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In principio era… … l ’Ascolto!. Una voce ti chiama….
E N D
Una voce ti chiama… • Nel mistero della vita e della storia si entra guidati da una voceche chiamae l’ascolto segna la lenta costruzione della personalità di ognuno. La stessa esperienza qualifica anche la nostra identità di credenti. In principio è la Parola! Da essa veniamo e siamo generati! Il nostro rapporto con Dio, secondo la fede cristiana, è innanzitutto ascolto! • Riguardo alla Parola di Dio diamo spesso per scontato il fatto più sconvolgente di tutti e cioè che il Dio biblico è un Dio che parla!«Parla il Signore, Dio degli dei, non sta in silenzio», leggiamo nel salmo (Sal 50,1-3). La prima parola non esce dal nostro cuore, ma dal cuore di Dioed è Lui che è venuto a cercarci perché gli stiamo a cuore. È suo desiderio che noi apriamo l’orecchio: «Ascolta popolo mio… Israele se tu mi ascoltassi» (Sal 81,9). • E allora, come ha scritto il teologo evangelico, Dietrich Bonhoeffer: «L’inizio del nostro amore per Dio consiste nell’ascoltare la sua Parola». Noi abbiamo bisogno di scoprire questa Parola che vive tra noi, che ci cerca e ci chiama. • Maria ci accompagna su questo sentiero.
Vergine fedele, insegnaci ad essere docili alla voce dello Spirito; a vivere nell’ascolto della Parola, attenti ai suoi richiami nel segreto del cuore, vigili alle sue manifestazioni nella vita, negli avvenimenti della storia, nel gemito e nel giubilo del creato. Vergine dell’ascolto, donna plasmata dallo Spirito, accompagnaci in disparte, aiutaci a fare silenzio sedotti dal flauto che suona oltre, per accogliere la rivelazione di Dio, per conoscere noi stessi e liberarci dall’egoismo, per incontrare Gesù Cristo, tuo Figlio, e dare così senso alla nostra esistenza.
L’ascolto: postura del cristiano. Guardiamo a Maria A Nazareth, Maria entra sulla scena della storia, ponendosi in ascolto di un messaggero celeste. Noi la conosciamo mentre ascolta! La postura fondamentale della Vergine è quella di essere con l’orecchio teso. E’ come se Maria ci ricordasse che il primo passo per chi vuole entrare in un rapporto vero con il Signore è quello di ascoltare! Questo ci fa capire che è Dio a raggiungere la creatura con la sua Parola interrogante, in tutte le sue molteplici modulazioni. Noi incominciamo ad essere nella misura in cui percepiamo la voce di un Tu che ci parla.
La Vergine di Nazareth ci mostra come ascoltare la Parola. Nell’avvicinarsi alla Parola per Maria non è l’elemento intellettuale che conta, ma è la docilità allo Spirito. Chi è la Parola di Dio per Maria? La Parola di Dio per lei sono le parole di Gesù, di cui noi conosciamo soltanto la piccolissima parte racchiusa nei Vangeli. La Parola di Dio per lei è Gesù, la Parola per eccellenza. Lei ha veduto, ascoltato, toccato, contemplato il Verbo di Dio fatto carne.
Dal Vangelo di Luca (1,26-38)Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Nel silenzio ognuno fa affiorare l’ annuncio ricevuto da Dio in questi giorni di preghiera
L’ascolto apre gli occhi del cuore Il rotolo di pergamena Oltre la presenza dell'angelo e della Vergine l'elemento più importante della scena è il rotolo di pergamena che richiama la parola antica, quella che era in principio: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (Gv 1,1). In che modo è stato concepito il Verbo eterno nel seno della Vergine? Una tradizione antica dice che Maria ha concepito attraverso l'orecchio: ha ascoltato così tanto la Parola di Dio, che questa cominciò ad abitare dentro di lei e ad incarnarsi. Questo legame iconografico tra il rotolo della Parola e il corpo di Maria ci mostra il passaggio dalla Parola all'Immagine, dall'ascolto alla visione. Prima la Parola di Dio poteva essere solo ascoltata, ora la possiamo anche vedere, perchè tramite Maria si è fatta Volto. Dio ha parlato, si è fatto presente in mezzo a noi… questo è un fatto, una realtà!
