composto interamente da una fibra, ad eccezione della presenza di eventuali fibre per ornamento. Giuseppe Bartolini
Le regole nel mercato USA • Rules and Regulations Under the Wool Products Labelling Act of 1939 (FEDERAL TRADE COMMISSION – effective 07.15.1941 – amended 07.09.86) Il documento regolamenta i termini, le definizioni, le modalità di etichettatura, le tolleranze e quanto necessario per eseguire l’etichettatura della composizione fibrosa dei materiali tessili, contenenti fibre animali cheratiniche (lana e peli animali). L’etichettatura di composizione è ovviamente obbligatoria per il mercato statunitense. Si riporta un breve estratto della normativa, dove soprattutto si hanno differenze rispetto alla precedente regolamentazione: • Rule 3 (Required Label Informations) Descrive che tipo di informazioni devono essere riportate nelle etichette, ed in particolare: • il contenuto delle fibre presenti; Il massimo contenuto di lana quando presenti materiali come imbottiture, etc; Il nome o il nr. di registrazione del produttore assegnato dalla Federal Trade Commision; Il paese di origine del prodotto. • Rule 17 (Use of Term “All” or “100%”) E’ ammesso quando il prodotto è costituito da una sola fibra. Se presente fibra rigenerata deve essere indicata ad. Esempio come: “Recycled wool”.E’ ammessa soltanto la tolleranza per presenza di fibre di ornamento in quantità inferiore al 5%. • Rule 18 - 19 (Use of Name od Specialty Fiber and Terms of “Mohair” and “cashmere”) Vengono definite le modalità di etichettatura del prodotti contenenti fibre nobili; in particolare si ricorda che l’utilizzazione del termine “cashmere” è ammesso per l’utilizzazione delle fibre vergini, mentre se le fibre provengono dal processo di rigenerazione deve essere indicato come “Recycled Cashmere” Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione • Normativa EUROPEA ed ITALIANA vigente: • simboli GINETEX e norma EN 23758. • Le regole in USA Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione in Europa Le etichette di manutenzione sono state introdotte al fine di fornire al consumatore semplici, ma corrette informazioni relativamente ai cicli di manutenzione applicabili al manufatto acquistato. La grande variabilità delle composizioni fibrose oggi presenti nei tessuti, rende sempre più importante tale etichettatura. Da notare che le problematiche ecologiche connesse all’utilizzazione di certi cicli di manutenzione, ed anche il loro costo, rendono, per un manufatto tessile, sempre più qualificante la semplicità di manutenzione. Le etichette, oltre che alla composizione ad alle caratteristiche del materiale tessile devono, ovviamente, tener conto dell’insieme del manufatto (es. accessori, applicazioni, etc.). SIMBOLI DI MANTENZIONE Nella comunità europea l’etichetta di manutenzione prevede l’utilizzazione di simboli grafici di manutenzione, internazionalmente unificati, e protetti giuridicamente da GINETEX. Detti simboli sono descritti anche nella norma UNI EN 23758. L’etichettatura di manutenzione è facoltativa in Europa ad eccezione dell’Austria, Danimarca, Finlandia ed Italia. In Italia, infatti a partire dal febbraio 2001, con Circolare del Ministero dell’Industria, concernente “l’etichettatura di manutenzione sui capi di abbigliamento”, si riporta quanto segue: .. Le disposizioni della Legge 126/91 (Norme per l’informazione del consumatore) che stabiliscono che i prodotti o le confezioni dei prodotti destinate al consumatore commercializzati sul territorio nazionale devono riportare in lingua italiana indicazioni chiaramente visibili e leggibili relative alle istruzioni, alle eventuali precauzioni ed alle destinazioni d’uso” sono applicabili anche per la manutenzione, compreso quindi il lavaggio dei capi di abbigliamento”. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione in Europa I simboli di manutenzione indicano il trattamento massimo previsto e devono essere riportati sempre in un determinato ordine: • Vaschetta : simbolo grafico per il trattamento di lavaggio ad umido (obbligatorio); • Triangolo : simbolo grafico per il trattamento di candeggio con cloro (obbligatorio); • Ferro da stiro : simbolo grafico per il trattamento di stiratura (obbligatorio); • Cerchio : simbolo grafico per il trattamento di lavaggio a secco (obbligatorio); • Quadrato : simbolo grafico per il trattamento di asciugatura (obbligatorio); Le etichette devono essere attaccate al capo in modo permanente, devono resistere ai