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LO STUDIO FLORISTICO Definizione di Flora: La flora è l'insieme delle entità vegetali che si presentano in un determinato territorio inteso come area geografica comprensiva dell'intero sviluppo orografico e di tutti gli aspetti ambientali (Flora Nazionale, flora Regionale) e/ol’insieme delle entità vegetali presenti in un’area ben definita e omogenea (Flora di uno Stagno, di un Colle, etc.). Essa viene compilata come elenco sistematico, ordinato per famiglie e generi.
La distribuzione degli organismi risponde a due categorie di fattori: i fattori ecologici, cioè le caratteristiche dell’ambiente che consentono o meno a una data specie di vivere in un dato sito, nonché le interazioni fra organismi che possono influenzare le possibilità che una specie ha di vivere in un sito; e i fattori biogeografici, cioè la maggiore o minore possibilità per una specie di raggiungere un ambiente adatto ad essa. In altre parole la presenza di una specie non dipende solo dalle caratteristiche ambientali, ma anche dalla presenza, tanto attuale quanto passata, di barriere e collegamenti geografici in grado di condizionare la dispersione di un organismo.
La flora di una regione è dovuta a vicissitudini antiche di vario tipo, evoluzionistiche, distributive, ambientali, che sono indicate nel complesso come cause storiche. Sul contenuto di una flora le cause storiche sono importanti almeno come le cause ecologiche odierne. Infatti territori attualmente simili per condizioni climatiche, orografiche, ecc., possono avere una flora completamente differente se il loro popolamento floristico è avvenuto in seguito ad una storia distinta. Quindi una flora esprime sia un significato storico che uno ecologico. La prima via per caratterizzare il popolamento vegetale dal punto di vista della Flora consiste quindi nel distinguere le specie (componenti elementari) e contarle. Arriveremmo a questo modo al concetto di diversità o ricchezza floristica.
Diversità o Ricchezza Floristica La flora vascolare italiana consta di 7.634 entità, di cui 6.711 specie e 2.125 sottospecie. Complessivamente le famiglie rappresentate sono 196 e i generi 1.267. Il numero delle specie della flora vascolare italiana, ripartite nelle quattro categorie sistematiche principali: Pteridofite, Gimnosperme, Angiosperme Dicotiledoni e Angiosperme Monocotiledoni sono: Le famiglie più rappresentative risultano appartenenti alle Angiosperme e sono nell’ordine: Compositae (1.028 specie), Leguminosae (445), Rosaceae (334), Cruciferae (297) e Caryophyllaceae (289) nell’ambito delle Dicotiledoni; Graminaceae (535), Cyperaceae (193) e Orchidaceae (124) delle Monocotiledoni. n° specie Pteridofite 124 Gimnosperme 28 Angiosperme Dicotiledoni 5.230 Angiosperme Monocotiledoni 1.329 Totale 6.711
E’ possibile effettuare delle prime valutazioni sulla diversità floristica considerando gli Indici di diversità tassonomica, basati sul rapporto percentuale tra numero di famiglie e numero di generi e tra numero di generi e numero di specie; questi vengono considerati buoni indici di diversità perché sensibili alla presenza di taxa tra loro poco strettamente imparentati, quindi differenti per caratteristiche ecologiche. n° n° n° n°famiglie/ n°generi/ famiglie generi specie n° generi n° specie (%) (%) Valle d’Aosta 143 618 2.068 23,14 29,88 Piemonte 171 887 3.304 19,28 26,85 Lombardia1718283.01720,6527,44 Trentino-Alto Adige1617562.77621,3027,23 Veneto1708783.11119,3628,22 Friuli-Venezia Giulia1718853.09419,3228,60 Liguria1698792.97719,2329,53 Emilia-Romagna1658392.60919,6732,16 Toscana1749533.24918,2629,33 Marche1527852.43619,3632,22 Umbria1527632.24119,9234,05 Lazio 1749253.041 18,8130,42 Abruzzo1608622.98918,5628,84 Molise1417522.30818,75 32,58 Campania1638472.69119,2431,48 Puglia1427592.199 18,7134,52 Basilicata 1427802.50118,2131,19 Calabria 1487982.51318,5531,75 Sicilia157 8592.79318,2830,76 Sardegna1577782.29520,1833,90 Italia196 1.2676.71115,47 18,88 Dall’analisi dei dati riportati in tabella le regioni a più elevata diversità tassonomica risultano essere la Puglia, l’Umbria, la Sardegna, il Molise, le Marche e l’Emilia-Romagna.
