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Percorso di formazione su maltrattamento e abuso all’infanzia. Campobasso, 7 marzo 2006 Donata Bianchi. Parliamo di…?.
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Percorso di formazione su maltrattamento e abuso all’infanzia Campobasso, 7 marzo 2006 Donata Bianchi
Parliamo di…? • “per abuso all’infanzia e maltrattamento devono intendersi tutte le forme di cattiva salute fisica ed emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comporti un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia e potere” 1999, “Consultation on Child Abuse and Prevention” dell’OMS
Approccio ecologico all’analisi e comprensione dell’eziologia e degli esiti e all’individuazione degli interventi Famiglia Società Comunità Individuo
Di fronte all’ entità della violenza e alle gravi conseguenze che ne derivano, il sistema dei servizi e gli operatori preposti alla presa in carico delle situazioni a rischio e alla tutela dei bambini e delle fasce deboli hanno compiti rilevanti • di RIDUZIONE/ELIMINAZIONE FATTORI DI RISCHIO (promozione della salute psicofisica e rilevazione precoce delle situazioni problematiche • facilitare l’ ACCESSO/CREAZIONE RISORSE (asili nido, corsi di preparazione al parto, economiche, ecc.); • POTENZIAMENTO/ATTIVAZIONE FATTORI PROTETTIVI (sostegno capacità genitoriali, reti familiari, conoscenze e sapere degli operatori) • rendere disponibili servizi e professionalità per il trattamento
L’esperienza della legge n.285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza” • intreccio tra benessere e disagio – la legge ha indicato che la strada da percorrere per la prevenzione dell’abuso e dello sfruttamento necessita della capacità e della volontà di partire dalla promozione del sapere, della cultura e del benessere, dei bambini, degli adolescenti e degli adulti che, a vario titolo, si occupano di loro - dal primo a secondo triennio: da 66 a 157 progetti
Sfida aperta…la raccolta dei dati La raccolta dei dati ha inizio da una domanda, che può nascere da: • motivi amministrativi (monitorare l’impatto di politiche, programmi e interventi, programmare le risorse umane, economiche e strumentali, effettuare controlli di budget) • interessi politico – istituzionali (compiere valutazioni ex ante, in itinere ed ex post di progetti e iniziative specifici, verificare l’agendabilità del problema) • interessi clinici o di indagine sociale (conoscere i fenomeni e i loro cambiamenti nel tempo, verificare ipotesi operative) • motivi contingenti inerenti un singolo operatore o servizio(supervisionare il lavoro degli operatori, fare autoformazione, riallineare gli interventi a nuova utenza o a nuove domande da parte dell’utenza o a nuove modalità di relazione tra servizio e utenza)
Cosa sappiamo…oggi • WHO, World Report on Violence and Health, 2002, “i dati disponibili indicano che circa il 20% della popolazione femminile e tra il 5 e il 10% di quella maschile ha subito una qualche forma di abuso sessuale in età minore”. • Ricerche epidemiologiche in Italia: • Veneto tra i bambini dagli 0 ai 15 anni, la prevalenza di bambini vittime di maltrattamenti o violenze sessuali è pari 5 casi su 1.000 e l'incidenza di nuovi casi in 0,8 bambini su mille ogni anno (Facchin, 1994; Brusadin, 1996). • Lombardia (USSL 41 di Brescia, 1993) dati più elevati prevalenza del fenomeno 6 casi su 1.000.
Caratteristiche del fenomeno in Italia….. 1.088 casi provenienti da servizi pubblici e privati e relativa a situazioni prese in carico dai servizi nel 1997: • 18,26% di forme multiple di violenza, • 16,27% prevalente trascuratezza, • 14,15% prevalente situazioni a rischio • 22% prevalente maltrattamento fisico • 19,5% prevalente abuso e sfruttamento sessuale • 9,8% maltrattamento psicologico • Dai dati emerge che ben il 36% dei bambini è stato precedentemente segnalato ai servizi per la violenza subita, • solo il 22% dei bambini è stato vittima di violenza per un periodo inferiore ai sei mesi. • Alcuni dei bambini erano già noti ai servizi o perché seguiti in passato (6,90%) o perché attualmente in carico per motivi di altra natura (38,60%) (Di Blasio, Barbetta, Bianchi, Fiocchi e Scotti, 1999).
