1 / 101

PICCOLI AUTORI DI CL@SSE 2.0

PICCOLI AUTORI DI CL@SSE 2.0. 1° C.D. B. Croce - Casavatore IV C - 2011/2012 a cura della doc. Aurilia Adriana. Piccoli autori. Alborino Paolo Buonavita Salvatore Calvani Emanuel Calvani Salvatore De Masi Domenico De Masi Maria De Rosa Francesca Pia

ismet
Download Presentation

PICCOLI AUTORI DI CL@SSE 2.0

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. PICCOLI AUTORI DI CL@SSE 2.0 1° C.D. B. Croce - Casavatore IV C - 2011/2012 a cura della doc. Aurilia Adriana A cura della doc. Aurilia Adriana

  2. Piccoli autori Alborino Paolo Buonavita Salvatore Calvani Emanuel Calvani Salvatore De Masi Domenico De Masi Maria De Rosa Francesca Pia Esposito Ferdinando Gallo Ferdinando Gentile Beatrice Menna Andrea Mocerino Sarah Orefice Luigi Pezzella Raffaella Piscopo Anna Puzone Francesco Raniero Giusy Santoro Alessia Seller Giuseppe Silvestre Marica Silvestre Salvatore A cura della doc. Aurilia Adriana

  3. R A C C O N T I A cura della doc. Aurilia Adriana

  4. Un tuffo nel passato Un giorno appena mi svegliai, sentii delle urla insolite, credevo stessi ancora sognando! Ma non era così , era tutto vero! I miei genitori erano tornati piccoli! Saltavano sui letti, si lanciavano le cose e urlavano tra di loro e persino i miei due piccoli uccellini si spaventarono tantissimo. Da quel preciso istante decisi di prendere le redini della situazione in mano. Li sgridai, ma niente da fare, e così decisi di comportarmi come una vera “mamma” li presi e feci fare loro colazione, poi li feci sedere a colorare dei fogli, a mezzogiorno cucinai per loro, certo il cibo non era squisito… ma commestibile! Li portai al parco giochi, ma scorrazzavano a destra e a sinistra. Sembrava un incubo! Si fece sera ed io non avevo più le forze, mi addormentai sfinita sul divano. Al risveglio, rividi mia madre e mio padre di nuovo adulti e così capii il loro essere “genitori” è il compito più difficile e fantastico che possa esistere. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  5. La lampada magica Una volta ero a passeggio con papà e vidi una lampada; la presi e quando andammo a casa, mi accorsi che era molto impolverata e, come nella fiaba di Aladino,la strofinai per pulirla. Ne uscì un genio che disse: “Sono al tuo servizio e potrai esprimere tutti i desideri che vorrai” io dissi:”evviva!!!!”. Il giorno dopo, però, ero già stanca di quel genio che diceva sempre: “Cosa desideri? Cosa desideri?”. Così pensai di fargli uno scherzo. Lo portai in una grotta piena di pipistrelli. Lo scherzo riuscì. Si spaventò così tanto che se ne tornò nella lampada. Io la conservai pensando che l’avrei usata solo se mi fosse servita per qualche desiderio importante. Pezzella Raffaella A cura della doc. Aurilia Adriana

  6. Il draghetto e l’anatra Una volta c’era un draghetto che si chiamava Timmy, che aveva paura di tutto. Un giorno Timmy s’incamminò verso un bosco, dove c’era un castello bellissimo. Timmy aveva tanta paura, ma anche la sua curiosità era tanta così entrò e vide con somma meraviglia che c’erano un sacco di cose buone da mangiare! Poiché non c’era, nessuno pensò di approfittarne. Ma, mentre stava mangiando … un’anatra spuntò fuori e il draghetto spaventato si nascose dietro una torta altissima. L’anatra, però l’aveva visto e allora gli disse che era innocua, che non doveva avere paura di lei. I due animali fecero subito amicizia e, insieme, esplorarono il castello. Decisero, quindi, che quello sarebbe stato il loro posto segreto. Stanchi si avviarono verso casa di Timmy, ma, una volta giunti, a Timmy dispiaceva lasciare andare l’anatra da sola, così l’accompagnò a casa. Giunti lì all’anatra dispiaceva lasciare andare Timmy da solo, così l’accompagnò a sua volta. E poi di nuovo a casa dell’anatra e di nuovo a casa di Timmy, finché, sfiniti, all’alba decisero di addormentarsi nel bosco. La loro amicizia continua ancora oggi. Sarah Mocerino A cura della doc. Aurilia Adriana

  7. Genitori bambini!!!! Una mattina mi sveglio e mi accorgo che i miei genitori sono diventati piccoli e mi sembra molto strano. All’ inizio rimango sorpresa non posso credere a quello che è successo. E così li metto nel sediolone, preparo loro la colazione e dopo li vesto. Corro poi dal dottore e chiedo se può darmi un medicinale per farli ritornare grandi. Il medico mi dice che la medicina non esiste e che devo aspettare un giorno per rivederli grandi. Questa è una prova per vedere se io sono grande abbastanza. Io mi faccio aiutare dai miei zii e faccio la Mamma. La sera tutto torna normale e mamma mi prepara una bella torta. Che incubo essere genitori! Anna Piscopo A cura della doc. Aurilia Adriana

  8. La ballerina sui pattini C’era una volta Beatrice ,una bella bambina dai lunghi capelli castani,il pomeriggio si allenava su una pista di ghiaccio. All’uscita dopo una gara di pattinaggio,Beatrice e Sarah andarono a fare una passeggiata su un bellissimo prato fiorito, quando all’improvviso un orco rapì Sarah, Beatrice prese un ramo e cercò di liberare Sarah,ma l’orco spingendo e ridendo scappò via. Il sole tramontò e la luna baciò il sole mentre Beatrice continuava a disperarsi, fino a quando non comparse una foto bellissima che le diede dei pattini magici,e usali e vai libera dalla tua amica. Beatrice l’indossò e iniziò a volare, durante il cammino incontrò streghe malefiche,folletti perfidi e malvagi anche i fiori malvagi diedero dei consigli,ma lei non si perse d’animo. Finalmente arrivò alla grotta dove c’era Sarah. A custodire la grotta c’era un drago grosso,e verde con una bocca terribilmente grande e rugosa . Beatrice fece tante piroette da far girare gli occhi al drago, volò in alto e saltò sulla schiena del drago e scivolò sulla sua coda,così finalmente entro nella grotta e trovò Sarah che piangeva,le due bambine si abbracciarono forte. Ora restava l’ostacolo del drago,che ne frattempo aveva sputato tanto di quel fuoco che bruciò tanti alberi,che piegandosi finirono sulla sua testa, e le ragazze ne approfittarono per tornare a casa sane e salve. Sarah e Beatrice ,vinsero le olimpiadi,diventando grandi campionesse mondiali, e furono sempre amiche,e quando pensava a quell’esperienza un brivido le percorreva la schiena. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  9. Il pesciolino C’era una volta un bravo pescatore che ogni mattina andava per mare con la sua barchetta a pescare. Un giorno mentre pescava si alzò un’ onda altissima che capovolse la barchetta e il povero pescatore. Andarono persi tutti i pesci e il pescatore disperato se ne torà a riva. All’ improvviso si sentì una voce, era il re del mare, disse :<<Il tuo pesce ora è mio, se vuoi riaverlo dovrai scendere nel mio regno in fondo al mare >>. L’uomo non sapeva come fare, perché non sarebbe mai potuto sopravvivere nelle profondità degli abissi. Quando ecco un mago apparve sulla spiaggia e trasformò l’ uomo in un tritone, così il pescatore si tuffò in acqua e raggiunse subito il regno del mare. Arrivato, si tuffò, recuperò il suo pesce e tornò a galla, il mago lo trasformò in uomo e il pescatore con il suo pesce tornò alla sua casetta. Anna Piscopo A cura della doc. Aurilia Adriana

