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Istituto Statale Comprensivo Alberto Burri. PROGETTARE ORIENTARE FORMARE. La scuola è un luogo dove è bello imparare. TRESTINA 2007/2008/2009/2010/2011. PREMESSA.
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Istituto Statale Comprensivo Alberto Burri PROGETTARE ORIENTARE FORMARE La scuola è un luogo dove è bello imparare TRESTINA 2007/2008/2009/2010/2011
PREMESSA Il piano dell’offerta formativa è un disegno formativo che la scuola, la famiglia ed il territorio prospettano per la comunità. E’ una promessa d’intenti, principi ed indirizzi. E’ un concordato sui punti fondamentali dell’essere in formazione. E’ un atto di trasparenza, consapevolezza, responsabilità e impegno verso sé, altri e altro. Si ispira ai principi fondamentali della Costituzione, alla normativa, alle Indicazioni Nazionali, al contesto storico, sociale, culturale del territorio, alla letteratura pedagogica, alle grandi correnti di pensiero. Le finalità della scuola discendono dal diritto primario di ogni persona all’istruzione e all’educazione e dal dovere di operare per lo sviluppo del Paese. La scuola è un luogo da abitare, curare, amare, rispettare e far crescere È un bene prezioso per tutta la comunità sociale. Il POF si proietta in un arco temporale plurale, esplicita le fondazioni culturali e pedagogiche, l’orientarsi e l’orientare, la didattica e le attività funzionali.
I contenuti vengono raccontati su cartoline, come modalità vicina ed aperta a immagini, pensieri e prospettive, per permettere, a chiunque lo voglia, di avvicinarsi alla scuola e di comprenderla dal suo interno.Nei diversi spazi di racconto possono sostare alcuni pensieri di grandi cultori della persona; sono segni con cui la scuola riconosce e valorizza la centralità del bambino e della cultura.
LE RADICI E LE ALIVisione e Missione Appunti per riflettere e dialogare Spunti per l’esercizio del pensiero Occasione per la cura della collegialità …….il sogno …e…il progetto di vita…
La scelta d’indirizzo Considerare le radici è partire dall’attaccamento , riconoscere la propria identità e riconoscersi in un contesto di vita impegnata a valorizzarsi e valorizzare per vedere vicino pensando lontano. Le ali del pensiero sono tensioni e attenzioni che vanno allenate e coltivate . Lezioni di volo per conoscersi ed attraversare i confini della conoscenza, per alimentare la creatività e coltivare la fantasia senza il sacrificio del sogno .
“Vi sono due specie di felici disposizioni d’animo: l’intima pace o soddisfazione (la buona coscienza), il cuore sempre lieto.” Immanuel Kant Festa Sapienza Bene La Festa, la Sapienza, il Bene sono spazi di realizzazione del progetto della persona. Sono categorie che possono illuminare ed orientare la vita e l’esperienza nella solitudine e nella relazione, nella luce e nell’oscurità. Sono offerte di possibilità e richieste di impegno per tessere la ragnatela di un sogno attraente ed investire energie per realizzarlo.
Nessuno può fare per i bambini quello che fanno i nonni: essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli”Alex Haley La Festa La festa è uno stato d’animo, un modo di vivere la vita in ogni suo attimo, permette di accogliere l’intensità delle cose, sentirsi parte di una comunità riuscita, prospettare ampi orizzonti, creare un’atmosfera in cui tutti si trovano bene e lo stare insieme si trasforma in dono.Vivere la festa porta al lasciar andare e per-donare, ad essere nella vita e nell’esperienza pienamente, a riconoscere valore a sé e all’altro nella sua alterità. La festa richiede impegno ma è generosa nelle possibilità. Unisce, aiuta la conoscenza e l’accettazione della propria imperfezione e quella degli altri, alleggerisce la vita perché insieme si tracciano vie per approfondire domande e cercare risposte; invita all’ironia ed al divertimento, a fare propri comportamenti distesi e sereni; mostra radici ed essenze comuni; dona luce a nuovi giorni, nuove notti e nuovi mondi. Nella festa abitano sorrisi che accolgono, sguardi che avvicinano, parole che accarezzano: sono modalità per vivere la relazione e l’esperienza con leggerezza ed intensità, vitalità e gioco; per intrattenersi piacevolmente insieme, essere in relazione di familiarità e conoscenza; per intrecciare storie, aprirsi allo straordinario soggettivo ed intersoggettivo; per rafforzare il senso del noi, “ Arrivare a dire noi con gioia e con stupore”.
