1 / 21

INTRODUZIONE

INTRODUZIONE. CAPITOLO 1. MODELLI NORMATIVI E POLITICA ECONOMICA. 1.1 INTRODUZIONE: La scienza economica. Economia politica : costruzione di schemi per spiegare i fenomeni. tratta il contenuto positivo ciò che è. Politica economica :

kaden-lara
Download Presentation

INTRODUZIONE

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. INTRODUZIONE

  2. CAPITOLO 1 MODELLI NORMATIVI E POLITICA ECONOMICA

  3. 1.1 INTRODUZIONE: La scienza economica Economia politica: costruzione di schemi per spiegare i fenomeni • tratta il contenuto positivo • ciò che è • Politica economica: • disciplina che ricerca regole di condotta per ottenere certi obiettivi • contenuto normativo  ciò che dovrebbe essere

  4. 1.1 INTRODUZIONE • La politica economica può essere disciplina: • 1. Teorica analisi economica normativa • 2. Applicata riferita aproblemi specifici (rimedi alla disoccupazione, inflazione, ambiente) e segue i vincoli imposti dalle istituzioni, dalle associazioni ecc. • 3. Storica ricostruisce i programmi proposti dal sistema economico in un determinato periodo

  5. 1.1 INTRODUZIONE • Gli elementi del Modello di politica economica: • Obiettivi(impatto sui costi e sui contenuti) • fissi • flessibili • Razionalità • illimitata, sostanziale • limitata, procedurale • Ideologia • esterna: legata al modello economico di riferimento • interna preferenze espresse nell’indicazione dell’obiettivo

  6. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.1 La definizione della politica economica • CLASSICA (L. Robbins – J. Bentham): • Il corpo di principi dell’azione (agenda) o dell’inazione (non agenda) del governo rispetto all’attività economica • Coinvolge la pubblica amministrazione • Scelta tra intervento o lasciar fare al mercato • MODERNA (F. Caffè): • Quella disciplina che ricerca le regole di condotta tendenti a influire sui fenomeni economici in vista di orientarli in senso desiderato • Coinvolge la pubblica amministrazione e il soggetto economico privato • Programmi di intervento: principi d’azione e regole di condotta

  7. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.2 Il modello standard di politica economica Modello di economia politica PARTEPOSITIVA Modello normativo Obiettivo PARTE NORMATIVA Modello di politica economica

  8. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.2 Il modello standard di politica economica • Modello di spiegazione analitica: il comportamento dei soggetti economici e gli elementi esterni sono NOTI • 2. Modello economico normativo: gli elementi noti nel precedente modello rappresentano gli OBIETTIVI per questo •  devono essere esplicitati secondo il sistema di preferenze •  strategia dei policy maker, programma di politica economica

  9. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.3 Obiettivi fissi e obiettivi flessibili • FISSI: • Valore da realizzare fissato numericamente • Trasmessi al policy maker tramite specifica e unica alternativa da realizzare • Limitata autonomia dei policy maker (alti costi) • FLESSIBILI: • Fissati attraverso identificazione di una funzione obiettivo (di max o min) secondo le preferenze • Maggiore autonomia policy maker • Meno costoso e più adattabile a modifiche

  10. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.3 Obiettivi fissi e obiettivi flessibili • Esempio: • Supponiamo che gli Stati del mondo siano sei (a, b, c, d, e, f) • Decisore pubblico ordina al policy maker: • obiettivo fisso (d): • il policy maker dovrà costruire un programma specifico per ottenere (d), se (d) non è raggiungibile il policy maker dovrà attendere altri ordini costi e tempo elevati • obiettivo flessibile (d): • ordinamento di preferenze (d, a, c, e, b, f), il policy maker costruirà un programma per il raggiungimento di (d) ma se (d) non è più possibile si può mutare raggiungendo (a) •  risparmio in termini di gestione e flessibilità

  11. 1.2 ILSIGNIFICATO DI POLITICA ECONOMICA E LA STRUTTURA DEL MODELLO DI POLITICA ECONOMICA 1.2.3 Obiettivi fissi e obiettivi flessibili • L’ordine ricevuto dal policy maker può essere: • COMPLETO: specifica ogni possibile circostanza se obiettivo fisso o flessibile non varia • INCOMPLETO: non sono previste tutte le circostanze preferibile obiettivo flessibile (< costi di gestione) • Tesi diverse sulla “pari dignità” degli obiettivi fissi e flessibili

  12. 1.3 L’IPOTESI DI RAZIONALITÀ IN POLITICA ECONOMICA 1.3.1 La razionalità sostanziale e la razionalità limitata RAZIONALITÀ ECONOMICA:visione teleologica dell’agire umano, strumenti ed azioni per raggiungimento di un fine Capacità dell’uomo di pensare RAGIONE RAZIONALITÀ Soggettiva Oggettiva - Procedimento mentale che coordina i mezzi al fine - Ordine determinato dagli interessi di un soggetto - Valori universali - Criteri validi per tutti