  10. La storia della farfalla C’era una volta una farfalla di nome Melissa che viveva su un albero. Questa farfalla non sapeva ancora volare bene perché appena uscita dal bozzolo. Melissa piangeva tutti giorni ,così la sua mamma iniziò a darle lezioni di volo. Dopo tre settimane finalmente Melissa imparò a volare e fece vedere a tutti i suoi amici che sapeva volare. Nando Esposito A cura della doc. Aurilia Adriana

  11. Il sole bambino Un giorno il Sole si svegliò e fece il giro per salutare tutta la gente che si svegliava. Faceva sempre scherzi, giocava con le nuvole, gli uccelli e il mare. Con il mare giocava a scansare gli spruzzi, con le nuvole a nascondino, a un due tre stella e con gli uccelli facevano la gara a chi correva più veloce e a chi faceva la faccia più buffa. Il sole era alto, caldo e sempre sorridente e metteva buon umore. Al mattino era un po’ pigro, perché, era come un bambino appena sveglio, un po’ infastidito e irritato perché voleva dormire e non voleva alzarsi. Quando veniva l’inverno giocava con il vento che solleticandosi a vicenda. Crescendo però diventò dispettoso, capriccioso e così non aveva più amici. Il motivo sapete qual è? Credeva di essere il più bello e forte di tutti gli altri così inizio a fare scherzi. Alle nuvole, prese uno specchio che rifletteva loro la sua luce, infastidendole. Al mare rubò un po’ d’acqua senza permesso. Gli uccelli, credendolo amico, gli fecero festa ma lui gettò loro addosso l’acqua rubata dal mare e così scapparono perché non gli piacque il gesto. Dopo un po’ il sole s’accorse che non aveva più amici e cercò rimediare, con i suoi raggi abbracciò tutti e chiese scusa e da allora il sole era sempre circondato di amici. Alessia Santoro A cura della doc. Aurilia Adriana

  12. La lumaca Priscilla Un bel giorno d’estate dopo una pioggia intensa e burrascosa,la lumaca Priscilla,uscì dal suo guscio per andare in cerca di cibo. Arrivò fino al bosco,nell’erba alta , fresca e profumata,si fermò sulla tovaglia di Giulio e Sara dove c’erano tante buone cose da mangiare: deliziose torte da gustare, panini con wurstel e patatine e proseguì finché non trovò dei biscotti caldi e profumati. Lei era ghiottissima, così mangiò tutte le briciole che erano sulla tovaglia. Camminò, sazia e gonfia, ora solo assetata, per fortuna sulla strada di ritorno trovò una pozzanghera , si dissetò e tornò a casa esausta ,ma felice di aver mangiato tanto. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  13. La scimmia sognatrice C’era una volta una piccola scimmia che dormiva sopra il ramo di un albero . Sognava di essere nella giungla e di saltare da un ramo all’altro. Nel sogno vide una banana matura e invitante,così allungò la mano per prenderla, ma … Il ramo si spezzò e la scimmia cadde a terra battendo la testa su un grande sasso. Salvatore Silvestre A cura della doc. Aurilia Adriana

  14. Se io trovassi la lampada di Aladino vorrei soddisfare tre desideri molto importanti. Il primo desiderio vorrei comprare una casa grande per i miei genitori , con un piccolo giardino con alberi e fiori. Il secondo desiderio vorrei aiutare i miei nonni con una signora tuttofare che risolvesse ogni piccolo loro problema, perché sono azioni e molto buoni con me. L ultimo desiderio che vorrei soddisfare è aiutare tutti i bambini del mondo che non hanno una famiglia e che vivono fuori. Ad ogni bambino darei tutto quello che manca. Conosco un bambino che vive in casa famiglia e i genitori l’ hanno abbandonato e io soffro molto per lui . purtroppo la lampada di Aladino non la possiedo e non posso soddisfare questi desideri però cerco di dare tanto amore ai miei genitori, ai miei nonni e alla mia amica. Maria De Masi A cura della doc. Aurilia Adriana

  15. La farfalla Sara • C’era una farfalla di nome Sara che fu invitata alla festa del criceto Bernardo. • La farfallina gli comprò un bell’album dove Bernardo poteva attaccare tutte le sue foto ricordo. L’unico inconveniente era quello di trasportare quest’album, così chiese aiuto alla sua cara amica cavalla Isabella. • Isabella accettò di aiutarlo. • Erano le 7.00 in punto e le due amiche, Isabella e Sara,arrivarono alla festa del criceto Bernardo,il quale appena entrarono,fu folgorato dalla bellezza di Isabella. • La farfalla Sara li presentò e disse:”Ora siete diventati amici”, ma il criceto svelò di essersi innamorato. • La farfalla fece una magia,con fiori arcobalenanti,polvere di stelle e cuoricini rosso fiammanti. • Così i due si innamorarono e la farfalla Sara fu felice di aver fatto una buona azione,regalando a tutt’è due un po’ di felicità. • Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  16. I maialini coraggiosi C’era una volta un porcellino di nome Beli, che aveva un fratello di nome Richard. Un giorno, poiché la mamma era a letto malata li mandò al mercato per fare la spesa ,però la mamma disse:”State attenti quando attraverserete il bosco perché ci sono tanti animali feroci:! I due fratelli s’incamminarono verso il mercato. Camminando,camminando iniziarono a sentire fame,così si fermarono a mangiare sotto un albero e dopo iniziarono a giocare. Dopo un po’ ripresero il loro cammino; per strada incontrarono un vigile,al quale chiesero se quella era la strada giusta per arrivare al mercato,ma il vigile chiese di mostrargli i documenti che servivano per entrare nel mercato. Beil li cercò ovunque ma non riuscì a trovarli,infatti si ricordò che li aveva persi quando lui e il fratello stavano giocando . Il vigile pensò che i due maialini fossero due imbroglioni ,così chiamò la polizia per farli arrestare … All’ improvviso arrivò un terribile temporale con tuoni,fulmini. Il vigile corse al riparo nella sua auto e i due maiali approfittarono della situazione e scapparono velocemente. Da lontano videro una casa e subito andarono a bussare alla porta,si affacciò la signora Pantera, che era molto elegante e gentile. La signora fece accomodare i due fratellini in casa sua,offrì loro da mangiare e poi li accompagnò in camera da letto per farli riposare…. Mentre Beil e Richard riposavano ad un tratto furono svegliati da un lamento. I due maialini subito corsero in cantina e videro che c’era una maialina legata ad un palo. Cosa ci fai qui?Chiesero i due maialini. Oh! Povera me sono prigioniera della Pantera,la quale sta aspettando che io diventi più grassa e poi mi mangerà,la stessa cosa farà con voi. I due fratelli coraggiosamente liberarono la maialina ,ma ecco che mentre stavano per scappare arrivò la Pantera che saltò addosso a Richard per mangiarselo. Senti signora perché non inizi da me?Disse Beil. Ti accontento subito! Rispose la Pantera. Appena la Pantera morse Beli iniziò a perdere un dente alla volta fino a rimanerne senza;infatti la Pantera non poteva immaginare che Beli aveva ricoperto la sua pelle di mattoni rosa che aveva trovato in cantina. La Pantera per la vergogna scappò via. I due fratelli anche se liberi erano preoccupati perché non erano andati al mercato e quindi non potevano portare nulla da mangiare a casa dalla loro mamma. Vedendoli così triste la maialina disse:”Amici non vi preoccupate i miei genitori sono molto ricchi e nella mia casa ci sono tante cose buone da mangiare:”Così la maialina li portò a casa sua e offrì loro tante cose buone da mangiare. I due fratellini ritornarono a casa dalla loro mamma,alla quale raccontarono della loro brutta avventura che però si era conclusa con una grande amicizia. Giusy Raniero A cura della doc. Aurilia Adriana

