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A cura di Maria Tirindelli e Ottavia Travenzoli, classe IV D a.s.2010-2011 Liceo “Ulivi” Parma. La satira politica nel teatro e in tv.
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A cura di Maria Tirindelli e Ottavia Travenzoli, classe IV D a.s.2010-2011 Liceo “Ulivi” Parma La satira politica nel teatro e in tv
“La satira nasce nel teatro antico e ha una lunga tradizione alle spalle. Essa ha il potere di ferire, offendere, denudare impietosamente anche chi ci appare intoccabile. Una battuta ben assestata, una caricatura impietosa, una vignetta possono colpire in modo molto più efficace di un discorso lungo e articolato. Poter ridere di chi detiene il potere, di chi in ogni momento è percepito come intoccabile è sempre stata un'importante conquista per coloro che quel potere lo subiscono.” Emilio Giannelli
Registro comico Critica sociale SATIRA POLITICA Solidarietà con le vittime del potere • Sguardo lucido e disincantato solidarietà con le vittime del potere Sguardo lucido e disincantato
È soprattutto nel teatro che il comico ha trovato una sua collocazione privilegiata, a cominciare dalla commedia antica, che ha costituito un modello per la letteratura moderna e poi per il cinema. La satira nel teatro
La satira nel teatro antico Come tutti sappiamo, fu la Grecia la madre del teatro antico. Il teatro, infatti, era vissuto come momento non solo di divertimento, ma anche come occasione di riunione tra i cittadini della polis. Le opere rappresentate nel teatro greco si dividevano principalmente in commedie e tragedie. Atene, resti del teatro di Dioniso
La commedia greca Tra i più grandi commediografi greci ricordiamo Aristofane. Visse ad Atene nel V secolo (445 - 384 circa a.C.) • Le sue commedie sono caratterizzate dall’attenzione attribuita a personaggi (intellettuali come Socrate ed Euripide, uomini politici come Cleone, al potere ad Atene dal 425 al 422 a.C.) e situazioni del tempo, che il commediografo critica e attraverso cui dà vita a una marcata satira politica e sociale.
Diceopoli è un contadino costretto dalla guerra del Peloponneso ad abbandonare i suoi campi per ritirarsi entro le mura urbane. Disgustato dai discorsi dei politici e dei guerrafondai, decide di concludere per proprio conto una pace con gli Spartani. Alcuni carbonai della borgata di Acarne, però, provando invidia per il privilegio di Diceopoli, lo assalgono. Diceopoli decide di difendersi con la parola. In primo luogo si reca da Euripide e si fa prestare i cenci utilizzati dagli euripidei. Così acconciato tiene un discorso davanti ai giudici, in cui emerge, tra lazzi e buffonate, il vero e serio messaggio della commedia: Gli Acarnesi(425 a.C.)
Nella guerra il poeta ravvisa la rovina del popolo, abbindolato con l'adulazione dai demagoghi senza scrupoli e dai soldati di professione, che servono solo i loro bassi interessi.
Conclusa la pace con gli Spartani e con gli Acarnesi, Diceopoli può godere della sua pace. Infine, rifornitosi delle leccornie di cui gli Ateniesi erano stati privati a causa della guerra, banchetta allegramente, mentre Lamaco, un soldato fannullone e guerraiolo, è costretto a partire per la guerra. La scena finale vede Lamaco di ritorno dalla guerra, ferito e sorretto da due compagni. Diceopoli, invece, è ritratto mentre banchetta allegramente, ubriaco.
I guerraioli sono rappresentati da Lamaco, che presenta le caratteristiche del soldato fanfarone. Diceopoli impersona tutto il popolo ateniese, specialmente quello delle campagne, che conservava sotto rozze forme un giudizio sano. Gli Acarnesi rappresentano i contadini che, nonostante vengano privati delle terre e costretti a ritirarsi nelle città, si lasciano sedurre dai discorsi dei politici e dei guerrafondai e, solo alla fine, si rendono conto della necessità della pace e della tranquillità che essa comporta. I personaggi: personificazioni di figure reali
Il tema della pace Molto sentito è il tema della pace. Diceopoli, personaggio principale della commedia, è grande promotore della pace. Gli Acarnesi, che inizialmente gli si oppongono, gelosi dei suoi privilegi, alla fine si uniscono al coro di Diceopoli, nostalgici dei sereni e fruttuosi periodi di pace. Il desiderio di pace di Diceopoli e, in ultimo, anche degli Acarnesi, riflette il desiderio di pace dello stesso Aristofane, che tratta la stessa tematica anche ne La pace (421) e in Lisistrata (411), ergendosi contro i sostenitori della guerra del Peloponneso (431 - 404) destinata a portare alla rovina Atene e ad indebolire tutta la Grecia.
