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Corso di Laurea Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale. Tecniche dell’animazione giapponese dagli anni ’60 ad oggi: il caso di Miyazaki Hayao. Relatore: Prof. Vincenzo Buccheri Correlatore: Dott. Gioacchino Lodato. Tesi di laurea di Alessandro Cevini.
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Corso di Laurea Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale Tecniche dell’animazione giapponese dagli anni ’60 ad oggi: il caso di Miyazaki Hayao. Relatore: Prof. Vincenzo Buccheri Correlatore: Dott. Gioacchino Lodato Tesi di laurea di Alessandro Cevini Anno Accademico 2004/2005
Sviluppo della tesi • Introduzione all’animazione giapponese Tematiche • Cenni sulla storia Autori Generi Tecniche • Il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki • Analisi contenutistica e tecnico-stilistica del suo capolavoro “La città incantata” • Conclusioni Come e perché guardare gli “Anime” Il futuro dell’animazione giapponese
Tematiche Base culturale comune Shintoismo Bushi-do Confucianesimo Armonia tra uomo e natura Visone animistica di quest’ultima Onore e lealtà nel combattimento Altruismo Rapporto problematizzato con la vita Visione “energetica” dell’uomo • Cause dell’iniziale insuccesso internazionale: • errata messa in onda • rifiuto della cultura tradizionale giapponese • diversa struttura narrativa del racconto
Storia degli anime • 1917: i primi tentativi fallimentari. • 1963: la nascita ufficiale degli anime con Osamu Tezuka e il suo “Astroboy”. • Anni ’60 e ’70, l’affermazione internazionale dei primi due generi narrativi: i “mecha” e i “maho” anime. • Il boom degli anni ’80: la comparsa di nuovi generi con gli anime di Rumiko Takahashi e Go Nagai. • Fine anni ’80 e anni ’90:“Akira”,“Ghost in the shell” • 2000: la definitiva consacrazione.
Tecniche utilizzate: tecnica a fasi. L’animazione viene prima realizzata a matita Controllata attraverso il pencil-test In fine i disegni vengono riprodotti su fogli di acetato e accoppiati con i rispettivi fondali di cartone o scannerizzati e animati al computer
Tecniche utilizzate: Computer Grafica • I fotogrammi vengono realizzati a computer: • I disegni vengono scannerizzati e portati al formato digitale per creare poi l’animazione • I disegni vengono creati direttamente in formato digitale Tra i suoi principali impieghi: • Illuminazione delle scene; • calcoli prospettici e dei movimenti di camera; • effetti speciali; • creazione di fondali.
Gestione dell’immagine Inquadrature spesso irregolari, su campi brevi e di segmenti corporei. Immagini tratte dall’anime di “Berserk” di Kentaro Miura
Gestione dell’immagine La coloritura si basa sui colori fondamentali e frequenti i giochi di ombre. L’animazione è data sui campi brevi da pochi elementi che si muovono di volta in volta. Akira Sui campi medi e lunghi da piani sovrapposti che si muovono indipendentemente l’uno dall’altro. Capitan Harlock
Hayao Miyazaki Nasce a Tokio nel 1941. Dopo essersi laureato in scienze politiche intraprende la carriera di animatore alla “Toei” per poi fondare uno studio d’animazione tutto suo di nome “Ghibli”. Con i suoi film non vuole blandire il pubblico con messaggi consolatori ma raccontare storie fantastiche che hanno la durezza della vita vera. Lavora senza sceneggiatura e indirizza l’attività del suo studio alla produzione di lungometraggi ispirati da fonti eterogenee. Alla base della sua filosofia vi è la convivenza armoniosa con la natura e il rifiuto della guerra.
Hayao Miyazaki Miyazaki ha sempre utilizzato prevalentemente la tecnica a fasi e solo recentemente ha affiancato a questa tecnica l’ausilio della computer-grafica. Tavola disegnata a mano da Miyazaki Ha sempre dato molta importanza al disegno a mano perché è l’aspetto poetico a dover avere il sopravvento.
“La città incantata” “Sen to Chihiro no Kamikakushi” è il suo capolavoro che ebbe maggior successo e con il quale vinse l’Orso d’Oro al festival di Berlino 2002 e l’Oscar nel 2003,battendo in Giappone ogni record d’incassi e avendo in Occidente un successo senza precedenti nella storia dell’animazione giapponese.
“Le tematiche” • Ispirata ad una favola per bambini intitolata “Il meraviglioso paese oltre la nebbia”, “La città incantata” si presenta come un film sull’importanza della parola che risulta essere la tematica principale. • Legato a questo è anche il tema del recupero delle proprie radici culturali e la lotta contro la globalizzazione dell’immaginario. • Esemplare quindi la presenza di spiriti e divinità shintoiste alle quali si associa la figura di Kaonashi che rappresenta e introduce il tema dell’ingordigia. • Un altro tema è quello del “viaggio dell’eroe” che non deve essere visto come viaggio d’iniziazione. L’ingordo Kaonashi (sulla destra) con Chihiro (sulla sinistra)
Le tecniche • Questo è stato il primo film di Miyazaki ad essere colorato e masterizzato in formato digitale ed è espressione di una perfetta fusione tra la tecnica a fasi e la computer-grafica. • Miyazaki, dopo aver tramutato l’idea in un soggetto, si è occupato personalmente dello story-board, del lay-out e ha realizzato i key-frames di ogni singola scena. Vignetta tratta dallo story-board
Le tecniche • Tutti i disegni dopo essere stati realizzati a mano sono stati scannerizzati e tradotti in formato digitale da Okui Atsushi, “Direttore delle immagini digitali” dello studio Ghibli. • Le funzioni della computer-grafica più utilizzate in questo lungometraggio sono state: la mappatura, il morphing, l’animazione particellare, la composizione digitale, la pittura e la colorazione digitale.
Lo stile • Esempio perfetto dell’arte di Miyazaki con l’unica eccezione di Chihiro, protagonista atipica di un film del “maestro dell’anime”. • Grande varietà ed intensità di colori. • Personaggi semplici ma allo stesso tempo particolareggiati. • Singolare assenza di macchine volanti, ma presenza del volo come componente legata alla magia. • Finale senza morale. Chihiro con Haku in versione drago Yubaba
Conclusioni Qual è il futuro degli anime? La computer-grafica,anche se ci sono dei casi in controtendenza come per esempio “Berserk” di Kentaro Miura. Perché guardare gli anime? Perché essi rappresentano con la durezza della vita reale storie fantastiche che, anche se non garantiscono il lieto fine, comunicano profondi messaggi di speranza.