  17. I due principi innamorati Un giorno la principessa Valentina conobbe il principe Ivo che era molto coraggioso e subito si innamorarono l’uno dell’altro. Anche il principe Alessio, però, era innamorato dell’ adorata principessa Valentina. Allora il re disse ai due contendenti: “Se volete sposare mia figlia dovete uccidere il drago feroce che sta nelle segrete del” castello”. Ivo pensava: “Come farò a uccidere il Drago?” . All’ improvviso ecco comparire una fata che gli diede un anello magico il cui raggio era in grado di uccidere il drago. Ivo con grande coraggio scese nelle segrete , punto l’ anello contro il drago che in un istante morì. Quel giorno stesso Ivo e Valentina si sposarono e vissero felici e contenti per tutta la vita MARIA DE MASI A cura della doc. Aurilia Adriana

  18. La diga dei castori Una Mattinata un castoro di nome Eddi decise di attraversare il fiume ,per fare una passeggiata . Eddi aveva paura di essere trascinato via dalla corrente . Pensò allora di costruire una diga, ma non sapeva come fare. Intanto di là passò un castoro. Eddi gli chiese se lo poteva aiutare a costruire una diga in quel punto del fiume. I due castori costruirono la diga e diventarono amici. Emanuel Calvani A cura della doc. Aurilia Adriana

  19. La foresta magica Tanto tempo fa in una foresta magica viveva un gruppo di tigri che veniva sempre isolata dalle altre tigri perché erano molto lente. Il capo di questo gruppo era la tigre BAZAR . Un giorno la pantera Patrizio si occorse della debolezza di Bazar . Così sfidò la tigre ad una gara di corsa e le disse che chi avesse perso la gara , doveva rinunciare alla caverna. Bazar chiese aiuto alla zebra Clara che era una zebra magica e molto potente .Clara regalò un ciondolo magico a Bazar . Questo ciondolo gli avrebbe dato la forza e la velocità , però solo per poco tempo. Così iniziò la gara. Bazar iniziò a correre contro Patrizio con tutta la sua forza. Poi si attivò il ciondolo magico , e così Bazar vinse la gara. Patrizio per punizione fu cacciato per sempre dalla foresta magica. Alla fine le tigri vissero insieme alle altre nella caverna. Esposito Ferdinando A cura della doc. Aurilia Adriana

  20. Un drago spaventoso Un pomeriggio mentre Salvatore e il suo amico Paolo stavano facendo una passeggiata per una stradina di campagna; a un certo punto il sole andò via e il cielo diventò verde. Cominciò a soffiare un vento fortissimo, le case non si vedevano più. Pioggia e lampi erano sempre più forti. I fulmini venivano giù dal cielo sempre più violenti. Salvatore e Paolo avevano tanta paura e cercavano di proteggersi il viso con le mani. All’improvviso da un fulmine più forte uscì un enorme drago rosso che lanciava fiamme dalla mostruosa bocca. I due amici cercarono di difendersi in tutti i modi possibili, ma per loro non ci fu scampo. In un solo boccone il drago li ingoiò. Salvatore e Paolo erano disperati, non sapevano come fare a uscire dalla pancia del drago. Per fortuna passò di lì un valoroso e coraggioso cavaliere che aveva visto ciò che era accaduto ai due amici, così senza pensarci due volte colpì il drago agli occhi, gli tagliò la testa e liberò i due amici. Proprio in quel momento il cielo ritornò sereno, così i due amici fecero ritorno a casa.  Salvatore Silvestre A cura della doc. Aurilia Adriana

  21. Riccicapelli Riccicapelli era un bambino di 8 anni con i capelli ricci e arruffati , aveva degli occhi che sembravano due olive nere. Aveva un vestito e delle scarpe di pelle di animale e indossava sempre un portafortuna che era una collana di denti di mammut . Viveva in una grotta , buia e fredda, allora ogni giorno andava a raccoglier e la legna, così la sera poteva accendere il fuoco. Un giorno Riccicapelli andò a prendere la legna e lasciò la mamma e la sorella da sole. Quando tornò trovò degli animali feroci nella grotta che stavano attaccando la mamma e la sorella. Riccicapelli non si pere d’animo allora prese una lancia e con furia si scaraventò contro quegli animali feroci. Liberò la mamma e la sorella dagli animali. La sera Riccicapelli festeggiò con la mamma , la sorella e con tutti gli abitanti del villaggio che lo festeggiarono come un eroe e ballarono per ore davanti al fuoco e gli diedero il soprannome di “Furia” Riccicapelli. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  22. Un dinosauro spaventoso Una volta quando mangiai della carne, uno Pterodattilo mi diede fastidio e disse: ”La carne che stai mangiando è mia restituiscimela subito. Io risposi: « Perché?» E lui:” Perché io sono un grande pterodattilo invece tu sei un piccolo tirannosauro”. Non volli dargli la carne e così e feci invece un forte ruggito e lo pterodattilo si spaventò. Dopo un po’ , però, venne con altri della sua specie; ruggii pensando di spaventarli ma inutilmente … non se ne andarono! Così diedi loro svariati morsi ed essi spaventati scapparono. Così io potei mangiare tranquillamente. Salvatore Calvani A cura della doc. Aurilia Adriana

