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INDICATORI ECONOMICI PER LA SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

INDICATORI ECONOMICI PER LA SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO. UTILIZZO E NECESSITA’ DEGLI INDICATORI : L’AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE (COME ALTRI SOGGETTI) HA PREDISPOSTO DEGLI INDICATORI CERCANDO DI RAPPRESENTARE LE PRINCIPALI VARIABILI AMBIENTALI, ECONOMICHE E SOCIALI.

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INDICATORI ECONOMICI PER LA SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

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Presentation Transcript


  1. INDICATORI ECONOMICIPER LA SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

  2. UTILIZZO E NECESSITA’ DEGLI INDICATORI : L’AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE (COME ALTRI SOGGETTI) HA PREDISPOSTO DEGLI INDICATORI CERCANDO DI RAPPRESENTARE LE PRINCIPALI VARIABILI AMBIENTALI, ECONOMICHE E SOCIALI. GLI INDICATORI DIVENGONO COSI’ LO STRUMENTO CHE AIUTA A CAPIRE COME PIANIFICARE LA POLITICA DI SVILUPPO DI UN TERRITORIO; QUESTO MODELLO INDICA COME COMPRENDERE: 1) DOVE SIAMO 2) DOVE STIAMO ANDANDO 3) A QUALE DISTANZA E’ L’OBIETTIVO FISSATO IL MODELLO CHE L’AEG (AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE) HA INDIVIDUATO GIA’ DAL 1995 CERCA DI FAR INTERAGIRE IL SISTEMA ECONOMICO, SOCIALE ED AMBIENTALE CREANDO UNA SEQUENZA CAUSA-CONDIZIONE-EFFETTO SINTETIZZANDO SI E’ CREATO IL DPSIR (DETERMINANTI - PRESSIONI – STATO – IMPATTI – RISPOSTE)

  3. LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE (DETERMINANTI) CREANO PRESSIONI CHE GENERANO ALTERAZIONI SULLA QUALITA’ E QUANTITA’ (STATO) DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE NATURALI, L’ALTERAZIONE DELL’AMBIENTE FA SORGERE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE UMANA, SULL’ECONOMIA, SUGLI ECOSISTEMI, I QUALI, NECESSITANO DI RISPOSTE

  4. L'impronta ecologica è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della terra di rigenerarle. L’impronta ecologica dell’uomo, ovvero la domanda di risorse naturali necessarie per le nostre attività, è in costante aumento e va ben oltre la capacità del pianeta di rigenerare le proprie risorse. Il Wwf Italia e l’Internazionale, da anni si batte per la sensibilizzazione delle Istituzioni affinchè facciano proprie le più basilari regole della sopravvivenza degli esseri su questa terra. http://www.wwf.it/client/render.aspx

  5. ALCUNE ATTIVITA’ E POLITICHE DI SVILUPPO DELLA REGIONE UMBRIA BIO-FEST. L'agricoltura biologica in provincia di Perugia tra Borghi Medievali e Sentieri Francescani Il progetto denominato “Bio-Fest” è stato presentato dalla Provincia di Perugia nell’ambito del PSR per l’Umbria 2007/2013, Misura 3.1.3. “Incentivazione di Attività Turistiche” e, si inserisce nell’ambito delle politiche di promozione e di valorizzazione svolte dall’Ente a favore del proprio territorio con la finalità dichiarata di potenziare le attività turistiche attraverso una serie di iniziative tra loro correlate che hanno come filo conduttore l’agricoltura biologica ed i suoi prodotti.

  6. Il settore del biologico è in costante crescita a livello mondiale con oltre 1,2 milioni di produttori, l’Italia riveste una particolare importanza nel quadro mondiale in quanto i suoi 1.150.000 ettari coltivati a bio rappresentano il 3,5% dell’intera superficie dedicata al bio, il 15% di quella europea e ben il 25% di quella mediterranea. Ad oggi nel nostro Paese sono 8 milioni i consumatori abituali di prodotti bio, ma ben 8 italiani su 10 comprano biologico occasionalmente e secondo l’AIAB il trend di crescita del biologico in Italia è dell’8%.Dal 2010 nell’Unione Europea è attivo un nuovo marchio del biologico. Il filone trae spunto dalle nuove linee programmatiche che la Provincia di Perugia intende percorrere inserendosi su tematiche legate alla green economy che, se opportunamente declinate, possono rappresentare un volano di sviluppo ad impatto zero per le caratteristiche della nostra Regione con importanti ricadute sia in termini occupazionali sia in termini di abbattimento dell’inquinamento ambientale.