La critica politica Nella sua commedia Aristofane critica fortemente personaggi e situazioni politiche del suo tempo, tra cui il politico Cleone, che l’aveva accusato di tradimento e chiamato a giudizio a seguito di un’altra commedia (la perduta, I Babilonesi, del 426) in cui Aristofane criticava i politici ateniesi per i difficili rapporti con le città alleate (Mitilene per es. era stata duramente punita per la sua ribellione nel 427). Funzionale alla critica era anche la rappresentazione caricaturale del personaggio preso di mira. Rappresentazione teatrale de I Cavalieri (necropoli etrusca di Marzabotto, giugno-luglio 2007)
La maschera-ritratto • Gli studiosi, in base ad alcune note antiche a testi di Aristofane, ipotizzano che nelle commedie dell’epoca fosse “prassi comune, qualora una figura facesse riferimento a un personaggio vivente, usare per essa una maschera-ritratto” in modo da permettere al pubblico di riconoscerlo immediatamente. • Nella commedia I Cavalieri (424 a.C.) due servi parlano esplicitamente della maschera dell’attore che sta per entrare in scena (Paflagone-Cleone), meno terribile dell’originale: “non temere, non è somigliante al vero: per la paura nessun mascheraio ha voluto raffigurarlo; ad ogni modo sarà riconosciuto: il nostro pubblico è sagace”. • Il bersaglio principale della commedia è ancora una volta Cleone, impersonato da Paflagone che si è ingraziato Demos (ovvero il popolo di Atene) con atteggiamenti ipocriti ed adulatori.
Monologo di Diceopoli Cleone, come tutti i guerrafondai, viene accusato di inculcare nei contadini e nei cittadini falsi ideali, così da far loro accettare la guerra, quando invece questa è causata da una banale lite.
patirono la fame, i Megaresi si rivolsero a Sparta, onde il decreto - quello delle bagasce - avesse revoca. Noi rifiutammo, sordi alle preghiere; e il fragor degli scudi si levò. Uno può dir: Non si doveva! - Ebbene, che si doveva? - Se pirateggiando uno Spartano avesse a quei di Sèrifo rubato un cuccio, chi di voi sarebbe rimasto in casa? Eh via, ci corre! Sùbito, trecento navi trascinate avreste in mare, e la città sarebbe stata piena di rumorìo d'armi, di strilli, di trierarchi, di paghe saldate, di Palladi indorati, di frastuono nei portici, di sacchi di frumento distribuito, di corregge, d'agli, di compratori d'otri, di cipolle nelle reti, d'ulive, di corone, d'acciughe, flautiste ed occhi pesti. E poi, nel porto, apparecchiar di remi, picchiar di chiodi, trapanìo di buchi, comandi a suon di flauto, e strida e zufoli! - Ciò fatto avreste, il so. Nè lo doveva Telefo anch'egli fare? Ah, siete folli!” “Ma quali accuse, giacché voi presenti mi siete amici, noi moviamo a Sparta? Certi dei nostri - la città non dico, badate bene, la città non dico - ma dei poco di buono, della gente da conio, senza onor, tristi, bollati, andavano a spiar sotto i mantelli dei Megaresi; e appena ci vedevano un porcello, un cocomero, un leprotto, un capo d'aglio, un pizzico di sale, tutto era di Megara, e si vendeva su due piedi. Ma queste erano inezie paesane. Dei giovani briachi, dopo il còttabo, andarono a Megara a rapir Camusìna, la bagascia. Inaspriti per l'ira, i Megaresi rapirono a lor volta due baldracche d'Aspasia. Onde la guerra fra gli Ellèni principio ebbe da qui: da tre sgualdrine. Nell'ira balenò Pericle olimpio, tuonò, sconvolse tutta quanta l'Ellade, ed emanò decreti-canzonette, «che né in paese sopportar si deve «né in piazza il Megarese, né per mare «né per terra». - Ma quando, a poco a poco,