trattamenti e risultare perfettamente leggibili. Vedere prospetto I, II,III, IV e CONVERSIONE DEI SIMBOLI IN CODICI (rapporto tra fornitore e cliente) Per le informazioni relative alla manutenzione che il produttore di tessuti trasmette al confezionista, possono essere utilizzati dei codici derivanti dalle istruzioni di lavaggio. (vedere tabella seguente) Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA CARE LABELING OF TEXTILE WEARING APPAREL AND CERTAIN PIECE GOODS (Federal Trade Commission - Trade Regulation Rule) 423.1 Definitions. (a) Care label means a permanent label or tag, containing regular care information and instructions, that h attached or affixed in such a manner that it will not become separated from the product and will remain legible during the useful life of the product. (b) Certain piece Goods means textile products sold by the piece from bolts or rolls for the purpose of making home sewn textile wearing apparel. This includes remnants, the fiber content of which known, that are cut by or for a retailer but does not include manufacturers’ remnants, up to ten yards long, that are dearly and conspicuously marked «pound goods» or "fabrics of undetermined origin " (i.e., fiber content not known and cannot be early ascertained) and trim, up to five incheswide. (c) Dryclean means a commercial process by which soil is removed from products or specimens in a machine which uses common organic solvent (e.g. petroleum, perchlorethylene, fluorocarbon). the process may also includeadding moisture to the solvent, up to 75% relative humidity, hot tumble drying up to 160 degrees F (71 degrees C) and restoration by steam press or steam-air finishing. (d) machine Wash means a process by which soil is removed from products in a specially designed machine using water, detergent or soap and agitation. When no temperature be given, e.g., «warm" or "cold,» hot water up to 150 degrees F (68 degrees C) can be regularly vied. (e) Regular Care means customary and routine care, not spot care. (f) Textile Product means any commodity, woven, knit or otherwise made primarily of fiber, yarn or fabric and intended for sale or resale, requiring care and maintenance to effectuate ordinary use and enjoyment. (g) Textile wearing Apparel means any finished garment or article of clothing made from a textile product that is customarily used to cover or protect any part of the body, including hosiry, excluding footwear, gloves, hats or other articles used exclusively to cover or protect the head or hands. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA 423.2 Terminology. (a) Any appropriate terms may be used on care labels or care instructions so long as they dearly and accurately describe regular care procedures and otherwise fulfill the requirements of this regulation. (b) any appropriate symbols may be used on care labels or care instructions, in addition to the required appropriate terms so long as the terms fulfill the requirements of this regulation. (c) The terminology set forth in Appendix A may be used to fulfill the requirements of this regulation. 423.3 What this regulation does. This regulation requires manufacturers and importters oftextile wearing apparel and certain piece goods, in or affecting commerce, as "commerce" b defined in the Federal Trade Commission Act, to provide regular care instructions at the time such products are sold to purchasers through the use of care labels or other methods described in this Rule. 423.4 Who is covered Manufacturers and importers of textilewearing appar' and certain piece goods are covered by this regulation. This includes any person or organization that directs or controls the manufacture or importation of covered products. 423.5 Unfair or deceptive acts or practices, (a) Texts wearing apparel and certain piece goods. In connection with the sale, in or affecting commerce, of textile wearing appar' and certain piece goods, it h an unfair or deceptive act or practice for a manufacturer or importer: (1) to fail to disclose to a purchaser, prior to sale, instructions which prescribe a regular care procedure n for the ordinary use and enjoyment of the product; (2) to fail to warn a purchaser, prior to sale, when the product cannot be cleaned by any cleaning procedure, without brag harmed; (3) to fail to warn a purchaser, prior to sale, when any part of the prescribed regular care procedure, which a consumer or professional. Cleaner could reasonably be expected to