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Neve e Valanghe

Scuola di Alpinismo e Scialpinismo C.A.I. LUCCA nata dalla fusione tra le scuole “Focolaccia” e “Roccandagia”. Neve e Valanghe. 9° CORSO D’INTRODUZIONE ALLO SCI ALPINISMO. Giovanni Reggimenti Simoni Moreno Riccardo Corbini Henri Avancini. Lezione. Condizione Climatiche Neve Valanghe

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Neve e Valanghe

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Presentation Transcript


  1. Scuola di Alpinismo e Scialpinismo C.A.I. LUCCA nata dalla fusione tra le scuole “Focolaccia” e “Roccandagia” Neve e Valanghe 9° CORSO D’INTRODUZIONE ALLO SCI ALPINISMO Giovanni Reggimenti Simoni Moreno Riccardo Corbini Henri Avancini

  2. Lezione • Condizione Climatiche • Neve • Valanghe • Stabilita • Incidenti • ARVA e Autosoccorso • Organizzazione prima uscita: Abetone

  3. Lezione • Condizione Climatiche • Neve • Valanghe • Stabilita • Incidenti • ARVA e Autosoccorso • Organizzazione prima uscita: Abetone

  4. Condizione climatiche e Neve • La formazione della neve Cap.6

  5. Condizione climatiche e Neve • Classificazione neve

  6. Condizione climatiche e Neve • Fattori che influenzano la superficie del manto nevoso • Pressione • Temperatura • Vento Sole e nuvole, pioggia, nebbia, flusso geotermico

  7. Condizione climatiche e Neve • Le superfici del manto nevoso • Neve fresca • Neve Compattata dal vento • Crosta da rigelo • Neve primaverile • Erosioni da superficie • Neve pallottolare • Brina di superficie • Brina opaca

  8. Condizione climatiche e Neve • Evoluzione del manto nevoso • Trasformazioni della neve al suolo

  9. Condizione climatiche e Neve • Proprietà della neve • Isolamento acustico e termico • Propagazione di onde elettromagnetiche • Riflessione di raggi solari visibili e di raggi infrarossi • Densità • Coesione • Resistenza • Plasticità

  10. Lezione • Condizione Climatiche • Neve • Valanghe • Stabilita • Incidenti • ARVA e Autosoccorso • Organizzazione prima uscita: Abetone

  11. V A L A N G H E Sono masse di neve in movimento lungo un pendio Cap.7

  12. Le valanghe possono essere classificate secondo diversi caratteri

  13. Le valanghe a debole coesione • il movimento di poche particelle di neve incoerente si propaga alle masse circostanti durante la caduta. • caratteristica forma triangolare, “a pera”. • solo con neve poco compatta, raccogliendola con la pala si forma in cono. • possono essere di neve asciutta o di neve umida.

  14. Valanghe a lastroni • distacco improvviso di un intero lastrone di neve coerente • esistono tre condizioni imprescindibili: • strato superiore con coesione (test della pala) tale da trasmettere sollecitazioni a distanza; • scarso legame con lo strato sottostante (anche fondo) • pendenza sufficiente (normalmente tra 30° e 50°) • distacco quasi sempre provocato • rottura in blocchi con fortissime accellerazioni • se la neve è particolarmente soffice diviene valanga nubiforme • possono essere pericolosi anche su pendii piccoli (10m*10m*50cm = 15t).

  15. Valanghe a lastroni

  16. Valanghe a lastroni

  17. le valanghe di neve bagnata • presenza di acqua allo stato liquido (T>0°) • distacco tanto puntiforme (debole coesione) che a lastroni (con coesione)ù • solo a seguito di rialzi termici di più giorni (tipicamente primaverili) • bassa velocità, ma molto dense

  18. le valanghe di neve asciutta • normalmente su pendii molto ripidi • origine da lastroni, ma anche da scaricamenti • formazione aereosol neve/aria a bassissima densità (15kg/m3), ma altissima velocità (fino a 300 km/h) • caratterizzate dal “soffio”: un’onda di pressione che precede il fronte (che può essere anche qualche decina di metri) • possono essere molto distruttive

  19. Quando cadono le valanghe? sui pendii agiscono “forze attive” che tendono a far scendere la neve verso valle e “resistenze” e “attriti” che tendono a mantenerla sul posto quando si equivalgono il pendio si trova in “equilibrio limite”