  13. 1.3 L’IPOTESI DI RAZIONALITÀ IN POLITICA ECONOMICA 1.3.1 La razionalità sostanziale e la razionalità limitata • RAZIONALITÀ SOSTANZIALE • Detta anche sostantiva, illuminata, perfetta. • Risultati di una scelta dipendono dalla funzione di preferenza di un soggetto e dai limiti. • Ipotesi dei classici: • uomo ha conoscenza degli aspetti rilevanti del sistema • sistema di preferenze organizzato e stabile • capacità di calcolo perfette che consentono di ottenere punto di massimo nella scala delle preferenze •  Visione della scienza economica tradizionale o classica: ragione soggettiva e razionalità sostanziale

  14. 1.3 L’IPOTESI DI RAZIONALITÀ IN POLITICA ECONOMICA 1.3.1 La razionalità sostanziale e la razionalità limitata RAZIONALITÀ LIMITATA (Simon) Critiche alle ipotesi dei classici: Limite alle capacità cognitive – informazioni limitate sulle alternative, incertezza No evidenza empirica di fronte a problemi di difficile soluzione Limite alla capacità di calcolo  Visione di Simon: Ragione soggettiva e razionalità limitata

  15. 1.3 L’IPOTESI DI RAZIONALITÀ IN POLITICA ECONOMICA 1.3.2 La razionalità procedurale Dalla capacità di scelta al processo di scelta. Attività umana intesa come attività di ricerca intelligente del modo migliore per fare una scelta. Agente economico ottimizza cioè massimizza il suo obiettivo sotto un vincolo. Metodo di lavoro per il decisore pubblico.

  16. 1.3 L’IPOTESI DI RAZIONALITÀ IN POLITICA ECONOMICA 1.3.2 La razionalità procedurale Procedura razionale di problem solving DECISORE PUBBLICO (Governo) OBIETTIVO Detta gli obiettivi e seleziona il modello economico interpretativo POLICY MAKER CONTROLLABILITÀ Responsabile del modello di politica economica trasmesso POLICY ADVISER  PROGRAMMA esperto di analisi di calcolo per la soluzione tecnica del modello RAZIONALITÀ PROCEDURALE

  17. 1.4 L’IDEOLOGIA ESTERNA: IL POSITIVISMO E IL PLURALISMO METODOLOGICO1.4.1 Positivismo e pluralismo in economia Il modello economico di riferimento influenza il programma. Teorie diverse in base a diverse letture della stessa realtà POSITIVISMO PLURALISMO • Legato al darwinismo • Prevede proposizioni vere o false • Si considerano solo le vere (accertate empiricamente) • MAINSTREAM verità generale • esalta aspetto storico • Pluralismo teorico: presenza simultanea di più teorie • Pluralismo metodologico: no modelli veri o falsi ma più regole fondamentali tra loro alternative Economia scienza forte Economia scienza debole

  18. 1.4 L’IDEOLOGIA ESTERNA: IL POSITIVISMO E IL PLURALISMO METODOLOGICO1.4.1 Robustezza e pluralità dei programmi Programma robusto Positivismo Pluralismo programmi veri, migliorano nel tempo, eliminando gli errori al mutare del modello di riferimento, quando ci sono maggiori probabilità di condivisione e di soddisfazione delle scelte della società

  19. 1.5 L’IDEOLOGIA INTERNA: ORDINAMENTO SOCIALE DIRETTO E INDIRETTO1.5.1 Le valutazioni sociali, ordinamento diretto e indiretto L’ideologia interna influenza il programma di politica economica, individuazione di ciò che si vorrebbe fosse  obiettivi Problema principale  arrivare all’ordinamento dellepreferenze degli individui SOCIAL ORDERING DIRETTO Esterno, graduatoria segue principio ETICO INDIRETTO Preferenze individuali, in base all’utilità

  20. 1.5 L’IDEOLOGIA INTERNA: ORDINAMENTO SOCIALE DIRETTO E INDIRETTO1.5.2 L’ideologia interna nelle società elitarie e nelle società democratiche Società con ordinamento diretto: Preferenze indicate da gruppo sociale egemone nella collettività  società elitaria Potere pubblico non è sensibile alle scelte del “popolo” quanto lo è verso gli interessi e i valori dell’elite. Ruolo dell’ideologia interna self evident Società con ordinamento indiretto: Sistema più complesso, bisogna aggregare le preferenze individuali, trasmettere l’obiettivo al policy maker tramite le istituzioni democratiche scelta democratica Preferenze di ogni individuo espresse con il voto, social choice theory scelta dittatoriale Preferenze del solo dittatore

More Related