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IL RACCONTO. Il Natale di mia nonna Il Natale della nonna, quando era bambina, non era come adesso, perché c’era povertà. La famiglia della nonna era molto numerosa; la sera della vigilia si riunivano aspettando il cenone.
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IL RACCONTO Il Natale di mia nonna Il Natale della nonna, quando era bambina, non era come adesso, perché c’era povertà. La famiglia della nonna era molto numerosa; la sera della vigilia si riunivano aspettando il cenone. La cena era composta da:spaghetti col tonno,di secondo c’era il baccalà, poi si andava nella stalla perché era più caldo. Gli uomini più grandi giocavano a carte, le nonne cucinavano le castagne, si mangiavano lupini e si giocava a tombola. La mattina di Natale si andava tutti a alla Santa Messa a piedi e la chiesa era molto distante. Quando si tornava a casa il pranzo era pronto: era una grande festa perché i tortellini si mangiavano una volta all’anno. I regali di natale erano; mandarini, castagne secche e qualche torroncino, appesi all’albero. La nonna dice che, anche se il Natale era molto povero, era molto sentito. Cristian
IL Natale di mia nonna Mia nonna, che oggi ha settantacinque anni, racconta che durante la sua infanzia non c’erano molti soldi e l’albero o un ramo di abete andavano a prenderlo nei boschi. Poi lo addobbavano con palline di carta dorata, argentata, di lana o di plastica. La sua mamma preparava le ciambelline, il dolce tipico natalizio. La mattina di Natale, lei e sua sorella, si alzavano presto per aprire i regali che Babbo Natale portava durante la notte. Erano, quasi sempre, bambole di stoffa o giochi. Matteo Il Natale di mio nonno Quando mio nonno era piccolo i regali che desiderava ricevere per Natale: pistole, fucili ad aria compressa, uno slittino. Ma quando andava a scartare i regali si trovava quasi sempre capi di abbigliamento: sciarpe, cappelli, maglie di lana e calze. Dopo aver aperto i regali si andava a Messa e dopo a San Marino a visitare i presepi. A pranzo si mangiavano cose che durante l’anno non sempre c’erano come il pollo, il tacchino o il cappone e dolci come ciambelle e torroni. Nel pomeriggio si giocava con lo slittino su una pista, fatta il giorno prima con l’acqua, che durante la notte si era ghiacciata. Mario IL Natale di mia nonna Mia nonna abitava in un paese vicino al monte Carpegna. Era molto freddo e c’era la neve: La sera della vigilia prendevano un ramo di abete, per fare l’albero e lo addobbavano con mandarini, caramelle e torroni. Preparavano i cappelletti ed un dolce ed erano molto contenti, perché li mangiavano solo due volte l’anno. Poi tutti insieme andavano alla Messa di mezzanotte e, quando uscivano dalla chiesa, quasi sempre nevicava. Tutti erano contenti, si scambiavano gli auguri ed il giorno di natale pranzavano tutti insieme. Riccardo
IL Natale di mia nonna Quando era piccola mia nonna, il giorno della vigilia si faceva l’albero, ma invece delle palline si appendevano mandarini, caramelle e frutti invernali. Al mattino del giorno di Natale si andava alla Messa e al pranzo di Natale si mangiavano cappelletti in brodo e per dolce non si mangiava il panettone ma la ciambella. A quei tempio non c’era nessun regalo di Babbo Natale e mia nonna desiderava tanto una bicicletta di colore viola e una bambola.Il Natale di mia nonna era un Natale povero ma pieno di felicità. Rachele Le tradizioni pasquali Durante la settimana santa, nella mia città, a Rimini, ci sono molte funzioni religiose: le quarantore, il giovedì santo la Messa con la lavanda dei piedi, il venerdì l’adorazione della Croce e al sabato la veglia pasquale. La domenica di Pasqua si va tutti