  23. Un tirannosauro spaventoso. Mi chiamo Heardy e sono un tirannosauro. Spaventavo tutti e non sapevo parlare … ruggivo soltanto. Un giorno mentre stavo camminando, incontrai un dinosauro che mi chiese: “Come ti chiami?” Ed io naturalmente ruggii, MA AL MIO RUGGITO TUTTI SCAPPARONO! Mortificato pensai : “ Eppure era solo il mio nome!” Spaventai tanti dinosauri con quel ruggito ma quando capirono che ero innocuo mi dissero: “Ma che fai? Così ci fai spaventare tutti!.” Mortificato decisi di imparare a parlare e da allora tutti mi accettarono, ora vivo in gruppo e sono felice. Andrea Menna A cura della doc. Aurilia Adriana

  24. Sono un tirannosauro spaventoso Sono un tirannosauro spaventoso e sono molto cattivo. Sono molto alto, quasi come un albero gigante, e per questo motivo mi sento il più forte. L’ altro giorno, poiché avevo fame, ho fatto la lotta con un altro dinosauro e con i miei denti molto affilati gli ho dato un morso, l’ho immobilizzato e dopo l’ho mangiato. Oggi mi è venuta ancora più fame e sono andato di nuovo alla ricerca di cibo. Mentre passavo per il bosco tutti si nascondevano perché avevano paura di me ma io, che sono più veloce, li ho divorati e sono tornato nel mio rifugio. Adesso sono sazio e penso che domani riposerò un po’. Anna Piscopo A cura della doc. Aurilia Adriana

  25. Sono un uovo di dinosauro … Sono un uovo di dinosauro, sono verde a puntini neri. Sento tutto quello che succede, sento parlare i miei genitori. Papà dinosauro si chiama Dino, mamma invece si chiama Lucia. Si sono conosciuti quando erano piccoli dinosauri e andavano a giocare al parco insieme agli altri dinosauri che ora sono grandi. Oggi ho sentito dire da papà che quel parco è stato distrutto da un altro dinosauro molto grande. Mamma Lucia è stata molto triste per tutta la giornata e stasera papà le ha promesso che lui e gli altri papà costruiranno il parco di nuovo, così io e gli altri piccoli giocheremo insieme. Oggi ho capito che quando uscirò dall’uovo avrò tante cose da fare, potrò conoscere tutti gli altri dinosauri e i miei genitori saranno tanto contenti di vedermi. Giuseppe Seller A cura della doc. Aurilia Adriana

  26. Il cucciolo di tirannosauro Vivevo in un uovo di tirannosauro, la mia mamma mi coccolava con tanta gioia e con tanto amore,non sentii più calore e incuriosito cominciai a dare calci nell’ uovo , che si ruppe e io misi la testa fuori. Tutto era bello, i fiori, il cielo … ma non vedevo la mia mamma! Cominciai a camminare e sentii urla di dinosauro, andai verso le urla e vidi mia mamma lottare contro un altro dinosauro, allora mi precipitai ad aiutarla ma l'altro dinosauro mi diede un calcio e mi scaraventò verso il fiume. La mia mamma mi corse incontro e mi salvò mentre l'altro dinosauro se la svignò. Iniziò presto la bella avventura della vita! Francesco Puzone A cura della doc. Aurilia Adriana

  27. L’avventura nello spazio C’era una volta un bambino di nome Andrea a cui piaceva tanto osservare lo spazio con il suo cannocchiale,affacciato dalla finestra della sua cameretta. Una sera guardando le infinite stelle vide un disco volante che si avvicinava sempre di più alla sua finestra,non ebbe neanche il tempo di chiamare la mamma che un raggio verde lo rapì. Soli su quest’astronave,un po’ impaurito e un po’ felice,girovagando tra porte e pulsanti incontrò la sua amica Beatrice ,che era stata imprigionata dagli alieni. Lei gridava:”Aiutami,Andrea!Voglio tornare a casa!”. Andrea rispose:”Ci penserò io a liberarti”. Non finì neanche di dire le ultime parole che vennero due omini piccoli e brutti,avevano un occhio,due antenne e una grande bocca che lo fermarono. Andrea,però aveva il suo orologio potente,schiacciò un tasto ed uscì un martello e lo diede in testa agli alieni. Beatrice gridava:”Bravo Andrea,bravo!”.Gli alieni però si rialzarono ed inseguirono Andrea,mentre tentava di liberare Beatrice,e schiacciò un altro pulsante e apparve un drago che sputava fuoco e in un solo colpo bruciò gli alieni e con la sua coda aprì le barre dove era rinchiusa Beatrice. I bambini felici si abbracciarono e corsero nella sala comandi,pasticciarono un po’ e arrivarono su saturno e scivolarono su uno dei suo anelli,dopo che avevano indossato la tuta spaziale saltarono ,risero,giocarono e dopo tornarono sul’astronave. Invertirono la rotta per tornare a casa. Durante il viaggio di ritorno dai finestrini dell’astronave ammirarono tutti i pianeti ,le stelle e le galassie. I bambini tornarono a casa felici di aver vissuto un’avventura meravigliosa. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  28. La penna magica Un giorno il cartolaio mise in vendita una penna di color verde. La mise in mostra come una fotomodella .Incuriosita la penna chiese ad un’altra penna:”dove siamo?”,”in cartoleria!”rispose. Dopo qualche ora Anna passò davanti alla vetrina e l’acquistò. Durante il cammino Anna si sentiva chiamare,si voltò ma non vide nessuno ,finché non aprì il suo zainetto. Quella vocina la rassicurò e disse:”Anna voglio esserti amica,esprimi un desiderio ed io lo esaudirò”. Anna chiese una torta ... ed apparve la torta. Anna era felicissima di aver una nuova amica e qualcosa da sgranocchiare. Arrivò in campagna e la mamma le chiese di dar da mangiare alle galline. Durante lo spargimento del cibo la penna cadde dalla tasca e fu beccata dalle galline. Quando Anna se ne accorse era già troppo tardi,si disperò tantissimo, perché aveva perso un’amica magica. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  29. La bicicletta magica Quando Salvatore fu promosso ebbe in regalo dai suoi genitori una bicicletta nuova. La mattina dopo tutto felice , mentre si divertiva a pedalare, la sua bicicletta prese il volo. All’inizio salvatore ebbe paura ma poi cominciò a divertirsi. Mentre volava la bicicletta parlava e gli diceva: “Salvatore vorresti andare sulla luna e vedere i marziani che vi abitano?”. Salvatore avrebbe voluto rispondere di sì, ma poi pensò che non avrebbe più rivisto i suoi genitori ed il suo fratellino. Perciò, con dispiacere, rispose alla bicicletta: “Anche a casa mia c’è quel marziano di mio fratello, mi accontenterò di guardare lui ogni giorno!”. Salvatore Buonavita A cura della doc. Aurilia Adriana