Se si analizzano invece i soli valori assoluti del numero di entità presenti si può osservare come le regioni più ricche siano Piemonte, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Abruzzo. superficie (Km2) n° entità Valle d'Aosta 3.264 2.174 Piemonte 25.399 3.521 Lombardia 23.859 3.220 Trentino-Alto Adige 13.607 2.985 Veneto 18.365 3.295 Friuli-Venezia Giulia 7.844 3.335 Liguria 5.418 3.131 Emilia-Romagna 22.125 2.726 Toscana 22.992 3.435 Marche 9.693 2.571 Umbria 8.456 2.360 Lazio 17.227 3.228 Abruzzo 10.794 3.232 Molise 4.438 2.412 Campania 13.595 2.844 Puglia 19.357 2.287 Basilicata 9.992 2.636 Calabria 15.080 2.630 Sicilia 25.707 3.011 Sardegna 24.090 2.408 Italia 301.302 7.634 Per valutare meglio la ricchezza floristica bisogna inoltre mettere in relazione il numero di entità presenti con la superficie del territorio regionale. (comprese le entità esotiche naturalizzate)
Misurazioni oggettive della ricchezza floristica di un territorio si basano invece sul numero di specie per unità di superficie, depurate dall’effetto “ampiezza dell’area”, poiché tale rapporto diminuisce con l’aumentare della superficie. Analogamente alle regioni italiane si riportano i dati relativi ai paesi europei (12.500 specie stimate per l’intera Europa) che dimostrano come le nazioni d’Europa ove si concentra la maggiore diversità floristica siano nell’ordine l’Italia, l’ex Jugoslavia e la Spagna: superficie (Km2) n° specie Albania28.750 3.200 Svizzera41.290 3.100 Austria83.860 3.350 Portogallo92.000 2.850 Ungheria93.030 2.600 Bulgaria110.910 3.600 ex Cecoslovacchia127.300 3.050 Grecia131.990 4.150 Romania235.500 3.600 Isole Britanniche244.800 2.400 Italia301.302 6.711 ex Jugoslavia256.393 5.075 Spagna505.545 5.200 Polonia311.730 2.350 Norvegia323.917 1.500 Finlandia377.009 1.350 Germania353.640 3.050 Svezia449.531 1.700 Francia551.695 5.000 ex URSS europea5.443.900 4.450
Dalle tabelle si evince la diversità floristica da regione a regione e da nazione a nazione e questa ricchezza di specie di un territorio va spiegata tanto in chiave ecologica (causa attuale) che biogeografica (causa storica). Così, l’elevata diversità faunistica e floristica dell’Italia è dovuta da un lato alla diversità di ambienti del nostro Paese, che racchiude in uno spazio ristretto una grande complessità di tipologie litologiche, topografiche e climatiche (da quello polare delle vette alpine a quello subtropicale della Sicilia); dall’altro alla storia paleogeografica e paleoclimatica assai complessa, che ha fatto sì che l’Italia potesse essere raggiunta da contributi floristici e faunistici di origini molto diverse. Ribaltando il ragionamento si può affermare che la diversità della flora è una misura della diversità ambientale e che quindi, a parità di superficie, l’Italia risulta possedere una maggiore diversità ambientale che le altre nazioni dell’Europa.
A titolo d'esempio consideriamo la situazione rilevabile lungo un transetto dalla costa adriatica alle Dolomiti nel Veneto. Come si può osservare la diversità floristica ha valori abbastanza elevati (fino a 380/quadrante) lungo la costa, però in pianura i valori si abbassano notevolmente fino a giungere al di sotto di 200 specie per quadrante: si tratta di una zona nella quale il popolamento vegetale, sottoposto da millenni ad un durissimo impatto umano, si trova in uno stato di crisi profonda. Avvicinandosi alle montagne, la diversità floristica tende nuovamente ad aumentare trattandosi di una zona ancora in gran parte coperta da vegetazione naturale. Infatti la zona che presenta la flora più ricca è costituita dalle Prealpi, relativamente poco elevate, che oltre a conservare la vegetazione naturale presenta un’ampia differenziazione di nicchie ecologiche. Mentre le Dolomiti vere e proprie mostrano valori progressivamente decrescenti.