“ La vera grandezza è libera, dolce, familiare, popolare, si lascia toccare e maneggiare, non perde niente a essere veduta da vicino : anzi più si conosce e più s’ammira.”La Brusére La Sapienza Sapienza significa poter lasciare che le cose siano, considerare l’essere con stupore, ma non pretenderne il possesso. La sapienza ha a che fare con il sentire, il vedere vicino e lontano, il conoscere. E’ andare in profondità, scrutare l’essere per coglierne l’essenza e la forza. E’ afferrare col pensiero, ricordare, prendere coscienza, costruire. Il sapiente ha fatto esperienza di alti e bassi, ha conosciuto il buio della notte e la luce del giorno e ne ha colto il sapore; per questo conosce i fondamenti ultimi e primordiali della vita; avvicina il mistero dell’uomo e del cielo. E’ in accordo con la vita e con se stesso, ha il gusto per ciò che giova all’uomo. Indica la via per sollevarsi dalle difficoltà, estende possibilità, rafforza la speranza, realizza il bene; ha familiarità con il buono e con il bello. E’ maestro di umanità, nutre e promuove la realizzazione reciproca, va in profondità, cura la libertà, l’ autonomia, la serenità d’animo. Vive la quiete come pausa e non si lascia contagiare dallo spirito del “subito”. Nella pausa e nella lentezza è possibile godere della vita, percepire cosa c’è intorno, tollerare i vuoti, guardare ed estendere il possibile. Il sapiente esercita il rispetto, la pazienza e la cortesia: è attento, presta ascolto, si interessa, riflette. Medita sull’altro, su come potrebbe stare o su cosa potrebbe fargli bene. Promette il bene, pronuncia parole buone che sollevano e che riempiono la vita. L’uomo bene-detto ha tutto quello di cui ha bisogno.
“Il piacere di vivere nasce dalla ripetizione di certi gesti e di certe abitudini, dal fatto di potersi dire: rifarò quello che ho fatto e sarò press’a poco lo stesso, ma non proprio esattamente lo stesso. Nasce dal diverso nell’identico.” Eugenio Montale Il Bene Il bene è atto concreto, è creazione. Ciò che fa la vita è il bene. La libertà è mossa da una volontà buona. Il bene è la ricchezza più preziosa dell’umanità. E’ l’origine, la radice di tutte le cose; è ciò di più profondo di cui l’uomo è capace e con il quale esprime il proprio valore e la propria unicità. Sta tra la vicinanza e la distanza, tra la misura che è giusta per sé e le aspettative degli altri. Offre vie, aiuta a porre particolare attenzione ai punti deboli, ai limiti, agli errori, come spazi,possibilità, occasioni per costruire e vivere nel mondo con significato. L’incontro e la tolleranza fanno il bene:l’incontro ci rende ospiti dell’altro poichè gli indirizziamo i nostri pensieri, scorgiamo i luoghi di condivisione, doniamo e accorgiamo piccole gentilezze; la tolleranza aiuta a vedere la differenza, aspettare, sperare che l’altro trovi la sua strada, fa risplendere il sole sul ben-volere di ognuno. Esercitare il ben-volere aiuta la persona ad essere autore di sé, a riconoscere la propria misura e sfuggire alla tensione dell’eccesso. Il bene è un atto creativo, è alimentato dalla speranza e dalla lode. La speranza dona spazi al “non ancora”, aiuta ad attendere un buon futuro. La lode si realizza nell’ascolto e nell’approvazione, nell’essere d’accordo e nell’ospitalità. Colui che loda nomina il bene e con la parola porta a coscienza, rafforza e valorizza. L’uomo sboccia quando viene lodato, quando qualcuno si rivolge al suo lato buono. Lodando l’altro, il soggetto guarda al di là di se stesso.