LAMACO (Con voce e piglio da spaccamonti) Donde mi giunse un bellicoso grido? Dove accorrer bisogna, e far tumulto? Chi dal fodero suo destò la Gòrgone? DICEOPOLI Lamaco eroe, che ciuffi e che pennacchi! PRIMO SEMICORO Oh Lamaco, quest'uom non dice corna di tutta la città nostra, da un pezzo? LAMACO Un pitocco tuo pari ardisce tanto? DICEOPOLI Lamaco eroe, perdona se un pitocco ardì parlare, e troppo usò la lingua. LAMACO Che hai detto contro noi? Di'! DICEOPOLI Non lo so più! L'armi tue mi danno il capogiro! Levami un po', ti prego, quel babàu! LAMACO (Togliendosi l'elmo) Ecco fatto. DICEOPOLI Ora ponilo supino. LAMACO Ecco. DICEOPOLI Ora dammi la penna dell'elmo. LAMACO Ecco. DICEOPOLI Ora dammi la penna dell'elmo. LAMACO Ecco la penna. DICEOPOLI E reggimi un po' il capo, ché vomiti: i pennacchi mi fan recere. (Si stuzzica la gola con la penna) LAMACO Birbo, che fai? Per recere, ti stuzzichi con la piuma?
La satira politica in TV Tutt’ora la comicità è un mezzo molto efficace per muovere critiche contro realtà politiche e sociali esistenti …
… ma la satira politica è davvero una “forma libera e assoluta”? In Italia numerosi sono i comici che hanno dovuto “abbandonare le scene” o sono stati ostacolati a causa della satira da loro mossa ai politici italiani.
La satira politica può presentarsi attraverso l’utilizzo di un gergo più o meno volgare, può essere diretta e più o meno sottile, può servirsi di diversi strumenti, come l’imitazione o la rilettura di testi in chiave satirica. Dario Fo rilegge “Il Principe” di Machiavelli, utilizzandolo come strumento per riferirsi a situazioni politiche dell’attualità. La critica in questo caso non è diretta: il pubblico infatti deve interpretare autonomamente le critiche velate del testo. Maurizio Crozza critica gli interventi di Bersani e Fini riguardanti i valori di destra e sinistra, citando le ultime leggi votate da Fini. La critica è diretta e il comico fa uso della tecnica dell’imitazione per suscitare il riso. Antonio Albanese, nei panni del suo celebre personaggio Cetto La Qualunque, muove una forte critica nei confronti del governo. La satira non è propriamente diretta, in quanto avviene attraverso la ridicolizzazione, con toni anche volgari, di personaggi non reali; i riferimenti risultano comunque immediati. Analizziamo i filmati, andati in onda in TV, ma reperibili oggi sul web.
Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, durante la trasmissione “Vieni via con me” (29-11-2010) rilegge ed attualizza Il Principe di Machiavelli [1] http://www.youtube.com/watch?v=kq-5bfv7wL4 [1] NOTA Dario Fo ricorre alla cosiddetta “interpretazione obliqua” di Machiavelli, in auge nel Settecento e condivisa da Foscolo: “Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” [Dei sepolcri vv.154-158]
“Non farsi scrupoli nel mentire durante i discorsi pubblici, anzi ripetere le menzogne molte volte finché nell’orecchio di chi ascolta diventino verità” • Chiari sono i riferimenti al problema dei rifiuti di Napoli: nel 2008, a fronte del problema rifiuti a Napoli, il governo Berlusconi intervenne con un’operazione a tempo record che ripulì la città. • Vennero iniziati progetti che prevedevano la costruzione di due nuove discariche - a Chiaiano e Terzigno - e la conclusione dei lavori sul termovalorizzatore di Acerra.
Termovalorizzatori • Gli appalti per quello di Salerno dovevano essere a breve assegnati e si pensava addirittura alla costruzione di un termovalorizzatore a Napoli e a Santa Maria la Fossa. • Nonostante le promesse, il problema dei rifiuti a Napoli è ancora presente. • I termovalorizzatori, che sembravano essere completati, non sono ancora attualmente [maggio 2011] in funzione.