  7. UMBRIA 2015 Una nuova Riforma dell’Umbria Linee programmatiche 2010-2015 Presentato in Consiglio Regionale il 9 giugno 2010 “….Una riforma dell’Umbria deve dunque avere un carattere complessivo, che guarda alle nostre città, alle nostre terre, con gli occhi del mondo e mette così a leva, per lo sviluppo, anche per i suoi caratteri di quantità e di qualità, quelle risorse del Benessere Interno Lordo (BIL) nelle quali l’Umbria primeggia in Italia e che sono il lascito di tante generazioni venute prima di noi. Far crescere questa risorsa nella quale incontriamo i valori della cultura, del paesaggio, delle reti culturali e storiche dei nostri centri, delle azioni di cura rivolte alla vita quotidiana delle comunità, sarà un tratto essenziale della nostra azione di governo, tale da qualificare orizzontalmente tante delle proposte contenute nel Programma…..” Catiuscia Marini

  8. “…La visione che vogliamo per l’Umbria parte dal presupposto generale che il destino dell’essere umano e dell’ambiente dove egli vive sono un tutt’uno e non può esservi vero progresso senza la tutela delle risorse naturali ed il perseguimento della giustizia sociale, tenendo dunque insieme la qualità dellosviluppo, il valore del lavoro e la tutela dell’ambiente. …..Includendo anche lo sviluppo rurale, nei due periodi di programmazione che vanno dal 2000 al 2013 (2000-2006 e 2007-2013) la nostra regione ha avuto da fonte comunitaria e nazionale oltre 3 miliardi di euro per programmi di sviluppo, di cui 1.624,3 milioni per il periodo di programmazione in corso….”

  9. Occorre mettere in campo una strategia e un programma fortemente innovativo orientato a diffondere sempre di più le opportunità di nuovi business derivanti dalla ricerca, dalla sua applicazione e dalla combinazione delle diverse “tecnologie verdi”. Nei prossimi due anni si opererà per una agricoltura che contribuisce alla “green economy”ed in particolare: • per consolidare l’agricoltura biologica; • per estendere forme di agricoltura che adottino tecniche produttive meno impattanti; • per sviluppare produzioni con bilancio positivo tra assorbimento ed emissione di anidride carbonica; • per facilitare la produzione della bioenergia, anche attraverso l’introduzione di azioni di nuova regolamentazione e semplificazione amministrativa; • per definire norme che supportate da validi studi scientifici rispetto alla pericolosità ambientale e alla salute dei cittadini possano affrontare e superare il problema della coesistenza delle produzioni tradizionali con quelle transgeniche. • Infine, occorre puntare sulle innovazioni per determinare un nuovo segmento…

  10. Mettere a leva la “Risorsa Umbria”: la filiera turismo-ambiente-cultura e l’agricoltura di qualità per lo sviluppo sostenibile La filiera ampia che ruota attorno al turismoe che a partire dalle presenze attraverso il ciclo di spesa che esse innescano si distribuisce in diversi altri settori, dall’agricoltura all’artigianato, al commercio e ai servizi, viene oggi individuata come il secondo motore dello sviluppo dell’Umbria proprio per la sua capacità di attivare consumi, investimenti e reddito in molti settori Nell’ambito della strategia di lungo termine volta a valorizzare la Filiera Turismo Cultura e Ambiente un ruolo importante rivestono i borghi e i centri storici. Il territorio umbro è connotato dalla presenza di numerosi centri di medio livello e di un tessuto connettivo di piccoli centri immersi in un contesto di altissimo valore storico, paesaggistico e ambientale; l’armonia e l’integrazione che nei secoli si è formata fra l’opera dell’uomo - gli insediamenti e le forme di utilizzazione del paesaggio rurale - e gli elementi naturali, è riconosciuta come un elemento decisivo della riconoscibilità dell’Umbria, un elemento caratterizzante e costitutivo della sua identità.

  11. Attrezzare, regolare e tutelare il territorio per lo sviluppo economico e la qualità ambientale Il Piano paesaggistico (PPR), non va quindi pensato solo come strumento di difesa passiva contro i processi che minacciano di compromettere i paesaggi di maggior valore, ma come uno strumento di regolazione e di sostegno alla qualità delle risorse paesaggistiche disponibili localmente, all’interno di politiche complessive di sviluppo regionale. Ad esso dovranno adeguarsi i piani urbanistici di Province e Comuni… (C.Marini)

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