“Dominio di sè, sete di conoscenza e spirito di sacrificio sono le virtù reali tra quelle che si è soliti definire così. Perchè solo in esse è attiva la volontà.”Arthur Schnitzler • Fondazioni culturali e pedagogiche • Lo scopo nobile del processo formativo è di aiutare ciascun soggetto a servirsi delle forme della cultura per pervenire ad un pensiero personale. Il conoscere deve avere il volto della persona, del suo essere cosciente di quello che impara e vive. E’ la capacità di leggere, interpretare, rappresentare, abitare ogni mondo. • La scuola costruisce spazi significativi di cultura e di relazione in cui: • - si cerca di divenire consapevoli di una positiva e comune visione del mondo; • - si elaborano idee che si traducono in consapevole opera didattica; • si cerca di portare la persona a forme di “alta flessibilità” necessarie per essere cittadini del mondo e per rispondere alle domande: chi sono, dove sono, dove vado… • La scuola è un luogo piacevole in cui si accoglie ognuno con benevolenza, apprezzando e valorizzando le differenze come un dono. Se il bambino apprende in una situazione di benessere, se si diverte e fa qualcosa che gli piace, acquisisce quell’entusiasmo, quella passione per la conoscenza che lo accompagnerà ed aiuterà nella vita. • La cultura è uno dei preziosi mezzi di miglioramento e di sviluppo di una piena soggettualità, l’impegno è che ciascuno sappia domandare, ascoltare, sentire, partecipare, operare, essere a sè, agli altri e altro con significato.
La scuola si impegna nella costruzione di: identità, autonomia, relazione, sensibilità, intenzionalità padronanza dei saperi, pensiero pensante volontà,creatività, ricerca, gusto, senso etico ed estetico. Sono categorie/vettrici volte ad affermare, rappresentare, orientare il conoscere di adulti e bambini; sono linee di tendenza, impulsi, forze che portano ciascun soggetto ad andare, a camminare e passare da un punto all’altro. Derivano dall’ interpretazione del Profilo dello Studente, delle Indicazioni Nazionali, della letteratura pedagogica, delle grandi correnti di pensiero; dalla visione del mondo, dall’esperienza umana e dal discorso culturale di chi abita la scuola. Indicano alcune vie per l’elaborazione di: finalità educative, obiettivi formativi, percorsi didattici, sistemi di valutazione delle competenze degli alunni. “Secoli di esperienze di viaggio indicano che il vero cammino comincia quando non sai più da che parte andare”Phil Cousineaus
Indicazioni di senso “Essere consapevoli dei propri sentimenti e di quelli degli altri. Mostrare empatia e capire i punti di vista degli altri. Controllarsi ed affrontare in modo positivo gli impulsi emotivi e comportamentali. Porsi degli obiettivi positivi e fare progetti costruttivi per raggiungerli. Usare qualità socialmente positive nelle relazioni con gli altri.” Da “ Principi dell’intelligenza emotiva” di ELIAS-TOBIAS-PREDLANDER
“Prendersi cura di un soggetto può significare aprirgli prospettive non solo sulla sua attuale esistenza nella scuola,ma sull’intera sua vita, orientandola al suo futuro.” Gabriele Boselli Orientare ed orientarsi Orientare è un verbo che deriva da orior, sorgere, nascere; significa indicare al cammino altrui un punto, non troppo definito, nello spazio e nel tempo, verso cui dirigersi; indica la spinta, la tensione, l’intenzionalità, la volontà. E’ un verbo che deve essere indirizzato contemporaneamente al soggetto individuale e collettivo, annuncia percorsi comuni e altri differenziati. Orientare è presentare indicazioni di senso per aiutare la crescita di ciascuno e di tutti. Di seguito alcune finalità
- costruire esperienze culturali e di vita, servirsi delle forme culturali per pervenire ad un pensiero personale, alla padronanza dei saperi; • potenziare la sensibilità verso i principi che regolano l’agire, soprattutto quelli di amor proprio e di responsabilità. L’amor proprio tende a perseguire la cura di sè, come premessa dell’aver cura degli altri e rafforzare criticamente la volontà personale; • - pensare ed agire in un contesto di rapporti e di relazioni; • - aiutare il soggetto individuale e storico a strutturare e significare il proprio tempo ed il proprio spazio nel mondo e con gli altri; • - comprendere il quadro generale della diversità e della differenza, raccontarne gli effetti attraverso documenti aperti alla storia, alla singolarità ed alle capacità del soggetto; • - orientare tutti a prendersi autenticamente cura di sé e degli altri, disegnare possibilità rivolte a tutti e a ciascuno di trovare una via personale per scegliere e tracciare la propria strada; • - disegnare adeguati percorsi educativi per dare significato al progetto di vita iscritto nel nucleo della persona;
- riconoscere ai bambini ed alle bambine il diritto al riposo, al silenzio, ai “perché”, al sogno, alle curiosità, all’immaginazione, alle risposte, alla sospensione dei giudizi, al gioco, al divertimento, all’”otium”, alla valorizzazione ed impegnarsi/impegnare a costruire/sviluppare quel senso del dovere verso sé, gli altri ed il mondo, promosso dalla corresponsabilità educativa di ciascuno e di tutti; • - far riferimento a proprie mappe di qualità quale tensione continua, serena, intersoggettiva all’autoriflessione, alla cura della funzione educativa e di istruzione; • formare solide doti di fondo, per scoprire il senso dell’autonomia, per sostenere ed incentivare la ricerca delle connessioni, per costruire forme interiori culturali ed etiche; • - elaborare pensieri, idee e discorsi su situazioni e problemi; • - favorire l’autoconsapevolezza di sè che evolve attraverso la cultura, l’incontro con l’altro e le cose; • - riconoscere e rispettare le ritualità delle culture e le tradizioni vicine e lontane; • sviluppare uno sguardo profetico. • Le finalità educative risultano preziose fonti per la costruzione - individuazione degli obiettivi formativi volti ad indicare vie ai Piani di Studio Personalizzanti ed alle Unità di Apprendimento.
