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Alunni immigrati a scuola: L’ITALIANO PER LO STUDIO, DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA FACILITAZIONE

Alunni immigrati a scuola: L’ITALIANO PER LO STUDIO, DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA FACILITAZIONE. I DUE PERCORSI : BICS e CALP. BICS : basic interpersonal comunication skill, ovvero abilità comunicative interpersonali di base - problema linguistico visibile

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Alunni immigrati a scuola: L’ITALIANO PER LO STUDIO, DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA FACILITAZIONE

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Presentation Transcript


  1. Alunni immigrati a scuola:L’ITALIANO PER LO STUDIO, DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA FACILITAZIONE Sintesi a cura di Luisa Restivo

  2. I DUE PERCORSI: BICS e CALP • BICS: basic interpersonal comunication skill, ovvero abilità comunicative interpersonali di base - problema linguistico visibile - apprendimento: in classe; acquisizione: per bagno linguistico - tempi: dai 4 mesi a uno/due anni • CALP: cognitive accademic language profiency, ovvero abilità linguistica cognitivo accademica - problema linguistico meno evidente - apprendimento: in classe - tempi:lunghi (3-7 anni) e strategie adeguate

  3. Bisogni linguisticidell’apprendente: • A) comprendere il tema, il contenuto • B) comprendere e memorizzare il lessico e le strutture specifici • C) concettualizzare (nessi logici, spaziali, temporali, causali) • D) verbalizzare i concetti

  4. Esigenti dal punto di vista cognitivo C B Indipendenti dal contesto (astratti) Legati al contesto (concreti) D A Poco esigenti dal punto di vista cognitivo Quadrante di Cummins

  5. Produzioni dell’apprendente • Gli enunciati contengono una sola informazione • Le frasi si succedono in maniera semplice e paratattica • Raramente vi è espansione attraverso l’uso di aggettivi e di altri sintagmi nominali • Le negazioni sono semplici • Le interrogazioni sono rese attraverso l’intonazione • Il sistema verbale si esprime attraverso le forme del presente, passato prossimo, imperfetto • Il discorso è di tipo narrativo anche quando lo scopo è esplicativo, ed è contestualizzato

  6. Caratteristiche dei testi di studio • Aspetto semantico: lessico, parole specifiche • Morfosintassi • La progressione tematica e l’ordine dell’esposizione

  7. Aspetto semantico: • termini univoci, area di significato circoscritta • termini del linguaggio comune usati in accezione speciale: scala, forza, centro • Termini astratti: sistema, processo, fenomeno • Termini che concentrano il significato di intere frasi (nominalizzazione): orientamento, classificazione, riduzione

  8. Aspetti morfosintattici • uso della forma passiva, si passivante , delle forme impersonali; • uso di subordinate (frequenti le relative), periodi complessi • Più informazioni in un enunciato

  9. La progressione tematica e l’ordine dell’esposizione • Testi espositivi strutturati secondo diversi criteri: • classificazione; • Definizione; • Generalizzazione • Formulazione di ipotesi • Stabilire rapporti di causa-effetto

  10. Esempi di testi: • “Quando il problema è un problema”: • Al reparto casalinghi di un supermercato sono arrivate24 confezioni contenenti 8 bicchieri ciascuna. Quanti bicchieri in tutto? • Luca è un appassionato collezionista di francobolli. Ne possiede 265 italiani, , 93 europei e 178 di altri paesi del mondo…. • Nella cantina di un ristorante c’erano 128 bottiglie di barbera. Ne sono rimaste 35. Quante bottiglie sono state consumate? • 2) Geografia • Sebbene l’acqua sia presente in grande quantità sulla terra e il suo riciclo sia continuo, possiamo dire di non avere acqua a sufficienza………

  11. 3)Storia Intorno all’VIII secolo si raggiunse un nuovo equilibrio, accompagnato da un miglioramento della situazione economica. In questa fase si formarono le citta-stato, o poleis. Inizialmente le città stato furono governate da un re, ma questa forma di governo ebbe vita breve. Il re sosteneva di essere re perché così aveva voluto Zeus. E spesso quest’ idea ne portava con sé delle altre: Zeus, il capo più potente di tutti gli dei, ispirava le decisioni del re e parlava attraverso di lui. Di conseguenza nessuno poteva opporsi alla volontà del monarca, egli aveva un potere assoluto. Tutt’al più il re poteva farsi aiutare nell’attività di governo da alcuni aristocratici. Questi erano grandi proprietari terrieri che, mentre gli schiavi coltivavano le loro terre, si dedicavano alla vita militare, costituendo il nerbo dell’esercito della polis.

  12. Obiettivi principali rispetto alla lingua di studio: . Comprensione dei contenuti del messaggio, termini, concetti: - rivedere, valorizzare concetti, saperi già acquisiti in L1; - promuovere l’apprendimento di nuovi concetti; . Appropriazione dei concetti e del linguaggio settoriale: -competenze linguistiche; - strategie di apprendimento; Percorso: semplificazione del testo comprensione del testo riformulazione e uso appropriazione dei concetti della lingua decontestualizzata

  13. FASE PONTE • SEMPLIFICAZIONE +FACILITAZIONE • Semplificazione: - riscrittura di testi • - testi a scrittura controllata • ( www.dueparole.it) • Facilitazione: -testi originali

  14. Analisi quantitativa dei testi di studio • Leggibilità e comprensibilità • - Indice di leggibilità di Flesch (n° sillabe su 1oo parole + n° medio parole per periodo) • Indice di leggibilità Gulpease (www.eulogos.net/it) • a) lunghezza delle parole • b) lunghezza delle frasi • c)Relazione tra complessità del testo e grado di scolarizzazione del potenziale apprendente.