  30. A V V E N T U R A A cura della doc. Aurilia Adriana

  31. La battaglia dei pirati • Mi chiamo Ladronero, e sono un pirata. Mi avventuro in una battaglia, e non so se il mio destino andrà verso la morte o la vita. Il mio capo si chiama Barbachiara, non è preoccupato di perdere o di morire, è sicuro di sé perché sa di vincere. • Stiamo preparando le armi. Ecco la nave “Crudelia” ,stanno puntando i cannoni verso la nostra nave ”L’ Invincibile”, ma noi prepariamo concitatamente i nostri cannoni e facciamo partire una bordata… li colpiamo in pieno! • Ad un tratto ci troviamo in difficoltà … salgono sulla nostra nave con le loro spade affilate, ma il mio capitano intelligentemente prende la spada e li spinge verso il trampolino della morte e li butta in mare. Rimane, però, il capitano Orcoverde, un vero duro … è ancora sulla nave, ma il mio capitano, più duro di lui, con la sua spada super affilata gli acceca un occhio, Orcoverde cade a terra e si arrende. “Abbiamo vinto.” Dice il capitano Barbachiara e festeggiamo fino alle tre di notte con grandi mangiate e boccali di rum. • Il capitano ripete sempre: • “Abbiamo vinto, abbiamo vinto senza alcun ferito!”. • E’così che diventiamo la banda di pirati più famosi del tempo! • Sarah Mocerino A cura della doc. Aurilia Adriana

  32. La morte di scrupolo Scrupolo era un pirata di una ciurma che però voleva diventare capitano. Questi pirati erano molto forti ma un giorno vennero attaccati da pirati ancora più forti e Scrupolo allora pensò che se avesse fatto di più di tutti sarebbe diventato capitano . Stava per iniziare il grande combattimento ma la ciurma in cui c’era Scrupolo non aveva paura . La battaglia iniziò e subito le due ciurme fecero scorrere sangue e spade affilatissime si agitarono in aria non si riusciva nemmeno a seguirle ,colpi di cannone qua e là . Scrupolo era stato il più importante per la vittoria dell’equipaggio. Da quel giorno divenne il capitano e ordinò di festeggiare con rhum e cantando canzoni. Ma nel bel dei festeggiamenti si scatenò una tempesta scaraventò la nave su un’isola deserta. Si divisero per esplorare tutta l’isola. Scrupolo si trovò in una grotta accese una candela e ai suoi piedi c’era una pergamena la aprì e trovò una mappa di un tesoro ,ma non disse niente ai suoi compagni e di nascosto da quel giorno Scrupolo andò alla ricerca del tesoro. Un giorno cercando il tesoro fu attaccato da un coccodrillo dopo una lunga lotta Scrupolo riuscì ad ucciderlo con un colpo di spada. Segui il tracciato della mappa e si trovò proprio dov’ era segnata la x. Incomincio a scavare e trovo il tesoro. Dopo qualche mese il vecchio capitano della nave, sostituito da Scrupolo, scoprì che egli aveva trovato il tesoro ma non lo aveva diviso con gli altri e allora lo condanno a morte. E si narra che giaccia su quell’isola. Luigi Orefice A cura della doc. Aurilia Adriana

  33. IL PIRATA BARBABLU Mi chiamo Barbablù, sono un pirata o meglio il capitano di una nave. La nave è molto grande. Ha la statua di una sirena a prua , una bandiera con un teschio, con la banda e due spade incrociate, ed è molto bene ornate. Un giorno mi avventurai nel nord del Mar Mediterraneo ma mi imbattei in una grande tempesta, alcuni pirati morirono schiantandosi sugli scogli, altri caddero in mare e affogarono, sulla nave rimasero in pochi. Il giorno seguente la tempesta finì ed io e il mio equipaggio finimmo su un’isola deserta. C’erano soltanto palme e cocchi. La nave era danneggiata ma non affondò. Non ci perdemmo d’animo e l’aggiustammo con la legna ricavata dalle palme. Ci rimettemmo in viaggio ma ci imbattemmo in un’altra nave pirata con la quale ingaggiavano una battaglia a colpi di cannone. Durò circa 12 ore, ma alla fine vincemmo e io e il mio equipaggio festeggiammo ma dissi loro:” Non cantate ancora vittoria, oggi ci avventureremo su un’isola alla ricerca di un gran tesoro!” Giungemmo sull’isola ma per trovare il tesoro ci vollero 2 notti e 3 giorni, ma quando lo trovammo lo dividemmo, tra di noi e tornammo a casa con un gran bottino. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  34. Il pirata Alex • Tanto tempo fa c’ era un pirata di nome Alex.Era spietato, cattivo, egoista, ma c’era una cosa buona in lui, nonostante ciò , non aveva mai ucciso nessuno. • Un giorno venne una tempesta tanti marinai fuggirono, altri affogarono. Alex vide davanti a sé un’onda grandissima che gli venne contro, fu trasportato dall’ onda su un’ isola, svenne ma dopo qualche ora si svegliò e si domandò dov’ era allora andò a perlustrare l’ isola , e ad un tratto spuntarono fuori altri pirati. Alex incominciò a combattere e alla fine vinse ma non li uccise perché ne ebbe pietà cosi insieme costruirono un riparo e si procurarono il cibo e l’ acqua. • Rimasero su quell’ isola per due mesi fino a quando decisero di costruire una zattera . • Furono necessari giorni e giorni poi caricarono cibo e acqua piovana e partirono. • Nel mare non c’era nessuno, Alex e gli altri si addormentarono e si svegliarono soltanto quando una nave si avvicino allora il capitano l’ invito a salire, e finalmente ritornò a casa • Emanuel Calvani A cura della doc. Aurilia Adriana

  35. Barbarossa e il tesoro Un giorno il pirata Barbarossa trovò una grande “x “ segnata su un terreno . Il pirata pensò che ci fosse un tesoro nascosto . Così insieme ai suoi uomini si misero a scavare nel terreno . Ad un tratto videro una cassa di colore marrone. La tirarono fuori e la aprirono. Dentro c’erano tante pietre preziose e gioielli . Tornati sulla nave, festeggiarono con un grande banchetto, musica e balli . Da allora non ebbero nessun problema e furono i pirati più ricchi del mondo. Francesca Pia De Rosa A cura della doc. Aurilia Adriana

  36. Chi trova un amico trova un tesoro Il sole era alto nel cielo e riscaldava il mio corpo; aprii gli occhi e fui abbagliato. Riuscivo con fatica a ricordare quello che era successo sapevo soltanto che ero svenuto su un’isola che sembrava deserta. Mi ricordai che al collo avevo il mio fischietto portafortuna e cominciai a suonarlo per vedere se l’isola era veramente deserta. Sentii solo scappare degli animali spaventati dal rumore e allora decisi di accendere un fuoco per fare segnali di fumo. Presi dei sassi e ramoscelli e delle foglie secche e accesi il fuoco però nessuno rispondeva. All’improvviso sentii un rumore e tra me e me pensai che c’era qualcuno , andai a vedere ma trovai solo un gabbiano … divenne il mio amico d’ avventura e lo chiamai Pocho. Stava iniziando a fare sera quindi dovevo costruire un rifugio ma non avevo gli attrezzi necessari. Mi misi a esplorare l’isola e camminai quasi due ore seguendo Pocho che mi condusse ad un relitto. Esplorai il relitto e trovai tanti oggetti utili alla sopravvivenza : una bussola per orientarmi, un coltello per difendermi, una bottiglia di rhum per riscaldarmi e soprattutto una mappa del tesoro. Sentii un languorino allo stomaco e mi accorsi che ero stato digiuno tutta la giornata quindi andai a pescare con Pocho. ./. A cura della doc. Aurilia Adriana