I bambini plurisegnalati…. Ricerca ASL Varese, 2003 46% bambini noti ai Servizi di cui 29% in carico al momento della ricerca per problemi diversi dalla violenza 22% già precedentemente segnalati per violenza
Approfondimento: duplicazioni (fattori di rischio) Questo gruppo di bambini presenta fattori di rischio in misura superiore a quelli segnalati una sola volta: Fam monoparentale madre27% In carico ai servizi per problemi diversi da violenza 40% Segnalazioni pregresse per violenza sulla fratria 77% Durata della violenza da 2 a + di 4 anni 67% Segnalazione al Tribunale 89%
L’indagine retrospettiva del CNDAIA • campione di 2325 donne dai 19 – 60 anni. • il 5,9% della popolazione italiana femminile ha fatto esperienza di almeno una qualche forma di abuso sessuale, non associata a forme di maltrattamento, prima dei diciotto anni; • il 18,1% ha esperito sia eventi di abuso sessuale sia di maltrattamento, • il 49,6% ha vissuto almeno una qualche forma lieve, moderata o grave di maltrattamento (maltrattamento psicologico grave, maltrattamento fisico, violenza assistita, trascuratezza materiale e affettiva).
Riflessioni generali sui risultati sull’abuso sessuale • Tra le forme di abuso sessuale: • prevalenti sono quelle senza contatto fisico (esibizionismo, molestie verbali, esibizione di materiali pedopornografici) pari al 64% delle forme riferite; • gli atti con contatto fisico (toccamenti, atti di masturbazione e tentativi di penetrazione) sono il 34,4%, • negli abusi sessuali con penetrazione rientra l’ 1,6% degli eventi narrati. • La presenza di maltrattamento aumenta la probabilità che l’abuso sia stato espresso in forme differenti, con atti di intrusività via via maggiore. Nel gruppo di donne che riferisce sia maltrattamento sia abuso prevalgono gli atti più gravi con contatto fisico e penetrativi. • Prevalgono gli episodi singoli (52,7%). • E’ comunque importante il peso di esperienze cronicizzatesi: -fino a sei mesi è avvenuto per il 15,5% delle donne; -da sei mesi a tre anni per il 16%. La vittimizzazione sessuale inizia solitamente in età prepubere, tra i 7 e i 10 anni (44,5% dei casi)
L’abuso sessuale si conferma essere un evento che avviene agito da persone conosciute dalla minore (64% degli autori) • Le situazioni che furono a suo tempo segnalate o denunciate non superano il 3% • E’ forte l’isolamento delle bambine abusate e/o maltrattate: quando c’è maltrattamento la famiglia non è più una risorsa, si ricorre al gruppo dei pari (impotenza), la scuola e i servizi rimangono lontani, lontani (1,9%) • dai maltrattamenti intrafamiliari non sembra esserci protezione possibile : • solo il 18,5% dice di essere stata protetta, • il 51% risponde negativamente • il 30,5% non sa cosa rispondere.
2001 2002 Di cui per Di cui per Provvedimenti Provvedimenti allontanamento allontanamento urgenti urgenti v.a. % v.a. % 16,4 9282 1.796 19,3 9.556 1.565 Fonte: , Statistiche giudiziarie civili ISTAT Cosa sappiamo dei bambini e delle bambine di oggi? Provvedimenti dei Tribunali per i minorenni
Cosa può fare ognuno di noi, ogni ente o istituzione? • Migliorare la rilevazione e la valutazione del “child abuse” • Qualificare la capacità di risposta da parte del sistema di protezione e tutela • Promuovere e attuare politiche nazionali e locali specifiche sul fenomeno • Accrescere la qualità e la quantità di dati disponibili • Sostenere lo sviluppo della ricerca • Documentare l’efficacia delle risposte