use. would harm the product or others being cleaned With it: (4) to fail to provide regular care instructions and warnings. except as to piece goods. in a form that can be referred to by the consumer throughout the useful life of the product: Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA (5) to fail to possess. prior to sale. a reasonable basis for all regular care information disclosed to the purchaser. (b) Violations of this regulation. The Commission has adopted this regulation to prevent the unfair or deceptive acts or practices. defined in subsection (a) of this Section. Each manufacturer or importer covered by this regulation must comply with the requirments in 423.2 and 423.6 through 423.8 of this regulation. Any manufacturer or importer who complies with the requirements of 423.2 and 423.6 through 423.8 does not violate this regulation. 423.6 Textile wearing apparel. This section applies to textile wearing apparel. (a) Manufacturers and importers must attach care labels so that they can be seen or easily found When the product is offered for sale to consumers. If the product is packaged. displayed. or folded so that customers cannot see or easily find the label, the cere information miff also appear on the outside of the package or on a hang tag fastened to the product. (b) Care labels must state what regular care is needed for the ordinary use of the product. In general, labels for textile wearing apparel must have either a washing instruction or a drycleaning instruction. If a washing instruction is included, it must comply with the requirements set forth in paragraph (b)(1) of this section. If a drycleaning instruction is included, it must comply with the requirements set forth in paragraph (b)(2) of this section. If either washing or drycleaning can 4: used on the product the label need have only one of these instructions. If the product cannot he cleaned by any available cleaning method without being harmed, the label must so state. [For example, if a product would he harmed both by washing and by drycleaning, the label might cay "Do not wash – do not dryclean," or "Cannot he successfully cleaned.") The instructions for washing and drycleaning ere as follows: (1) Washing, drying, ironing, bleaching and warning instructions must forlltw these requirements: (i) Washing. The label must state whether the product should be washed by hand or machine. The label .must also state a water temperature that may be used. However, if the regular use of hot water will not harm the product, the label need not mention any water temperature. [For example, "Machine wash" means hot. warm or cold water can be used.) (ii) Drying. The label must state whether the product should be dried by machine or by some other method. If machine drying is called for, the label must also state a drying temperature that may be used. However, if the regular use of a high temperature will not harm the product, the label need not mention any drying temperature. [For example, "Tumble dry" means that a high, medium, or low temperature setting can be used.] (iii) Ironing. Ironing must be mentioned on a label only if it will be needed on a regular basis to preserve the appearance of the product. or if it is required under Subsection (v). Warnings. If ironing is mentioned. the label must also state an ironing temperature that may be used. However, if the regular use of a hot iron Will not harm the product. the label need not mention any ironing temperature. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA (iv) Bleaching. (A) If all commercially available bleaches can safely be used on a regular basis, the label need not mention bleaching. (B) If all commercially available bleaches would harm the product when used on a regular basis, the label must say "No bleach" or "Do not bleach." (C) If regular use of chlorine bleach would harm the product, but regular use of a non-chlorine bleach would not, the label must say "Only non-chlorine bleach, when needed." (v) Warnings. (A) If there is any part of the prescribed washing procedure which consumers can reasonably be expected to use that would harm the product or others being washed with it in one or more washings, the label must contain a warning to this effect. The warning must use the words "Do not," "No," "Only," or some other clear wording. [For example, if a shirt is not colorfast, its label should state "Wash with Like colors" or "Wash separately." If a pair of pants