  37. Pocho prendeva molti pesci perché i gabbiani hanno una vista sviluppata per vedere i pesci a pelo d’acqua. Per dissetarci io e Pocho andammo a rompere noci di cocco per bere il latte che era all’interno. Dopo aver mangiato e bevuto andammo a dormire. Il giorno dopo il mio primo pensiero fu di trovare il tesoro che indicava la mappa . Percorsi l’isola centimetro per centimetro ma non trovavo il posto segnato con una x. Fu ancora Pocho ad aiutarmi indicandomi una montagna e io capì subito che dovevo scalare la montagna. Arrivato in cima mi legai una corda in vita e iniziai a calarmi nel cratere … eh, sì era un vulcano ! Un avvoltoio mi girava intorno beccando la corda. Fortunatamente avevo il coltello in tasca e, con un colpo preciso, conficcai la lama nel petto dell’ uccellaccio. Trovai il tesoro non rimaneva che tornare a casa. Mandai Pocho con un messaggio legato alla zampa e il messaggio giunse miracolosamente a salvarmi. Per ricompensarli divisi il tesoro con loro. Volevo portare anche Pocho in città perché grazie a lui ero riuscito a sopravvivere ma il mio amico con dei versi mi fece capire che il suo posto era su quell’isola, libero nella natura selvaggia. Luigi Orefice A cura della doc. Aurilia Adriana

  38. Un giorno mentre venivano caricati diversi servizi di bicchieri per varie destinazioni, un bicchiere di cristallo che era nel deposito di Napoli pensò quanto sarebbe stato bello essere esposto in una vetrina di un negozio di Parigi. Decise di rotolare fuori dalla scatola in cui era confezionato e con un saltò arrivò sul camion delle consegne. Destinazione Francia. All’ufficio controlli si accorse che il bicchiere era dispari e lo tenne per sé. Il bicchiere era molto dispiaciuto e non si aspettava che la sua avventura iniziasse li. Quella sera il poliziotto festeggiava il suo fidanzamento con Lisa e per sorpresa gli regalò il bicchiere di cristallo con il vino e dentro l’anello di brillanti . Lisa fu felicissima e da quel giorno portò per ricordo il bicchiere sempre con sé. Lisa era un hostess e viaggiava per il mondo ma il bicchiere rimaneva nella valigia e allora arrivati a Barcellona decise di scappare. La mattina dopo rotolò sul carrello della colazione e il cameriere sé lo portò. La sera sì ritrovò a tavola di una famiglia con un bambino capriccioso che piangeva perché voleva portare il bicchiere a casa. Per Natale la signora organizzò una vendita di beneficienza in chiesa e Jack un turista inglese lo comprò. Il bicchiere si trovò dalla sangria al the. Jack morì e tutte le cose vennero date ai parenti, il bicchiere al nipote tedesco. Ricominciò con fiumi di birra ma il bicchiere sognava ancora la lontana Parigi. Durante una festa il bicchiere fu scambiato con un russo che a capodanno durante il brindisi lo buttò a terra. I pezzi del bicchiere furono buttati nei sacchi della differenziata e un barbone li incollò e cominciò a viaggiare con l’autostop. Dopo tanti anni il sogno il sogno del bicchiere sembrava impossibile, ormai era rotto, sporco e in giro per il mondo, ma accadde che…il barbone lo vendette ad una signora di antiquariato che lo ripulì e riparò e lo mise nella sua vetrina. Quando il bicchiere aprì gli occhi vide le luci brillanti della torre Eiffel. Luigi Orefice Un bicchiere vuole andarsene per il mondo A cura della doc. Aurilia Adriana

  39. Rino bicchiere giramondo Mi chiamo Rino, sono un bicchiere di vetro di color turchese, sono alto 15 cm. un po’ grassottello. Desideravo viaggiare per il mondo, Sarà una bella impresa” pensai. “Ho il cuore che mi batte già a mille!”. Un gran giorno un rullo trasportatore mi trasportò fuori dalla fabbrica e in un batter d’occhio fui libero da quel frastuono e da quel mondo tutto grigio. Io amo i colori della natura. Potevo realizzare finalmente il mio sogno, quello di viaggiare per il mondo, con gli occhi innamorati della vita. Poiché la fabbrica si trovava in Svizzera, feci subito una passeggiata per i pascoli e vidi tante mucche e assaggiai quel buon cioccolato, anzi ne feci una gran scorpacciata. Poi mi addormentai sotto un albero grande e maestoso. Quando mi svegliai, m’incamminai e raggiunsi la Francia, davanti ai miei occhi c’era Parigi! Vidi tante famiglie divertirsi ero giunto a Disneyland Parisio decisi di salire su uno di quei giochi per vedere cosa si provasse, la testa cominciò a girarmi tantissimo e quando si fermò la giostra, svenni sul sediolino e fu lì che incontrai Josephin. Appena ripresi i sensi le sorrisi, inizialmente si spaventò ma subito divenimmo grandi amici. Mi portò con sé per le vie della Francia, quando dei ballerini la presero in giro, mi spaventai, ma dovevo difendere a tutti i costi la mia nuova amica. Saltai come una furia contro ognuno di loro e così scapparono a gambe levate. Josephin mi fece ammirare la Tour Eiffel ed io restai senza parole. Insieme partimmo per l’Italia, un posto veramente incantato, Venezia la girammo in lungo e in largo con le gondole, mentre a Roma vidi il Papa e Josephin gli strinse la mano … mi sa che tra i due il più emozionato ero io! Napoli col il suo golfo illuminato mille luci; Pulcinella con il mandolino è l’esperienza che conservo di più nel mio cuore. A cura della doc. Aurilia Adriana

  40. Da lì ci avventurammo in un luogo ricco e povero era l’Africa!Per giorni e giorni girammo per il deserto, abbiamo scattato tante foto accanto alle piramidi, ci siamo divertiti tantissimo! Devo dire che il sole dell’Africa mi ha fatto abbronzare così tanto, che avevo il segno degli occhiali da sole. E’ bello camminare nella borsetta di Josephin c’è tutto! La mia seconda esperienza di volo non è stata molto piacevole, la mia amica mi lasciò nel bagno dell’aereo, trascorsi tante ore nella speranza che si accorgesse della mai assenza, ma niente! La signorina si era addormentata placidamente su quelle comode poltrone, finché l’aereo non atterrò in America, solo allora si ricordò di me e mi venne a cercare. Quando scendemmo dall’aereo pensai a Cristoforo Colombo e dissi: “Certo che fece un bel viaggetto per arrivare fin qui, complimenti!” Abbiamo assistito a un discorso di Obama, forte il presidente! C’erano tante persone ad applaudirlo. Ho fatto su e giù negli ascensori dei grattacieli, un vero sballo! Durante il viaggio sull’autobus, in un giorno qualunque vidi un bicchiere dalle forme da vera modella, mi mozzò il fiato, il mio cuore già impazziva per lei. Trascinai Josephin verso l’ultimo sediolino, ero rosso peperone e non riuscivo a dire una parola, finché Josephin non mi spinse verso di lei, l’ abbracciai e lei mi diede un bacio. Da lì la nostra storia d’amore ebbe inizio e iniziammo anche a girare il mondo in tre. Ad angelica piacevano i pinguini, così decidemmo di trasferirci al polo nord e la nostra casa fu un igloo. Peccato che Josephin non si volle fermare lì con noi. Durante i miei viaggi ho conosciuto l’amicizia e l’amore, sono due sentimenti bellissimi perché entrambi fanno batter e il cuore. Gentile Beatrice A cura della doc. Aurilia Adriana

