E N D
1. UNA PANORAMICA SULLA DIPENDENZA DA SOSTANZE Accorti Margherita 545863
Amabile Lara 548333
Baroni Martina 549120
Bianchi Elisa 549029
Cataudella Concetta 548572
De Broi Vera 541394
Funes Annalisa 547874
Galante Renč 547970
Gregoris Laura 547875
Lenzi Michela 529093
2. BIBLIOGRAFIA Sindromi e disturbi psichici e comportamentali dovuti all’ uso di sostanze psicoattive, in Fava Vizziello G., Psicopatologia dello sviluppo, Il Mulino Manuali, 2003.
Nizzoli U., Pissacroia M., Trattato completo degli abusi e delle dipendenze,Volume 1,Piccin, 2003.
3.
5. INTRODUZIONE
DROGA qualsiasi sostanza di origine naturale o sintetica estranea all’organismo, che introdotta nello stesso, č capace di modificarne la funzione, a livello biologico, psicologico e sociale; (E. Costa, M. Colloca)
il termine appartiene ormai a particolari connotazioni legate a problematiche normative, colpevolizzanti e di stigmatizzazione socio-culturale
6. I DIVERSI TIPI DI CONSUMATORI Sperimentatore: ha avuto contatti sporadici con la droga o per curiositŕ o per la pressione del gruppo di appartenenza
Consumatore occasionale: fa uso di droga in modo saltuario, con la possibilitŕ di interromperne l’uso senza problemi di natura psichica o sociale
Consumatore abituale: nonostante abbia sviluppato una certa tolleranza alla droga e subendo piů o meno una dipendenza psico-fisica, riesce a mantenere un buon livello di vita sociale;
Farmacodipendente: consumatore di sostanze in stato di intossicazione , con una tendenza all’uso continuo in seguito all’instaurarsi della dipendenza, ma riuscendo a mantenere una soddisfacente vita sociale
Tossicomane: persona in stato di intossicazione con un bisogno continuo di assunzione, disponibilitŕ a procurarsi la sostanza con ogni mezzo, assuefazione e unico interesse presente č rivolto alla droga
13. STORIOGRAFIA DELLE SOSTANZE
Riferimenti bibliografici:E. Malizia “storiografia della tossicodipenza”E. Malizia, F. Navazio “storiografia dell’abuso e dipendenza dall’alcol” “storiografia dell’abuso e della dipendenza da tabacco”
24. LA SITUAZIONE ITALIANA Riferimenti bibliografici:
Pallanti S., Epidemiologia clinica delle situazioni di abuso e delle condizioni di dipendenza in etŕ adulta
25. L’utilizzazione di sostanze stupefacenti in Italia č considerato un “ problema importato” dagli Stati Uniti alla fine degli anni ’60. La tossicodipendenza, inizialmente ritenuta estranea alla nostra cultura, č diventata un fenomeno diffuso e una parte rilevante della coscienza collettiva.
26. La diffusione e l’utilizzazione di sostanze stupefacenti ha seguito un percorso di 3 fasi: Fase “esperienziale” (fine anni ’60-fine anni ’70):
Nell’ambito della contestazione giovanile la droga assume un valore trasgressivo ed esperienziale, tramite la quale raggiungere una conoscenza piů profonda di sé e del mondo.
C’č ancora pochissima informazione sugli effetti e sui danni e la droga piů usata č l’eroina.
27. 2. Fase “edonistica” (fine anni ’70- anni ’90): Il consumo della droga diventa edonistico: la gioventů si concede piaceri estremi.
L’uso di eroina diminuisce, ma č compensato dall’emergente consumo di:
- Cocaina
Ecstasy
Psicofarmaci
L’immagine della droga diventa piů negativa: il tossico č un malato, un emarginato, un criminale.
28. 3. Fase attuale (ultimo decennio): Le fasce di etŕ coinvolte sono sempre piů giovani.