a Messa , con la gioia di Gesù Risorto e si pranza con i parenti con i piatti tradizionali: cappelletti in brodo, lasagne a forno, cannelloni, agnello e arrosti vari con contorni di carciofi, asparagi ed altre verdure. I dolci tipici sono: l’uovo di cioccolato, la colomba, le ciambelle. Il lunedì di pasquetta, se il tempo è bello, si fanno delle gite o dei picnic all’aria aperta. Il proverbio dice: “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.” Stefano La Pasqua in Tunisia In Tunisia si festeggia la Pasqua mettendo gli ovetti finti come decorazione nei giardini e sulle porte delle case. Il giorno di Pasqua i bambini li aprono e trovano anche piccole sorprese. Con queste sorprese si fa una collezione e quando i bambini diventano grandi li portano in una “casa”. Si racconta che qui vivono gli spiriti di molti bambini poveri che, da piccoli, non potevano avere giochi; ora possono giocare con questi piccoli doni. Malek
Le usanze pasquali nella mia città Di tutte le feste, la Pasqua per me è la più significativa:e’ un momento particolare che mi fa pensare a tutto quello che Gesù ha dovuto subire. La settimana santa comincia con il giovedì, il giorno dei “Sepolcri”, e l’altare di ogni chiesa viene addobbato con fiori candidi e di ogni tipo. La gente, a piedi, visita ogni chiesa del paese, fermandosi davanti ad ogni altare a pregare. In paese girano anche i “Perdoni”, persone vestite di una tunica bianca,che portano un bastone in mano e camminano scalzi. Anche loro vanno di chiesa in chiesa a pregare, inginocchiati davanti ad ogni altare. Il venerdì santo è il giorno dei “Misteri”, un momento di preghiera che coinvolge l’intero paese perché ripercorre tutto il calvario di Gesù. E’ molto suggestiva perché la gente è silenziosa e attenta a pregare. Il giorno di Pasqua è giorno di festa, specialmente per noi bambini, perché non vediamo l’ora di aprire le uova di cioccolato e trovare una bella sorpresa. Martina Le usanze pasquali in Romania In Romania per Pasqua si dipingono le uova rosse, perché il rosso ricorda il sangue di Gesù e si decorano con vari tipi di foglie. Il colore rosso si fa con coloranti naturali, cioè con le bucce di cipolle cotte in acqua. Nella notte di Pasqua durante la cerimonia religiosa, si prende il vino e il pane, che vengono consumati al mattino e dopo si possono mangiare anche le uova. Da noi c’è un dolce tipico: pane dolce con cacao, che si chiama”cozonac”, e si mangia insieme alla carne e all’agnello il giorno di Pasqua. Adriana
LA DESCRIZIONE Il mio migliore amico Il mio migliore amico è Anatoli, ha otto anni. Anatoli è alto, magro, ha i capelli biondo chiaro, gli occhi marroni, il naso dritto, la bocca piccola. Anatoli è un bambino timido, simpatico, molto vivace e scherzoso come pochi. E’ vestito con una maglia colorata, blue jeans stinti, indossa tutti i giorni il grembiule e le scarpe da ginnastica. Ricordo che l’estate passata ho chiesto a mia madre se potevo andare ai giochi del bagno quattro. Lei acconsentì e quando arrivai sentì una voce chiamarmi. Mi girai e vidi Anatoli. Abbiamo giocato tutto il pomeriggio, finchè non arrivò mia mamma e mi portò a casa. Cristian Il cane Artù Oggi Manu ha portato a scuola il suo cane Artù. E’ un cane di statura piccola, ha nove mesi e ha il pelo nero e lucido. Attorno alla testa porta un collare rosso, gli occhi sono neri come la notte. Artù è un cagnolino affettuoso e simpatico, ama giocare con i bambini. Manu e Artù vanno tutte le mattine a fare una passeggiata, a pranzo adora mangiare i croccantini e la sera mangia un pezzetto di ghiacciolo, perché è molto goloso. E’ un giocherellone e gli piace stare in mezzo ai bambini, si fa accarezzare e lecca le mani quando l’avvicino al suo musetto. Hadis