Pensiero e progetto …Pensare per progettare o progettare per pensare ?… Un’istituzione scolastica va progettata, monitorata, valutata e sostenuta da criteri che ne orientano il PROFILO QUALITATIVO. I criteri di qualità indicano pensieri, desideri e pratiche della comunità scolastica e sociale. L’Istituto e’ pertanto impegnato in: Memoria e Avvenire Identità e relazione Configurazioni organizzative Valutazione autovalutazione La conoscenza nella cultura di adulti e bambini
“ Ai fanciulli fa bene l’antico: la coscienza che non tutto è nato con loro dà ad essi la certezza che non tutto morirà con loro. “ Giovanni Pascoli Memoria e Avvenire La scuola ha bisogno di conoscere la sua storia per affrontare la complessità del presente e progettare il futuro. La scuola costruisce e rafforza la propria identità ed esercita l’autonomia attraverso la memoria - storia, documentata per assolvere a finalità autoricognitive, valutative e autovalutative, di orientamento e di conoscenza. Mantiene in vita l’esperienza, rafforza lo stato dell’essere a scuola ed aiuta a varcare i confini della scuola stessa. E’ sguardo retrospettivo per maturare uno sguardo prospettico. Suggerisce conoscenza, chiama in causa il ricordo, il pensiero e l’identità. Aiuta a riconoscere e ricordare storie per farle divenire storia; offre spazi al passato, al presente, al futuro; storicizza l’uomo nel mondo ed il mondo attraversato dall’uomo. La memoria salva e sostiene le radici dell’umanità.
“Trascurare il passato significa rinunciare a crearsi una memoria di sè, quella memoria biologica ed emozionale che è il fondamento della nostra identità” Umberto Galimberti Identità Relazione L’esperienza formativa è sempre un’interazione di più soggetti e l’identità di ciascuno è fondamentale. La relazioneè condizione per apprendere in quanto si costruisce cultura nell’incontro ed il sapere è costruzione continua che avviene in una situazione di tipo relazionale. E’ fondamentale vivere intensamente l’io, il tu, il noi; stupire e meravigliare la persona nel creare/vivere connessioni fra la vita scolastica, la vita familiare e sociale. Entro questa dimensione la scuola individua come elementi di qualità: Il benessere inteso come condizione di serenità e tranquillità nell’impegno volto a costruire un clima positivo per crescere, imparare, divertirsi. La con-vivenza invita a costruire inter-relazioni, riconoscimento, gestione della conflittualità non violenta fra differenze. L’ accoglienza ed il congedo richiedono ascolto dell’altro, della sua unicità e originalità. Le accoglienze del bambino e dell’adulto sono momenti che accrescono e rafforzano il benessere di ognuno e tutti, in ogni incontro quotidiano. Comprendono forme plurali di conoscenza e di relazione.