La ricchezza della flora del territorio può venire espressa con dati globali oppure in maniera più raffinata mediante i risultati di un rilievo statistico su reticolo geografico.In ogni caso sembra di poter individuare alcune tendenze generali: a) I Paesi caldi hanno flora più ricca di quelli freddi, dunque vi è correlazione diretta fra temperatura e diversità floristica; il numero di specie nei Paesi europei sono un buon esempio. b)I Paesi con piogge abbondanti hanno flore più ricche di quelli aridi, dunque vi è correlazione diretta fra umidità e diversità floristica; il calo delle specie nell’Europa meridionale sembrerebbe condizionato dalla maggiore aridità; c)Territori con ambienti diversificati presentano una flora più ricca di quelli con ambienti più o meno monotono.Il paragone fra i risultati del rilievo statistico nell’Italia NE sono illuminanti: la pianura veneta e la costa sono identiche come clima, substrato, ecc. però la costa ha un ambiente più diversificato (dune, paludi salmastre, ecc.) e la flora risulta quasi il doppio più ricca; dunque la diversità ambientale favorisce la diversità della flora. d)La presenza dell’uomoha effetti contradditori: determina l’inserimento di specie sinantropiche, quindi un aumento della flora, ma anche la scomparsa di specie selvatiche; dunque si può affermare che un impatto umano debole aumenta la consistenza floristica, un impatto forte (ad es. Pianura Padana) al contrario la deprime.
FORME BIOLOGICHE Per lo studio della flora, l’approccio fondato sul numero delle specie presenta limiti ben definiti, come abbiamo detto prima, infatti il numero delle specie di una flora dipende da parecchi fattori esterni come il clima, l’articolazione del territorio, gli impatti umani, ecc. Quindi se vogliamo paragonare tra loro flore di due territori ci si trova di fronte ad un numero così elevato di variabili che non è possibile giungere ad una conclusione chiara. Per questo si percorre un altro metodo di studio che consiste nell’attribuire le specie a determinate categorie e raggrupparle così da poter paragonare fra di loro non le specie singole ma le categorie in modo da ottenere risultati immediatamente confrontabili. Vi sono vari criteri per costituire categorie biologiche nelle quali raggruppare le specie; quello di uso comune è fondato sul modo di difendere le gemme durante la stagione avversa, che permette di definire le forme biologiche.
La stagione avversa per la pianta è di caso in caso rappresentata dal periodo freddo (per le zone a clima temperato o freddo) oppure dal periodo arido (per le zone a clima subtropicale, tropicale e Mediterraneo del nostro emisfero). Nel caso dell'Italia la stagione avversa è rappresentata dal periodo freddo (per le zone a clima temperato o freddo) e dal periodo estivo per le zone a clima mediterraneo). Si tratta cioè del periodo del quale a causa delle basse o alte temperature i vegetali sono costretti a sospendere l'attività fotosintetica per evitare il disseccamento delle cellule vegetali oppure la formazione dei cristalli di ghiaccio che possono lacerarle danneggiando gli organi della pianta e in particolare le strutture più delicate, cioè le gemme. Queste d'altra parte sono particolarmente delicate ed insostituibili, in quanto alla fine della stagione avversa la ripresa vegetativa partirà proprio dall'attività delle gemme.
Questo sistema semplice, dovuto al fitogeografo danese Raunkiaer (1905), mette in evidenza le relazioni fra il clima e la flora. Per la difesa delle gemme nel corso dell'evoluzione sono state specializzate alcune strategie principali che si possono riunire e distinguere nelle forme biologiche di Raunkiaer:
Si distinguono quindi le seguenti forme biologiche: Geofite (G): sono le piante erbacee perenni che portano gemme sugli organi ipogei (rizomi, bulbi, tuberi, radici). Durante la stagione avversa, freddo o caldo-arida, le geofite dei nostri climi perdono completamente la parte epigea e possono dare l'impressioni di piante annuali. Es. Allium; Cyclamen, Pancratium illyricum; Asphodelus; Ruscus aculeatus. Idrofite (I):erbe perenni acquatiche con gemme sommerse. Es. Nuphar lutea; Posidonia oceanica, Lemna sp. Emicriptofite (H): hanno le gemme a livello del suolo e avvolte da foglie che le proteggono; Vi appartengono tutte le piante erbacee perenni e bienni; con il freddo le parti superiori della pianta deperiscono ed i cascami che si producono possono proteggere le gemme che rigenereranno la pianta in primavera. Queste di solito sono protette anche dalle foglie basali che generalmente rimangono vive. Nelle regioni calde le H possono perdere la porzione epigea per motivi diversi dal freddo, come il fuoco o gli erbivori. Es. Plantago, Bellis perennis, Graminaceae, Carex sp., Juncus acutus.