  20. Aumento dello Forze Attive • da nuovi apporti di neve • da nuove nevicate • accumuli da vento • da apporto di acqua • pioggia • fusione • da sovraccarico • naturale • causato dall’uomo

  21. Riduzione delle Resistenze • importante aumento della Temperatura • presenza di strati critici • croste da fusione e rigelo • brina di fondo • brina di superficie ricoperta • neve pallottolare • grani sfaccettati

  22. I Lastroni in particolare • le 3 condizioni necessarie: • pendii più ripidi di 30° se neve asciutta, 25° se bagnata • strato superficiale con coesione (la neve trasportata dal vento ha sempre coesione) • deve esistere uno piano di scorrimento (strato critico) e pochissimo legame tra questo e lo strato con coesione soprastante Brina di fondo, brina di superficie ricoperta e cristalli sfaccettati si dicono “strati deboli permanenti”perché durano per molto tempo e sono la causa di circa il 60% degli incidenti da valanga

  23. L’azione del Vento sulla neve • Sollevamento • Trasporto • Accumulo Anche con precipitazioni modeste il pericolo aumenta molto se l’azione del vento è forte Il vento lavora molto sui cristalli di neve, riducendone le dimensioni: il lastrone da vento, tipicamente ha una elevata coesione interna e molto scarsa con gli altri strati specie se si deposita su uno strato critico

  24. L’azione del Vento sulla neve • zone di erosione: • localizzate in crinali e convessità • superficie irregolare con scanalature e crestine • spessore copertura molto ridotto, certe colte assente • zone di accumulo: • in corrispondenza delle concavità, ma anche ai piedi di pendii ripidi e adiacenti ad ostacoli naturali sui versanti aperti (anche sopravento) • superficie uniforme, priva di asperità • spessore spesso considerevole Il vento al suolo è molto influenzato dalla micromorfologia del terreno

  25. Sempre per azione del vento, sulle creste e ai lati delle gole si formano le cornici: depositi di neve (spesso instabile) che sporgono sul versante sottovento L’azione del Vento sulla neve

  26. La Pioggia • può provocare un forte apporto di acqua allo stato liquido, che comporta aumento del peso del manto nevoso, quindi instabilità • In particolare se l’acqua trova strati “impermeabili” (come una crosta da fusione e rigelo) si ha un effetto “lubrificazione” che diminuisce la resistenza tra i due streti. • La superficie della neve su cui è piovuto, si presenta “a buccia d’arancia”.

  27. naturali cornici, sassi o seracchi, ma anche.. scaricamenti di neve a debole coesione possono innescare valanghe più pericolose da parte dell’uomo possono essere molto variabili in funzione del tipo di attività e, ovviamente del numero delle persone. Prendendo a riferimento uno scialpinista in salita: un alpinista sovraccarica 3 X una discesa lenta e controllata 4X caduta o discesa “energica” 8X I Sovraccarichi

  28. La Temperatura • riscaldamento generalizzato → tutti i versanti, caratteristico della stagione più avanzata, ma anche di circolazioni di venti caldi • riscaldamento da irraggiamento → dipendente dall’esposizione. • riscaldamento brusco e intenso→ aumento pericolo a breve termine. • riscaldamento lento e meno intenso→ azione di assestamento

  29. La Temperatura • la neve è un pessimo conduttore termico, quindi per interessare gli strati più profondi è necessario che l’aumento di temperatura duri per alcuni giorni. • Il freddo conserva il pericolo, mantenendo inalterate le tensioni (ma un raffreddamento consolida molto la neve umida) • lubrificazione, quando l’acqua supera l’8% e percolando incontra strati duri impermeabili (croste)

  30. La Temperatura • in pieno inverno giorni più caldi possono favorire l’assestamento, particolarmente sui versanti meridionali, mentre su quelli settentrionali (e NW) possono permanere strati critici e proseguire anche la loro formazione • in primavera normalmente il manto si presenta assestato da numerosi cicli di fusione e rigelo. In questa stagione il pericolo dipende piuttosto dal forte riscaldamento da irraggiamento che può interessare le varie esposizioni nel corso della giornata, specie a ridosso delle rocce • anche la quota influisce sulla temperatura: 0.6° ogni 100m di quota.