“Se ci raccogliamo attorno al Vangelo, non è per studiarlo, ma per riceverne aiuto. E’ un approccio di preghiera, una ricerca di luce, un mettersi in ascolto di ciò che Gesù ha detto, di ciò che ha fatto. E’ la nostra vita messa in contatto con Lui, così com’è, perché Lui continui a trasfigurarla per renderla come deve essere. Se la nostra fedeltà è reale, ci indurrà non soltanto a leggere il Vangelo, ma a riceverla, questa Parola, in un cuore adorante e amante, in un cuore vigilante, che la lascerà germogliare. Il Vangelo è come un appuntamento che Cristo dà ad ognuno di noi fino alla fine dei tempi; un appuntamento personale, un vero cuore a cuore, intimo, concreto”. (M. Delbrel) Nel silenzio ci si passa la Parola e la si adora.
Il cuore si consegna nella fiducia Il turbamento e la fiducia Quando Maria, non capendo ciò che l’angelo le dice, risponde “fiat”, “fai tu”, significa che fa un salto di mentalità, che si orienta secondo la logica di Dio, non la sua; significa che crede di più a Dio e a quello che le dice attraverso l’angelo, piuttosto che alle sue idee,aisuoi dubbi e alle sue paure. Maria è rappresentata esattamente nel momento in cui l’angelo arriva, momento di cui si dice nel vangelo: “Ella rimase turbata” (Lc 1,29). Lei non guarda l’angelo che arriva e apre il rotolo del Verbo, quasi a dire: “non capisco bene, ma… sia”. L’angelo è’ raffigurato bianco su bianco, per far vedere la tenerezza di Dio, la leggerezza del messaggio di Dio, che non è irruento, ma, pur arrivando “a sorpresa”, è delicato, in modo che l’uomo possa accettarlo. Per questo Maria si fida e può incominciare a tessere con il filo rosso la carne alla Parola di Dio. E’ per un atto di fede, di riconoscimento dell’Altro, di fiducia in Lui, che Maria dice: “eccomi, sono la serva del Signore”. E, come la serva, è totalmente orientata al suo Signore.
L’angeloDio con la sua Parola ci raggiunge in modo inatteso e carico di novità per indicare nuovi orizzonti e aprire nuovi cammini. E Dio non si merita, si accoglie. La nostra fede è un ricevere, è “passività”. Comincia con il ricevere la visita di Dio, il suo discendere verso di noi. L’ascolto è prima di tutto recettività, accoglienza, passività! Ma è anche risposta creaturale e filiale, ci ricorda la Vergine Maria.
Santa Maria, donna obbediente, tu che hai avuto la grazia di “camminare al cospetto di Dio”, fa che anche noi, come te, possiamo essere capaci di “cercare il suo volto”. Aiutaci a capire che solo nella sua volontà possiamo trovare la pace. E anche quando egli ci provoca a saltare nel buio per poterlo raggiungere, liberaci dalle vertigini del vuoto e donaci la certezza che chi obbedisce al Signore non si schianta al suolo, come in un pericoloso spettacolo senza rete, ma cade sempre nelle sue braccia. (D. Tonino Bello)
Il Vangelo tesse la nostra vita Il gomitolo L'altro elemento iconografico che attira la nostra attenzione è il gomitolo che Maria tiene nelle mani. Il gomitolo è apparso nell'iconografia mariana in collegamento con il racconto dei vangeli apocrifi secondo cui Maria, all'ora dell'annunciazione, stava tessendo la porpora per il velo del tempio. Questa tessitura di Maria ha un profondo significato. Il vero tempio, di fatti, è il corpo di Cristo (cf. Gv 2,21). Maria dunque tesse la porpora per il corpo di Cristo, intreccia la carne per la Parola di Dio. Di solito tiene il gomitolo sul grembo, sull'utero, perchè proprio lì Cristo riceve il vestito del corpo, cioè la natura umana. La tradizione siriaca chiama Maria Tessitrice. Questo antico appellativo mariano è collegato alla "teologia del vestito", con la quale i padri siriaci spiegano la caduta dell'uomo e la salvezza di Cristo. Secondo la tradizione siriaca, infatti, Adamo ed Eva nel paradiso non erano nudi, bensì rivestiti di gloria e di luce. Con il peccato persero questo abito di luce e così, per coprire la loro nudità, adoperarono le foglie di fico, cioè un vestito diverso, estraneo. Per gli autori siriaci tutta la storia della salvezza è legata alla questione del "vestito”. Cristo viene nel nostro mondo e indossa il nostro corpo umano per restituire ad Adamo il vestito di gloria che egli aveva perduto. In questa teologia del vestito il ruolo di Maria è indispensabile, visto che proprio lei tesse per il Figlio di Dio questo abito di Adamo, ossia il corpo umano.
