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Tratto da: Comoglio M., Prefazione all’edizione italiana del testo: Charles C.M., Gestire la classe , LAS, Roma, 2002

GESTIRE LA CLASSE Si può definire “gestione della classe” tutto ciò che l’insegnante mette in opera per stabilire e mantenere un ambiente favorevole all’attività di insegnamento/apprendimento. Tratto da: Comoglio M., Prefazione all’edizione italiana del testo:

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Tratto da: Comoglio M., Prefazione all’edizione italiana del testo: Charles C.M., Gestire la classe , LAS, Roma, 2002

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Presentation Transcript


  1. GESTIRE LA CLASSESi può definire “gestione della classe” tutto ciò che l’insegnante mette in opera per stabilire e mantenere un ambiente favorevole all’attività di insegnamento/apprendimento Tratto da: Comoglio M., Prefazione all’edizione italiana del testo: Charles C.M., Gestire la classe, LAS, Roma, 2002 Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  2. Gestire la classe:competenze dell’insegnante • Intervenire in modo indiretto sul problema: - prevenire agendo sull’ambiente di apprendimento (saper progettare) - mantenere l’attenzione/motivazione adattando gli interventi alle situazioni (saper osservare e capacità riflessiva) “Noi non educhiamo mai direttamente, ma indirettamente per mezzo dell’ambiente” (Dewey) • Intervenire in modo diretto sul problema: - recuperare e riorientare (competenze comunicative interpersonali) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  3. Gestire la classeè un problema complesso Caratteristiche di un problema complesso: 1. la definizione del problema è priva di tutte le informazioni necessarie a comprendere la natura del problema e le azioni richieste per giungere ad una soluzione, sempre che ne esista una • non esiste un unico modo assolutamente corretto per ricercare una soluzione • con la raccolta e la condivisione delle informazioni, cambia la definizione del problema • non si può mai essere sicuri al 100% di aver preso le decisioni "giuste". Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  4. Gestire la classe è agire nella complessità. Come affrontare la complessità? “Non resta altra possibilità che il recupero del locale, del particolare, del provvisorio, che in quanto tale, sa ricombinarsi diversamente e continuamente, per darsi sempre nuove forme. E’ questo forse uno dei più grandi insegnamenti della sfida della complessità: non aver paura del provvisorio ma saperlo eleggere quasi a strumento di conoscenza e di lavoro. E’ sufficiente capire che non c’è appunto un valore ultimo da raggiungere, ma che ciò che pensiamo e agiamo contiene già dei valori specifici, riconoscibili e validi localmente. Agire, dare senso, significa anche questo”. (cfr: Fabbri Donata, La memoria della Regina) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  5. Gestire la classe è agire nella complessità. Come affrontare la complessità? • Dare senso localmente non significa distanziarsi dagli altri, non significa isolarsi, perché è sul terreno delle diverse interpretazioni e della loro messa in relazione che si può pensare di costruire una conoscenza del complesso. • La complessità ci chiede di capire come si forma la conoscenza, come funzioniamo razionalmente ed emotivamente mentre conosciamo. • Porre l’attenzione sul nostro modo di imparare vuol dire far sì che chi impara prenda coscienza di come sta imparando, prenda coscienza della qualità più che della quantità dell’apprendere. Nessuno ci ha mai detto “sta attento a come fai quando impari!”, perché ci è sempre stato detto: “che cosa e quanto hai imparato oggi?” (cfr: Fabbri Donata, La memoria della Regina) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  6. GESTIRE LA CLASSE Ogni modello di gestione della classe (“tutto ciò che promuove l’insegnamento/apprendimento”) si fonda su un’ideadi apprendimento da realizzare. Domanda guida: • su quale idea di apprendimento si fonda il mio modello di gestione della classe? Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  7. Il mio modello di gestione della classe Punti forti e aspetti da migliorare del mio modello di gestione della classe Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  8. Consegna • Mettendo assieme i diversi modelli di gestione della classe (punti forti e aspetti da migliorare), costruire un modello di gestione della classe condiviso. • Domanda guida: quali impegni comuni vi assumete come team o consiglio di classe? Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  9. Impegni comuni nella gestione della classe • Partire dalle risorse • Motivazione attraverso contenuti significativi per chi apprende • Valorizzare le capacità di ognuno: griglia condivisa di osservazione /potenzialità finalizzata alla formazione delle coppie • Situazioni coinvolgenti, motivanti.. Per attivare attenzione • Creare momenti e spazi di ascolto per lo sfogo emozionale; confronto mensile all’interno per una verifica. • Rispetto dei diversi tempi di apprendimento dei bambini • Non anticipare le risposte: favorire l’apprendimento per scoperta Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  10. Gestione della classee idea di apprendimento Confronto con modelli di gestione della classe centrati: • sul creare ambienti di apprendimento efficaci e significativi • piuttosto che prestare attenzione a singoli aspetti della disciplina (regole di comportamento) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  11. Gestione della classee idea di apprendimento Idea di apprendimento/comprensione: Comprendere significa saper “usare” le conoscenze e le abilità apprese in modi e contesti nuovi (D.Perkins) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  12. Gestione della classe e “apprendimento significativo” • Apprendere è un processo di “costruzione attiva” della conoscenza, nel dialogo e nella collaborazione con gli altri. Condizioni: interesse/motivazione, significatività e importanza dei contenuti, ancoraggio al già noto, cura del clima relazionale di apprendimento, responsabilità e autonomia, ecc. • L’apprendimento è un processo intenzionale: l’insegnante sceglie le idee e gli obiettivi (progettazione) sui quali centrare l’insegnamento; l’alunno deve avere la possibilità di scegliere i contenuti che vuole approfondire Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  13. Gestione della classe e “apprendimento significativo” • I contenuti devono essere “contenuti”: insegnare poche cose, ma in profondità, in relazione tra loro, soprattutto connesse con la vita di chi apprende, perché facilmente trasferibili e applicabili. • Si apprende e si dimostra di aver appreso quando si utilizzano conoscenze e abilità in contesti e situazioni nuove, il più possibile reali. Per questo le attività di apprendimento sono centrate sulla realizzazione di compiti e prestazioni importanti, che richiedono l’applicazione, l’uso e la ricostruzione della conoscenza appresa. Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  14. Gestione della classe e “apprendimento significativo” • I processi motivazionali (compiti emotivamente coinvolgenti e sfidanti) e i processi metacognitivi (riflettere su cosa e come si è appreso) sono continuamente sostenuti. • La valutazione segue e migliora costantemente i processi di apprendimento (valutazione per l’apprendimento) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  15. Consegna Quali conferme e quali nuovi impegni comuni assumere al fine di orientarci verso un modello di gestione della classe fondato sulle idee di apprendimento significativo e comprensione profonda? Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  16. Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  17. Modelli di progettazione INSEGNARE PER LA COMPRENSIONE (Teaching For Understanding) Proposto da un gruppo di docenti universitari di Harvard (Howard Gardner, David Perkins e Vito Perrone) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  18. INSEGNARE PER LA COMPRENSIONE Domande guida: Che cosa significa comprendere? Come si sviluppa la comprensione? Quali conoscenze meritano di essere comprese? Come sappiamo se abbiamo compreso bene? Quali procedure sviluppano comprensione? Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  19. INSEGNARE PER LA COMPRENSIONE • Il modello si fonda sulla concezione di comprensione come una prestazione piuttosto che uno stato mentale. • La prospettiva della prestazione sottolinea la comprensione come l’abilità e l’inclinazione a usare ciò che si conosce operando nel mondo» (Wiske, 1998) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  20. INSEGNARE PER LA COMPRENSIONE L’esperienza di coloro che pervengono ad una “comprensione profonda” dimostra che questa si produce quando: • si è indotti a mettere in atto una complessa attività di ricerca, sollecitata dalla necessità di trovare soluzioni a problemi • si è provocati da situazioni che richiedono di usare conoscenze • si è costretti a riformulare a interlocutori diversi la stessa conoscenza Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  21. ARGOMENTI GENERATIVI • Sono centrali ad una o più discipline e consentono di approfondire questioni importanti • Offrono connessioni dentro e fuori la scuola • Sonointeressanti e motivanti sia per gli insegnanti che per gli studenti • Sono accessibili, cioè sono disponibili molte informazioni e risorse per affrontare e sviluppare l’argomento. Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee Daniele Pavarin www.abilidendi.it