La cura è processo di conoscenza , è invito a trovare una via personale per camminare sulla propria strada. E’ componente fondamentale dell’esperienza formativa come impegno e responsabilità di un cammino condiviso e di un mondo da costruire insieme. “Aver cura” é riconoscersi e riconoscere, é l' "esser-presso" e prevede per il docente innanzitutto l'accogliersi, l'approvarsi, il riconoscersi come soggetto, come co-autore di un campo di eventi, di una storia improgrammabile. E' poi ricevere l'ospite e il compagno, l'offrirgli la propria asimmetrica compagnia per un'ampia frazione di esistenza. E' offerta di un campo di avventure fisicamente sicuro ma non protetto dal rischio cognitivo e affettivo e dal nuovo, un campo di esperienza che estende l’identità”. La sicurezza è la richiesta che ciascuno fa per affrontare senza timore le novità emergenti nella vita di tutti i giorni. Vanno quindi offerti “luoghi protetti” che consentano al soggetto la costruzione di quei fattori interni di solidità che lo aiuteranno a sconfiggere la paura del nuovo e la paura dell’altro. I diritti e i doveri fanno parte della vita e del mondo, realizzano l’essere ed il lasciar essere. “Attraverso regole non imposte, ma regole dell’esperienza, si abituano i bambini ad avere successo nelle loro azioni, il successo reiterato diventa memoria di quelle azioni che si trasformano in regole di comportamento. Dare tante regole, nel sensodi fare sperimentare molte volte il successo”. (Umberto Galimberti).
“Devi lasciare la città della certezza e andare nel deserto dell’intuizione … Scoprirai cose meravigliose.”Alan Alda Configurazioni organizzative L’organizzazione spaziale e temporale influisce sui processi di insegnamento-apprendimento: c’è un insegnamento che si ricava dal modo in cui gli oggetti sono disposti nello spazio, dal tempo di permanenza in esso, dal loro variare, dal modo in cui si esperisce la relazione. E’ importante curare un’organizzazione per vivere il tempo e lo spazio in modo ordinato e leggero. Vanno organizzati ambienti per contenere ed ambienti per liberare, per sperimentare il non tempo ed il tempo del gioco e del dialogo. Noi siamo anche il posto dove stiamo, le parole che ascoltiamo, le persone con cui viviamo. In un mondo che tende unicamente ad apprezzare i fenomeni globali (dimensione “globale”), svalutando come elementi inconsistenti ed episodici i fenomeni territoriali e locali (dimensione “locale”), questa scuola intende valorizzare entrambe le dimensioni, ponendosi in una prospettiva progettuale di dimensione ampiastrutturando un processo di presenza attiva nel territorio. Diventa pertanto fondamentale che la scuola si apra a nuove flessibilità per accogliere, reinterpretare, rappresentare ed abitare ogni spazio, dal sistema territoriale al sistema regionale, al sistema nazionale, al sistema europeo, ed ogni tempo quale memoria del passato, lettura/interpretazione del presente, proiezione dei progetti nel futuro.
Il locale è sempre più ricco di presenze eterogenee e quindi è necessario conoscerlo, comprenderlo attraverso l’adozione di atteggiamenti di apertura, di messa in gioco e di costruzione. Va potenziata l’appartenenza alla comunità locale, alle proprie origini per andare verso l’Europa ed il Mondo. È importante conoscere la storia, le tradizioni locali per arricchirle con il nuovo che avanza e chiede accettazione, riconoscimento, flessibilità e nuove organizzazioni. Giocando, esplorando, parlando, ricercando, studiando nascono e prendono forma i Progetti Personalizzanti, ragioni e regioni del conoscere e dell’esperienza che si costituiscono entro un ambiente fatto di luoghi, di tempi, di oggetti, di soggetti fra loro in relazione. “Accogliere è instaurare con l’altro una relazione costitutiva dell'esistenza e della conoscenza. E’ offrire i propri spazi e la propria compagnia, far dono di una inerenza dialetticamente fondativa del proprio come dell' altrui arco delle possibilità situate e situanti. E’ aiuto a essere in quanto essere a, qui, ora, con me/noi, in questo frammento di storia. Accogliere é offrire non certezze ma sicurezza, insieme a plurali indicazioni di senso” Agostina Melucci.
“Se un uomo ama la fatica del proprio mestiere indipendentemente dal successo o dalla fama, gli Dei lo hanno chiamato.”Robert Louis Stevenson ValutazioneAutovalutazione Valutare è valorizzare e pensare il soggetto in movimento, metterlo in evidenza, cogliere questioni di ordine qualitativo per indicare possibilità e chiedere impegni. Valutare è guardare ed aiutare a ripensare qualche cosa, riformulare speranza e dare fiducia. La valutazione intesa come attività di ricerca, di conoscenza e di impegno è intersoggettiva e interpretativa; aperta alle evidenze inattese ed attenta ai fenomeni; narrativa ed interrogante; attenta alle categorie di valorizzazione e riflessione, reciprocità e trasparenza; eticamente ed epistemologicamente fondata; vicina/attenta al positivo evolversi del soggetto indicandone più le possibilità che i limiti; libera nell'invenzione di strumenti.
