280 likes | 389 Views
The CP model. Intro. Punto di partenza: nuove teorie del commercio internazionale: Krugman (1980), Helpman e Krugman (1985). Elementi salienti: rendimenti crescenti e concorrenza imperfetta ( market size effect ).
E N D
Intro • Punto di partenza: nuove teorie del commercio internazionale: Krugman (1980), Helpman e Krugman (1985). Elementi salienti: rendimenti crescenti e concorrenza imperfetta (market size effect). NEG nuovo elemento: i fattori e le imprese possono liberamente spostarsi da un paese all’altro. MA MA MA… i beni non si spostano nello spazio senza costo (costi di trasporto)
Oggetto dell’analisi muta • Prima: perché due paesi commerciano tra loro? • Ora: sotto quali circostanze l’attività di alcuni settori produttivi si concentra in un paese e non rimane dispersa tra due economie? Alla dimensione internazionale si aggiunge o sostituisce la dimensione inter-regionale • Quale il ruolo dell’integrazione economica ovvero del commercio e scambio, non solo di beni finali, ma anche di fattori produttivi)?
IPOTESI alla base dei modelli NEG • Rendimenti crescenti di scala (almeno in un settore): un impresa o un settore non sono indifferenti alla scala produttiva. Se la D di un prodotto soggetto a RSCr ↑ => P ↑ (e quindi i ricavi) => Cme ↓ (secondo effetto sui profitti) Rendimenti di scala interni all’impresa Ma vi sono anche esternalità (pecuniarie) derivanti dall’interazione tra le imprese
IPOTESI (segue) • Costi di trasporto: tipo iceberg (sono rappresentati da una quota di bene finale che viene dispersa nel trasporto). No settore specif. prod.trasp. • Assieme ai RSCr hanno l’effetto di generare home market effect (also market size effect) che spinge all’agglomerazione. Impresa che deve decidere come servire mercato 1 e 2 prende in considerazione: 1. Il costo fisso di aprire una filiale (peso dei RSCr); 2. Il costo di trasporto che deve sopportare qualora si situi nel mercato 1 per servire anche il mercato 2.
IPOTESI (segue) • Presenza di fattori scarsi: • per alcuni fattori offerta non è infinita. Con la concentrazione dell’attività produttiva in una regione il prezzo di questi tende ad aumentare. Se tale fattore è immobile la sua ‘scarsità’ si rivela nell’aumento dei prezzi che contrasta la spinta centripeta all’agglomerazione.
Simple agglomeration mechanismFrom: Chapter 2 Baldwin Ottaviano • Firms will naturally want to locate their production in the largest market (to save on shipping and all the other costs involved in selling at a distance). • The size of a market, however, depends upon the number of residents and their income levels, but these, in turn, depend upon how many jobs are available. • Market size, in other words, is a chicken-and-the-egg problem. The size of a market depends on how many firms locate there, but this depends upon market size.
Interplay of 3 effects • 2 ‘agglomeration forces’ 1 ‘dispersion force’ • ‘circular causality’: combining the market-access effect and the cost-of-living effect with interregional migration • N and S suppose they are initially identical. • initial symmetry is broken by a single industrial worker migrating from the S to N. Since workers spend their incomes locally, the S market becomes somewhat smaller and the N market becomes somewhat larger. (market-access effect), the changing market size tends to encourage some industrial firms to relocate from S to N. This industrial relocation will make a given northern nominal wage look more attractive than the same wage in the S. (cost of living effect) The initial migration shock may be self-reinforcing
3 effects • ‘market access effect’: tendency of monopolistic firms to locate their production in the big market and export to small markets; • ‘cost of living effect’ (impact of firms’ location on the local cost of living): goods tend to be cheaper in the region with more industrial firms since consumers in this region will import a narrower range of products and thus avoid more of the trade costs; • ‘market crowding effect’: imperfectly competitive firms have a tendency to locate in regions with relatively few competitors.