All’interno di una cultura del rischio la droga diventa strumento autodistruttivo.
Aumenta il consumo di droghe con effetti piů nocivi (ecstasy,crack,marijuana).
Si diffonde l’idea del drogato come persona debole,vittima di un ambiente familiare fallimentare e di modelli culturali negativi.
29. LEGGE 49/2006CONVERSIONE DEL DL 272/2005
30. CAMBIAMENTI PIŮ SIGNIFICATIVI: Scompare la distinzione tra droghe“ leggere” e droghe “pesanti” ( allo stesso livello sono collocati oppio, coca, cannabis e anfetamine).
Introduzione della CIRCOSTANZA ATTENUANTE del FATTO DI LIEVE ENTITA’
31. Introduzione del parametro della QUANTITA’ nell’accertamento del reato:
32. CLASSIFICAZIONI DELLE DROGHE Riferimenti bibliografici:
E. Costa, M. Colloca: “ Definizione di droghe”.
34. CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI PRODOTTI SUL SNC Sostanze depressogene:
-alcol, - oppioidi,
-derivati della cannabis, - benzodiazepine,
- barbiturici.
2. Sostanze stimolanti:
- cocaina, - amfetamine,
- nicotina, - caffeina.
Sostanze allucinogene:
- mescalina, - LSD.
Sostanze euforizzanti:
- cannabis e derivati, - solventi,
- alcol.
35. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALL’ ORIGINE Naturali: vegetale, animale e minerale, possono ritrovarsi cosě come sono in natura o parzialmente modificate da alcuni trattamenti.
(morfina, hashish, cocaina, mescalina.)
2. Sintetiche: ottenute per un processo di sintesi chimica.
( barbiturici, benzodiazepine e amfetamine.)
3. Semisintetiche: ottenute da derivati naturali sottoposti a trattamenti chimici.
( eroina, LSD, alcol.)
36. CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI Oppiacei: oppio, morfina, eroina.
Inizialmente: sensazione di benessere fisico ed euforia, luciditŕ mentale ed aumento della creativitŕ.
Segue: profonda depressione fisica e psichica.
2. Cocaina:
Fase euforica: esaltazione della fantasia, dell’immaginazione, delle facoltŕ creative e delle funzioni sessuali.
Segue: allucinazioni uditive, con talvolta idee persecutorie. Il cocainomane puň essere sociolesivo.
L’uso continuato causa anoressia e deperimento organico.
37. Derivati dalla canapa: hashish, marijuana:
Euforia, senso di benessere, rilassamento muscolare, allucinazioni che producono ilaritŕ, piacevoli sensazioni visive e uditive.
Passato l’effetto della droga: astenia e desiderio di cibo.
4. Allucinogeni: LSD e i suoi simili
Allucinazioni visive e uditive, sensazione di espansione della mente, aumentata velocitŕ del pensiero, capacitŕ di comprendere e rapportarsi con questioni comportamentali complesse.
L’ LSD č stata anche impiegata nella psicoterapia e nella cura dell’ etilismo cronico
5. Crack: sostanza eccitante ed economica ma molto pericolosa in quanto dŕ assuefazione giŕ dopo le prime somministrazioni.
38. CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGALI E ILLEGALI
Droghe legali
Droghe illegali:
non hanno effetti positivi sull’ organismo
la loro assunzione č vietata dalla legge.
Non bisogna dimenticare che ciň che č legale in una cultura puň non esserlo in altre ( es. alcol)
39. CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGGERE E PESANTI(* DISTINZIONE IN USO PIŮ TRA I GIOVANI CHE TRA GLI STUDIOSI DI DROGA)
1. Droghe leggere: (derivati dalla canapa e LSD)
non danno dipendenza psichica
non comportano l’ insorgenza di una sintomatologia di astinenza
2. Droghe pesanti: (oppioidi)
danno dipendenza fisica e psichica
assuefazione.