“Alcuni privati salgono al potere facilmente, grazie ad astuzia o fortuna; per mantenere quel potere è necessario compiere molte altre corruzioni, poiché sicuramente nel governo ci sarà chi vorrà mandarli in rovina.” • Il riferimento è probabilmente al caso Mills. Il reato di corruzione, di cui era imputato l’avvocato inglese, non ha portato alla sua condanna solo per decorrenza dei termini di prescrizione. Il premier Silvio Berlusconi - il presunto corruttore- deve ancora affrontare [maggio 2011] il processo relativo.
“Assumere sempre soci scaltri e abili nella truffa, possibilmente anche sotto il controllo della legge, e quando le loro truffe verranno scoperte da popolo e giudici, gridare “via i traditori!” facendo attenzione a non farsi incriminare con loro.” “Non farsi mai cogliere nella situazione di essere ricattato o ricattabile; se l’accusatore testimonia contro di te, mandare un tirapiedi famoso per essere un truffatore e fargli accusare a sua volta l’accusatore di atti ancora più indegni; in tal modo il tirapiedi verrà punito al tuo posto.”
Il 28 agosto 2009 Vittorio Feltri pubblica su “Il Giornale” un articolo di fuoco contro chi, a suo avviso, “fa il moralista” nei confronti delle frequentazioni femminili di Berlusconi, in particolare contro Dino Boffo, direttore di “Avvenire”. Boffo il 3 settembre si dimette dal suo incarico. • A seguito della campagna diffamatoria - basata in parte su falsi documenti - Feltri viene sospeso per tre mesi dal Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti. • Nonostante Feltri avesse preso le sue difese, Berlusconi si schiera contro di lui.
Maurizio Crozza “Ballarò” 16 -11- 2010 http://www.youtube.com/watch?v=nuOnnOrQjGo
Bersani e Fini ospiti di “Vieni via con me” • Il comico Crozza critica l’intervento dei politici Bersani e Fini nel programma diretto da Fazio e Saviano (15-11-2010). • Crozza deride i due politici i quali, essendo stato loro domandato di leggere i valori della destra e della sinistra, hanno dovuto leggerli da un elenco quando invece, rappresentando le rispettive fazioni politiche da anni, avrebbero dovuto conoscerli.
Legge Cirami 7 novembre 2002 • Per legittimo sospetto si intende una norma che consente la rimessione di un processo penale a un altro giudice, laddove sorga un dubbio fondato sull'imparzialità dell'organo giudicante. • Ovvero in ogni stato e grado del processo, quando situazioni, tali da turbare lo svolgimento del processo, e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, la Corte di Cassazione rimette il processo ad altro giudice su richiesta del Procuratore generale, o del Pm o dell'imputato. • La legge, in quanto emessa in prossimità di un processo a Berlusconi, fu da molti contestata in quanto considerata “legge ad personam”.
Lodo Schifani 22 giugno 2003 • Tale legge introduce il divieto di sottomissione a processi delle cinque più altre cariche dello Stato (presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Consiglio).
Legge ex Cirielli 5 dicembre 2005 • Legge che vede diminuire i termini di prescrizione ed aumentare le pene per i recidivi e per i delitti di associazione mafiosa ed usura. • La Cirielli fissa i termini di prescrizione di un reato al massimo della pena edittale, se superiore ai sei anni: oltre quel periodo di tempo, il reato contestato sarà considerato estinto. • La prescrizione comunque non avverrà mai prima dei sei anni se si intercorre nella pena di delitto, dei quattro anni se si tratta di contravvenzione (in quest'ultimo caso si sarà puniti con la sola pena pecuniaria).
Lodo Alfano agosto 2008 • Ripropone i contenuti del “Lodo Schifani". • Sospende il processo penale per le alte cariche dello Stato. • Il lodo Alfano sarà dichiarato incostituzionale [ottobre 2009]per violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Legge Bossi-Fini 30 luglio 2002 • Entra in Italia solo lo straniero che ha già in tasca un contratto di lavoro; • diminuzione da tre a due anni della durata del permesso di soggiorno; • introduzione di un reato per il clandestino che rientra in Italia nonostante sia stato espulso; • abrogazione della figura dello sponsor; sanatoria per colf e badanti irregolari; impronte ai lavoratori extracomunitari.
