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La “riforma Gelmini†nella Scuola Secondaria. I primi passi della “riformaâ€. La legge 133/08 (la finanziaria d’estate), nella quale si deliberano gli 8 miliardi di tagli. Schema del piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, ovvero la “nuova†scuola pensata dalla Gelmini e Tremonti
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La “riforma Gelmini” nella Scuola Secondaria
I primi passi della “riforma” • La legge 133/08 (la finanziaria d’estate), nella quale si deliberano gli 8 miliardi di tagli • Schema del piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, ovvero la “nuova” scuola pensata dalla Gelmini e Tremonti • La legge 169/08 (Legge Gelmini), che istituisce il maestro unico, la materia costituzione e cittadinanza, la valutazione in decimi e il voto in condotta
Il 5 in condotta La L 30/10/2008 n.169 stabilisce all'art.2 c. 3: "La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso e all'esame conclusivo del ciclo." Il 16 gennaio 2009 esce il DM n.5 che stabilisce le condizioni che portano al 5 in condotta. In particolare: "[...] la valutazione insufficiente del comportamento deve scaturire da un giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità…che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a 15 giorni [...]." Lo Schema di regolamento abroga esplicitamente il DM n.5 e all'art.7 c.2 stabilisce che: "La valutazione del comportamento con voto inferiore a sei decimi è decisa dal consiglio di classe nei confronti dell’alunno cui sia stata precedentemente irrogata una sanzione disciplinare e al quale si possa attribuire la responsabilità dei comportamenti previsti dai commi..." Questi commi si riferiscono sia a comportamenti particolarmente gravi che quelli che riguardano mancanze ai seguenti doveri: “1. frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio.2. avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi. 5. utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.”
I tagli Il 23/2/2009 l’Istat rende note le "Spese sostenute dalle amministrazioni“. Solo in Germania e Grecia la spesa per l'istruzione è percentualmente più bassa rispetto all'Italia, tutti gli altri 13 paesi dell'Ue spendono di più. Il dato è del 2007 e non tiene conto della “riforma”, ma sottolinea che dal 2000 ad oggi la spesa per la scuola pubblica è in calo. Oggi, è a pari al 9,6 per centodella spesa complessiva. I 15 paesi dell'Ue dirottano sull'Istruzione in media il 10,5 per cento della spesa complessiva. Questi dati sembrano destinati a peggiorare, con tagli per quasi 8 miliardi alla scuola (quasi tutti sul personale) e oltre 1,5 sull'università. L’ Italia spende troppo per l’Istruzione?
Le novità introdotte dagli schemi di regolamento approvati dal consiglio dei ministri del 18 dicembre 2008
Il 18 dicembre 2008 Il Consiglio dei Ministri ha approvato 4 schemi di regolamenti ai sensi dell’articolo 64, comma 4, della legge del 6 agosto 2008, n.133. I primi due, riguardanti: • Norme per la riorganizzazione della rete scolastica ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola • Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione Sono legge dal 27 febbraio 2009, con la firma del Presidente della Repubblica, dopo aver completato l’iter legislativo, che prevede il parere, obbligatorio ma non vincolante, della Conferenza Stato regioni e del CNPI. Entrambi questi organismi avevano espresso parere negativo.
Il parere del CNPI: Critica fortemente la scelta di fondo del Regolamento che lede il principio dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche Rileva che, nel prospettare un’ampia offerta di tempi scuola, si possano “alimentare nelle famiglie aspettative che, in assenza di congrue e correlate risorse, potranno difficilmente essere soddisfatte mettendo la scuola nella difficile situazione di dover riorientare le scelte e riorganizzare l’offerta”. • Si delinea un quadro formativo che: • compromette l’efficacia dell’offerta formativa nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione, • lede la dignità dell’istituzione scolastica pubblica, • non garantisce pari opportunità di offerta e di scelta sul territorio nazionale.
Schema di regolamento recante “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola”, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, della legge 6/8/2008, n. 133” Stabilisce le condizioni di esistenza di Istituti autonomi e dei plessi e sezioni staccate Indica il numero minimo e massimo indispensabile per la formazione delle classi in ogni ordine di scuola
Per diventare o continuare ad essere un’istituzione scolastica autonoma è necessario aver avuto negli ultimi 5 anni non meno di 500 e non più di 900 alunni (il limite massimo non si applica in aree ad alta densità demografica) Il rapporto alunni per classe verrà incrementato. Nella secondaria superiore 27 sarà il numero minimo (oggi 15) per la costituzione delle prime classi elevabile a 30 (oggi 25), più un eventuale 10% per i “resti”. Le seconde e le successive devono essere in numero pari a quello delle prime e successive dell’anno precedente. Se però il numero medio di alunni per classe è inferiore a 22 si accorpano le classi secondo i nuovi criteri delle classi prime. L’“efficace utilizzo delle risorse umane”?