40. LE TRE DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA Riferimenti bibliografici:
E. Aguglia, A. Riolo, E. Pascolo Fabrici: “Dimensione sociale della dipendenza”.
G. Invernizzi, C. Bressi, G. Guggeri: “Dimensione familiare della dipendenza”.
R. Rossi, P. Fele: “Dimensione individuale della dipendenza”.
41. LA DIMENSIONE SOCIALE
Non č possibile ripercorrere l’evoluzione psicologica di un individuo senza tener conto delle sollecitazioni e delle proibizioni, delle esperienze o delle carenze che hanno caratterizzato, a partire dalla sua nascita, il suo contesto ambientale.
Le regole di ogni cultura sono aspetti costitutivi della personalitŕ.
Ogni societŕ č coinvolta direttamente o indirettamente in fenomeni di consumo di droghe.
Le stesse droghe possono essere incoraggiate o proibite a seconda del Paese. La societŕ crea dei bisogni che non č in grado di soddisfare completamente e la droga puň assumere il valore di risposta illusoria di fronte alla frustrazione provocata (Murphy).
42. LA DIMENSIONE FAMILIARE
LA FAMIGLIA IN OTTICA SISTEMICA
Tossicodipendenza: sintomo che nasce all’ interno della famiglia e rappresenta l’espressione di un disturbo.
Funzioni:
Funge da canale di una comunicazione altrimenti difficile o bloccata
Tiene unita la famiglia
Č un fattore disturbante che evita piů gravi cristallizzazioni del conflitti
Č una condizione di allerta costante che blocca i genitori ad una certa fase del loro ciclo di vita proteggendoli dall’ansia di un ulteriore evoluzione
Definisce un membro come indifeso e incompetente e ne impedisce l’individualizzazione.
Il tossicodipendente č stigmatizzato come pecora nera della famiglia e diviene il capro espiatorio dei problemi degli altri componenti (funzionale al mantenimento dell’equilibrio all’interno del sistema)
43. Elenco di condizioni /situazioni predittive:
Sovversione gerarchica: sconvolgimenti che indeboliscono la coppia genitoriale.
Ipercoinvolgimento emotivo (madre simbiotica)
Perdita dei confini individuali
Schemi relazionali: relazione madre-bambino con
A)Assenza del padre.
B)Notevole coinvolgimento paterno.
La teoria transgenerazionale:
attribuisce un peso maggiore alle componenti insoddisfacenti della relazione che ciascun genitore ha avuto con la propria famiglia d’origine nell’infanzia e nell’adolescenza.
i genitori del tossicomane trasmettono intergenerazionalmente una cultura affettiva e relazionale acquisita nella relazione carente coi rispettivi genitori
44. La teoria transgenerazionale individua 3 tipologie di famiglie del tossicodipendente:
Caratterizzata da modalitŕ di accudimento ineccepibili formalmente, ma inadeguate sul piano affettivo. La droga assume una funzione antidepressiva.
I genitori ripropongono le esperienza traumatiche vissute nella famiglia d’origine e strumentalizzano i figli all’interno delle disfunzioni di coppia. La droga come contenitore della confusione.
Trasmissione transgenerazionale dell’abbandono oggettivo come cultura affettiva dominante nelle relazioni. Droga per evacuare la forte carica aggressiva e la rabbia.
45. LA DIMENSIONE INDIVIDUALELe osservazioni psicoanalitiche riguardanti la tossicodipendenza IERI
focalizzavano l’attenzione sul controllo pulsionale
erano incentrate sul concetto di fissazione orale (Freud).