will be harmed by ironing, its label should state "Do not iron." (B) Warnings are not n for any procedure that b an alternative to the procedure prescribed on the label. [For example, if an instruction states "Dry flat," it b not necessary to give the warning "Do not tumble dry."] (2) Drycleaning. (i) General. If a drycleaning instruction is included on the label, it must also state at least one type of solvent that may be used. However, if all commercially available types of solvent can be used, the label need not mention any types of solvent. The terms "Drycleanable" or "Commercially Dryclean" may not be used in an instruction. [For example, if drycleaning in perchlorethylene would harm a coat, the label might say "Professionally dryclean: fluorocarbon or petroleum."] (ii)Warnings. (A) If there b any part of the drycleaing procedure which consumers or drycleanerscan reasonably be expected to use that would harm the product or others being cleaned with it, the label must contain a warning to this effect. The warning must use the words "Do not," "No," "Only," or some other clear wording. [For example, the drycleaning process normally includes moisture addition to solvent up to 75% relative humidity, hot tumble drying up to 160 degrees F and restoration by steam press or steam-air finish. If a product can be drycleaned in all solvents but steam should not be used, its label should state ""Professionally dryclean. No steam."] (b) Warnings are not n for any procedure which is an alternative to the procedure prescribed on the label. [For example, if an instruction states "Professionally dryclean, fluorocarbon," it is not necessary to give the warning "Do not use perchlorethylene,"] Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA (c) A manufacturer or importer must establish a reasonable brie for care information by possessing prior to sale: (1) Reliable evidence that the product was not harmed when cleaned reasonably often according to the instructions on the label. including instructions when silence has.a meaning. [For sample. if a shirt is labeled "Machine wash. Tumble dry. Cool iron.." the manufacturer or importer most have reliable proof that the shirt is not harmed when cleaned by machine washing (in hot water). With any type of bleach. thimble dried (at a high setting. and ironed with a cool iron): or (2) Reliable evidence that the product or a fair sample of the productwas harmed when cleaned by methods warned against on the label. However. the manufacturer orimporterneednothaveproofof harm when silence does not constitute a warning. [For example, if a shirt b labeled "Machine wash warm. Tumble dry medium", the manufacturer need not have proof that the shirt would be harmed if washed in hot water or dried on high setting.); or (3) Reliable evidence, like that described in paragraph (c)(1) or (2) of this section. for each component part of the product; or (4) Retable evidence that the product or a fair sample of the product Was successfully tested. The tests may simulate the care suggested or Warned against on the label; or (5) Reliable evidence of current technical literature, past experience, or the industry expertise supporting the care information on the label; or (6) Other reliable evidence. 423.7 Certain piece goods. This a section applies to certain piece goods (a) Manufacturers and importers of certain piece goods must provide care information clearly and conspicuously on the end of each bolt or roll. (b) Care information must say what regular care is needed for the ordinary use of the product. pursuant to the instructions set forth in 423.6 of this Rule. Care information on the end of the bolt need only address information applicable to the fabric. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA 423.8 Exempions. (a) Any item of textile wearing apparel. without pocKets, that b totally reversible (i.e.. the product is designed to be used With either side as the outer part or face) is exempt from the care label requirement. (b) Manufacturers or importers can ask for an exemption from thecare label requirement for any other textile wearing apparel product orproduct line. if the label Would harm the appearance or usefulness of the product. The request must be made in Writing to the Secretary of the Cnmmission. The request must be accompanied by a labeled sample of the product end a frill state.ment explaining why the request should be granted. (c) If an item is exempt from care