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GRANDI MOLINI ITALIANI. LA PAC VISTA DALL’INDUSTRIA DI PRIMA TRASFORMAZIONE. MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009. AGENDA. Grandi Molini Italiani L’evoluzione della PAC Globalizzazione: come gestirne la complessità Il caso del grano duro
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GRANDI MOLINI ITALIANI LA PAC VISTA DALL’INDUSTRIA DI PRIMA TRASFORMAZIONE MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
AGENDA • Grandi Molini Italiani • L’evoluzione della PAC • Globalizzazione: come gestirne la complessità • Il caso del grano duro • Conclusione
GRANDI MOLINI ITALIANI IL PRIMO GRUPPO MOLITORIO ITALIANO MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
IL PRIMO GRUPPO MOLITORIO ITALIANO Grandi Molini Italiani (GMI) è il primo gruppo molitorio italiano e tra i principali in Europa. Produciamo farina di grano tenero e semola di grano duro per tutti i segmenti di mercato (industria alimentare, pastifici, laboratori artigiani, grande distribuzione, industria zootecnica). Poniamo particolare attenzione alla sicurezza alimentare e alle garanzie al consumatore.
PROFILO AZIENDALE FATTURATO 2008 350 MILIONI DI EURO 250 DIPENDENTI GRANO MACINATO 1.050.000 T/ANNO NUMERO IMPIANTI 5 4 TERMINAL PORTUALI TERMINAL FERROVIARI 4 FILIALI COMMERCIALI 9
DUE SECOLI DI FARINA 1830 - 1900 ANTONIO COSTATO DAL FIUME AL VAPORE MARCELLO COSTATO 1871 - 1937 SVILUPPO REGIONALE 1908 - 1983 ANTONIO COSTATO SVILUPPO NAZIONALE 1934 LUIGI COSTATO MERCATO ESTERO ANTONIO COSTATO 1960 PROGETTO COLUMBUS
LE NOSTRE QUOTE DI MERCATO INDUSTRIA FARINA * 16,5% 16,0% INDUSTRIA DELLA PASTA * PANIFICATORI * 13,5% CONSUMER ** 30,5% * Elaborazione GMI ** IRI infoscan
LE NOSTRE CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2000 UNI EN ISO 14001:2004 British Retail Consortium Premio Azienda Sana Certificazione SA 8000 Coop qualified Certificazione Agriqualità Certificazione Kasher Certificazione CCPB (solo TS per semola)
MISSIONE E VISIONE • Le risorse del pianeta non sono illimitate • e bisogna farne buon uso. • GMI si propone di utilizzare con intelligenza le risorse • che impiega e di valorizzare al meglio quanto contenuto in ogni chicco che trasforma.
GRANDI MOLINI ITALIANI L’EVOLUZIONE DELLA PAC MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
LA NASCITA DELLA PAC (anni ’50-‘60) RADICI PAC Agricoltura settore “di punta” nel processo di integrazione europea Pac come politica necessaria per preservare il mercato unico agricolo OBIETTIVI STRUMENTI Sostegno redditi agricoli Protezionismo (MOLTO) Aumento produzione e produttività Sostegno accoppiato Sicurezza approvvigionamenti Aggiustamento strutturale delle aziende (POCO) Stabilità prezzi di mercato
LA RIFORMA MACSHERRY (1992) NOVITA’ Pagamento diretto sulla base della superficie coltivata a seminativi (grano, mais, soia, ecc.) o non coltivata (set aside), indipendentemente dalla quantità di produzione ottenuta. MAC SHERRY OBIETTIVI Diminuire le eccedenze comunitarie di derrate alimentari Diminuire concimi chimici e antiparassitari (= maggior tutela ambientale). Stimolare la coltivazione anche delle aree più marginali, meno produttive, ed evitare l’abbandono
AGENDA 2000 (1999) NOVITA’ All’agricoltura viene riconosciuto, oltre alla funzione produttiva, il contributo nella conservazione del paesaggio, nella protezione dell’ambiente, della qualità e della sicurezza dei prodotti alimentari AGENDA 2000 OBIETTIVI Restituire competitività alle produzioni agricole Creare fonti di reddito alternative per i lavoratori agricoli Promuovere laricerca, l’innovazione tecnologica e la formazione Elaborare una nuova politica dello sviluppo rurale (secondo pilastro della PAC) Aumentare il peso delle politiche ambientali e strutturali Migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari
RIFORMA DI MEDIO PERIODO (2003) DISACCOPPIAMENTO introduzione di un pagamento unico per azienda, slegato dalla produzione CONDIZIONALITÀ Pagamento subordinato al rispetto di misure a carattere agro–ambientale AUDIT Introduzione di un nuovo sistema di consulenza aziendale; MODULAZIONE Riduzione pagamenti diretti alle grandi aziende per favorire lo sviluppo rurale REGIONALIZZAZIONE Possibilità da parte delle nazioni di fissare un aiuto forfetario medio regionale SVILUPPO RURALE Introduzione di misure a favore dell’ambiente e della qualità degli alimenti DISCIPLINA FINANZIARIA Meccanismo per impedire che venga superato il bilancio fissato fino al 2013
L’EVOLUZIONE DEGLI ULTIMI 30 ANNI Negli ultimi 30 anni la PAC è servita a: Rendere la voce di spesa agricoltura più bassa Aumento stoccaggi Prezzi bassi Produrre quello che in ogni regione rende di più Sviluppare il mondo rurale Trattenere le nuove generazioni L’agricoltore per rendere il suo lavoro sostenibile deve produrre quello che viene richiesto dal mercato Allargamento UE27: la torta viene spartita con Paesi con capacità di produzione più alta e costi più bassi Globalizzazione
GRANDI MOLINI ITALIANI GLOBALIZZAZIONE: COME GESTIRNE LA COMPLESSITA’ MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE • Oggi è tutto più difficile e complicato: • gli agricoltori non possono pensare di vivere nel loro orticello • non sono più Roma o Bruxelles a decidere per loro Accesso all’informazione e ai prezzi possibile a qualsiasi latitudine I sistemi di protezione non sono più efficaci (GLOBAL MARKET) Ingresso operatori finanziari (banche, fondi, ecc.) in fuga dalla tecnofinanza Volatilità
COME GESTIRE LA COMPLESSITA’? 1. CAMBIARE MENTALITA’ • Servono dei mercati a termine sul modello del MATIF e del CBOT dove gli agricoltori traggono maggiori benefici perché sanno in anticipo quanto varrà il grano Serve un’ottica allargata, bisogna dotarsi di competenze specifiche 2. DOTARSI DI NUOVE COMPETENZE Un ruolo di primaria importanza lo devono avere i consorzi per: - Presidiare il territorio - Veicolare informazioni 3. DOTARSI DI NUOVI STRUMENTI
IL MERCATO A TERMINE • È un percorso obbligato perché • protegge dall’oscillazione • dei mercati: • - il mondo agricolo • la prima trasformazione • la seconda trasformazione • la distribuzione • il consumatore finale • In questo i nuovi paesi sono molto più veloci di noi…
GRANDI MOLINI ITALIANI IL CASO DEL GRANO DURO MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
IL MERCATO DEL GRANO DURO CARATTERISTICHE MOLTO SOGGETTO ALLE OSCILLAZIONI DEL MERCATO Mercato piccolo e specializzato Limitato geograficamente L’Italia è importatore netto
PERCHE’ I PREZZI 2 ANNI FA’ SONO ESPLOSI • Per un mix di fattori: • Fattori climatici • Calo della produzione • Speculazione (dell’agricoltore, del molino, del pastificio, del fondo, ecc.) Un meccanismo impossibile da prevedere!
COSA E’ SUCCESSO… ESPLOSIONE DEI PREZZI INIZIO CAMPAGNA AUMENTO SEMINE FINE CAMPAGNA ECCESSO DI STOCK DURANTE LA CAMPAGNA ECCESSO IMPORTAZIONI Gli agricoltori NON vendono Gli agricoltori vendono CROLLO DEI PREZZI Sforzi Finanziari (Consorzi, Molini, pastai) Perdita di valore del magazzino (Consorzi, Molini, pastai)
E’ UN SISTEMA AD INGRANAGGI MONDO AGRICOLO Non vendevano quando il grano saliva e tutti a vendere quando scendeva PASTIFICI Penalizzati dai contratti annuali con la GDO E dalla perdita di valore del magazzino MOLINI Penalizzati dall’aver venduto per tempo e dalla perdita di valore del magazzino GDO Costretti ad affrontare un’opinione pubblica contraria all’innalzamento dei prezzi Se gli ingranaggi girano a velocità diverse il meccanismo prima o poi salta
GRANDI MOLINI ITALIANI CONCLUSIONE MASSIMO BOSCARATO Responsabile Semole e Grano Duro GMI Legnaro, 23 Novembre 2009
CONCLUSIONE • Come ci ha insegnato il caso del grano duro, molte opportunità sono state perse a favore di chi ha compreso prima il sistema (es. le multinazionali)
1) ANDARE SOTTO AL PALAZZO A PIANGERE 2) ATTREZZARSI CULTURALMENTE CHE COSA FARE? Due opzioni: