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Milano, 18 ottobre 2007

Milano, 18 ottobre 2007 . Il mercato indiano nel contesto mondiale: prospettive di business. Namasté. Presentazione intervento: parte I. Una visione d’insieme India at a glance L’economia indiana: macro numeri e trend di sviluppo L’interscambio tra India e Italia.

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Milano, 18 ottobre 2007

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Presentation Transcript


  1. Milano, 18 ottobre 2007 Il mercato indiano nel contesto mondiale: prospettive di business

  2. Namasté

  3. Presentazione intervento: parte I Una visione d’insieme • India at a glance • L’economia indiana: macro numeri e trend di sviluppo • L’interscambio tra India e Italia

  4. Presentazione intervento parte II L’economia indiana settore per settore

  5. Presentazione intervento parte III Business opportunities in India • Off shoring dei servizi • Delocalizzazione industriale • Le SEZ (Special Economic Zones) • Il mercato interno

  6. India at a glance

  7. La composizione del PIL Il PIL indiano è più simile per composizione a quello europeo o americano rispetto a quello cinese. Il settore principale è quello del servizi, mentre in Cina è il settore industriale che contribuisce maggiormente alla composizione del PIL. Il settore agricolo indiano mantiene una quota del PIL considerevole, non solo rispetto ai paesi sviluppati ma anche rispetto alla stessa Cina

  8. Gli investimenti esteri in India • Nel corso del solo anno fiscale 2006-07 gli investimenti esteri diretti (Foreign Direct Investment - FDI) sono pressoché triplicati. Nel 2005-06 l’India aveva attratto FDI per 5,5 miliardi di dollari, mentre nel 2006-07 questi sono cresciuti fino a toccare quota 15,7 miliardi • La maggior parte degli investimenti provengono da Stati Uniti (11%), Giappone (6%), Regno Unito (5%) e Paesi Bassi (5%). Gli investimenti esteri italiani rappresentano una quota del’1,3% del totale • I principali settori degli investimenti esteri sono: - Information technology - Joint ventures industriali - Grande Distribuzione (centri commerciali) - Immobiliare - Informatica - Research & Development - Mercato azionario

  9. Crescita del PIL

  10. L’interscambio con l’Italia • Esportazioni verso l’Italia 2,16 miliardi di € • Importazioni dall’Italia 1,32 miliardi di € • Saldo assoluto 840 milioni di € (a favore dell’India)

  11. Esportazioni indiane verso l’Italia

  12. Esportazioni italiane verso l’India

  13. Il settore globale delle automotive

  14. Automotive: contesto indiano • L’India è ormai a ridosso dei primi 10 posti per la produzione di autovetture ed è quarta per produzione di veicoli commerciali pesanti. • L’India è il maggiore produttore mondiale di ciclomotori. • Le opportunità offerte dal mercato indiano restano straordinarie, vista la bassa percentuale di veicoli per abitante.

  15. Veicoli passeggeri per 1000 abitanti

  16. Automotive: distretti industriali • La produzione di automotive si divide principalmente in 10 stati, ed è localizzata prevalentemente nell’India occidentale e meridionale • Attualmente la FIAT e la Piaggio sono presenti con stabilimenti in Maharashtra • Ultimamente segnaliamo la dinamicità del West Bengal, che ha in progetto la realizzazione di una SEZ che ospiterà le fabbriche del nuovo modello di utilitaria TATA, sviluppata in partnership con FIAT

  17. Il settore tessile indiano • Il settore tessile in India costituisce il 14% del totale della produzione industriale ed il 30% delle esportazioni • L’India contribuisce oggi per il 4% al commercio mondiale nel settore tessile, ma questa percentuale raggiungerà l’8% circa nel 2010 • Nello stesso anno le esportazioni del tessile indiano raggiungeranno i 50 miliardi di dollari • La produzione cresce in media del 9% annuo. La crescita delle esportazioni nel 2005-06 è stata del 7,7%.

  18. Il settore tessile indiano: vantaggi Risorse L’India si caratterizza per la vasta disponibilità di materie prime: • cotone (terzo produttore mondiale, oltre 3,3 milioni di tonnellate) • juta (primo produttore mondiale con oltre 2 milioni di tonnellate - il 64% del totale della produzione mondiale) • seta (secondo produttore mondiale dopo la Cina con 175.000 tonnellate annue) • lana (produzione di oltre 50.000 tonnellate. Qualità della materia prima particolarmente pregiata) L’India è inoltre il terzo produttore mondiale di filati di cellulosa ed il quinto produttore mondiale di fibre sintetiche.