Escursione nel bosco Un pomeriggio, con i miei amici del calcio, siamo andati a fare un l’allenamento in montagna, in mezzo ad un bosco di pini.Ipini erano molto alti, di colore verdeggiante, carichi di pigne. Sulla destra, vicino ai cespugli, c’era un piccolo formicaio; a sinistra, tra il ruscello ed un cespuglio di fragole, c’era un bel fungo bianco e solitario.Camminando, sentivo sotto i nostri piedi, lo scricchiolio degli aghi di pino. In alto, appena, appena, si intravedeva qualche raggio di sole che penetrava tra i rami degli alberi. I sassi erano ricoperti dal muschio umido e sui tronchi dei pini colava la resina appiccicosa.Si sentiva il cinguettio degli uccelli, i versi di altri animali, il rumore del ruscello.La sera, tornando a casa, ero felice perché avevo fatto un’esperienza fantastica. Anatoli La mia foglia In autunno cadono molte foglie, che si posano sulle strade, sui marciapiedi e sembrano dei tappeti colorati.Oggi, andando a scuola, ne ho raccolto una e l’ho osservata.E’ grande, con il contorno seghettato e quando la tocco è molto ruvida e profuma di terra. Ha tutti i colori dell’autunno: al centro è verde scuro, con chiazze di colore verde più chiaro, verso l’esterno è marroncina con venature più scure. La pagina inferiore è più verde con le venature marroni. E’ molto leggera e comincia a sbriciolarsi, infatti ha già quattro piccoli buchi. Le foglie, quando sono secche, se vengono calpestate, fanno un rumore strano, come un fruscio. In autunno se ne trovano tante in giro perché è la loro stagione. Samuele Primavera in città Anche quest’anno è arrivata la primavera nella mia città. Nelle piccole aiuole, vicino alle strade, crescono piante e germogli; sui balconi delle case si vedono tanti vasi di viole profumate, di margherite colorate e tanti tulipani. Nel parco della città è cresciuta tanta erba e i ragazzi giocano a calcio e a pallavolo. Vicino alla ferrovia ci sono i cespugli di biancospino con i fiori bianchi e profumati, qualche albero di pesco in fiore. La città, in primavera, è molto affollata di persone che vanno a fare spese nei negozi. Nella piazza grande, piazza “Tre Martiri”, è arrivata la giostra dei cavalli ed è affollata di bambini. La città è piena di vita, è colorata e le persone sono felici di passeggiare all’aria aperta. Lucrezia
IL TESTO POETICO CARNEVALE Una giornata di Carnevale Il Carnevale A Carnevale ogni scherzo vale E’arrivato Carnevale Io guardavo dal davanzale con un freddo glaciale Vedevo le bambine con i vestiti colorati Con le belle mascherine. Noi siamo davvero mascherati!! Sui carri preparati Balliamo scherziamo Tutti sono mascherati tutti insieme giochiamo E le marionette spuntan fuori finalmente è arrivata Con i vestiti di mille colori. La sfilata mascherata Ora vado a festeggiare Tutti vanno in giro Ma prima voglio mangiare e vogliono far vedere Fiocchi e frittelle le belle maschere vere. Ma quanto son belle!! Rachele e Adriana Malek e Andrea
Il Carnevale Il Carnevale si può festeggiare Anche se c’è un freddo glaciale Si fanno delle grandi mangiate E ci si può mascherare Da Arlecchino e da giullare. Mario e Anatoli Il giorno di carnevale Il carnevale Il giorno di carnevale Il giorno di carnevale Ogni scherzo vale andiamo in piazza a ballare Quest’anno mi sono travestito da giullare giocare cantare e scherzare E sono andato a mangiare frittelle con i nostri amici a mangiare Castagnole e ciambelle. Incontriamo un giullare. Sui carri di carnevale A carnevale ogni scherzo vale Ci siamo divertiti a lanciare anche se è una giornata glaciale Coriandoli e stelle filanti rimane sempre una festa speciale. E dai carri sembravamo giganti. Matteo, Riccardo, Hadis Samuele e Martina