labeling under (a) or (b). the con-sigmers still must be given the required care information for the product. Package, or in some other conspicuous place, so that consumers will be able to see the care information before buying the product. (d) Manufactures and importers of products covered by Sertion 423.5 are exempt from the requirement for a permanent care label if the product can be cleaned safely under the harshest procedures. This exemption is available only if there is reliable proof that all of the following washing and drycleaning procedures can safely be used on a product: (1) Machine washing in hot water; (2) Machine drying at a high setting; (3) Ironing at a hot setting; (4) Bleaching with all commercially available bleaches; (5) Drycleaning with all commercially available solvents. In such case, the statement "wash or dry dean, any normal method" must appear on a hang tag, on the package, or in some other conspicuous place, so that consumers will be able to see the statement before buying the product. If e product meets the requirements outlined above, it b automatically exempt from the care label requirement. It is not necessary to file a request for this exemption. (e) Manufacturers and importers need not provide care information with products sold to institutional buyers for commercial use. (f) All exemptions granted under Section 423.1(c)(1) or (2) of the Care Labeling Rule issued on December 9, 1971, will continue to be in effect if the product still meets the standards on which the original exemption was based. Otherwise, the exemption b automatically revoked. 423.9 Conflict with flammability standards. If there is a conflict between this regulation and any regulations issued under the Flammable Fabrics Act, the Flammable Fabrics regulation govern over this one. 423.10 Stayed or invalid parts. If any part of this regulation is stayed or held invalid, the rest of it will stay in force. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA Appendix A Glossary of Standard Terms 1. Washing. Machine Methods a. Machine wash – a process by which soil may be removed from products or sped mens through the use of water, detergent or soap, agitation and a machine designed for this purpose. When no temperature h given, e.g.. "warm" or "cold". hot water up to 150° F (66° C) can be regularly used. b. Warm – initial water temperature setting 90° to 110° F (32° to 43° C) (hand comfortable). c. Cold – initial water temperature setting same as cold water tap up to 85° F (29° F). d. Do not have commercially laundered – do not employ a laundry which uses special formulations. sour rinses. extremely large loads or extremely high temperatures or which otherwise is employed for commercial. industrial or institutional use. Employ laundering methods designed for residential me or use in a self-service establishment. e. Small load – smaller than normal washing load. f. Delicate cycle or gentle cycle – sloW agitation and reduced time. g. Durable press cycle or permanent press cycle – cool down rinse or cold rinse before reduced spinning. h. Separately – alone i. With like color – With colors of similar hue and intensity. j. Wash inside out turn product inside out to protect face of fabric k. Warm rinse – initial water tcmpcrature setting 90° to 110° F (32° to 43° C) l. Cold rinse - initial water r temperature setting same as cold Water tap Up to 85° F (29° C). m. Ringe thoroughly – rinse several times to remove detergent, soap and bleach. n. No spin or Do not spin – remove material start of final spin cycle o. No coring or Do not wring – do not use roller wringer, nor wring by hand. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA 2. Washing, Hand Methods: a. Hand wash – a process by which soil may be manually removed from products or specimens through the use of water, detergent or soap, and gentle squeezing action. When no temperature is given. e.g.. warm or cold, hot water up to 150° F (68° C) can be regularly used. b. Warm – initial water temperature 90° to 110° F (32° to 43° C) (hand comfortable). c. Cold – initial water temperature same as cold water tap up to 85° F (29° C). d. Separately – alone. e. With like colors – with colors of similar hue and intensity. f. No wring or twist – handle to avoid wrinkles and distortion. g. Rinse thoroughly – rinse,several times to remove detergent. soap. and bleach. h. Damp wipe only – surface clean with damp cloth or sponge. 