Queste forme biologiche di Ranukiaer si possono suddividere in sottocategorie che sono equivalenti al portamento della pianta: G (Geofite) -Si suddividono in: G bulb (geofite bulbose) = es. Allium, Cyclamen; Orchis; Ophrys, Narcissus G rhiz (geofite rizomatose)= es. Asparagus sp; Asphodelus microcarpus; Agropyron junceum, Ammophila littoralis G par (geofita parassite)= es. Cytinus sp. I (Idrofite) - Si suddividono in: I rad (idrofite radicanti) = es. Posidonia oceanica; Nuphar lutea; Nymphaea I nat (idrofite natanti) = es. Lemna T (Terofite)- Si suddividono in: T caesp (terofite cespitose) = es. Setaria viridis T rept (terofite reptanti) = es. Stellaria media; Trifolium patens T scap (terofite scapose) =es. Myosotis sp., Veronica sp.; Lagurus ovatus T ros (terofite rosulate)= es. Arnoseris minima T par (terofite parassite) = es. Cuscuta
Camefite (Ch):le gemme sono a poca distanza (fino a 30 cm) dal suolo e generalmente circondate da rami e foglie; sono arbusti di piccole dimensione perenni alla base legnose e piante erbacee perenni che nella stagione critica mantengono integra la loro porzione epigea. Nei climi temperati le gemme possono essere protette dallo strato di neve. Es. Limonium sp.pl.; Selaginella denticulata; Sedum, ecc.). Fanerofite (P):le gemme sono portate su germogli che si protendono nell'aria ad un'altezza superiore a 30-50 cm dal suolo ed allora molto esposte ai rigori del clima, però in generale protette da foglioline trasformate (perule). Sono piante perenni legnose (alberi; arbusti maggiori, liane legnose, epifite Es. Pistacia lentiscus, Quercus ilex, Smilax aspera). Nelle regioni tropicali, anche grandi piante erbacee perenni che rimangono integre durante tutto l'anno (per es. banano). Si parla di Nanofenerofite (NP) per gli arbusti nani (es. Rubus sp.; Cistus sp.) Terofite (T): oppure, soprattutto per le piante dei climi aridi, vi è l'accorciamento del ciclo vegetativo, così che la stagione avversa viene passata sotto forma di seme, cioè vi è l'eliminazione delle gemme durante il periodo critico. Sono quindi erbe annuali, stagionali o effimere, che all'approssimarsi della stagione sfavorevole concludono il loro ciclo vitale (muore anche la parte ipogea) con la dispersione dei semi. Es. Papaver.
P (Fanerofite): P caesp (fanerofite cespugliose) = es. Myrtus communis; Pistacia lentiscus P scap (fanerofite arboree) = es. Quercus suber; Q. ilex; P lian (fanerofite lianose) = es. Clematiscirrhosa; Rosa sempervirens; Smilax aspera. P rept (fanerofite striscianti) = es. Pinus mugo; P succ (fanerofite succulente) = es. Opuntia; Ficus indica P ep (faneforite epifite) = es. Viscum NP (nano-fanerofite) = es. Cistus sp.pl.; Artemisia sp. Ch (Camefite)- Anche questa forma biologica può essere suddivisa in sottoforme stabilite sulla base del portamento di queste le più comuni sono le: Ch suffr (camefite suffruticose) = es. Helichrysum italicum ssp. microphyllum; Inula viscosa; Euphorbia sp.; Lavandula stoechas. Ch succ (Camefite succulente)= es. Sedum sp.pl. H (Emicriptofite) - Le principali suddivisioni delle emicriptosite sono: H caesp (emicriptosite cespitose) = es. Oryzopisis sp.; Stipa sp. H ros (emicriptosite rosulate) = es. Bellis perennis; Plantago sp. H scap (emicriptosite scapose) =es. Trifolium pratense H bienn (emicriptosite bienni) = es. Cirsium sp.
