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LA TUBERCOLOSI NELL’ARTE. ELIANA FRIZZERA. VI RACCONTER ò UNA STORIA. FIRENZE, 2009. NORMANDIA, 1824. 15 GENNAIO. In un paesino della Normandia nasce Alphonsine Plessis. Figlia della strada e dell’accattonaggio, a quindici anni lascia la famiglia per recarsi a Parigi.
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LA TUBERCOLOSI NELL’ARTE. ELIANA FRIZZERA.
15 GENNAIO. In un paesino della Normandia nasce Alphonsine Plessis. Figlia della strada e dell’accattonaggio, a quindici anni lascia la famiglia per recarsi a Parigi. Non rivedrà la madre che muore due anni dopo di tubercolosi.
OTTOCENTO. Chiamata tisi, mal sottile, consunzione, peste bianca, la tubercolosi attraversa l’Europa. E’ritenuta malattia ereditaria, familiare, costituzionale, Favorita da uno stile di vita irregolare, bohemienne, moralmente non retto.
Fino ad un terzo della popolazione viene colpito. In quasi ogni famiglia un lutto.
Una corrente romantica attraversa l’Europa. L’arte parla di emozioni, di sentimenti, di passioni, di mistero, di sensibilità. ROMANTIC
PARIGI. Dopo alterne vicende Alphonsine diviene, con il nome Marie Duplessis, una delle più sensuali e fascinose cortigiane dell’epoca. “…una vergine che un nonnulla aveva reso cortigiana e una cortigiana che un nonnulla avrebbe reso la vergine più innamorata e più pura.”
Con lei Alexandre Dumas figlio ha una breve e bruciante relazione. “Era, insomma, impossibile trovare una bellezza più affascinante”, scriverà.
1848. Scrive la sua storia nel romanzo”la signora dalle camelie.”
Amava adornarsi di camelie, Fiori costosi, segno di distinzione e passione. “Per venticinque giorni le camelie erano bianche e cinque giorni rosse.”
Il romanzo riscuote un enorme successo. “Perché un significativo prodotto dello spirito possa esercitare un’influenza profonda e vasta occorre un’affinità segreta, quasi una concordanza, fra il destino personale dell’autore e quello comune alla generazione del suo tempo. Gli esseri umani non sanno perché conferiscano gloria ad un’opera d’arte. …..il vero motivo del loro plauso è imponderabile, è la simpatia.” Thomas Mann, 1912
Racconta la storia di una giovanissima cortigiana, ammalata di tisi. Innamorata di un suo giovane amante e ricambiata, rinuncia all’ amore per non danneggiare la reputazione della sua famiglia.
“Cos’ha?” “Ha che è tisica.”
“Il cuore è strano. Fui quasi contento di quella malattia.” La tubercolosi è malattia edificante, raffinata… segno di eleganza, delicatezza, sensibilità. Susan Sontag. Malattia come metafora.1979
è tisica….. ed è cortigiana. …queste misere creature divengono tali anche contro la loro volontà, trascinatevi …..dalla malattia stessa che stanno covando. …pietà per il suo male, che fu più grande e più incontenibile della sua stessa lascivia che, circolo vizioso, da quello le derivò. G.Cesare La tubercolosi nell’arte, 1939
“… la malattia assopita, ma non vinta, continuava a darle quel febbrile desiderio che è quasi connesso alla malattia di petto.” La tubercolosi è una malattia dei sensi. Bene tenerle lontane le giovinette. Acuisce la sensualità, la provoca, conferisce straordinari poteri di seduzione.