  22. OBIETTIVI DI COMPRENSIONE • Specificano che cosa deve essere compreso di un argomento a livello di concetti, processi e abilità • Il viaggio dell’apprendimento: lasciare spazi all’esplorazione personale dentro un percorso che guida verso destinazioni irrinunciabili. • Il processo di definizione degli obiettivi parte da ciò che l’insegnante sente più importante che gli studenti comprendano e passa necessariamente attraverso la responsabilizzazione e il coinvolgimento degli studenti stessi. Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee Daniele Pavarin www.abilidendi.it

  23. PRESTAZIONI AUTENTICHE • Sono realistiche: richiedono l’utilizzo di conoscenze e abilità dentro situazioni e contesti del mondo reale • Chiedono di “ri-costruire” la conoscenza più che riceverla • Consistono nel risolvere problemi nuovi e complessi • Non sono attività fini a se stesse, ma connesse ad obiettivi di comprensione • Dimostrano e sviluppano comprensione Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  24. VALUTAZIONE CONTINUA La valutazione continua è il processo, fondato su criteri chiaramente descritti di prestazioni di successo, attraverso il quale gli studenti ottengono un feedback riguardo a ciò che fanno. È, in sostanza, il processo di riflessione sulle prestazioni al fine di misurare il progresso verso gli obiettivi di comprensione» (Blythe, Bondy, & Kendall, 1998) Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

  25. VALUTAZIONE CONTINUA • La valutazione continua ha la funzione di verificare se gli apprendimenti previsti si realizzano, se le prestazioni di comprensione sono efficaci, fornendo così informazioni all’attività di progettazione • La valutazione favorisce l’apprendimento se gli studenti possono utilizzare lungo tutto il processo di apprendimento una serie di informazioni (criteri e feedback) utili a migliorare gli apprendimenti futuri. • E’ una valutazione per l’apprendimento e non dell’apprendimento Daniele Pavarin Gestire classi eterogenee

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