Interplay of 3 effects • The S-to-N shifting of firms increases the competition for customers in the N and reduces it in the S. This ‘market crowding effect’ means the N firms will have to pay a lower nominal wage in order to break even, while the opposite happens in the S. • For a given cost of living, this makes location in the N less attractive to workers/migrants (market crowding effect) • Tension between the market-access/cost-of-living effects and the market crowding effect: • Ifmarket-access/cost-of-living effects are stronger than the market-crowding effect any migration shock will trigger a self-reinforcing cycle of migration that results in all industrial workers and thus all industry moving to one region. • If the dispersion force outweighs the agglomeration forces, the initial symmetric equilibrium is stable in the sense that a migration shock lowers the N’s real wage relative to the S’s and this reverses the initial shock
Interplay of 3 effects • Migration shocks are self-correcting when the dispersion force dominates but self-reinforcing when agglomeration forces dominate • What determines the relative strength of these forces? Trade cost • The strength of the dispersion force diminishes as t ↓ (if trade is almost completely free, competition from firms in the other region is approximately as important as competition from locally based firms). Relocating does not make any difference
Interplay of 3 effects • The strength of the agglomeration force diminishes as t ↓ (If the regions are very open there will be very little difference in prices between the 2 regions whatever the spatial allocation of production is) = cost of living effect will be small (If the regions are very open, t low, also market size effect will be small) the dispersion force is stronger than the agglomeration forces when trade costs are very high, but a reduction in trade costs weakens the dispersion force more rapidly than it weakens the agglomeration forces.
Trade openness levels • three distinctive types of dynamic behaviour. • two critical levels of trade openness: • 1. level of openness where the symmetric equilibrium becomes unstable (break point) since it is where local stability of the symmetric outcome must break down. • 2. level of openness where the core-periphery outcomes become stable. This is called the sustain point since it is the lowest level of openness where CP outcomes could be sustained.
Estensioni del modello nucleo-periferia Da: Ottaviano, Puga (1998) Abbiamo individuato: • alcuni ‘meccanismi cumulativi’ che determinano agglomerazione; • sotto quali condizioni l’integrazione economica può rafforzare gli stessi; Domanda: dove possono intervenire i meccanismi cumulativi?
Dove? Avendo escluso le differenze iniziali tra paesi per concentrarci sui meccanismi di rafforzamento non riusciamo a dire dove le industrie si concentreranno. Una piccola asimmetria iniziale può essere rafforzata dal meccanismo cumulativo fino a determinare a forti differenze tra le località. Fatto storico minimo può essere rilevante.
Perché agglomerazione in località particolari? Alternativa: dotare i modelli di maggiore struttura introducendo elementi dalla teoria tradizionale del CI o dalla nuova teoria del CI: • Vantaggi comparati (agglom. rafforza o indebolisce?); • Condizioni di accesso ai mercati (dimensione iniziale differente). 2.1 Indicatori di ‘potenzialità del mercato’. Harris (1954)
Prima evidenza empirica Simile movimento negli USA; 3.integrazione ha rafforzato il ruolo dei legami di domanda o di costo come determinanti di localizzazione (=occupazione è aumentata maggiormente nelle regioni con maggiore agglomerazione di industrie con legami output/input); Brulhart: l’evoluzione dell’occupazione industriale in 11 paesi EU:
Prima evidenza empirica EU 1. Per 14 su 18 industrie la concentrazione spaziale è aumentata; 2. Le industrie con RSCr hanno registrato una maggiore concentrazione; 3. Non linearità: ad un certo punto la maggiore integrazione economica attenua i processi di concentrazione
Direzioni di ricerca • Test empirici; • Competizione monopolistica non permette di modellare le interazioni strategiche tra le imprese; (es. Ottaviano e Thisse (1998) sottolineano l’importanza di modellare P=P(n, t) in modo tale da tenere conto di n e della loro localizzazione); • Il ruolo delle multinazionali in mercati con RSCr; • Allontanamento dall’ipotesi di piena occupazione; • Diversi processi di crescita economica legati alle caratteristiche proprie di alcuni settori. • Implicazioni di politica economica;