Di seguito alcuni criteri orientativi per la valutazione degli alunni identità, autonomia, relazione,sensibilità, intenzionalità, padronanza dei saperi, pensiero pensante,volontà, creatività, ricerca, gusto, senso etico ed estetico. L’ascolto delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze, delle loro parole, delle loro condotte, guardarli con desiderio di capire per non falsarli, possono consentire il rispetto per la loro dignità salvaguardando un prezioso patrimonio spirituale presente nell’infanzia dell’uomo Valutare è autovalutarsi ed implica la pratica della documentazione perché invita a ripensarsi per crescere rinnovati ed aperti a nuovi giorni e nuove notti. Aiuta a costruire il nuovo tutelando la memoria ed appoggiandolo sulle radici storiche. Una documentazione essenziale,di senso, narrativa incuriosisce, affascina, coinvolge, lascia spazi all’interpretazione, invita al futuro:pone attenzione a nuclei culturali specifici in un assetto ermeneutico; parla per ieri, per oggi, per domani; essenzializza: individua i portali dei saperi e degli eventi; valorizza, illumina i significati dei vissuti e la gioia degli incontri attraverso espressioni libere e leggere; aiuta a pensare, a rendere vive le idee; fa conoscere l’uomo all’uomo. “Documentare non è solo costituire archivi di atti didattici, album di eventi scolastici; è auto-testimonianza e testimonianza di quanto l’alunno e la sua scuola hanno elaborato. Il valore del documentare non è contingente ; con gli anni, crescerà con le riletture, assumerà la funzione evocativa e proattiva di tutti gli atti autentici. Il viaggio verso la conoscenza della persona potrebbe assumere, anche con il portfolio, una struttura narrativa”. Agostina Melucci
Imparare deve rimanere un’avventura, altrimenti è nato morto….e bisogna che continui così, da incontro a incontro, un’imparare nella metamorfosi, un’imparare nel piacere.” E. Canetti Conoscere nella cultura di adulti e bambini Il conoscere è fatto di connessioni, soluzioni provvisorie e complesse che aprono ad una continua e costante “problematicità”: conoscere significa scoprire e ridefinire continuamente il processo di insegnamento/apprendimento; “Il conoscere è sempre l’atto infinito, irripetibile e improgrammabile di una coscienza nel suo incontrarsi con la cultura” ( Hervè A.Cavallera). E’ un processo di costruzione in via fondato sulle emozioni, sull’esperienza, attento alla persona, alla creatività, alla ricerca, al gioco, alla gioia, alla pluralità, al pensiero critico, all’incontro. Richiede coinvolgimento e fascinazione, porta ad avvicinare storie individuali e collettive. La cultura degli adulti è dimensione fondamentale della qualità della scuola. E’ ricerca attraverso lo studio, la riflessione, il dialogo, il confronto e lo scontro. E’ offrire indicazioni per mettersi in via, è prospettare scenari, è additare un avvenire a tutti ignoto. E’ un modo di lasciare che ciascuno trovi, nell’incontro, nel dialogo e nello scambio con gli altri, la forma che più risponde alla sua identità e meglio la esprime.
In questa dimensione la cultura diventa intercultura. La formazione e la ricerca, con la partecipazione di esperti esterni, e l’autoformazione (commissioni, gruppi di ricerca, studio/riflessioni individuali e di piccoli gruppi), costituiscono un patrimonio prezioso per pensare e progettare, orientare ed orientarsi, inventare nuove strategie di lavoro, mantenere l’esistente significativo ed aprirsi al nuovo che avanza. La vita di una comunità scolastica è complessa e dinamica. Va pensata, progettata, valutata, documentata per creare connessione fra progetto (indicazioni di senso e di impegno), processi (esperienze) e risultanze (opere e risultati). La riflessione pedagogica e scientifica alimenta la professionalità del singolo e l’identità dell’istituto. E’ garanzia di scientificità e assunzione di responsabilità. Il dialogo pedagogico va realizzato all’interno della comunità ed al contempo è necessario attraversare/abitare altri territori (Università, territorio, altre scuole,….) per ritornare arricchiti. La cultura pedagogica va continuamente alimentata attraverso lo studio ed il dialogo per renderla capace di affiancare e/o orientare adulti e bambini della comunità.
