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Agenda digitale come piattaforma per liberare le risorse delle donne. Forum PA – 28 maggio 2013 Leda Guidi Margot Bezzi. Agenda Digitale: dov ’ è il problema?.
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Agenda digitale come piattaforma per liberare le risorse delle donne Forum PA – 28 maggio 2013 Leda Guidi Margot Bezzi
Agenda Digitale: dov’è il problema? • L’agenda digitale e l’innovazione sono per definizione trasversali e toccano settori ad alta concentrazione di contributo femminile:es: comunicazione con la pubblica amministrazione, istruzione, sanità, trasporti, sostenibilità ambientale, inclusione sociale, acquisti e gestione finanziaria (sezioni del D. Lgs “misure urgenti per la crescita”) Eppure • Quello dell’ICT / Innovazione resta un settore a “frequentazione”, visibilità sostanziale e punto di vista e produzione prevalentemente maschili: • Scelte di studio, professionali, panel di eventi, carriere,ruoli/funzioni, … • Servizi/Processi (infrastrutture, hardware, software, piattaforme, usabilità, applicazioni e soluzioni, funzionalità, contenuti, significati, usi, analisi di feed-back…) • Documenti programmatici e politico-strategici (Agenda digitale europea e italiana..) • Linguaggi, simboli e rappresentazione/I (es: motori di ricerca, stereotipi, …)
L’aspetto di genere nei documenti programmatici e politico-strategici Agenda digitale italiana (“Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese”) Non fa riferimento organico, trasversale e sistematico agli aspetti di genere Agenda digitale europea Promuove (magari con un approccio un po’ troppo di marketing - http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/neelie-and-clikkers-more-girls-digital …) una maggiore partecipazione femminile in ambiti ICT (“Grand Coalition for Digital Jobs” - trasversale tra DG Connect, DG Enterpise, DG Employment e DG Education), e nell’Azione n. 60 - anche se non in modo trasversale e sitematico - approccio chiave - affrontando gap come: • Competenze digitali e standard condivisi; • Accesso a percorsi di istruzione e professionali, stereotipi di genere, start-up,… Parla di formazione, e-learning, produzione e progettazione tecnologia, condivisione buone prassi…
Qual è l’obiettivo? Valorizzare il ruolo e il punto di vista femminile Dove: Nei processi di innovazione tecnologica e sociale; nel processo strategico di definizione/scrittura, implementazione e monitoraggio (outcome) delle scelte operate dall’agenda digitale (livello nazionale, regionale, locale) • A livello di progettazione delle tecnologie e di definizione e produzione dei servizi integrati e delle soluzioni Come? partendo da: • esperienza ed intelligenza specifica e contributo pratico/vissuto delle donne alla sostenibilità della comunità (“welfare” italiano) e alla sua evoluzione. • bisogni specifici dell’universo femminile (bilanciamento vita privata/professionale, organizzazione ‘a rete’, qualità della vita…) • punto di vista “originale”: messa in rete delle energie e delle competenze; poter contare meglio su solidarietà e condivisione, su economie di scala “sociali”, su modelli di relazione nuovi…ecc.
Principi di base e rischi Rischio: confondere la maggiore efficienza resa possibile dalle nuove tecnologie e dal lavoro in rete (più cose contemporaneamente, risparmio di tempo per “essere all’altezza di tutto”, visione tech driven….) con un effettivo miglioramento e un cambio di paradigma negli equilibri lavoro-vita privata-autorealizzazione, ecc… Le ICT rendono possibili due tipi di soluzioni: • risolvono un problema e aumentano l’efficienza, confermando a monte il sistema organizzativo e l’equilibrio (o squilibrio) che li hanno generato , perpetuando asimmetrie e status quo al livello sistemico, culturale, sociale, di distribuzione delle risorse: “digitalizzazione” dell’esistente che poggia su un contesto sociale iniquo e non gender-friendly-oriented, e soprattutto a un mondo prevalente di consumatori/trici….! • 2. risolvono il problema agendo direttamente (e concettualmente) su equilibri (o squilibri/asimmetrie), modificandoli / superando il problema originario. La vera innovazione e il mutamento degli aspetti culturali, sociali e organizzativi richiedono questa modalità “rivoluzionaria” che ha a che fare con il pensiero e il suo farsi pratica. Disegnare una nuova e più equa/distribuita organizzazione di tempi e modalità dell’agire, il cui obiettivo non è “fare tutto o fare più cose, più in fretta”, ma condividere responsabilità e ruoli, e - soprattutto - fare/inventare diversi utilizzi. Visione alternativa che richiede creatività e audacia intellettuale.
Di cosa abbiamo bisogno: • Lavorare sugli stereotipi di genere (sia M che F) rispetto alle ICT e alla/nella rete • Comprensione ed elaborazione dell’aspetto di genere in tecnologia e scienza (sia M che F) in tutti i casi in cui la tecnologia e le soluzioni sono “maschili” e non gender-balanced, produrre esempi concreti (pratiche), per fare comprendere come questa modalità di progettazione/produzione impatti poi a livello politico / di disegno di soluzioni. • Endorsement politico adeguato alla complessità dell’agenda digitale (non è un settore verticale, è un “tutto”, una strategia trasversale) • Una precisa visione relativa all’organizzazione sociale (al “come”) e al progetto/modello di comunità digitale si vuole far crescere Quindi: riflessione su bisogni (analisi, ricerca, proposte, selezione e adattamento di best practices) relative alla visione individuata come desiderabile. • Indicatori e outcomes adeguati alla generazione di valore al femminile/ per le donne; (Es: risparmio di tempo, sostenibilità non tanto o non solo ambientale, ma della persona, delle energie; tempo del pensare, degli affetti; nuovi modelli di business e di valorizzazione delle risorse economiche e non, materiali e immateriali,…..).
Opportunità e Proposte • Politiche per l’agenda digitale: affiancare alla visione del digitale come settore al servizio della crescita, quello dell’innovazione sociale e della generazione di capitale sociale. → a maggior ragione le donne portatrici di innovazione e protagoniste. • Politiche per le pari opportunità: portare questo tema all’attenzione anche di questo ambito politico, consolidato ma che no fa tanta innovazione….? • L’agenda digitale è “giovane”nei sui intenti, definizioni, priorità e in quanto tale può essere influenzata, indirizzata, scritta in modo condiviso. • Quale/i interlocutore/i può rappresentarci per ragionare sui processi della AD a livello regionale o nazionale? • A livello locale come convogliare le energie creative e prospettiche per disegnare gli scenari, le soluzioni e le modalità di verifica continua? ADL: metodologia partecipata, processo iterativo, inclusione a tutti i livelli della comunità con particolare riferimento a tutte le forme associative di donne, formali e informali.
AGENDA DIGITALE LOCALE E INNOVAZIONE SOCIALE LE TEMATICHE DI GENERE SONO AL CENTRO, IN MODO TRASVERSALE: • INTERNET COME DIRITTO • COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI • OPEN DATA/OPEN GOV • STARTUP DIGITALI E PROMOZIONE DEI TALENTI Come: metodologia partecipata e collaborativa, processo iterativo, inclusione a tutti i livelli della comunità con particolare riferimento a tutte le forme associative di donne, formali e informali.
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