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IL RUOLO DELLA DONNA NEL TEMPO . I fili della memoria: le donne nella storia dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni (1915-2003).
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IL RUOLO DELLA DONNA NEL TEMPO I fili della memoria: le donne nella storia dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni (1915-2003). Nel secondo quadrimestre, in conformità con gli accordi presi alla fine dell’anno scolastico scorso, è stata portata avanti la ricerca delle foto per poter comprendere l’evoluzione del ruolo della donna nel tempo, dando particolare attenzione al periodo che va dalla rivoluzione francese ai nostri giorni. (Le foto dei bambini che di seguito saranno visualizzate si riferiscono alla rappresentazione teatrale svoltasi al termine dell'anno scolastico come sintesi del lavoro di ricerca effettuato dagli alunni sotto la guida di tutte le insegnanti. I genitori degli alunni hanno autorizzato la pubblicazione delle stesse.)
Presentazione Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita. donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in rapporto di un reciproco dono, al servizio della comunione e della vita. donna-figlia o sorella, che porti nel nucleo familiare e nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità, della tua costanza. donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, culturale, economica, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del mistero, alla edificazione di strutture più ricche di umanità. donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio. Donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità, arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani, come portatrice di pace. (dalla lettera del Papa)
La prima guerra mondiale Tapùm Ho lasciato la mamma mia L’ho lasciata per fare il soldà Tapùm, tapùm, tapùm… Trenta giorni sull’Ortigara Senza cambio per dismontà Tapùm, tapùm, tapùm… Nella valle c’è un cimitero Cimitero di noi soldà Tapùm, tapum, tapùm… Cimitero di noi soldà Presto un giorno ti vengo a trovar Tapùm, tapùm, tapùm…
Durante la prima guerra mondiale le donne presero il posto degli uomini, impegnati in guerra. Nell’Italia settentrionale molte lavoravano nelle fabbriche per produrre le armi necessarie all’esercito. Nell’Italia meridionale lavoravano nei campi e in casa per poter assicurare il necessario ai propri figli. Altre, addirittura, lasciarono la famiglia per prendere parte attiva alla grande guerra come infermiere crocerossine negli ospedali militari per curare e aiutare psicologicamente i soldati feriti. Le crocerossine
Ragazza guerriera Ha tagliato i suoi biondi capelli Si traveste da militar E la monta in aeroplano E su al Piave la se ne va. Quando è giunta in riva al Piave Un tenente l’ha incontrà Rassomigli a una donzella Travestita da militar. Io non sono una donzella Travestita da militar Sono un povero coscritto Dal governo so’ stà richiamà. Son tre anni che faccio il soldato Sempre a fianco del mio primo amor Verginella ero prima Verginella lo sono ancor
Il dopoguerra Finita la prima guerra mondiale le donne ripresero il loro naturale posto all’interno della famiglia per lasciare liberi i posti di lavoro ai reduci e feriti di guerra. In questo periodo, però, la fine di un lungo incubo, fatto di tristezza, di solitudine e di lutti determinarono un mutamento radicale per quanto riguardava la condizione della donna sia nella famiglia che nel mondo del lavoro. Anche l’abbigliamento cambia : dalle foto di quel periodo si può notare che le donne cominciarono ad indossare gonne corte e a tagliare i capelli. (Alcune volontarie insegnano il metodo Braille ai soldati ciechi, agosto 1917.)
1920-1922 Negli anni che precedettero il periodo fascista, tra il 1920-1922, ci furono le prime lotte per le otto ore di lavoro nelle fabbriche, a cui parteciparono gli uomini, ma soprattutto le donne con i loro cortei di protesta.
Le otto ore Se otto ore vi sembran poche Provate voi a lavorar E capirete la differenza Di lavorar e di comandar. E quei vigliacchi e quei signor Andranno loro a lavorar E capiranno la differenza Di lavorar e di comandar. E noi faremo come la Russia E suoneremo il campanello E suoneremo il campanello…
IL FASCISMO Durante il fascismo si affermò un nuovo modello, che vide la donna solo come forza riproduttiva e individuò, nella casa, il suo luogo naturale. Venne istituito un fondo previdenziale per le “massaie rurali. Le donne, provviste di un titolo di studio superiore, non poterono più insegnare nei licei e venne loro concesso solo il 10% dei posti per le assunzioni nell’impiego pubblico e privato.
Vita di paese A Sant’Andrea, come in tutto il sud d’Italia, si viveva con quel poco che dava la terra. La popolazione era formata prevalentemente da . Pochi erano gli artigiani, chiamati “artisti” e pochissimi i ricchi chiamati “signori”. Questi erano considerati tali perché possedevano un po’ di terra in più e la davano da coltivare in affitto ai più poveri. La classe dei contadini era molto varia e diversificata: vi erano i proprietari piccoli e piccolissimi, i fittavoli, i braccianti a giornata, “li ualani”, proprietari di masserie e di bestiame. contadini Ambienti dell’epoca realizzati per la rappresentazione teatrale
Le donne seguivano gli uomini in tutti i lavori dei campi, dalla “majèsä” (maggese) alla raccolta delle olive, dalla pulizia della stalla alla mungitura, dalla vendemmia alla mietitura come spigolatrici… E quando procreavano… guai a far nascere una figlia femmina! A quei tempi avere una figlia femmina significava pensare alla dote, stare attenti alla onorabilità per garantirle un buon marito e sposarla il più presto possibile. Una figlia femmina , insomma, significava avere continue preoccupazioni
La seconda guerra mondiale Durante la seconda guerra mondiale le foto di donne che rappresentavano i valori della casa e della nazione, per la quale si stava combattendo, vennero diffuse in migliaia di copie tra la popolazione. Ma comunque non mancavano con serate danzanti, allietate dal suono dell’organetto e dei primi grammofoni che si andavano diffondendo anche nel nostro ambiente per feste, legate alla nostra tradizione agricola o in occasioni di matrimoni o battesimi. momenti lieti
I bambini, in costume tipico, interpretano una danza popolare del periodo, accompagnati dal suono dell‘"organetto".