Schema di regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del I ciclo d’istruzione” Delinea l’orario scolastico per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria, per le medie. Sostanziale novità è, per quello che riguarda la Secondaria di I grado, si istituiscono due modelli orari: il tempo normale (30 ore sett.) e il tempo prolungato (36-40 ore sett.); quest’ultimo è vincolato agli organici assegnati ad ogni scuola per l’anno scolastico 2008-2009. Altra novità: l’insegnamento dell’inglese potenziato.
Scuole Superiori La prima parte è contenuta nei schemi 2 di regolamento già descritti. Sono già legge (dal 27 febbraio) e, se non ci saranno “ripensamenti”, produrranno i loro effetti già a partire dal settembre 2009 La riforma in due tempi. • L’innalzamento del rapporto alunni/classi dello 0,4, oltre al sovraffollamento, produrrà la riduzione di 5.093 docenti. Ci saranno 2.400 classi in meno, cioè circa 52.000 alunni da ricollocare. • La riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore porterà alla riduzione di 7.000 docenti.
Una riflessione sul sovraffollamento Non c’è motivazione didattica per la scelta di costituire classi di 27/30 studenti, con possibilità di un ulteriore incremento del 10%. Lo scopo è il taglio di 5.093 docenti, ma a che prezzo? Trascuriamo i problemi dei nuovi disoccupati, ignoriamo che in una classe di 33 alunni è impossibile svolgere una lezione decente… Ma possiamo ancora una volta trascurare la sicurezza? Quante volte ancora dovremo invocare l’imprevedibile fatalità prima di comprendere che le tragedie vanno prevenute? In classi con 33 alunni, con meno professori e meno bidelli la sicurezza è un optional al quale abbiamo deciso di rinunciare.
Una possibile indagine Con le nuove “Norme per un razionale utilizzo…” le classi potranno avere anche 33 alunni, ma restano in vigore le norme in materia di sicurezza. In particolare il punto 5 del decreto 26 agosto 1992 del Ministero dell'Interno: «Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica» indica un limite massimo di 26 alunni per classe. Il D. Interministeriale 18/12/1975 indica gli spazi minimi vitali per garantire la funzionalità dei locali scolastici, pari a 1,96mq per alunno nelle classi delle scuole superiori. Nell’istituto Gandhi le aule più grandi raggiungono i 52mq. Non potrebbero quindi contenere più di 26 alunni. Perché non misurare le nostre classi e immaginarle con 33 alunni?
Il “secondo tempo della riforma” Il 18 dicembre 2008 il Consiglio dei Ministri, oltre ai due già descritti, ha approvato altri 2 schemi di regolamenti, che dovrebbero entrare in vigore dal settembre 2010, riguardano: - Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei Licei - Revisione dell’assetto degli Istituti Tecnici Per 84.000 classi su 118.000 l’orario settimanale sarà ridotto mediamente di 3 ore, ottenendo un taglio di 14.000 docenti.
Le magiche alchimie Sia lo schema di regolamento per i nuovi Licei che quello per gli Istituti Tecnici sono introdotti da una “Relazione illustrativa” nella quale si elencano i pregi della “riforma”. Da questi documenti si evince che il la riduzione media di 3 ore settimanali si ottiene mediante un aumento delle ore di Italiano, Storia, Latino, Matematica, Inglese, ecc… e delle attività laboratoriali…
La “riforma” propone 6 licei: • Il liceo artistico, in cui confluiscono il liceo artistico esistente e tutti gli indirizzi degli attuali Istituti d’Arte. Ha 3 indirizzi: Arti Figurative, Architettura Design e Ambiente, Audiovisivo Multimedia Scenografia. • Il liceo classico, dove confluiscono sia il “classico tradizionale” che tutte le sperimentazioni sviluppatesi in questi anni. • Il liceo scientifico, terrà conto (si scrive) di quanto di buono è emerso dal PNI • Il liceo linguistico, che si sostituisce a tutte le sperimentazioni di tipo linguistico. • Il liceo musicale e coreutico, in due sezioni (musicale e coreutica), nelle quali confluiscono gli attuali Conservatori. • Il liceo delle scienze umane, si sostituisce all’Istituto Magistrale e alle relative sperimentazioni (socio – psico – pedagogico) La cancellazione di ogni sperimentazione
Gli orari dei Licei I piani degli studi dei Nuovi Licei si articolano in due aree: • 1) Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti – Orario medio settimanale; • 2) Insegnamenti attivabili sulla base del Piano dell’Offerta Formativa nei limiti dell’ organico assegnato all’istituzione scolastica, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle famiglie. • Per i licei classico, linguistico, scientifico e delle scienze umane l’orario obbligatorio è fissato in 30 ore medie settimanali. • Per il liceo artistico, si prevedono 34 ore nel primo biennio e di 35 ore nel secondo biennio e nel quinto anno. • Il liceo musicale e coreutico propone 32 ore obbligatorie.