  19. Il settore tessile indiano: vantaggi Altri vantaggi • Vasta presenza di manodopera qualificata • Costi della manodopera molto bassi (nel settore tessile il costo medio della forza lavoro è uno fra i più bassi del mondo) • Ottimo design sia per prodotti di gusto occidentale sia per il cosiddetto “stile etnico”, nato in gran parte proprio in India • Flessibilità della produzione, concentrata soprattutto in piccole e medie imprese • Presenza di un mercato interno in enorme crescita

  20. Il settore tessile indiano: distretti industriali Capacità produttiva • 21% della capacità mondiale nella filatura • 33% della capacità mondiale nella tessitura • primo paese al mondo per numero di telai

  21. Industria chimica Le industrie che rientrano nel settore chimico sono (in ordine di importanza): • Petrolchimico (giro d’affari di circa U.S. $ 7 miliardi) • Chimico-inorganico (giro d’affari di U.S. $ 2.5 miliardi) • Chimico-organico (giro d’affari di U.S. $ 1 miliardi)

  22. Industria petrolchimica • Crescita dell’export dal 2002 al 2005 del 38% annuo • Una struttura basata sulle piccole e medie imprese (75% del mercato) • 48% delle industrie concentrate negli stati dell’ ovest (Maharashtra, Gujarat) • Il settore petrolchimico cresce ad un ritmo del 13% all’anno

  23. Materie plastiche • Attualmente l’India produce circa 5,5 milioni di tonnellate di plastica l’anno. Nel solo 2006 la produzione di materie plastiche è cresciuta del 20% • Il valore del settore è di circa 6 miliardi di euro. Le materie plastiche contribuiscono per l’8% al totale del valore dell’industria chimica nel paese • Se il trend verrà confermato, entro il 2010 la produzione indiana di plastica raggiungerà le 12,5 MT, dato che renderà l’India il terzo maggiore produttore del mondo, dietro solo agli Stati Uniti ed alla Cina • Le prospettive di crescita del settore sono straordinarie, sopratutto se consideriamo il consumo annuo pro capite di plastica (8 kg) molto inferiore non solo alla media europea (65 kg) e nord americana (90 kg), ma anche alla media cinese (24 kg).

  24. Materie plastiche • Il settore industriale che utilizza gran parte delle materie plastiche (circa il 42%) è il packaging • L’utilizzo di imballaggi in plastica o plastificati sta crescendo più della media del settore, ad un ritmo del 30% annuo • In India vi sono oltre 22.000 produttori di materie plastiche, per il 75% si tratta di piccole e medie imprese, sparse su tutto il territorio nazionale • A causa di gravi problemi di inquinamento, l’India recentemente sta avviando una vigorosa campagna per migliorare ed aumentare la quota di plastica riciclata. Già oggi circa 3.700 aziende sono impegnate nel riciclaggio di materie plastiche, con un giro di affari di circa 2 miliardi di dollari.

  25. Industria farmaceutica • L’India è il terzo paese del mondo (dietro Stati Uniti e Germania) per capacità produttiva, numero di brevetti e qualità dei prodotti nel campo farmaceutico; • il valore del settore è di circa 12 miliardi di USD; più di un terzo della produzione (4,7 miliardi) viene esportato; • oggi il 95% circa dei farmaci consumati nel paese sono prodotti da aziende locali; l’India è sostanzialmente quasi del tutto autosufficiente in campo farmaceutico; • la crescita dell’industria farmaceutica in India è stata del 8-10% annuo in media dal 2002 ad oggi; nel 2007 probabilmente il settore toccherà una crescita del 13%.

  26. Industria farmaceutica • Nel paese i produttori sono oltre 20.000, per il 75% piccole e medie imprese; • ciò nonostante oltre il 70% della produzione proviene da sole 250 grandi imprese; il principale produttore (la Ranbaxy con sede a Gurgaon, nello stato del Haryana) detiene da solo una quota del 7% del mercato; • l’India è in prima linea nella battaglia per la produzione di farmaci generici e per il diritto di produrre farmaci a basso costo. Nel solo 2006 nel paese sono stati registrati 3.900 nuovi farmaci generici.