Antonio Albanese “Zelig” 26-01-2011 http://www.alfemminile.com/video/see_309838/zelig-cetto-la-qualunque-antonio-albanese.html
Il primo riferimento è alla scarsa assistenza che il nostro paese dedica ad anziani o persone con handicap fisici. • Un pensionato che ha bisogno dell'accompagnatore riceve dallo stato 450 euro al mese quando solo il costo della badante raggiunge gli 870 euro netti al mese. • Gli invalidi civili percepiscono una cifra di 290 euro al mese. • Un operaio, che prende in busta paga 1300 euro, deve pagare: gas, acqua, luce, telefono, benzina, assicurazione e bollo auto, abbonamento Tv eccetera. http://www.alfemminile.com/video/see_309838/zelig-cetto-la-qualunque-antonio-albanese.html
Con le elezioni per il Consiglio comunale di Napoli in arrivo, è ben avviata una campagna elettorale collaterale: vigili e poliziotti che distribuiscono veri e propri pacchetti di voti in cambio di alcune grazie. Corruzione elettorale Napoli, 28 febbraio 2011 • Si parla, infatti, di pacchetti di voto contenenti circa 250 nomi alla volta, che il titolare d’azienda o di negozio di turno avrebbe poi rigirato al vigile ben compilati.
L’avversario politico • Il riferimento è anche alla tendenza dei politici a porre i propri interessi davanti a quelli dei cittadini: Cetto deride l’avversario che propone idee volte al bene pubblico e non a quello personale. • L’immaginario rivale De Sanctis, che viene puntualmente smentito, si riferisce alle continue liti tra fazioni politiche, che rifiutano di trovare un punto di accordo e che, anche davanti a proposte giuste, le criticano solo perché è l’altra fazione a proporle.
Neurologia, concorso truccato "Il prof e la candidata avevano due figli" A processo il professor Gian Camillo Manzoni e la dottoressa Paola Torelli del Maggiore, accusati di aver truccato un concorso per ricercatore nel 2005 per favorire la donna. Dalle testimonianze è emerso che il presidente della commissione aveva una relazione con la vincitrice, da cui erano nati due gemelli. [ “La Repubblica” 13 maggio 2010 ]
La mafia non esiste • «Io parlerei più che di infiltrazioni mafiose di infiltrazioni della criminalità organizzata». Letizia Moratti, sindaco di Milano, 23 gennaio 2010 • «A Milano e in Lombardia la mafia non esiste. Sono presenti singole famiglie».Gian Valerio Lombardi, prefetto di Milano, 21 gennaio 2010 • C’è la ‘ndrangheta all’Ortomercato? «Che sappia io, no». Roberto Predolin, presidente della società comunale Sogemi, 4 maggio 2007
'Ndrangheta, 19 arrestiin Lombardia per 4 omicidi L'operazione è stata condotta dagli uomini del Ros. Tra gli accusati ci sarebbero i mandanti e gli autori materiali di quattro omicidi commessi in Lombardia tra il 2008 e il 2010 Milano,11 aprile 2011 - Associazione mafiosa, omicidio, occultamento di cadavere, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione. Sono i reati, aggravati dalle finalità mafiose, di cui sono accusati i 19 esponenti della 'ndrangheta arrestati dai carabinieri del Ros a Milano. L'operazione dell'Arma è scattata in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale. Tra gli accusati ci sarebbero i mandanti e gli autori materiali di quattro omicidi commessi in Lombardia tra il 2008 e il 2010. Mafia, per l’omicidio del sindaco “rinforzi” da Milano e Varese Emerge dalle indagini fatte dalla polizia ai danni del clan degli Emmanuello: stavano organizzando un attentato per uccidere Rosario Crocetta, primo cittadino di Gela. Due gli arrestati Dopo gli arresta di ‘ndrangheta torna anche l’ombra di Cosa nostra sul Varesotto. Ed emerge da intercettazioni e indagini che la squadra mobile di Caltanissetta ha svolto nei mesi scorsi ai danni del clan mafioso degli Emmanuello e da cui emerge che la cosca aveva in programma l’uccisione del sindaco di Gela, Rosario Crocetta, grazie anche all'aiuto di mafiosi residenti fra Milano e Varese. Sul progetto di assassinare Crocetta, magistrati e polizia hanno raccolto «notizie