Alcune considerazioni sull’Artistico Ha 3 indirizzi: Arti Figurative, Architettura Design e Ambiente, Audiovisivo Multimedia Scenografia, nei quali confluiscono il liceo artistico esistente e tutti gli indirizzi degli attuali Istituti d’Arte. Negli schemi di regolamento il Ministero indica nella “didattica laboratoriale e lo studio dell’inglese le principali novità”. A noi pare invece evidente il contrario, Nei 5 anni saranno cancellate complessivamente 693 ore lo studio dell’Inglese perde un’ora a settimana (165 ore in totale), più o meno come Scienze e Matematica. Spariscono il Diritto e la Fisica e si introduce lo studio della seconda lingua comunitaria. Nel complesso non ci sono variazioni significative nella discipline “di indirizzo”.
LICEO DELLE SCIENZE UMANE(a confronto con Il Liceo delle Scienze Sociali “CarloPorta” di Monza) • Apparentemente nel complesso non c’è un taglio di ore, ma va notato che si perdono complessivamente 165 ore di compresenza: una a settimana nel primo biennio (vedi * Storia- Diritto) e una a settimana per i restanti 3 anni (vedi * Inglese – Scienze Sociali). Ancora più evidente è la “scelta culturale” che porta ad investire sullo studio del Latino a scapito delle discipline professionalizzanti (Diritto e Scienze Sociali). • Il Ministero sottolinea che “si valorizza il dialogo tra le scienze umane e i diversi saperi”.
Esame di Stato AMMISSIONE ALL'ESAME DI STATO. Colpi di scena a ripetizione! Per l'anno in corso l'ammissione all'esame di Stato è regolata dal Decreto Ministeriale n.42 del 22 maggio 2007 e dalla legge n.169/08. Per essere ammessi è necessario avere la media del sei e almeno sei in condotta. Il voto in condotta contribuisce alla determinazione del credito scolastico. Tutto questo è contenuto nell'Ordinanza Ministeriale n. 40 dell'8 aprile 2009. Precedentemente lo schema di regolamento sulla valutazione approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo 2009, prevedeva al minimo il sei in condotta e in tutte le materie per assere ammessi all'esame di Stato. I Ministri ci hanno ripensato!
E per le Università? Tre sono i punti principali della riforma contenuti nella 133/2008 Il taglio dei finanziamenti agli Atenei del 20% (in 5 anni 1 miliardo 441,5 milioni di euro in meno) (Art. 66). Secondo il mondo accademico, il minore investimento per l’Università si tradurrebbe in una bassa qualità della didattica e della ricerca (già poco competitiva nel panorama europeo) e nell’aumento delle tasse per gli studenti. La possibilità di trasformazione degli Atenei da enti pubblici a fondazioni private (Art. 16). Privatizzando l’Università lo Stato rischia di disinteressarsi di un servizio pubblico costituzionalmente garantito (Art. 33) e fa riferimento a un modello economico-sociale molto diverso da quello italiano e più simile a quello anglosassone. Il blocco del turnover al 20% (su dieci pensionamenti le assunzioni potranno essere solo due) (Art. 66). La riduzione del numero dei docenti corrisponde principalmente a tre conseguenze: l’impossibilità di accesso dei giovani ricercatori alla carriera universitaria, la fuga di cervelli all’estero e l’invecchiamento ulteriore della classe dei docenti.
Università. Come è andata a finire? Nel Decreto legge n° 180 del 10/11/2008, approvato il 7/1/2009, recante disposizioni urgenti sul diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca, vengono introdotte alcune novità sui bilanci d'ateneo e nuove regole per assunzioni e concorsi. Il blocco del turn-over viene portato al 50%. Il ministro Gelmini aveva dichiarato guerra alle “università fantasma”, nella riforma non c’è però nessun cenno alla chiusura delle sedi universitarie con pochi iscritti. Sabato 11 aprile 2009 la Gelmini interviene all’inaugurazioni del nuovo centro universitario di Edolo, 4291 abitanti, in provincia di Brescia…