  27. Industria farmaceutica • L’estrema dinamicità dell’industria farmaceutica indiana è testimoniata dalle recenti acquisizioni di aziende europee da parte di multinazionali indiane del settore: la Ranbaxy ha acquisito la tedesca Basic GmbH, la Wockhardt ha acquisito due compagnie inglesi, la Wallis Laboratory e la CP Pharmaceutical, mentre la Matrix Lab ha acquisito un sostanzioso pacchetto azionario nella svizzera Explora Lab. • Nel 2004 la Dr. Reddy Ltd. ha acquisito l’americana Trigenesis Therapeutics Inc, primo passo compiuto da una azienda indiana alla conquista del mercato farmaceutico statunitense • Nel 2005 la Matrix Lab. ha acquisito una quota del 60% della farmaceutica cinese Mchem Group

  28. Il settore agricolo Fino agli anni ’70 l’India era un paese soggetto a periodiche crisi alimentari. Oggi l’India produce circa 230 milioni di tonnellate di cereali. Di queste ne esporta circa 50 milioni. Le riserve sono di circa 26 milioni di tonnellate, per fronteggiare eventuali emergenze alimentari Altri settori importanti dell’agroalimentare indiano sono: • Frutta tropicale (primo produttore mondiale con il 40% del totale) • Latte e derivati (primo paese mondiale per numero di bovini, 185 milioni circa, e per produzione di latte, 91 milioni di t) • The (primo produttore con il 70% del totale globale) • Spezie (primo produttore con il 43% del totale globale) • Caffè (294.000 tonnellate annue prodotte)

  29. Produzione agro-alimentare – colture commerciali

  30. Il settore terziario L’India esporta il 75% mondiale dei servizi IT

  31. IT services - Principali poli di outsourcing Città indiane per presenza di aziende di servizi IT

  32. Il settore terziario Ricerca e sviluppo (R&D) • L’India sforna oggi oltre 350.000 post graduates e PhD in campo scientifico e informatico ogni anno. • Questa è un’enorme risorsa disponibile per le ricerche. • 1/5 delle 500 società della top list di Fortune hanno costituito centri di R&D in India.

  33. Il settore immobiliare • Il Real Estate indiano ha conosciuto un autentico boom nel biennio 2005-06, contrassegnato da una crescita del settore attorno al 40% annuo; • per i prossimi 5 anni le proiezioni mostrano una crescita legemente inferiore, che si attesterà comunque, secondo gli analisti del settore, attorno al 15-20% annuo; • solo nel 2007 il settore del Real Estate indiano attrarrà investimenti stranieri diretti (FDI) per oltre 6 miliardi di dollari;

  34. Il settore immobiliare La crescita del settore non è uniforme. Le città indiane sono state infatti divise dagli analisti in tre fasce, a seconda dello sviluppo del settore, della quantità di investimenti attratti e del costo di terreni ed immobili.

  35. Il settore immobiliare • Attualmente la crescita maggiore viene rilevata nelle città della II Fascia; • alcune città della III (Kolkata, Ahmedabad) sono ormai in procinto di passare in II Fascia • secondo gli analisti il boom degli ultimi due anni, che ha interessato soprattutto le tre aree urbane in Fascia I, si è oggi spostato alla Fascia II; • nei prossimi 5 anni i tassi di crescita maggiore dovrebbero registrarsi soprattutto nella III Fascia

  36. Il settore immobiliare La popolazione urbana in India toccherà il 40% nel 2011 (era solo il 28% nel 2001). Nello stesso periodo le città con oltre un milione di abitanti raddoppieranno (da 35 a circa 70). Questi numeri, abbinati alla crescita economica, contribuiranno ad aumentare la domanda di alloggi, uffici, centri commerciali ecc. Solo nei prossimi due anni verranno costruiti: • 20 milioni di nuovi appartamenti; • 10 milioni di nuovi uffici; • 200 nuovi centri commerciali

  37. La grande distribuzione: alcuni dati • Il valore del settore grande distribuzione è oggi di circa 6,8 miliardi di dollari; • la crescita annua nel settore si è attestata al 30% ormai da circa 3 anni; • questi alti valori di crescita caratterizzeranno il settore almeno per i prossimi 5 anni.