Spettro biologico L'insieme delle percentuali con cui le diverse forme biologiche entrano a formare la flora di un certo territorio viene detto Spettro biologico. Per il complesso della flora mondiale il Raunkiaer ha calcolato uno spettro normale considerando un campione sufficientemente rappresentativo. T I G H Ch P Spettro normale del globo (Raunkiaer) 13 <1 4 24 9 47 La flora mondiale risultacomposta per quasi la metà da Fanerofite (P), per circa un quarto da Emicriptofite (H), e per il rimanente dalle altre forme biologiche. Calcolò poi lo spettro biologico per la flora di singoli territori dell’emisfero nord e constatò che nelle regioni tropicali umide prevalgono le fanerofite (50 ed il 60% del totale), in quelle tropicali-subtropicali aride le terofite ed in quelle temperate e fredde le emicriptofite, dimostrando così la relazione tra queste forme ed il clima.
Possiamo in questo modo riconoscere tre climi principali: Clima delle fanerofite (P) nell’area tropicale (latitudine N da 0° a 12°): 34-61% di fanerofite (es. Seychelles) Clima delle terofite (T) nelle zone desertiche subtropicali con piovosità ridottissima (Sahara, Algeria e con carattere molto attenuato anche l'Italia) – (42-58% di Terofite) Clima delle emicriptofite (H) nelle zone temperate e temperato-fredde, dal Veneto alla Svizzera, alla Germania, Danimarca, Scozia, Irlanda e Norvegia (43-60% di emicriptofite)
La percentuale delle camefitiche(Ch) mostra, invece, due massimi, uno per le regioni fredde ed uno per quelle caldo-aride, subdesertiche. L’adattamento morfologico di queste piante è complesso. Infatti nelle regioni fredde la posizione delle gemme è vicina al suolo, ad una altezza inferiore ai 30 cm, e possono essere protette dalla neve; nelle regioni caldo-aride le camefite fondano la sopravvivenza su altri adattamenti, come l’apparato radicale, la cui lunghezza condiziona il reperimento dell’acqua. Quindi la presenza di un notevole numero di camefite sia in regioni fredde che in regioni caldo-aride fa si che queste non possono essere legate strettamente ad un tipo di clima ma piuttosto dalla presenza di venti sia gelidi e sia caldi e disseccanti. Le geofite (G), infine, mostrano preferenza sia per le regioni con una lunga stagione arida (come le aree di steppa), sia per quelle caratterizzate da un rigido inverno. Quindi si può osservare che le geofite si sono sviluppate per adattamento anche a fattori non climatici, come il sovrapascolamento, il fuoco, ecc.
Al confronto la flora italiana presenta valori fortemente divergenti, in quanto le fanerofite (P) sono relativamente scarse mentre le piante erbacee hanno l'assoluta prevalenza. Al confronto la flora italiana presenta valori fortemente divergenti, in quanto le fanerofite (P) sono relativamente scarse mentre le piante erbacee hanno l'assoluta prevalenza. T I G H Ch NP P Spettro normale Italia 1456 132 695 2421 597 211 284 % 25,1 2,3 12,1 41,7 10,3 3,6 4,9 n° specie considerate 5811 In particolare le erbe perenni con gemme sotterranee (G) oppure a livello del suolo (H) e quelle annuali (T) risultano le categorie più frequenti con valori che superano del doppio o del triplo quelli dello spettro normale del globo.