  41. Un bicchiere vuole girare il mondo Limoncello è un bicchiere Napoletano, precisamente abita a Sorrento in una bella casa che affaccia sul mare. Il suo giardino è pieno di piante di limoni perché è con i limoni di Sorrento che si fa un buon limoncello. Limoncello è un bicchiere giallo, magro e non è molto alto, è simpatico e scherzoso. Di giorno fa il pescatore, esce con la sua barchetta e pesca molti pesci ma di sera si trasforma in un ballerino. Ha tanti amici: il siciliano Marsala, la spagnola Sangria e la messicana Tequila. Poiché sono di città diverse, ognuno balla il tipico ballo del suo paese: Marsala balla la quadriglia, Sangria il flamenco, Tequila la salsa e lui balla la tarantella. Sono molto bravi e fanno molte gare di ballo. Spesso si siedono vicino al mare e sognano di girare il mondo, Limoncello ha visto tante città e conosce tante persone. Ha visto la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania e ha conosciuto tanti balli. Il suo sogno però è quello di imparare il tango Argentino, quindi un giorno parte da solo con l’aereo e arriva a Buenos Aires, è una grande città piena di palazzi alti e la gente sembra così simpatica e allegra, si ferma per caso davanti a una scuola di danza ed entra per curiosare. Qui c’è una maestra di ballo bellissima e sensuale e balla molto bene e Limoncello se ne innamorano a prima vista. Il giorno dopo decide di prendere lezioni private. La maestra si chiama Vodka. Dopo una settimana si duro lavoro limoncello ha imparato a ballare il tango e non solo, lui e vodka si sono fidanzati e fanno tante gare di ballo insieme. A una finale vincono il primo premio: un grandissimo camper blu che diventerà la loro casa per girare il mondo. Sarah Mocerino A cura della doc. Aurilia Adriana

  42. Un bicchiere vuole andarsene per il mondo C’era una volta, in una cucina, un bicchiere. Un giorno, parlando con la forchetta, immaginò il mondo che stava fuori dalla cucina. “Vorrei proprio andarmene per il mondo, così potrei vedere le giostre, i ristoranti e molti altri posti più belli di questa cucina brutta e noiosa. A volte sento le persone che parlano di posti Lontani come foreste, Savane, Giungle … e io ho proprio voglia di partire per vederli! Divertirmi con le scimmie!” Un giorno il bicchiere decise di partire, ma disse, fra sé e sé: “Devo stare attento, non sono mai andato in strada!” Il bicchiere, allora fece fagotto e partì, ma appena fuori in strada stava per essere calpestato dalle persone. Quindi spaventato tornò al suo posto in cucina. Ma non si dava pace e allora decise di riprovarci. Questa volta, però, portò con sé la sua amica forchetta e i due, insieme, videro tanti posti e tanti animali. Anna Piscopo A cura della doc. Aurilia Adriana

  43. Una fantastica avventura Sono Luca, un sub molto abile, ho esplorato oceani e mari sempre da solo, ho scoperto tante cose meravigliose del mondo. Oggi mi trovo di nuovo sulla, mia nave dirigendomi chissà dove. Ma ecco che all’improvviso un’onda viene verso di me, è altissima e mi travolge, perdo i sensi e sembra che il tempo si è fermato perché con mi ricordo niente. Poi mi sveglio e mi trovo su un’isola ho paura ma sono coraggioso e non mi perdo d’animo. Inizio a camminare su quest’isola, cammino tanto e mi sembra di stare sempre allo stesso posto perché è tutto uguale. Non ci sono persone e nemmeno animali, c’è una cascata e l’acqua è freddissima ma buona da bere. Cerco ancora e trovo: foglie, legno, noci di cocco e delle buone banane, con la noce di cocco faccio il contenitore d’acqua e con i rami e le foglie mi costruisco un riparo per dormire. Dentro il pantalone c’è il mio cellulare, ma è inutile perché è tutto bagnato. La notte è lunghissima e buia c’è solo la luce della luna che è bellissima, penso e ripenso a quello che è successo e a come posso ritornare a casa. Quando mi sveglio, sento un rumore forte di un aereo e penso: ”E’ la mia immaginazione? “Invece no l’areo si ferma sull’isola e scende il mio amico Davide che finalmente mi salva. Come sono contento di vederlo. Ritorno a casa con quest', avventura. Sarah Mocerino A cura della doc. Aurilia Adriana

  44. In una grotta a Pompei L’archeologo Peter un uomo alto e coraggioso si avventurò in Italia per trovare reperti storici dell’epoca del Neolitico. Viaggiava con degli assistenti con oggetti sofisticati per il rilevamento di reperti storici. Arrivato in Italia Peter cominciò le sue ricerche e un giorno con la sua squadra entrò in una grotta alla valle del Vesuvio. L’assistente Susan stava per essere inghiottito dalla lava e allora Peter si strappo la giacca la legò alla cintura, fece una corda e la lancio alla vite di Susan. Cominciò a tirare ma il terreno era scivoloso e Peter inciampò, sembrava che non ci fosse niente da fare. I due precipitarono e persero conoscenza. Quando si ripresero si trovarono in una grotta ma non ricordavano di essere svenuti. Era tutto buio nemmeno, un po’ di luce. Accesero una candela e davanti a loro apparvero delle scene di guerra disegnate dagli uomini di Neanderthal:” Evviva li abbiamo trovati!” esclamò felice Peter e mentre esultavano sentirono una voce:” Peter, Susan dove siete? “ Siamo qui vieni a salvarci “ e in un batter d’occhio Jack arrivò nella grotta e lì porto fuori. Tutti e tre festeggiarono per il ritrovamento. Arrivarono i giornalisti li intervistarono e divennero famosi. Luigi Orefice A cura della doc. Aurilia Adriana