Il giorno di carnevale Il carnevale Il giorno di carnevale Il giorno di carnevale Ogni scherzo vale andiamo in piazza a ballare Quest’anno mi sono travestito da giullare giocare cantare e scherzare E sono andato a mangiare frittelle con i nostri amici a mangiare Castagnole e ciambelle. Incontriamo un giullare. Sui carri di carnevale A carnevale ogni scherzo vale Ci siamo divertiti a lanciare anche se è una giornata glaciale Coriandoli e stelle filanti rimane sempre una festa speciale. E dai carri sembravamo giganti. Matteo, Riccardo, Hadis Samuele e Martina Carnevale Lo scherzo di carnevale A carnevale mi maschero da giullare A carnevale ogni scherzo vale Perché mi piace scherzare mi sono vestita da giullare Comprare le bombolette cantare ballare per il viale Ballare come marionette. Intanto che fiocchetti mangiamo Ho visto le sfilate Negli occhi con dolcezza ci guardiamo delle mascherine colorate E anche se è un freddo glaciale poi abbiamo mangiato I nostri cuori sono felici fiocchi e frittelle Di questa festa speciale. E castagnole al cioccolato. Stefano e Francesco Lucrezia e Sergio
ARIA LEGGERA DI PRIMAVERA Quando mi sveglio e vado di fuori vedo fiori di tanti colori; vedo argentei fiumi che si riempiono di profumi Le farfalle vanno sulle calle sulle viole, che vengono illuminate dal sole che non ha parole per descrivere le aiuole. Gli uccellini con i loro piccini svolazzano per i giardini. Mario e Adriana PRIMAVERA IN CITTÀ In città i bambini, raccolgono i fiorellini, mentre gli uccellini svolazzano sui giardini. Fiori sono sbocciati i fiori di tanti colori. Sono colorate anche le farfalle rosa, fucsia, gialle. Nei giardini e nelle aiuole sono appena nate le tenere viole. Cristian e Stefano ARIA LEGGERA DI PRIMAVERA Quando mi sveglio e vado di fuori vedo fiori di tanti colori; vedo argentei fiumi che si riempiono di profumi Le farfalle vanno sulle calle sulle viole, che vengono illuminate dal sole che non ha parole per descrivere le aiuole. Gli uccellini con i loro piccini svolazzano per i giardini. Mario e Adriana
LA PRIMAVERA Nei giardini sono sbocciate le viole al primo tepore dei raggi del sole Le farfalle volano sui fiori e sui prati di mille colori Nella campagna i bambini Rincorrono i pulcini Nell’aria leggera Si sentono i profumi Della dolce primavera Malek e Francesco LA PRIMAVERA INCANTATA Arriva la primavera con l’aria leggera leggera davvero per il mondo intero Il sole sussurra dolci parole alle belle viole. Le farfalle gialle svolazzano con gli uccelli nei parchi e nei giardini ci sono i fiorellini Anatoli e Riccardo FELICITÀ IN PRIMAVERA Stamattina ho visto gli uccelli sui giardini dei nostri vicini sono sbocciati i fiori, sono tanti colori le colle e le viole sbocciate con il primo sole Samuele e Sergio
L’ACROSTICO Coriandoli Originali Rallegrano Infiniti Angoli Nuovi Di Ogni Luogo Intensamente Noi Insieme
Il MESOSTICO MUSICA VIVACE GIOCHI DIVERTENTI COLORANO CON CANZONI E GRIDA IL MONDO INTERO Noi Insieme
LA LEGGENDA La nascita del pettirosso C’era una volta una razza di uccelli, a cui piaceva tanto giocare con il fuoco. Questi uccelli erano di colore marroncino,con le zampe piccoline e di piccola taglia. Un giorno,nel bosco,arrivò un gruppo di campeggiatori e gli uccelli sapevano che durante la notte avrebbero acceso un fuoco. Infatti,i campeggiatori provarono ad accendere il fuoco ma vennero solo scintille. Però gli uccelli si lanciarono in picchiata sulle scintille. Nell’esatto momento in cui gli uccelli erano sopra le scintille si accese il fuoco. Gli uccelli si scottarono tutto il corpo, ma dopo un po’ di giorni la scottatura gli andò via in tutto il corpo, tranne sul petto che rimase tutto rosso. Da quel giorno tutti li chiamarono pettirosso.
IL MITO L’origine dei ghiacciai Nei tempi antichi, in una valle ghiacciata, viveva un popolo che stava in piccole capanne e soffriva molto il freddo. Mangiava pesce che pescava nei fiumi ghiacciati, si vestiva con la pelle di foche e orsi polari e non conosceva il fuoco. Un giorno arrivò un uomo, di nome Ghiacito, che era curioso di vedere come vivevano gli abitanti della valle. Non avevano nemmeno il fuoco!! Allora Ghiacito prese dalla sua sacca due pietre focaie e alcuni legnetti e cominciò a strofinare e a fare delle scintille. Gli abitanti si stupirono di quella magia. Portarono rami secchi e si accese un bel fuoco. Il calore cominciò a sciogliere il ghiaccio e tutto intorno diventò verdeggiante. I fiumi si scongelarono e così gli abitanti potevano bere l’acqua. Soltanto le cime delle montagne più alte rimasero ghiacciate e Ghiacito divenne l’eroe del popolo della valle ghiacciata. Anatoli
La creazione della terra Nei tempi antichi, la Terra ancora non esisteva, esisteva solo il cielo e gli Dei: Teraclion, Magmu ed altri. Un giorno Teraclion si arrabbiò perché suo fratello di acciaio non gli dava mai i suoi giochi, e , quel giorno stesso fuggì di casa. Dopo tre anni dalla fuga, Teraclion incontrò Magmu e se ne innamorò. Ma un brutto giorno i due innamorati litigarono perché nessuno dei due lavorava e quindi non c’erano soldi per comprare il cibo. Litigarono e litigarono e alla fine decisero di andare ognuno per la propria strada. Un giorno si incontrarono e fu un disastro perché Teraclion, ancora arrabbiata, imprigionò Magmu nella terra e sulla terra comparvero pianure, colline e montagne. Così nacque la terra.Ancora oggi Magmu è rinchiuso nel cuore della terra e cerca disperatamente qualche fessura da cui poter uscire. Matteo
LA FIABA Avventura negli abissi C’era una volta una bambina di nome Lia, che viveva vicino al mare e le piaceva fare sempre le passeggiate sulla riva. Un giorno trovò una sirena che piangeva e Lia chiese: “Cosa hai fatto?” La sirena rispose che non aveva più il suo libro d’oro. Lia volle aiutarla e la sirena le diede una conchiglia magica e le branchie. Lia si immerse e cominciò la sua avventura negli abissi marini. Trovò una grotta dove c’era il libro, però doveva risolvere un problema: all’ingresso c’erano dei piranha che non lasciavano passare le persone. Allora la conchiglia si aprì, fece uscire una polvere magica che addormentò i piranha. Lia entrò nella grotta, ma era buio; la conchiglia illuminò la caverna e Lia trovò due direzioni:una a destra e l’altra a sinistra della grotta. Decise di prendere quella a sinistra, aveva troppa paura, i piranha potevano risvegliarsi! In fondo intravide una luce e lì c’era la sirena ad aspettarla. Presero il libro che, magicamente, le riportò in superficie. Lia e la sirena si abbracciarono felici e da quel momento diventarono amiche inseparabili. Riccardo
La favola Il leone e la rana Un giorno un leone, che viveva in una grotta, incontrò una rana. I due animali diventarono amici e la rana voleva far conoscere al leone lo stagno, dove viveva. Lo invitò a fare un bagno, ma il leone rispose:”Non vengo perché ho paura dell’acqua!” La rana cercò di convincerlo, ma niente da fare e si avviò lo stesso verso lo stagno. Il leone era molto triste perché lui, il re della savana, aveva paura di due gocce d’acqua. Allora si fece coraggio e raggiunse la sua amica e la rana lo convinse dicendogli:” Tu difendi tutti gli animali dai pericoli, non puoi aver paura dell’acqua!” Allora piano piano il leone entrò nello stagno e senza accorgersene stava già nuotando. Questa favola ci insegna che anche i grandi e grossi possono aver paura, ma l’importante è superarla. Andrea