3. Drying. All Methods: a. Tumble dry – use machine dryer. When no temperature setting is given, machine drying at a hot setting may be regularly used. b. Medium – set dryer at medium heat c. Low – set dryer at low heat. d. Durable prese or permanent press – set dryer at permanent press setting. e. No heat – set dryer to operate without heat. f. Remove promptly – when items are dry, remove immediately to prevent wrinkling. g. Drip dry – hang dripping wet with or without hand shaping and smoothing. h. Linc dry – hang damp from line or bar in or out of doors. i. Linc dry in shade – dry away from sun. j. Line dry away from heat – dry away from heat. k. Dry pat – lay out horizontally for drying. I. Block to dry – reshape to original dimensions while drying. m. Smooth by hand – by hand, while wet, remove wrinkles,straighten seams and facings. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA 4. Ironing and Pressing: a. Iron – Ironing is needed. When no temperature is given iron at the highest temperature setting may be regularly used. b. Warm iron – medium temperature setting. c. Cool iron – lowest temperature setting. d. Do not iron – item not to be smoothed or finished with an iron. e. Iron wrong side only – article turned inside out for ironing or pressing. f, No steam or Do not steam – steam in any form not to be used. g, Steam only – steaming without contact pressure, h. Steam prese or Steam iron – use iron at steam setting. i. Iron damp – articles to be ironed should feel moist. f. Use press cloth – use a dry or a damp doth between iron and fabric. 5. Bleaching: a. Bleach cohen needed – all bleaches may be used when necessary. b. No bleach or Do not bleach – no bleaches may be used. c. Only non-chlorine bleach, when needed – only the bleach spewed may be used when necessary. Chlorine bleach may not be used. 6. Washing or Drycleaning: a. Wash or dryclean, any normal method – can be machine washed in hot water, can be machine dried at a high setting can be honed at a hot setting, can be bleached with all commercially available bleaches and can be drycleaned with all commerially available solvents. Giuseppe Bartolini
Le etichette di manutenzione negli USA 7. Drycleaning. All Procedurese: a. Dryclean – a process by which soil may be removed from products or specimens in a machine which uses any common organic solvent (for example, petroleum, perchlorethylene, fluorocarbon) located in any commercial establihment. The process may include moisture addition to solvent up to 75% relative humidity, hot tumble drying up to 160° F (71° C) and restoration by steam press or steam-air finishing. b. Professionally dryclean – use the dryclaaning p but modified to ensure optimum results either by a drycleaning attendant or through the use of a drycleaniag machine which permits such modifications or both. Such modifications or special warnings must be included in the care instruction. c. Petroleum, Fluorocarbon, or Perchlorethylene – employ solvent(S) specified to dryclean the item. d. Short cycle – reduced or minimum cleaning time, depending upon solvent used. e. Minimum extraction – least passible extraction time. f. Reduced moisture or low moisture – decreased relative humpty. g. No tumble or Do not tumble – do not tumble dry. h. Tumble warm – tumble dry up to 120° F (49° C). i. Tumble cool – tumble dry at room temperature. j. Cabinet dry Warm – cabinet dry up to l20° F (49° C). k. Cabinet dry cool – cabinet dry at room temperature. l. Steam only – employ no contact pressure when steaming. m. No steam or Do not steam – do not use steam in pressing, finishing, steam cabinets or wands. 8. Leather and Suede Cleaning: a. Leather clean – have celaned only by a professional cleaner who uses special leather or suede care methods. Giuseppe Bartolini
Le etichette nei paesi UE Giuseppe Bartolini
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Magazzini Generali di Prato Laboratorio di Etichettatura Pubblica Delle Materie Tessili 59100 - PRATO - V.le della Repubblica,9 0574 – 59.24.34 - fax 0574 – 59.24.34 web site: www.etitexprato.it e-mail:condizionatura@etitexprato.it I.T.I.S. "T. Buzzi" Laboratorio di Analisi, Prove e Ricerche Industriali 59100 - PRATO - V.le della Repubblica,9 0574 - 58.98.87 - fax 0574 - 58.98.90 Web site: www.itisbuzzi.it e-mail:informazioni@itisbuzzi.it Giuseppe Bartolini Responsabile Tecnico LABORATORIO ANALISI I.T.I.S. Tullio BUZZI - PRATO - Tel 39 + 574 589887 Fax 39 + 574 589890 g.bartolini@itisbuzzi.it Giuseppe Bartolini