...intanto la guerra continua Dal 1939 al 1945 l’uso massiccio dei bombardamenti aerei, l’occupazione di interi territori, le deportazioni in massa degli ebrei, le stragi nei confronti di civili inermi fecero si che non ci fosse distinzioni tra il fronte militare e quello civile o interno. Il fronte era dappertutto e tutti erano coinvolti negli eventi di guerra. Le donne , come sempre, lavoravano e si arrabattavano per cercare qualcosa da mangiare per i propri cari: figli e anziani. Facevano la borsa nera o la subivano, dando in cambio di generi alimentari o medicinali preziosi capi di corredo o oggetti d’oro di grande valore affettivo. Durante le incursioni aeree trasformarono cantine, grotte e rifugi in camere da letto e cucine.L’8 settembre 1943 è una data importante, a partire dalla quale molte donne cominciarono a vestire e sfamare molti militari sbandati, dando vita a quella che è stata definita da molti ”la grande opera di salvataggio della nostra storia”.Ai lutti per la morte di molti militari in guerra si aggiungevano i morti civili, durante il bombardamento del 23 settembre del 1943.Ancora una volta le donne dimostrarono di essere le vere protagoniste della resistenza civile, considerata come rifiuto quotidiano individuale per un clima di violenza subita ,che portò a gesti come nascondere ebrei e militari stranieri.Le donne, anche se non direttamente impegnate nella resistenza, furono una componente essenziale di quella fitta rete di attività e relazioni che resero possibile salvare il paese.
La ricostruzione Finita la guerra cominciò l’opera di ricostruzione del Paese, che aveva subito danni durante i bombardamenti aerei con gli aiuti degli alleati e, soprattutto, con le rimesse degli uomini costretti ad in Venezuela. Le donne, ancora una volta, rimasero sole in casa a lavorare per educare i figli e per costruire la casa distrutta. Nell’immediato dopoguerra sorsero due associazioni femminili: UDI e CIF, che ebbero il compito di assistere l’infanzia e la famiglia nelle realtà più a rischio, cioè in quelle più duramente provate dall’esperienza della guerra. emigrare Arco della Terra - S.Andrea di Conza
Il voto alle donne La legge n. 23 del 1 Febbraio 1945, nota per la “estensione del voto alle donne” diede alle italiane la piena cittadinanza politica. Nella primavera del 1946 molte donne andarono in massa a votare e contribuirono con i loro voti ad eleggere ben 21 donne per la costituente del 2 giugno.
Il "boom" economico Dopo la ricostruzione ebbe inizio l’epoca del "boom e del benessere economico" (dal 1958 al 1963). In questo periodo cominciarono a lavorare nelle industrie e con la loro maggiore autonomia economica si rafforzò il loro ruolo, perché diventarono consumatrici di prodotti per sé e per la casa. A metà degli anni 50 L’Italia era ancora un paese per molti versi in via di sviluppo. L’economia era basata, prevalentemente, sull’agricoltura (nel censimento del 1951 ben il 42% degli italiani lavoravano nell’agricoltura, caccia e pesca). L’industria era concentrata nelle regioni nord occidentali e il suo peso nell’economia nazionale era relativo. Sul finire degli anni 60 nasceva e si sviluppava la contestazione giovanile. le donne
Il "68" Nel 1968 essa vide scendere nelle piazze insieme giovani donne e giovani uomini contro il principio di autorità che dominava ogni aspetto della vita sociale, con particolare riferimento al mondo della scuola e della famiglia. Lo slogan delle donne negli anni 70 era “il pane, il lavoro e le rose”. Il pane e il lavoro erano il sogno per tante donne, giovani e meno giovani, ma soprattutto “ le rose” cioè una qualità diversa della vita. In questo periodo le donne cominciarono a lavorare nel terziario e nel pubblico impiego. Anche nel nostro piccolo paese si notò un certo risveglio per quanto riguardava il lavoro. Accanto alle insegnanti, commesse, impiegate sono molte le donne che lavorano nel settore giudiziario, dei trasporti, bancario, sanitario e della ricerca scientifica ( si ricordi Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la medicina nel 1986.) Molte donne cominciarono a lavorare, nel 1974 nel pantalonificio della ditta Borrelli.
L'attualità Negli anni più vicini a noi i progressi della tecnologia, l’evoluzione della società e dei costumi hanno portato ad un profondo cambiamento del ruolo della donna nella famiglia e nel mondo del lavoro: - nella famiglia col riconoscimento della parità di compiti tra uomini e donne; - nel mondo del lavoro, con l’accesso, per la prima volta, di donne anche a cariche importanti nello Stato: Nilde Iotti, presidente della Camera dei deputati, Letizia Moratti, ministro della Pubblica Istruzione e la giornalista Lucia Annunziata, Presidente della RAI. Anche il menage familiare subisce, però, delle radicali trasformazioni. Cambia il rapporto di coppia, il rapporto tra i pilastri della famiglia patriarcale: suocera-nuora, il rapporto tra i genitori e i figli. E’ maggiormente sulla donna che ricade un triplice carico di lavoro. La donna diventa al tempo stesso professionista, moglie, madre con tutti i conseguenti problemi... La donna in ufficio La donna nella sua casa La donna nel tempo libero