  15. Criteri per la stesura di testi “a difficoltà controllata”: • Usare il vocabolario di base, spiegare i termini che non vi appartengono: individuare > scoprire; prelevare >prendere, estrarre > tirare fuori; raffinerie > industrie dove lavorano il petrolio • ripetere le parole chiave evitando i sinonimi • evitare le forme figurate, le espressioni idiomatiche • Usare i verbi per lo più nei modi finiti e nella forma attiva • Fare un uso limitato dei pronomi (più nomi pieni, alto tasso di ridondanza) • Evitare le personificazioni (il Senato> i senatori) • Evitare le nominalizzazioni (la conquista della Sicilia> Garibaldi conquistò la Sicilia) • Non usare le forme impersonali • Ordinare le informazioni in senso logico e cronologico • Formare frasi brevi di 20-25 parole • Nella costruzione sintattica della frase rispettare l’ordine SVO • Usare il più possibile frasi coordinate

  16. SEMPLIFICAZIONE : - adattabilità, modificabilità (quanto semplificare? Cfr. Framework, livelli di apprendimento) - valenza temporanea Obiettivo intermedio: garantire accessibilità ai contenuti del curricolo Obiettivo finale: eliminare la necessità di semplificare

  17. Oltre la semplificazione • Scelta dei contenuti • Definizione della lunghezza del testo (max 200 parole) • Esplicitazione dei passaggi tra argomenti • Scelta di titolo, immagini come rinforzo per la comprensione del testo • Spiegazione degli impliciti culturali

  18. Diverse accezioni:- pratica didattica- insieme di strategie miranti a facilitare semplificazione la comprensione dei testi di studio facilitazione nella classe plurilingue Facilitazione

  19. Facilitazione linguistica • Quando: livello B1 del framework • Cosa: selezione di aspetti microlinguistici • Come: individuazione di un aspetto linguistico alla volta • Obiettivi: imparare l’italiano per studiare ma anche imparare l’italiano studiando

  20. Esempi di analisi microlinguistica • Scienze: 3° persona del presente – forma impersonale; • Storia: passato remoto/presente storico • Matematica/fisica: alcune forme impersonali - ipotetiche • Aspetto semantico (trasversale) • Lessico contestuale, ridondanza • Sfere semantiche • Verbi: aspetto collocazionale, fraseologico, reggenze preposizionali, nominalizzazioni, omonimia

  21. Approcci facilitanti • - Didattica della lettura • Prelettura (elicitazione del conosciuto) • Lettura ( scalarità, varietà della comprensione): globale, analitica • Post lettura (attivazione di abilità produttive) • Approccio ludico • Cooperative learning • - Il parlato dell’insegnante

  22. CHI FA CHE COSA? • “Ogni insegnante DEVE ESSERE FACILITATORE DI APPRENDIMENTO e anche un po’ insegnante di lingua” • Programma collegiale: • C.d.C. : adattamento del programma; individuazione dei nuclei tematici irrinunciabili; • Docente della disciplina- di area disciplinare/docente facilitatore: • individuazione, selezione di alcuni tratti microlinguistici funzionali alla comprensione; • programmazione coordinata con il facilitatore di attività propedeutiche a quelle nella classe plurilingue; • Docente facilitatore (in laboratorio L2): attivazione dei percorsi di facilitazione; predisposizione di attività preparatorie all’attività in classe; • Docente della disciplina: nella classe plurilingue: schede da usare in modo autonomo (affiancate da verifica a risposta chiusa); • Tutoraggio (a rotazione) di un alunno italofono

  23. IL FACILITATORE LINGUISTICO PREDISPONE ALLA COMPRENSIONE, MA E’ IL DOCENTE DELLA DISCIPLINA CHE DEVE SEGNALARE SU COSA INSISTERE L’INSEGNAMENTO AGLI ALUNNI STRANIERI NON PUO’ ESSERE DELEGATO SOLO AL DOCENTE DI ITALIANO O DI LINGUA E NON SOLO IN LABORATORIO L2, MA E’ UN PROBLEMA DA “AGGREDIRE” GLOBALMENTE.

  24. “CONSIDERARE GLI STUDENTI ITALIANI E GLI STUDENTI STRANIERI UGUALI NEI BISOGNI COGNITIVI E LINGUISTICI, NEI VISSUTI, NELLE MODALITA’ DI ESPERIRE IL MONDO CHE LI CIRCONDA, E’ UN ATTO DI FALSA DEMOCRAZIA, DESTINATO A SANCIRE IL FALLIMENTO SCOLASTICO DEI NUOVI ARRIVATI.” Maria Cecilia Luise

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