Passando dal territorio nazionale nella sua globalità alle singole parti d'Italia si può notare che al Sud è massima l'incidenza delle terofite (T) (Sicilia, Sardegna, Puglie e sulle coste tirreniche) e diminuisce regolarmente verso Nord, mentre le emicriptofite (H) hanno il massimo al Nord (sulle catene più elevate delle Alpi - risulta superiore al 50%-60%)e diminuiscono verso il Sud. Appare chiaro che il fattore climatico (soprattutto termico) risulta prevalente nel determinare la distribuzione di queste forme biologiche. n.specie T I G H Ch NP P Prov. Trieste 1703 29,8 2,1 14,1 38,5 4,9 2,6 7,7 Friuli 2397 21,1 2,7 13,4 47,1 6,5 2,6 6,1 Veneto 2750 23,9 3,1 12,7 45,3 6,7 2,4 5,6 Trentino/Alto Adige 2551 20,1 2,6 12,6 49,1 7,1 2,7 5,6 Lombardia 2800 23,1 3,2 12,4 46,5 6,5 2,5 5,5 Piemonte 2931 22,4 2,9 12,1 47,3 7,2 2,6 5,2 Liguria 2997 26,7 1,8 13,1 41,5 7,6 2,9 5,8 Emilia Romgana 2377 28,3 3,1 13,6 40,4 4,6 2,5 6,5 Toscana 2826 30,7 2,7 14,1 37,5 6,2 3,5 5,8 Marche 2101 29,7 1,5 13,8 39,2 6,5 2,2 6,9 Umbria 1935 30,1 2,3 13,1 40,2 5,6 2,3 6,5 Lazio 2513 33,1 2,7 13,3 35,6 6,3 2,5 6,2 Abruzzi e Molise 2428 29,2 1,4 13,1 41,1 6,7 2,6 5,9 Campania 2428 33,9 2,2 13,1 34,1 6,9 2,7 6,8 Puglia 2092 37,8 1,9 13,5 30,2 6,6 2,8 6,9 Basilicata 2279 34,1 1,5 13,2 35,9 5,7 2,4 6,9 Calabria 2325 34,3 1,4 13,5 34,1 6,7 2,9 6,7 Sicilia 2488 38,5 2,4 12,3 28,1 8,2 3,6 6,7 Sardegna 2028 39,9 2,8 12,2 28,1 7,1 3,5 6,3 Italia n. specie 58111456 132 695 2421 597 211 284 % 25,1 2,3 12,1 41,7 10,3 3,6 4,9
Se considerino i dati relativi alla flora nivale delle Alpi vediamo che all’aumentare delle quote aumentano le camefite a scapito delle emicriptofite . N.specie P Ch H G T sopra 3600 m (s.l.m) 6 / 67 33 / / 3300-3600 m 12 / 58 42 / / 3150-3300 m 19 / 58 42 / / 3000-3150 m 42 / 52,5 45 / 2,5 2850-3000 m 117 / 33 62 2 3 2700-2850 m 148 / 33 62 3 3 2550-2700 m 229 0,5 28 65,5 2 4 2400-2550 m 323 1 24 67 4 4
L’UTILITÀ DEGLI SPETTRI BIOLOGICI Il bioclima generale La natura climatica mediterranea dell'Isola é confermata dall'alta percentuale delle terofite (40%)
SPETTRO BIOLOGICO DEL SULCIS I dati dello spettro biologico generale confermano essenzialmente la mediterraneità dell’area (T=42%) e l’elevato grado di ricoprimento boschivo (P=11%). L’alta percentuale di geofite (G=13%) appare legata all’uso antropico del territorio, in particolar modo alla pratica degli incendi e alle attività di tipo silvo-pastorale. Significativa la percentuale di idrofite (I=3%), localizzate essenzialmente lungo i torrenti e presso le sorgenti.
La natura mediterranea del territorio è confermata dall’alta percentuale delle Terofite (T= 40%) e dall’alta percentuale di formazioni legnose (P = 10%). Per quanto riguarda la percentuale di Geofite (G = 15%) questo è in relazione all’antropizzazione del territorio, specialmente alla pratica dell’incendio e all’attività silvo-pastorale
Bioclima particolare: ad esempio se confronto degli spettri biologici fra una grande area e piccole aree omogenee (ad es. lo spettro della Sardegna con piccole aree omogenee del Sulcis: bacino del Rio Santa Lucia; Pantaleo, Pixinamanna; M.te Arcosu) Confronto degli Spettri Biologici n.taxa P Ch H G T I Rio Santa Lucia 669 10,0 5,5 26,0 14,6 41,2 2,7 Pixinamanna 467 9,0 5,0 19,0 15,0 52,0 -- Pantaleo 593 9,3 3,7 26,7 11,4 48,2 0,7 Monte Tamara 472 10,0 5,0 26,0 14,0 45,0 -- Monte Arcosu 520 10,4 5,0 25,6 14,0 43,6 1,4 Sardegna 2213 8,8 8,1 28,1 12,1 39,9 3,0
Lo spettro biologico della Giara ricade fra il clima delle Emicriptofite e quello delle Terofite. Infatti le Terofite giocano un ruolo dominante (43%), le Emicriptofite (23%) e le Geofite (17%) in subordine. Significativo il numero delle Idrofite (2,06%) che segnala la presenza d’acqua dei Pauli e le Fanerofite (10,56%) che indicano nel clima mediterraneo le numerose specie arboree e arbustive che concorrono alla serie boschive tipiche delle aree mediterranee. Infine le Camefite (2,84%) indicano la ventosità frequente di questo altopiano.