Tripudio degli onori, del piacere, del lavoro. La tubercolosi è malattia del genio, fonte di ispirazione creatrice. Acuisce non solo la sensualità, anche la creatività. “ La malattia ti dà la libertà. Ti rende …ecco, ora mi sovviene la parola che non ho mai usata! Ti rende geniale.” Thomas Mann La montagna incantata, 1924
…..FRANZ KAFKA SARAH BERNARDT FREDERICH CHOPIN ELEONORA DUSE ALBERT CAMUS ANTON CHEKHOV PAUL GAUGUIN VIVIEN LEIGH THOMAS MANN NICCOLÒ PAGANINI GEORGE ORWELL ALLAN EDGAR POE LOUIS STEVENSON IGOR STRAVINSKI RICHELIEU…. TUBERKOLOSE ALS SCHIKSAL- TUBERCOLOSI COME DESTINO, 1932 Ebstein. …S. BERNARDETTE SOUBIROUS DE LOURDES, SIMON BOLIVAR, LOUIS BRAILLE, GEORGES CANETTI, NAPOLEONE II, MARIA FELICE GARCIA, ANTON GHON, IRVING WASHINGTON, GIACOMO LEOPARDI, POPELIN JEAN-BAPTISTE –MOLIERE, SAINTE THERESE MARTIN DE LISIEUX, JEAN CALVIN….
“Replicò con una certa amarezza … guardate un po’ se gli altri si occupano di me...” Malattia dellamiseria, delle privazioni. La povertà può anche non essere letterale, come nella soffitta di Mimì nella Boheme. Vive nel lusso, ma interiormente è come un animale randagio. Sola, senza nessuno che le voglia bene. Susan Sontag. Malattia come metafora.1979
“Dobbiamo vivere in fretta, abbiamo poco tempo.” La tubercolosi è malattia del tempo. Della giovinezza. Peste bianca. Porta via la vita. Improvvisamente, sputando sangue.
“Il fatto è che sanno bene che con questa malattia non c’è nulla da fare. ….la malattia mi soppraffà, un giorno dopo l’altro, sono pallida, sempre più magra.” Consapevolezza della malattia.
“I medici dicono che il sangue che sputo viene dai bronchi. Io fingo di crederlo. E’ tutto ciò che posso fare per loro.” E se venisse dall’anima?
“La sua stessa magrezza era una grazia.” La tubercolosi consuma, è malattia dell’anima, purificata dalla pesantezza del corpo, rende belli. Tenuità dell’essere. Soavità dei lineamenti.
…il dimagrimento, lo sguardo bruciante, le guance pallide od arrossate dalla febbre….. In quello stato lo spirito è già come separato dall’organismo. Il corpo nella sua trasparente morbidezza non ha più significato di per sé, è in tutto e per tutto espressione soltanto dell’anima… Karl Rosenkranz,1853
“La morte e la malattia sono spessobelle…come il colorito febbrile della consunzione.” Davide Henry Thoreau, 1852
Nasce un nuovo canone di bellezza, giunto fino a noi. Pallore, aspetto filiforme, grazia ne sono gli elementi essenziali.
Le mode femminili novecentesche ,con il loro culto per la magrezza, sono l’ ultima roccaforte delle metafore associate alla romanticizzazione della tubercolosi avvenuta tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento. Susan Sontag. Malattia come metafora.1979
“…era distesa davanti al fuoco e batteva i denti per il gran freddo. Era livida. “
“…fu presa da un attacco di tosse, più forte di quelli che aveva avuto fino ad allora. Mi sembrò che il petto le si schiantasse dentro.”
“Sputo sangue continuamente.” “Mi sento soffocare; soffoco. Aria.” ”Soffro orrendamente, muoio, Mio Dio.”
“Aveva provato nella sua vita un amore serio, ne aveva sofferto e ne era morta.” Morta di tubercolosi o di amore?
La tubercolosi diviene metafora della malattia di amore, sia sensuale che spirituale. Consumarsi, Fibra per fibra, impercettibilmente. Spegnersi come lo stoppino di una lampada senza più olio. Mal d’amore.
”I sintomi della malattia non sono altro che una manifestazione mascherata della potenza dell’amore; e l’intera malattia è soltanto amore trasformato.” Thomas Mann, LaMontagna incantata 1924
Sensualità e Purezza. Malattia ed Amore. Dolore e Morte. Alphonsine incarna così la terribile malattia che entra nelle case degli europei - delle europee- e ne diviene l’icona immortale, celebrata ed amata.
Alphonsine, Margherita nel romanzo “la signora dalle camelie”, diviene Violetta nell’opera “La Traviata” di Giuseppe Verdi.
Moulin Rouge- 2004 Alphonsine verrà celebrata in teatro, nel cinema, nella danza, in televisione…. Camille- 1936
..… affascinante, misteriosa, delicata, immagine della tubercolosi.