  45. La formula ripuliscimare Beatrice una donna alta e magra,dagli occhi celesti come il mare,e con dei capelli lunghi e ricci, oltre che bella, era anche una brava scienziata . Un giorno nel suo laboratorio scoprì una formula per ripulire i fondali dell’oceano. Così si avventurò nell’oceano con il suo laboratorio galleggiante . Indossò la sua tuta di colore bianco e celeste, la maschera e il boccale, mise la bombola d’ossigeno sulle spalle, le pinne e la cintura contenente la sostanza trovata e il suo pugnale. Si tuffò nell’oceano e rimase stupita perché d’avanti ai suoi occhi vide dei pesci tricolore ma vide anche una macchia nera avvicinarsi, tra sé e sé disse: “Ma che cosa sarà mai quest’ombra che si avvicina?”Questa macchia diventava sempre più grande finché non si accorse che era uno squalo che la voleva attaccare . Beatrice non si scoraggiò prese il pugnale e lo colpì diritto al cuore. Dopo aver ucciso lo squalo prese la boccetta l’aprì e la gettò sul fondo dell’oceano e tutti i fondali si ripulirono del petrolio che avvelenava tutti i pesci e dei rifiuti che l’uomo getta nell’oceano. I pesci ritornarono a vivere in ambienti sani!! La missione era compiuta e ritornò nel suo laboratorio, sana e salva e contenta che la sua formula funzionasse alla perfezione. Alessia Santoro A cura della doc. Aurilia Adriana

  46. Avventura nella giungla Un botanico di nome Erik voleva studiare una pianta carnivora velenosa che vive nella giungla. Si incamminò, perciò, per l’India. Arrivò nella giungla e vide tantissimi alberi. Camminando però affondò nelle sabbie mobili e pensò tra se: “Non posso liberarmi!”. Per Erik era giunta proprio la fine! Non ancora … con un grande sforzo riuscì ad afferrare un robusto ramo e riuscì a liberarsi. Non passò molto tempo, però,che fu sopraffatto da un forte vento… un tornado travolse tutto! Si mise al riparo e dopo un po’ per fortuna il tornado si allontanò senza troppi danni. Camminò moltissimo ma FINALMENTE trovò la grande pianta carnivora velenosa. Fece appena in tempo a sradicarla che il vulcano, che si trovava poco lontano, eruttò e giusto in tempo riuscì a scappare. Stanchissimo ma felice arrivò in città, esaminò il campione della pianta e scoprì molte cose fino ad allora ancora sconosciute. Era valsa la pena di affrontare tanti rischi! Salvatore Calvani A cura della doc. Aurilia Adriana

  47. L’avventura nel deserto Il mio nome è Sarah, sono una scienziata. Voglio fare una ricerca sui cobra del deserto. Ovviamente dovrò fare molta attenzione ai comportamenti del cobra, per questo ho una dottoressa con me. Parto con il mio aereo e arrivo a destinazione. Non ci sono molte cose, solo sabbia e cactus. Mentre mi giro, mi intrappolo tra i cactus … che male! Fortunatamente mi libero con agilità. Ho qualche spina piccola nella pelle ma non fa male. Sono soli pochi graffi che la dottoressa mi medica subito. Mi giro e mi rigiro ma non c’è traccia del mio obiettivo! Oh, oh! E’ arrivata una tempesta di sabbia! Non riusciamo a camminare perché la tempesta è troppo forte! Quando finalmente tutto è terminato, ci incamminiamo, ancora, alla ricerca del cobra. Eccolo è lì! Sta cercando una preda… prepariamo tutto il necessario. Cerco di prenderlo ma il cobra cerca di confondermi, è molto difficile prendere il cobra. Gli cade una scaglia della sua pelle. Finalmente ho qualche traccia per studiarlo. Ritorno al mio aereo e volo verso il mio studio.Finalmente posso fare la mia ricerca. E’ stata pericolosa ma quest’avventura mi è piaciuta. Sarah Mocerino A cura della doc. Aurilia Adriana

  48. La scienziata Maria nell’oceano Il mio nome è Maria,ho due occhioni verdi come gemme,capelli lunghi e lisci,sono una scienziata,amo il mare e salvo le tartarughe in via d’estinzione. Un giorno una petroliera di passaggio si scontrò contro un ice-berg e fuguoriscì tanto di quel petrolio che arrivò fino alla riva. Le più colpite furono le tartarughe le quali diventarono tutte nere e appiccicose. Io giunsi sul posto e mi accorsi che il disastro sarebbe diventata una catastrofe se non avessi trovato una soluzione in breve tempo. I loro occhietti sembravano ch emi dicessero:”Aiutaci!Solo tu ci puoi salvare!” Non mi persi di coraggi e mandai degli S.O.S.,nel frattempo cercai di trascinarle con un gommone gonfiabile e con delle reti. Durante la “salvezza” una piovra gigante anch’essa sporca di petrolio ,cercò di afferrare le tartarughe per farne un solo boccone,fortunatamente avevo con me il mio arpione e con una mira infallibile mirai al cuore di quella terribile piovra che sprofondò negli abissi dell’oceano. Non la uccisi, le iniettai solo un potente sonnifero. Scansato il pericolo ne giunse subito un altro,un’onda gigante ci sollevò ,gettandoci nel panico e ci scaraventò fino alla riva. Finalmente tirai un sospiro di sollievo. Arrivarono i soccorsi,allestirono una vasca gigantesca e ci gettarono le tartarughe per ripulirle. Ma missione ancora non era terminata! Ora dovevo trovare il modo per ripulire l’oceano da quella enorme macchia nera. Per alcuni giorni,mi rinchiusi nel mio laboratorio,meditai,lo studiai e azzardai un’ipotesi,la elaborai ed infine realizzai un’aspira –petrolio marino. Subito andai provarlo. Non credevo ai miei occhi! L’aspiratore funzionava per davvero. Presi le tartarughe e le feci scivolare pian piano nel loro habitat naturale. Le tartarughe sembravano ringraziarmi,con i loro occhi lucidi e soddisfatti del mio lavoro. Beatrice Gentile A cura della doc. Aurilia Adriana

  49. Un esploratore in pericolo Un giorno un esploratore decise di andare in una foresta per esplorare una grotta. Era tanto stretta che ci lavorò molto a lungo per allargarne l’ ingresso. Quando fu abbastanza grande, entrò; non si vedeva niente, allora accese la lampada e si incamminò. Incontrò di tutto, spuntoni di roccia, scheletri e animali di tutti i generi: ragni, scorpioni serpenti e pipistrelli. Questa grotta era molto profonda sembrava non finire mai. Ad un certo punto una nuvola nera di pipistrelli iniziò ad attaccarlo, per cui perse l’ equilibrio cadde e gli sfuggì di mano la lampada. Non si fece prendere dal panico riafferrò la lampada e si rialzò, prese un bastone e un pezzo della sua camicia, lo intinse nel petrolio della lampada e lo accese, così cacciò via i pipistrelli. Intanto, inseguito dallo stormo di pipistrelli, correva verso l’ingresso, da lontano vide la luce e capì che era vicino all’ uscita. Arrivò fuori, i pipistrelli vedendo la luce del sole invertirono il volo e si rintanarono nuovamente nella grotta. L’ esploratore finalmente in salvo pensò di rinviare l’esplorazione a tempi migliori e con attrezzature migliori. Marica Silvestre A cura della doc. Aurilia Adriana

  50. LEGGENDE M I T I e A cura della doc. Aurilia Adriana

More Related