“Il pensiero è esperienza; esperienza del pensiero, anche, pensiero dell’esperienza.” - “L’idea vive l’idea e noi viviamo nella sua vita.” Edmond Jabès Attività funzionali alla didattica Nella scuola e con la scuola si realizzano molteplici attività volte a pensare ed a realizzare pratiche didattiche di qualità. Le attività funzionali alla didattica si sviluppano in: Articolazioni relazionali La scuola è chiamata ad attivare significative relazioni all’interno ed all’esterno attraverso una progettazione integrata e la partecipazione alle iniziative culturali della città. I rapporti e le relazioni interne con e nel territorio creano reti volte al collegamento tra i soggetti interconnessi, a valorizzare le potenzialità, ad estendere possibilità. Diventa allora importante che la scuola abiti il territorio partecipando alla vita culturale e che il territorio dialoghi con la scuola per con-dividere il complesso compito dell’educazione dei cittadini del mondo di domani. Si tratta di scambi, non integrazioni, fatti di conoscenza, comprensione ed affettività, dove uomini, donne, bambini, idee, prospettive si incontrano per realizzare dialogo culturale e pedagogico, ricerca della storia e delle tradizioni locali, interrelazioni di identità, progetti cittadini condivisi.
“Lo scopo della vita è vivere e vivere significa essere consapevoli, gioiosamente, divinamente, serenamente e con ebrezza. “ Henry Miller Il dialogo scuola-famiglia-territorio realizza la CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA e concorre a costruire una COMUNITA’ EDUCANTE e RESPONSABILE. La continuità, le accoglienze, la collegialità rappresentano alcuni nodi di impegno al fine di dare senso e intenzionalità alla formazione di adulti e bambini/ragazzi. La continuità e la discontinuità aiutano a superare ostacoli e costruire nessi , collegamenti, fra passato, presente e futuro. La continuità stabilisce trame sotto il profilo progettuale, esprime una visione unitaria del soggetto-persona, accoglie la cultura quale preziosa possibilità di conquista dell’autonomia, di orientamento nel mondo attraverso l’esercizio della criticità e l’acquisizione del senso di responsabilità. Tutti coloro che abitano la scuola sono corresponsabili della costruzione di un clima accogliente e sono chiamati a realizzare spazi di dialogo e coinvolgimento delle persone per crescere insieme. La scuola è fondata su un sistema dialogato in cui vengono valorizzate le autonomie soggettuali nel rispetto degli indirizzi definiti a livello collegiale. La collegialità è fatta di incontri e scontri, condivisioni ed accettazioni, responsabilità e impegno, perdite e guadagni. Tale scenario implica trasparenza, etica, relazione, libertà, vincolo, professionalità. Il collegio dei docenti è l’espressione “nobile” della collegialità dell’Istituto.
“Il luogo dell’apprendimento si trova ovunque la mente diventi viva.” James Hillman Organizzazione & flessibilità L’intento è quello di realizzare un’organizzazione agile in riferimento alla strutturazione dell’ambiente di apprendimento, alla didattica con le sue esigenze e peculiarità riferite a interazioni di tempi, modalità di raggruppamento degli alunni, spazi, numero di docenti e loro funzioni, ai fattori vincolanti quali l’ adattamento del calendario scolastico, il tempo scuola, la distribuzione diversificata del monte orario attività e discipline, l’introduzione di nuove discipline, l’articolazione modulare di gruppi di alunni, l’ impegno dei docenti, la riorganizzazione degli spazi, i Piani di Studio Personalizzati, la didattica laboratoriale . I criteri che orientano l’organizzazione sono: Innovazione Il nuovo introdotto dalla Riforma richiede intuizioni, strategie, tattiche capaci di rispondere alla norma e collegarsi all’identità della scuola. Storicizzazione & vissuti Una buona costruzione nel presente ed una significativa proiezione nel futuro danno forma ad una scuola che pensa ed agisce in un ampio contesto storico. E’ importante che il nuovo entri nella prassi quotidiana del processo di insegnamento-apprendimento e che l’antico continui a indicare le vie dell’esperienza così da permettere la costruzione di attività significative ed estese di vita e di cultura. La storia della scuola fatta di ricordi va vivificata con la visione/narrazione di immagini, oggetti, parole, pratiche.