IL cane e la pulce In una grande ville abitava un cane di nome Fido. Fido era un cane molto pulito, ma un giorno, mentre si scrollava il pelo, vide una pulce. Ebbe molta paura e in tutti i modi cercò di togliersela senza riuscirci. Allora chiese alla pulce:” Perché non cerchi un altro animale da infastidire?” La pulce rispose:”Sono piccola, abbi pietà di me!” Fido decise di tenere la pulce, ma doveva uscire dal suo pelo e le avrebbe risparmiato la vita. La pulce acconsentì e da quel giorno i due animali diventarono amici e trascorrevano molto tempo insieme. La favola ci insegna che si può essere amici anche se si è diversi. Sergio
IL TESTOREGOLATIVO Fette di pane cip e ciop Sabato scorso io e mia cugina abbiamo deciso di preparare un antipasto delizioso, “ fette di pane cip e ciop”, perché la sera dovevano venire a cena i nostri amici. Ora vi racconto come l’abbiamo preparato. Ho preso le fette di pane biologico e le ho disposte su un piatto, mentre mia cugina sminuzzava i gherigli delle noci in una ciotola. Poi abbiamo spalmato con un coltello il miele sopra il pane e abbiamo messo sopra le noci sminuzzate e le carote grattugiate. Quando sono arrivati gli invitati abbiamo iniziato a mangiare l’antipasto. Allora, con mia cugina,a sorpresa, abbiamo servito le fette di pane “cip e ciop”. Sono piaciute a tutti e, io e mia cugina, eravamo molto contenti perché il nostro piatto era stato apprezzato da tutti. Stefano La ricetta segreta Mercoledì pomeriggio, Adriana ed io, abbiamo organizzato una merenda al femminile e per l’occasione abbiamo deciso di preparare una ricetta segreta “le fette di pane pom e mod”. Per prepararla abbiamo preso: cinque fette di pane biologico, un cucchiaio di olio, quattro-cinque pomodorini, alcune mozzarelline, un pizzico di sale e di origano, un piattino, un cucchiaio, un coltello e una ciotola. Mentre io tagliavo a pezzetti i pomodori e le mozzarelle, Adriana disponeva le fette di pane su un piatto. Abbiamo messo i pomodori e le mozzarelle a pezzetti sulle fette. Infine le nostre mamme hanno aggiunto l’olio, un pizzico di origano e di sale. Quando sono arrivate Malek, Martina e Lucrezia abbiamo offerta questa merenda ; loro hanno mangiato con gusto e ci hanno fatto i complimenti. Noi eravamo contente perché abbiamo potuto servire un piatto fatto da noi. Adriana e Rachele
IL TESTO INFORMATIVO Il testo informativo fornisce informazioni precise,scientificamente corrette, senza commenti personali, su un argomento. Le foche Le foche vivono in paesi freddi e sono grandi nuotatrici, anche se sembrano un po’ goffe sulla terraferma. La maggior parte vive in acque molto fredde, dove spesso la superficie gela e per poter respirare fanno dei buchi. Proprio quando si affacciano per respirare rischiano di essere preda di orsi bianchi o degli uomini che le cacciano per la loro pelliccia pregiata. Hanno un fisico un po’ goffo sulla terraferma, ma sono molto veloci nell’acqua. Gli occhi sono neri e piccoli e un muso da cui spuntano i baffi. Malek
Gli squali Gli squali sono predatori naturali e utilizzano molte tecniche per cacciare, ma soprattutto il loro olfatto, molto acuto. Gli squali vivono in acque tropicali, zone costiere, mare aperto. Le baie e le barriere coralline sono le zone preferite dalle femmine per deporre le uova e partorire; infatti alcuni squali sono ovovivipari, cioè le uova si schiudono nel corpo della madre. Respirano filtrando l’ossigeno dall’acqua con le branchie, come tutti gli altri pesci. Il loro scheletro è cartilagineo e tende a sgretolarsi; per questo motivo hanno lasciato poche testimonianze fossili. Alcuni squali hanno dimensioni piccole, come lo squalo taglierino, altri, invece, crescono molto, come lo squalo balena. Mario