  31. La Morfologia del Terreno • marcate discontinuità → aumento stabilità, offrendo ancoraggi • fondi uniformi, erba o rocce lisce → favorito il distacco di valanghe di fondo • creste e dossi → più sicuri perché non vi si accumula neve trasportata da vento. • impluvi e conche→ più pericolosi per accumuli N.B. gli ostacoli naturali influiscono solo finché affiorano

  32. La Morfologia del Terreno • Il Bosco in generale aumenta la sicurezza, rompendo la continuità del pendio, meno probabile la formazione della brina (isolamento termico) e la neve che cade dalle fronde facilita l’assestamento • Diversamente arbusti come i rododendri o i pini mughi favoriscono la formazione di uno strato di aria che aumenta la probabilità di formazione di brina di fondo

  33. I bollettini valanghe Il bollettino nivometeorologico (bollettino valanghe) fornisce informazioni sull’innevamento e sul grado di assestamento; indicando il pericolo in base alla scala europea del pericolo valanghe. Vengono riportate previsioni sulle evoluzioni del manto, ovvero una previsione del pericolo. AINEVA sull’arco alpino www.aineva.it METEOMONT sull’Appennino www.meteomont.org

  34. Lezione • Condizione Climatiche • Neve • Valanghe • Stabilita • Incidenti • ARVA e Autosoccorso • Organizzazione prima uscita: Abetone

  35. Preparazione della gita SA • Fase 1: a livello regionale (a casa) • Le condizione Meteo-nivo • Il terreno • Partecipanti ed equipaggiamenti • Fase 2: a livello locale (sul luogo) • Le condizione Meteo-nivo • Il terreno • Equipaggiamenti e comportamenti • Fase 3: sul singolo pendio • Condizioni meteo-nivo • Il terreno • Comportamento dei partecipanti

  36. Stabilita del manto nevoso • Pendenza (inclinazione con il bastoncino) • Coesione (Test della pala) • Stabilita (Test del bastoncino/sonda)

  37. Misura dell’inclinazione di un pendio • Valutazione sulla Cartina topografica (F1) • Valutazione sul terreno (F2-3) Cap.8

  38. Stabilita del manto nevoso • Test della pala per determinare la coesione della neve • Test del bastoncino/sonda per avere indicazioni sulla stabilita del pendio

  39. Stabilita del manto nevoso • Profilo stratigrafico e test della mano • Evidenziare strati di neve e durezza • Valutare I potenziali piani di slittamento • Individuare forma e dimensione dei grani • Misurare l’andamento della temperatura • Valutare il contenuto in acqua

  40. Stabilita del manto nevoso • Test del blocco di slittamento • Miglior sistema per valutare sul luogo la resistenza al taglio

  41. Stabilita del manto nevoso • Pendenza (inclinazione con il bastoncino) • Coesione (Test della pala) • Stabilita (Test del bastoncino/sonda)

  42. Incidenti da valanghe eprobabilità di sopravivenza • Vittime da valanga sulle Alpi (sci fuori pista) • Analisi della situazione Italiana Cap.9

  43. Incidenti da valanghe eprobabilità di sopravivenza • Percentuale vittime Italia • Travolti ogni incidente

  44. Incidenti da valanghe eprobabilità di sopravivenza • Ritrovamento dei travolti • Ritrovamento dei sepolti

  45. Incidenti da valanghe eprobabilità di sopravivenza • Ritrovamento dei sepolti • Incidenti e grado di pericolo

  46. Lezione • Condizione Climatiche • Neve • Valanghe • Stabilita • Incidenti • ARVA e Autosoccorso • Organizzazione prima uscita: Abetone

  47. ARVA • Apparecchi di Ricerca in Valanga • Analogici • Digitali • Analogico - digitali Cap.10, 13

  48. ARVA • Funzionamento dell’ARVA

  49. ARVA • Metodi di ricerca …

  50. Autosoccorso • Fase organizzativa • Ordine -> esecuzione -> rapporto • Fasi operative e strategie di ricerca • Ricerca vista-udito • Ricerca con ARVA e aree primarie • Sondaggio (sepolti senza ARVA) • Richiesta di soccorso organizzato

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