OGGI
Puntano alle relazioni d’oggetto e alle identificazioni finalizzate alla costruzione dell’identitŕ
la visione č in termini difensivi e adattivi piuttosto che regressivi
la droga puň rinforzare le difettose difese dell’Io contro affetti potenti come rabbia, vergogna e depressione
46. La caratteristica che meglio qualifica i rapporti madre-bambino dei futuri tossicodipendenti č la carenza affettiva:
Precoce esperienza abbandonica non riconosciuta o riparata grazie a:
Meccanismi di dissimulazione che impediscono al figlio di elaborare la realtŕ
La sofferenza č generalmente minimizzata e occultata tanto che si crea un’apparente condizione di stabilitŕ familiare
I meccanismi di scissione dei tossicodipendenti:
Funzione di copertura degli aspetti carenziali della relazione con la madre.
In adolescenza:
Autonomia negata in nome del controllo
Droga tampona la confusione derivata dallo svelamento delle carenza materne in una sorta di ribellione contro la figura primaria mantenendo perň un legame
Le richieste provocatorie che sembrano tagliar fuori la madre ne inaspriscono il controllo
La tossicodipendenza sancisce la dipendenza perpetua dalla famiglia
47. Struttura psicodinamica del tossicomane:
perdita dell’oggetto d’amore antico che porta alla posizione melanconica:
vissuto di immobilitŕ, impossibilitŕ di cambiare e di utilizzare modalitŕ di rapporto oggettuale nuove, al di fuori di quella ripetitiva con l’oggetto chimico che non tradisce.
Paura connessa alla perdita dell’oggetto primario supera i vantaggi dell’evoluzione maturativa; la struttura melanconica tenta di mantenere narcisisticamente introiettato l’oggetto primario con la sua tragica ambivalenza .
L’illusione di permanenza perenne dell’oggetto arcaico č magicamente e onnipotentemente ricreato nella droga.
Mancato superamento della posizione depressiva ( impedisce la costruzione di un valido oggetto transizionale ed il successivo investimento su oggetti sostitutivi per l’impossibilitŕ di tollerare la frustrazione della perdita).
L’ unico investimento possibile č quello sull’oggetto chimico sempre disponibile.
48.
L’introiezione dell’oggetto droga salva, con modalitŕ narcisistica, dalla dipendenza da un oggetto non controllabile costruendo un oggetto sostitutivo, ma perverso perché mortifero per ovviare alla perdita dell’oggetto d’amore arcaico.
In quest’ottica l’originaria interpretazione psicodinamica della tossicodipendenza come regressione allo stadio orale puň essere sostituita da una visione d’abuso di stupefacenti come difensivo e adattivo, piuttosto che regressivo
49. UN BISOGNO ANOMALO: IL CRAVING
Assoluta intolleranza della perdita, dall’esigenza di una soddisfazione immediata e dal meccanismo del “tutto e subito” narcisistico.
Ciň č fonte di alcuni problemi nel trattamento di questi pazienti:
Terapie sostitutive: (metadone)
Aspetti psicoterapeutici:
La relazione con questi soggetti tende a ricalcare l’intensa relazione diadica con la madre
Concorrenza con la droga come oggetto chimico onnipotente gestibile
50. ASPETTI TEORICI E CLINICI DELLA DIPENDENZA NORMALE E PATOLOGICA IN ETŔ INFANTILE E
ADOLESCENZIALE
Riferimenti bibliografici:
A. Cipriani: “Aspetti teorici e clinici della dipendenza normale e patologica in etŕ infantile e adolescenziale”
51. INFANZIA E DIPENDENZA J. McDougall:
Particolari relazioni con la madre (ad es. simbiotico) non permettono di evolvere verso una dipendenza matura
52. La dipendenza č:
un tentativo di autoterapia di fronte a stati psichici minacciosi, suddivisibili in tre categorie:
angosce nevrotiche
angoscia paranoide e depressiva
angosce psicotiche
Una forma di resa dei conti con le figure parentali che si esplica in tre diversi tipi di sfida:
sfida all’ oggetto materno interno, sentito come assente o inadeguato a offrire sollievo agli stati emotivi intollerabili, mentre il sostituto esterno da cui si dipende sarŕ sempre pronto a surrogare le funzioni materne mancanti.
sfida al padre interno, vissuto come mancante nelle sue funzioni, che non ha liberato il figlio dalla simbiosi materna. Atteggiamento proiettato sull’intera societŕ nella forma del disprezzo per ogni norma sociale.
sfida alla morte, atteggiamento di onnipotenza iniziale e dopo una tendenza a ceder all’impulso di morte.