provenienti da attività info-investigative, per le campagne di stampa e le iniziative amministrative di Crocetta, volte al ripristino della legalità». Dalle intercettazioni emergerebbe anche il motivo per cui Cosa Nostra voleva sbarazzarsi del primo cittadino: un vero e proprio ostacolo per le infiltrazioni mafiose all’interno di appalti pubblici. Gli Emmanuello avrebbero iniziato a prendere di mira il sindaco dal 2006: il piano per ucciderlo sarebbe stato preparato e concordato da Maurizio La Rosa, arrestato oggi dalla polizia di Stato, con altri mafiosi residenti in Lombardia. Secondo gli inquirenti sarebbero diversi i movimenti negli ultimi mesi fra la Sicilia e la Lombardia fatti da La Rosa per incontrare esponenti delle cosche mafiose di Gela, da tempo si sono trasferiti al Nord, fra Milano e Varese. E in Lombardia i boss proseguirebbero i loro affari illeciti e avrebbero pure la disponibilità di armi. In manette, con l’accusa di associazione mafiosa, è finito anche Maurizio Trubia, di 41, anch’egli di Gela. Per gli inquirenti il pericolo di attentati era «attuale e imminente». OSSO MASTROSSO E IL CAZZANIGA... la Mafia dilaga a Milano “Saviano deve avere il coraggio di ripetermi queste cose guardandomi negli occhi”Davvero il Ministro Maroni desidera essere guardato negli occhi? Che incredibile esempio di fragilità personale ci regala il ministro dell’interno che si sente colpito sul vivo quando un intellettuale gli fa notare che c’è qualcosa che non và.Il problema non è nemmeno se in Lombardia ci sia o non ci sia la Mafia, è talmente palese che la Mafia c’è che fa tenerezza sentire certi esponenti politici dire: “Si c’è una recrudescenza ma noi rispondiamo colpo su colpo, gli arresti sono aumentati del 20%” se gli arresti sono aumentati del 20% significa che la percentuale degli interessi mafiosi al nord è aumentata di almeno il 40% fare giri di parole sembra inutile, come inutile sembra cercare di capire quando questa infiltrazione su larga scale dal tessuto produttivo del nord abbia avuto inizio.Negli anni un fenomeno desta la mia attenzione in modo costante: l’aumento degli omicidi mafiosi nell’hinterland o meglio nella parte a nord di Milano, il cuscinetto tra il capoluogo e Varese. MILANO - Era con tutta probabilità proprio l'uomo ucciso durante la sparatoria di domenica sera a Milano l'obiettivo dei sicari entrati in azione nel popolare quartiere di Quarto Oggiaro, a Milano. La vittima, dai primi accertamenti, sarebbe infatti Franco Crisafulli, 57 anni, pregiudicato e fratello dei più noti Alessandro e Biagio, entrambi condannati all'ergastolo per associazione per delinquere finalizzato al traffico internazionale di stupefacenti. L'uomo è stato raggiunto da almeno quattro colpi di arma da fuoco alcuni dei quali lo avrebbero anche colpito alla faccia. Il clan Crisafulli, stabilitosi a Quarto Oggiaro dagli anni '70-'80, si era reso protagonista sulle cronache dei giornali di omicidi e traffici di droga. In particolare, Franco, secondo indiscrezioni, era uscito recentemente dal carcere. Il clan era stato smantellato da un'importante operazione anti droga denominata «Terra bruciata» nel 1994. Crisafulli è deceduto durante il trasporto in ambulanza all'ospedale di Bollate.
Sitografia • Guido Paduano Il riso degli antichi e dei moderni, puntata del 11/12/2001 di Rai Educational,in Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=866 • Emilio Giannelli Ridere dei potenti, puntata del 12/12/2001 di Rai Educational,in Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=872 • http://www.lafrusta.net/pro_aristofane.html#anchor_88 • http://www.artleo.it/alarte/ee/testi/egizi-greci/12108_il_ritratto.pdf • http://www.youtube.com/watch?v=nuOnnOrQjGo (Crozza) • http://www.youtube.com/watch?v=kq-5bfv7wL4 (Dario Fo) • http://www.alfemminile.com/video/see_309838/zelig-cetto-la-qualunque-antonio-albanese.html (Albanese) • www.larepubblica.it • www.ilcorriere.it • www.gazzettadiparma.it