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Corso di Formazione/Prevenzione Rischio stress lavoro correlato II Edizione 2012. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze. Riferimenti normativi essenziali Accordo europeo 8 ottobre 2004 D.Lgs n. 81/2008 D.Lgs n. 106/2009
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Corso di Formazione/Prevenzione Rischio stress lavoro correlato II Edizione 2012 Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Riferimenti normativi essenziali • Accordo europeo 8 ottobre 2004 • D.Lgs n. 81/2008 D.Lgs n. 106/2009 • Comm. Cons. salute e sicurezza lavoro • 17/11/2010 • Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi • La valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonchè nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004, …. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Obblighi normativi in tema di Stress lavoro-correlato Finalità e struttura del documento e Metodologia Eventi sentinella quali ad esempio: indici infortunistici; assenze per malattia; turnover; procedimenti e sanzioni e segnalazioni del medico competente; specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori. I predetti eventi sono da valutarsi sulla base di parametri omogenei individuati internamente alla azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici rilevati in azienda). Fattori di contenuto del lavoroquali ad esempio: ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di lavoro e turni; corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti. Fattori di contesto del lavoro quali ad esempio: ruolo nell’ambito dell’organizzazione, autonomia decisionale e controllo; conflitti interpersonali al lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste). Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Fattori oggettivi, fattori soggettivi e indicatori potenziali indiretti di rischio. I primi riguardano la tipologia del lavoro (contenuto) e il contesto in cui si svolge: ad esempio l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro (qualità/quantità di lavoro, condizioni peculiari del posto di lavoro, chiarezza relativa al proprio ruolo e al proprio futuro). I secondi riguardano la singola persona, sono prettamente soggettivi e riguardano le caratteristiche personali come ad esempio il modello emozionale individuale e la personalità. Gli indicatori potenziali indiretti devono intendersi come la risultanza di un esame dell’assenteismo, della rotazione del personale, dei conflitti interpersonali o delle lamentele da parte dei lavoratori. Analoga attenzione va dedicata ad una eventuale scarsa adesione ed applicazione alle procedure di sicurezza, al basso senso di appartenenza, alla presenza di scarsa iniziativa e ad una ridotta produttività. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Note Giurisprudenziali Commissione Europea : nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza Parlamento europeo :necessità di individuare obiettivi comuni comparabili Consiglio dei Ministri : Direttiva del 24.3.2004 (Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni) Tribunale di Torino: diritto al risarcimento del danno biologico dovuto a mobbing L’obbligatorietà del risarcimento: in caso di incidente stradale in soggetto sotto stress Cass sez. lavoro 7/6/2007 n. 13309, CED. Danno non patrimoniale: per scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della personalità nel mondo esterno Cass sez. lavoro 7/3/2007 n. 5221, CED. Procura Torino: Iscrizione nel registro degli indagati per carenze nel metodo di accertamento utilizzato Risarcimento: non solo in presenza di una lesione con postumi permanenti, ma anche in presenza di lesioni che abbiano causato uno stress psicologico (Cass. 29.11.1999.n.13440) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Alcune precisazioni preliminari (Accordo interconfederale 8 giugno 2008 1. non tutti i luoghi di lavoro sono necessariamente interessati dallo stress (art. 1, comma 2) 2. non tutte le manifestazioni di stress sono necessariamente negative (art. 3, comma 2) 3. lo stress non è una malattia (art. 3, comma 3) 4. non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato (art. 3,comma 4) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Stress, danno biologico e danno psichico Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Lavorare sotto una certa pressione può migliorare le prestazioni e dare soddisfazione quando si raggiungono obiettivi impegnativi. STRESS DISTRESS EUSTRESS Al contrario, quando le richieste (in ambito lavorativo e non) e la pressione diventano eccessive, possono causare stress cronico. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Serotonina, noradrenalina dopamina e cortisolo La serotoninaè importante per dormire bene, per la regolazione del nostroorologio interno, più in generale per determinare la sensazione di benesseredell’individuo. La noradrenalina modula i livelli di energia del nostro corpo. Senza noradrenalina nel cervello, ci si sentirà sempre stanchi. Avere bassi livelli di noradrenalina è come cercare di avviare un'automobile con la batteria scarica. La dopaminaè importante per la produzione delle endorfine, sostanze tra l'altro regolatrici del senso del dolore, nella regolazione del piacere, etc. Nello stress cronico, anche la risposta ormonale di adattamento è cronica, con aumento dei livelli di cortisolo, comportando affaticamento ed indebolimento generale. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Le reazioni fisiologiche: cambiamenti dovuti all’attivazione del sistema nervoso simpatico ed endocrino Le risposte cognitivo-verbali : disturbi nelle abilità cognitive e nelle risposte a fattori stressanti I segnali meta-verbali: indicatori di reazione come la postura e la mimica facciale Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali Nel DSM IV, possiamo inoltre trovare descritto e classificato lo stress in varie forme come: Disturbo dell’Adattamento, Disturbo Post-traumatico da Stress, Disturbo Acuto da Stress, Fattori Psicologici che Influenzano una Condizione Medica Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
I SINTOMI PIU’ COMUNI ( ma non i soli possibili) Tra i sintomi più comuni ci sono: sensazione di stanchezza generale, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà di concentrazione, attacchi di panico, crisi di pianto, depressione, ansia, disturbi del sonno, dolori muscolari, disturbi gastro-intestinali, malfunzionamento della tiroide, sensazione di noia nei confronti di ogni situazione, irritabilità, abbassamento delle difese immunitarie, ipertensione, cefalea,ecc. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il concetto di stress (H- Selye) Definizione del 1936: sindrome causata da agenti nocivi Anni 70 : lo stress è la risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta Sindrome di adattamento generale (G.A.S.) Valutazione dell’entità della risposta dell’organismo alle sollecitazioni: i numerosi cambiamenti prodotti dalla risposta allo stress costituiscono appunto la sindrome da adattamento generale. Quando parliamo di stress ci riferiamo alle reazioni dell’organismo a determinate sollecitazioni che, nel tempo, portano all’ aumento della secrezione di certi ormoni e all’inibizione di altri determinando cambiamenti fisici nel cervello e nel corpo. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Lo stress è un fenomeno percettivo individuale, legato alla percezione del singolo individuo Non esistono situazioni stressogene, ma solo “situazioni potenzialmente stressogene per una certa popolazione/target/individuo” (stato soggettivo + ambiente) Lo stress deriva da una situazione percepita come minacciosa, a causa di una richiesta dell’ambiente percepita come eccessiva, rispetto alla percezione della propria capacità di fronteggiarla Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Valutazione cognitiva dello stressor Uno stimolo può essere valutato come potenzialmente minaccioso perché: 1. TROPPO INTENSO ( Eccessivo) 2. INSOLITO (Fuori dalla norma) 3. TROPPO LUNGO (Temporalmente esorbitante) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Gli eventi stressanti Valutazione per grado di intensità e una scala crescente: • Ad esempio: • Contrarietà lievi • Piccoli cambiamenti esistenziali • Significativi cambiamenti esistenziali • Eventi esistenziali acuti o cronici intensamente subiti • Lutto, gravi perdite o situazioni irreparabili Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il nostro organismo tende all’omeostasi dei tre livelli somatico, psichico o relazionale La salute dipende da un soddisfacente adattamento sia fisiologico che psicologico all’ambiente La salute è associata a un senso di benessere e di piacere di vivere e ad assenza di dolore e di disabilità Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Segnali d’attenzione….. L’incapacità di vivere le proprie emozioni La sensazione personale che gli eventi decorrano in modo relativamente indipendente dai propri comportamenti Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Ricordiamocelo sempre …. • Lo stress è una caratteristica della vita e non si potrà mai pensare di eliminarlo completamente. • E’ possibile ridurlo attraverso alcuni accorgimenti che riguardano: • la capacità individuale di gestione delle situazioni stressanti e più in generale se stessi e il proprio tempo (self management e time management), • una migliore organizzazione nell’ambito lavorativo, • uno stile di vita che permetta il recupero e la mobilitazione di energie utili. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il ruolo della personalità Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Cos’è la personalità? siamo: un’organizzazione di modi di essere, di conoscere e di agire, che assicura unità, coerenza, continuità, stabilità e progettualità alle relazioni dell’individuo con il mondo. Non è così semplice conoscere se stessi… Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Comportamento di Tipo A -Competitività spinta e diffusa a tutti gli aspetti della vita. Tendenza alla sfida e alla lotta.-Aggressività (spesso repressa) presente costantemente in tutte le interazioni personali e sociali. -Impazienza, insofferenza per i diversi ritmi altrui e per l'insufficienza degli altri. -Tensione muscolare, discorso "esplosivo", ipervigilanza, difficoltà al rilassamento.-Tendenza a voler fare e ottenere un illimitato numero di cose in un limitato periodo di tempo. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Comportamento di Tipo A -Necessità spinta di avere costantemente il controllo totale nelle situazioni. -Spinta all'acquisizione di cose, oggetti, beni e in generale al consumo. -Spesso fumo, alcool, attività orali ripetitive. -Poca attività fisica.-Pochi interessi alternativi al lavoro.-Alimentazione irregolare ed eccessiva. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Comportamento di Tipo B -Competitività selettiva e proporzionata alla reale importanza degli obiettivi da raggiungere. -Aggressività "fisica" indotta da stimoli adeguatamente frustranti. Aggressività di base ridotta. -Capacità di adeguarsi e di tollerare la diversità degli altri ed i loro differenti ritmi.-Rilassamento muscolare, discorso tranquillo, vigilanza "fasica" facilità di rilassamento. -Tendenza a proporzionare le cose da fare e da ottenere in rapporto al tempo disponibile. - Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Comportamento di Tipo B -Ridotta importanza dell'avere costantemente il controllo in tutte le situazioni.-Relativa indifferenza al consumo e all'acquisizione di cose inutili. -Fumo e alcool molto limitati.-Attività fisica.-Interessi alternativi al lavoro.-Alimentazione controllata. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Ulteriori fattori di rischio Fattori biologici ( sesso, ereditarietà, età) e fisiologici (cicli ormonali, bioritmi) che espongono a maggior rischio di depressione (gravidanza, puerperio, sindrome premestruale, menopausa, eredo-familiarità, insonnia, stili di vita) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Profili psicologici maggiormente esposti al rischio: un esempio da una Consulenza Tecnica d’Ufficio Tribunale di Firenze II criterio di valutazione del danno ha tenuto conto di come l’evento traumatico si sia posto in relazione alla specificità del soggetto, di come questi prima funzionasse e di come, poi, in seguito non funzioni più ed abbia subito delle modificazioni peggiorative. Preliminarmente si deve precisare che il Disturbo di Personalità non è in nesso causale con l’evento per cui è causa. Si tratta, infatti, di una condizione connaturata all’assetto psichico di fondo dell’individuo, che ne impronta i vissuti e le espressioni comportamentali e relazionali, dando una sorta di indirizzo alle eventuali reazioni scaturite dai c.d. life events ma che affonda le sue radici molto a monte rispetto agli stessi. E’ facilmente comprensibile che questo substrato costituisce un locus minoris resistentiae sul quale life events particolarmente impegnativi possono elicitare reazioni quali-quantitativamente rilevanti, tali da far scivolare ll disturbo di personalità di fondo verso condizioni psico-patologiche maggiori, di franco risalto psichiatrico. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Profili psicologici maggiormente esposti al rischio: un esempio da una Consulenza Tecnica d’Ufficio Tribunale di Firenze E’ esattamente quello che, a giudizio dei sottoscritti, si è verificato in questo caso. Nessun dubbio può dunque sussistere circa l’enorme effetto stressogeno di questa esperienza vissuta dal soggetto. Per vero, un’esperienza del genere avrebbe colpito seriamente e permanentemente la psiche di qualsiasi individuo, anche se completamente scevra di fattori predisponenti: nella fattispecie il Disturbo di Personalità ha facilitato/accentuato gli effetti psico-traumatizzanti della predetta esperienza. A nostro avviso è stata proprio la maggior vulnerabilità psicologica sottesa a questo disturbo a portare alle estreme conseguenze l’alterata l’omeostasi psico-comportamentale del periziato, con notevoli riverberi negativi anche sul piano del rendimento lavorativo e sul piano relazionale, ove permangono notevoli difficoltà. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Caratteristiche del lavoro che sono più facilmente associate con lo stress Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il rumore eccessivo Il sovraccarico lavorativo. La mancanza del tempo indispensabile per svolgere un compito. La scarsa varietà delle attività. L'insufficienza o la mancanza di un riconoscimento o di una ricompensa per una buona prestazione. L'assenza di discrezionalità e di controllo. La presenza di eccessive responsabilità. L'ambiguità di ruolo. Il conflitto con i colleghi o con i superiori. L'insoddisfazione, la mancanza di realizzazione personale. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Modello di Cooper della dinamica dello stress sul lavoro Fonte: Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, 2000 Fonte di stress: Inerente il lavoro: un basso valore del lavoro, l’uso limitato delle capacità, la ripetitività del lavoro, la mancanza di feedback sul rendimento, il carico di lavoro, i ritmi di lavoro, gli orari di lavoro Ruolo nell’organizzazione: sovraccarico di ruolo, ambiguità di ruolo, conflitto di ruolo, la responsabilità di altre persone Rapporti sul lavoro: la qualità dei rapporti interpersonali (fra colleghi ma soprattutto con i superiori), la partecipazione ai processi decisionali, la competitività Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Modello di Cooper della dinamica dello stress sul lavoro Fonte: Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, 2000 Fonte di stress: Evoluzione della carriera: rapporto tra progressione di carriera e valore del lavoratore, obsolescenza, la mancanza di sicurezza (precarietà), l’iniquità organizzativa, la bassa retribuzione Clima e struttura organizzativa: procedure farraginose, non chiare, struttura piatta e dimensioni elevate, stili di leadership. Il clima ci permette di evidenziare la qualità delle relazioni (clima cattivo – presenza di malessere, clima buono presenza di benessere) Interfaccia casa/lavoro: effetti della vita lavorativa sulla vita non lavorativa e viceversa Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Secondo Lazarus e Folkman (1984) lo stress dipende non solo dalla situazione ma anche dalla valutazione dell’individuo della stessa L’ Appraisal rappresenta la sintesi di due tipi di valutazione la valutazione primaria riguarda l’ambiente ed il giudizio da parte dell’individuo sul reale o potenziale contenuto di pericolo la valutazione secondaria in cui la persona valuta, se possiede o meno le abilità e le risorse per fronteggiare il pericolo (coping skill) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il mobbing Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il termine mobbing deriva dal termine inglese to mob (attaccare, assalire) Il far fronte a una situazione di pericolo o di minaccia è un processo comportamentale che viene denominato coping (dal termine inglese «to cope», far fronte). La molestia morale nel luoghi di lavoro Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Lo stress nel corpo docente il burnout Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Lo stress nel corpo docente: tre diversi livelli 1. Livello: coloro che sono in buona salute 2. Livello: coloro che sono in una situazione di burnout 3. L’ivello: coloro che presentano una psicopatologia ben evidente. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Un aspetto particolare dello stress nelle Helping Professions,più in particolare professione docente: il burnout Il termine burnout, nato negli anni 30 per definire un atleta che, dopo anni di successi, si esaurisce, si brucia e non può più dar nulla agonisticamente, comincia ad essere applicato all’ambito lavorativo negli anni ’70, in particolare nella letteratura che riguarda le helping professions. Negli anni successivi si è spesso associato a incompetenza, scarsa motivazione, fragilità psicologica ma studi approfonditi hanno delineato contorni molto più complessi del fenomeno. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Recenti studi hanno confermato che la categoria degli insegnanti è sottoposta a numerosi stress il particolare rapporto con gli alunni/studenti il continuo evolversi della percezione dei valori sociali l’evoluzione scientifica il susseguirsi continuo di riforme la maggior partecipazione degli studenti alle decisioni l’ inadeguato ruolo istituzionale attribuito/riconosciuto alla professione Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Una problematica mondiale Allarme suicidi in Francia Assenze triplicate per malattie psichiatriche in Giappone negli ultimi 10 anni Pensionamenti per malattie psichiatriche in Germania Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il burnout, a differenza dello stress che riguarda la sfera individuale, è un fenomeno fondamentalmente psicosociale di portata internazionale, per il quale sono stati identificati fattori di rischio personali, relazionali e ambientali sui quali intervenire. Si tratta di una sindrome complessa , multidimensionale che merita di essere attentamente considerata per la rilevanza sociale, in quanto implica dei costi elevati per tutti i soggetti coinvolti nella gestione, erogazione e fruizione dei servizi (operatori che pagano in termini di salute e qualità di vita, utenti che trovano un servizio qualitativamente insoddisfacente, comunità che vede lievitare i costi intermini di assenza dal lavoro e assistenza sociosanitaria). Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il “senso” del lavoro Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Studi sulla categoria docente in Italia Recentemente però diversi studi hanno prodotto un significativo cambiamento in quest’ultima tendenza. Uno studio dell’ASL di Milano sulle domande di invalidità tra il 1992 e il 2001, evidenzia che la categoria insegnante risulta costituire il 36% delle domande con una frequenza di patologia psichiatrica doppia rispetto alla categoria impiegatizia, indipendentemente da età, sesso e ordine di scuola di appartenenza. In provincia di Firenze, più o meno nello stesso periodo fu condotto uno studio sul personale della scuola dell’infanzia (169 soggetti) utilizzando il Maslach Burnout Inventory in otto circoli didattici mise in evidenza la presenza di burnout in circa 1 insegnante su 3. Negli ultimi dieci anni molti altri sono stati gli studi scientifici sull’argomento e Vittorio Lodolo D’Oria ne ha pubblicato le risultanze in diversi contesti. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
’Il disagio mentale professionale negli insegnanti: dalla gestione alla prevenzione’ Anp (Associazione Nazionale presidi) Roma maggio 2008 ha analizzato il comportamento e la percezione da parte dei dirigenti scolastici di fronte al disagio mentale professionale del corpo docente. L’indagine è stata svolta su un campione di 1.412 soggetti (1.124 dirigenti scolastici e 288 collaboratori): il 61% dei dirigenti scolastici con oltre 10 anni di servizio ha affrontato direttamente casi di disagio mentale professionale nel corso della propria carriera; al 17% di presidi è rimasto il dubbio di essersi trovati di fronte a docenti con disturbi patologici; il 12% del campione non ha mai incontrato, né sentito parlare, di insegnanti con problemi psichici.. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il Modello di Maslach 1976 L’esaurimento emotivo La depersonalizzazione La ridotta realizzazione personale Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il Maslach Burnout Inventory Le caratteristiche dei soggetti più vulnerabili al burnout: deboli, remissivi, con difficoltà a tracciare i confini tra sé e gli utenti, incapaci di esercitare un controllo sulla situazione, rassegnati passivamente alle richieste del lavoro senza tentare di ridimensionarle. I vari stressor della situazione lavorativa, come il sovraccarico o l’ambiguità di ruolo, possono interagire con le caratteristiche personali portando allo sviluppo del burnout. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Il Modello di Cherniss 1. Sintomi fisici: fatica e senso di stanchezza, frequenti mal di testa e disturbigastrointestinali, raffreddori e influenze, cambiamenti delle abitudini alimentari,insonnia e uso di farmaci. 2. Sintomi psicologici senso di colpa, negativismo, sensazioni di fallimento ed immobilismo, alterazioni dell’umore, irritabilità, scarsa fiducia in sé, scarsa empatia e capacità d’ascolto. 3. Reazioni comportamentali alta resistenza ad andare al lavoro, assenteismo e ritardi, tendenza ad evitare o rimandare i contatti con gli utenti, ricorso a procedure standardizzate. 4. Cambiamenti di atteggiamento con gli utenti, chiusura difensiva ai contatti, cinismo, perdita di disponibilità all’ascolto, distacco emotivo, indifferenza, colpevolizzazione; utilizzo di misure del controllo del comportamento come l’uso di tranquillanti; atteggiamenti sospettosi o paranoidi. Anche con i colleghi si sviluppano atteggiamenti di evitamento dei contatti e di risentimento Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Folgheraiter (1994) introduce un quarto elemento descritto come perdita della capacità del controllo, smarrimento cioè di quel senso critico che consente di attribuire all’esperienza lavorativa la giusta dimensione. La professione finisce per assumere un’importanzasmisurata nell’ambito della vita di relazione e l’individuo non riesce a “staccare” mentalmentetendendo a lasciarsi andare anche a reazioni emotive, impulsive e violente. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Fattori che possono determinare il burnout Fattori sociali e personali del soggetto Fattori relazionali Fattori oggettivi organizzativi (o professionali) Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze
Epidemiologia del Burnout: risultanze non concordanti in letteratura Coincidenza su alcune variabili: Età; Sesso; Stato civile; Turnazione lavorativa; Anzianità professionale; Sovraccarico lavorativo. Emanuele Bartolozzi – Consulente tecnico Psicologo Tribunale Ordinario di Firenze