  38. La grande distribuzione Outlets Ipermercati Supermercati Department Stores Shopping Malls Il settore indiano della distribuzione in una fase di rapida evoluzione. Khadi Stores Cooperative Convenience stores Kiranas Mercati settimanali Fiere di villaggio Melas Tradizionali luoghi di scambio dell’India rurale Negozi situati nei grossi borghi rurali o in quartieri cittadini Medi negozi favoriti da aiuti statali Distribuzione “moderna”, molto recente in India (meno di 10 anni)

  39. Composizione del retail indiano 2006 2016

  40. Vantaggi per gli investimenti in India nella GD • Il mercato indiano è, tra i primi 10 mercati del mondo per la grande distribuzione, quello meno saturo; • l’India rappresenta il secondo mercato potenziale per la grande distribuzione in Asia dopo la Cina; • la competizione, sebbene in grande crescita, è ancora piuttosto ridotta.

  41. Telecomunicazioni • Ogni mese in India vengono venduti oltre 3 milioni di contratti di telefonia mobile • Il numero di utenti di telefonia mobile ha superato nel 2005 quello degli utenti di telefonia fissa • Oggi in India vi sono 150 milioni di contratti di telefonia mobile

  42. Business opportunities in IndiaVantaggi per le aziende italiane • Vasta conoscenza della lingua inglese • Sistema legale e finanziario molto moderno e affidabile • Struttura industriale privata basata su piccole e medie imprese • Affinità culturali nella conduzione aziendale fra India ed Italia (aziende a conduzione familiare).

  43. Off shoring dei servizi Principali settori di Off shoring delle aziende europee ed americane in India • Back Office (Finance & accounting, IT Service and Support) • Servizi di consulenza (Ricerca e analisi, Financial Advisory Services, Risk Modelling ecc.) • Attività di ricerca, design e sviluppo • Marketing e vendite • Customer care

  44. Delocalizzazione industriale Vantaggi per gli imprenditori stranieri • Bassi costi dei salari: un operaio non specializzato indiano costa in media 0,55 $ per ora, rispetto a 1,1 $ in Cina (Guandong), 3,2 $ in Brasile e 6,4 $ a Taiwan • Vasta presenza ed elevata qualità della manodopera specializzata • Possibilità di sfruttare i vantaggi dati dalla creazione delle Special Economic Zones (SEZ)

  45. Costo della manodopera Costo orario di un operaio non specializzato (USD-2006)

  46. Abbondanza di manodopera • L’India è uno dei paesi più giovani del mondo (il 47% della popolazione indiana ha fra i 15 ed i 34 anni di età) • L’aumento demografico ed il numero di indiani sotto i 14 anni di età (33%) garantirà un continuo e crescente numero di popolazione di età lavorativa • Questo aumento sostanziale darà all’India un vantaggio notevole non solo nei confronti dei paesi europei, degli USA e del Giappone, ma anche nei confronti della stessa Cina • Mentre oggi la popolazione attiva cinese supera quella indiana di circa 230 milioni di unità, nel 2025 la popolazione attiva indiana supererà quella cinese di oltre 200 milioni

  47. Qualità della manodopera Secondo l’IMD Competitiveness Yearbook del 2006, su 6 paesi campione l’India si è classificata al secondo posto per qualità della manodopera del settore industriale.

  48. Costi complessivi • E’ stato calcolato che in media un’impresa dell’UE (esclusi i nuovi membri dell’est Europa) che trasferisce la produzione in India risparmia tra il 20% ed il 30% dei costi • La maggior parte dei risparmi sono dovuti al costo della manodopera, che incide per un 32% dei costi in media nei paesi EU, mentre incide solo per il 13% in India • Altri risparmi sono dati dai costi di gestione (28% in Europa contro 20% in India) • Più ridotti sono invece i risparmi in media dal punto di vista dei costi di materie prime, energia, tassazione e logistica.

  49. Le SEZ (Special Economic Zones) Il governo indiano ha predisposto nel 2000 alcune aree del paese (SEZ) per gli investimenti stranieri. Oggi le SEZ esistenti sono 14, ma il governo ha già autorizzato la realizzazione di altre 42 SEZ in tutto il paese. I vantaggi nell’investire in queste aree sono: • esenzione dalle tasse sui profitti per un periodo di 10 anni (sia income tax, sia imposte sui beni); • esenzione da dazi sulle importazioni di materie prime; • legislazione speciale sul lavoro.

  50. Le SEZ (Special Economic Zones)

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