53. ADOLESCENZA E DIPENDENZA L’assunzione di sostanze psicoattive č uno dei fenomeni piů frequenti perché l’adolescente deve separarsi dagli oggetti infantili per trovarne di nuovi, ricostruendo sé stesso nella direzione di una migliore individuazione e autonomia, attraverso la sperimentazione di ogni possibile esperienza per lui disponibile.
In adolescenza l’oggetto droga “simbolizza” il conflitto tra dipendenza infantile e matura di cui ci si vorrebbe sbarazzare e che si esprime nel continuo rivolgersi a diversi oggetti-Sé tutti rapidamente abbandonati e sostituiti.
Alcuni autori sottolineano la positivitŕ dello “sperimentare” tipico dell’adolescente che prova di tutto alla ricerca di identitŕ e autonoma affermazione includendovi anche l’oggetto droga.
Altri autori sottolineano il legame tra droga e appartenenza al gruppo dei coetanei all’interno di una sub-cultura sentita come libera dalla dipendenza verso l’adulto.
54.
Gli aspetti problematici dell’adolescenza danno luogo, se non proprio ad una personalitŕ, ad un “atteggiamento tossicofilico” che si fonda sull’ esperienza simbiotica non elaborabile.
Nella maggior parte dei casi sono gli adolescenti ad abusare di droghe ma atti del genere si possono osservare anche in bambini piccoli (inalazione di colle e solventi chimici)
Va sottolineato che un enorme numero di adolescenti sperimenta una o piů droghe ma solo un piccolo numero prosegue
56. Riferimenti bibliografici:
L. Viggiani, E. Colla, F. Pesci “ L’uso e l’abuso di droghe da parte dei minorenni che transitano nei servizi della giustrizia minorile”
G. Scardaccione “ Tossicofilia giovanile e criminalitŕ”
64. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL PROBLEMA TOSSICODIPENDENZA NELLE CARCERI ITALIANE
Qual’ č il tipo di intervento migliore per i tossicodipendenti detenuti?
Come rendere meno traumatico il passaggio dal carcere al mondo esterno?
Quale educabilitŕ in sede penitenziaria?
65. DIFFICOLTA’ Assenza di condizioni idonee per la “rieducazione” (sovraffollamento,mancanza di spazi idonei..).
Sovrapposizione riduttiva di mondo esterno e carcere.
Disagio nel reinserimento in societŕ (“qui ho trovato una casa e quasi una famiglia”).
66. RUOLO DELL’OPERATORE Spesso all’operatore viene riconosciuta la funzione di ricostruire un soggetto ubbidiente alle regole,senza permettergli di introiettare il sistema educativo.
L’intervento non dovrebbe ridursi alla somministrazione di psicofarmaci ma consentire lo sviluppo di una capacitŕ di mentalizzazione.