Maria ci viene donata essenzialmente perché anche nella nostra vita possa compiere lo stesso miracolo: produrre una forma umana che ha l’identità del Figlio di Dio e assomiglia a Gesù. Ogni cristiano nella vita segue un pensiero, una parola. Se è quella giusta si riconoscerà dal fatto che prima o poi la nostra carne, la nostra concretezza acquisterà un tratto del Figlio, perché la Parola è il Figlio. Qual è la nostra vocazione oggi? La stessa di Maria! Dare un corpo al Verbo di Dio, dargli una carne perché diventi visibile, possa parlare in una lingua umana, possa sanare le ferite dell’uomo. Più passano gli anni e più ci si accorge che solo fino a un certo punto è importante progettare, programmare, ma poi ci si accorge che è importante essere disponibili, affinché Dio possa fare. Se siamo totalmente soggetti alla nostra volontà non si può realizzare niente di nuovo. Lo Spirito invece cercapersone disponibili per poter operare qualche cosa di buono nella storia. Lasciamolo tessere nella nostra vita…
Quale “veste” ho perduto in questi anni e quale nuovo vestito lo Spirito Santo vuole tessere in me? Ciascuno pensa alla Parola di Dio che deve essere“tessuta” nelle fibre della propria vita e la scrive.
Ti ringraziamo, Signore, perché la tua Parola, è viva ed efficace in mezzo a noi. Riconosciamo la nostra impotenza e incapacità a comprenderla e a lasciarla vivere in noi. Essa è più potente e più forte delle nostre debolezze, più efficace delle nostre fragilità, più penetrante delle nostre resistenze. Per questo ti chiediamo di essere illuminati dalla Parola per prenderla sul serio e aprire la nostra esperienza a ciò che ci manifesta, per darle fiducia nella nostra vita e permetterle di operare in noi secondo la ricchezza della sua potenza. Madre di Gesù, che ti sei affidata senza riserva, chiedendo che avvenisse in te secondo la Parola che ti era detta, donaci lo spirito di disponibilità perché possiamo ritrovare la verità di noi stessi. (C. M. Martini)
Noi nell’Icona La Madre di Dio è immagine dell'uomo che lascia lo spazio a Dio. Maria è Vergine: sa di non avere la vita in se stessa, sa di non essere padrona della vita e che quindi non può dare la vita; perciò si apre a Colui che non solo ha la vita ed è il donatore della vita, ma è la Vita stessa. Il brano del Vangelo finisce dicendo: "E l'angelo partì da lei" (Lc 1,38). Ma dove sarebbe andato l'angelo partendo da Maria? L'arcangelo Gabriele sta ancora girando tra di noi, finché ciascuno di noi non accoglierà nel proprio cuore la Parola di Dio, permettendole di abitarvi. Infatti, nell'iconografia cristiana Maria è sempre immagine del credente: ciò che in lei è successo in modo corporale, nel credente si ripete in modo spirituale. Il credente consegna a Dio il “filo rosso” della sua vita. Consegna del gomitolo con la Parola
Dio misericordioso, concedimi di ascoltare la Tua voce, di desiderare con ardore quello che tu approvi, di cercarlo con prudenza, di riconoscerlo con verità, di compierlo con perfezione, a lode e gloria del tuo nome. Metti ordine nella mia vita e concedimi di conoscere quello che vuoi che io faccia. Concedimi di compierlo nel modo giusto, per il mio bene e la mia salvezza. Concedimi, Signore mio Dio, un’intelligenza che ti conosca, una volontà che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che alla fine giunga a possederti. (San Tommaso d'Aquino)