67. ANZIANI E ALCOL Riferimenti bibliografici:
A. Di Salvatore “ I problemi alcolcorrelati nell’anziano”.
68. I PROBLEMI ALCOLCORRELATI NELL’ANZIANO INTRODUZIONE GENERALE ALL’ALCOL
72. I PROBLEMI ALCOLCORRELATI NELL’ANZIANO INTRODUZIONE GENERALE ALL’ALCOL
Il consumo moderato di alcool pare avere effetti positivi sulla salute umana il bere in eccesso causa una serie di problematicitŕ, sia fisiche, che mentali;
In Italia il vino rimane la bevanda maggiormente consumata, collegata principalmente ad aspetti sociali e culturali ci sono persone che bevono piů di tre-quattro litri/al giorno, senza ubriacarsi, ma ad alto rischio di diventare epatopatici;
Uso frequente e precoce in etŕ adolescenziale di alcol fortemente correlato all’abuso in etŕ adulta di alcool e/o droghe illecite;
L’alcool determina un aumento della mortalitŕ fino a 2-5 volte rispetto l’atteso per fascia d’etŕ secondo l’OMS nei Paesi Industrializzati l’alcool causa l’1-2% della mortalitŕ generale, e risulta causa diretta o indiretta di oltre il 10% della disabilitŕ totale (anni vissuti con una invaliditŕ totale);
73. I PROBLEMI NELL’ANZIANO Spesso si tende ad osservare il problema dell’alcol all’interno del mondo giovanile, tralasciando il problema degli anziani:
Poco interesse nell’anziano perché una si ritiene che la prevalenza dell’alcol sia bassa dal momento che la maggior parte degli alcolisti tende a morire o smettere di bere prima dei 65 anni
Credenza che pochi anziani bevano in quantitŕ tale da avere dei problemi alcol-correlati
Vecchi alcolisti considerati i barboni senza dimora
Molti anziani alcolisti vivono isolati e raramente attirano l’attenzione, e il loro bere č giustificato come risposta allo stress collegato all’invecchiamento
75.
Di conseguenza si č sviluppato uno scarso interesse per la creazione di programmi rivolti all’alcol negli anziani, non considerando le reali ripercussioni che puň avere questa “droga” sugli anziani stessi!
Fortunatamente di recente č incrementato l’interesse per gli alcolisti anziani, soprattutto a causa del progressivo invecchiamento della popolazione (vita media=75/80 anni)
L’alcolismo tra gli anziani č un fenomeno significativo, e caratterizza:
5-10% della popolazione anziana non istituzionalizzata
10-55% della popolazione anziana istituzionalizzata
86. ASPETTI TERAPEUTICI E PREVENTIVI
Riferimenti bibliografici:
F. Bruno, Storiografia degli interventi preventivi.
F. Bruno, Vetere C., Storiografia degli aspetti terapeutici e delle tecniche di riduzione del danno.
87. COMPLESSITA’ SOCIALE DEL FENOMENO
88.
“i tossicodipendenti non solo sono diversi uno dall’altro, ma ognuno č diverso da se stesso in tempi diversi perché diverso č il suo rapporto con la droga;
Non č auspicabile la stesura di uno schema terapeutico valido per tutti i tossicodipendenti… occorre di volta in volta un sapere di base che personalizzi la terapia” (Costa E., Colloca M.,)
COMPLESSITA’ INDIVIDUALE DEL FENOMENO
89. ATTIVITA’ POSSIBILI CONTRO LA DIFFUSIONE DELL’ABUSO DI DROGHE (F. Bruno) Da un punto di vista simbolico-immaginativo, tali attivitŕ possono essere descritte mediante due tipi di reazione
90. 1. PREVENZIONE (REAZIONE OFFENSIVA) Definizione di prevenzione:
insieme di attivitŕ adeguate e mirate a contrastare il verificarsi e il manifestarsi di un dato fenomeno in una determinata popolazione.
Classificazione di Caplan (1964):
Prevenzione primaria: le attivitŕ riguardano la popolazione generale e sono rivolte ad impedire le cause stesse del fenomeno in questione, evitando che il rischio si manifesti
Prevenzione secondaria: le attivitŕ sono rivolte ad impedire che il fenomeno si manifesti in particolari gruppi della popolazione, detti “a rischio”, in quanto piů degli altri sono a rischio di rimanere vittima del fenomeno in questione.
Prevenzione terziaria: tende ad identificarsi con il trattamento in quanto č rivolta a soggetti che hanno giŕ subito il fenomeno, al fine di ridurne le conseguenze e l’impatto.
91. TIPOLOGIE DI ATTIVITA’ PREVENTIVE
92. 2.CONTRASTO, CONTROLLO,TRATTAMENTO (REAZIONE DIFENSIVA)
93. DUE DIVERSI APPROCCI POSSONO GUIDARE STRATEGIE E INTERVENTI (F. Bruno)
94. PER QUANTO RIGUARDA I TRATTAMENTI
95. …ALCUNI ESEMPI DI INTERVENTO… Servizi specialistici territoriali per la prescrizione (da uno studio di J. Marsden et al svolto in Inghilterra);
Servizi di distribuzione di siringhe (da uno studio di J. Marsden et al svolto in Inghilterra);
Le comunitŕ terapeutiche chiuse ed aperte (di Costa E., Colloca M.)
96. 1. SERVIZI SPECIALISTICI TERRITORIALI PER LA PRESCRIZIONE Destinati ai consumatori di droga prevalentemente dipendenti da eroina.
Offrono un trattamento di sostituzione con oppiacei, solitamente mediante metadone (meno diffuso il trattamento con buprenorfina o con antagonisti quali naltrexone).
Il metadone, per via orale, si puň somministrare
a scalare mantenimento
97. 2. SERVIZI DI DISTRIBUZIONE DI SIRINGHE Consumatori droghe per via endovenosa > rischio infezioni per via sanguigna
Importanza relativa alla sensibilizzazione in merito all’impiego di attrezzatura per iniezioni pulita.
Creazione di agenzie specialistiche e farmacie utili alla distribuzione di aghi e siringhe nuovi ed eliminazione dell’attrezzatura usata.
98. 3. LE COMUNITA’ TERAPEUTICHE (CT)(E. Costa, M. Colloca) Inghilterra, fine ‘700 recupero malati mentali;
Italia, anni ’60 recupero emarginati, malati mentali, poveri e tossicodipendenti.
chiuso
Attualmente CT
aperto
99. CT CHIUSE
Funziona 24h al giorno;
Entrando si perde ogni diritto; serie di pressioni e divieti; iter di espiazione e ricostruzione;
Presenza di un capo carismatico e di un’ideologia di base;
Alla dipendenza fisica/psichica si sostituisce quella della struttura/ leader/ideologia.
CT APERTE
Funziona meno di 24h;
Iter di responsabilizzazione e riscoperta di alternative alla droga;
100. ESEMPIO DI VILLA MARAINI (CT APERTA) Estate ’76 su iniziativa della Croce Rossa;
Regole: 1. Nessuna droga illegale.
2. Nessun furto.
3. Nessuna violenza fisica.
Fine: no guarigione dal buco a tutti i costi:
il buco č solo un sintomo;
la ricerca della droga č il segno che qualcosa non va
E’ la persona che sceglie la comunitŕ e si impegna a rimanervi;
Se la persona arriva “fatta” in comunitŕ subirŕ l’aggressione verbale degli altri ospiti e lo scontro avrŕ un valore dialettico e terapeutico qualora canalizzato dall’operatore;
Attivitŕ: pulizia dei locali, preparazione del cibo, attivitŕ artigianali, sportive;
Quartiere e famigliari possono partecipare alle attivitŕ permettendo il contatto tossicodipendente-societŕ.
101. SERVIZI PER CONSUMATORI DI DROGA IN INGHILTERRA (J.Marsden, J.Strang et al.) Premessa:
Le necessitŕ dei consumatori di droga non possono essere soddisfatte da un singolo servizio;
Per una risposta economica, efficiente ed efficace si richiedono committenza e presa in carico comuni ed appropriate, lavoro condiviso, operatori specializzati/generici.
102. CLASSIFICAZIONE DEI SERVIZI IN 4 LIVELLI DI CURA
103. SERVIZI UTILIZZABILI
104. SERVIZI UTILIZZABILI
107.