Professionalità (individuale e collettiva) L’identità docente si realizza e si estende nella solitudine e nella relazione ovvero attraverso la libertà didattica, cioè la messa in gioco della propria professionalità (cultura, esperienza, identità) nel rispetto del contesto pedagogico-didattico , in riferimento alla mappa di indirizzo ed orientamento assunti dall’Istituto. Ognuno è invitato ad esprimere il meglio di sé professionale e personale e come soggetto della comunità scolastica ha il compito di assumere atteggiamenti ed indirizzi finalizzati ad orientare e valorizzare ognuno e tutti. Si tratta di dichiarazioni di impegno, principi, fini, scelte, criteri attenti all’identità istituzionale ed aperti al nuovo che avanza. “I bambini non hanno mai il giorno libero…” Giacomo cl. II
Allo straniero non domandare il luogo di nascita, ma il luogo d’avvenire.” Edmond Jabès • Valutazione – pubblicizzazione • La scuola deve interrogarsi ed interrogare circa la qualità dei processi attivati durante l’anno scolastico. • Deve chiedersi se il suo progetto, oltre che essere legittimo è anche condivisibile. • E’ importante esplicitare: • - le intenzionalità che regolano la progettualità e le esperienze, la formazione e la ricerca; • - i nodi del dialogo pedagogico interno e il confronto con l’esterno; • i territori di corresponsabilità educativa, i progetti, i processi e le opere realizzate. • Ciò va sostanziato e concretizzato da: • Informazioni e formazione, rapporti e relazioni: • serate a tema per le famiglie, serate cittadine, assemblee dei genitori, assemblee di scuola e di classe, incontri dei gruppi di progetto, scuola aperta al territorio, stampa locale, sito della scuola. • Realizzazione dei documenti di indirizzo, del POF, della Carta dei Servizi, del Progetto pedagogico-didattico, dei Piani di Studi Personalizzati, delle Unità di Apprendimento,del Regolamento, del Rapporto informativo sulla scuola. • Valutazione ed autovalutazione di Istituto relativamente ai criteri dichiarati ed orientativi dichiarati.
Didattica “Se siete insegnanti sforzatevi di non trasmettere soltanto il sapere, ma di risvegliare lo spirito dei vostri allievi alle qualità fondamentali come la bontà, la compassione, la capacità di perdonare e lo spirito di collaborazione … Non accontentatevi delle parole, date l’esempio voi stessi. I vostri allievi ricorderanno ancora meglio quello che dite loro.Dalai Lama La didattica è costruzione continua, intorno alla persona, di un campo di attese che la portano a fare, è sintesi creativa, potenziamento delle identità, delle relazioni fra diversità, è attenzione alla persona nella relazione con altri e altro. Proprio per la conflittualità e l’agitazione che abitano il mondo, l’esperienza didattica va attuata con spirito di pace, atteggiamento sereno, disposizione interiore di tranquillità, di apertura al nuovo, di ascolto, di accoglimento e di ospitalità.
La Narrazione rappresenta una preziosa modalità per costruire l’esperienza didattica. La narrazione sollecita la ricomposizione dell’Intero, del soggetto-persona e della cultura. Accompagna la formazione dell’identità personale e sociale. Introduce all’emozione, all’estetica, all’espressione, all’etica. Permette il continuum tra l’affettivo e il razionale. Conduce al pensiero pensante e alla costruzione di trame, nessi, sequenze… Invita alla memoria e alla proiezione nel futuro. La tensione è a pensare di realizzare “buone prassi didattiche”. L’esperienza didattica è una buona prassi per l’efficacia dei processi, le caratteristiche di qualità interna, la significatività dei risultati.
“La verità racconta se stessa. Essa è la storia di una vita. A ciascuno la sua verità, il suo inedito racconto”. Edmond Jabès Alcuni criteri che caratterizzano delle buone prassi possono essere: Significatività-intenzionalità connessioni con il progetto di indirizzo: circostanze, momento storico, quadro teorico, orientamento pedagogico- didattico dell’Istituto, rilevanza-qualità del significato per ognuno e per tutti delle strategie- scelte adottate. Innovabilità-originalità costruzione di soluzioni nuove, attivazione di cambiamenti attraverso la scoperta, l’invenzione, l’interpretazione, l’estensione di quanto già esiste e buona memoria del progetto. Riproducibilità ripetersi degli stessi elementi di senso nelle future rappresentazioni ed esperienze. Trasferibilità-dichiarazione Descrizione degli elementi che configurano: contesto, bisogni-intenti-scopi,scelte teoriche, tipologia e ruolo dei soggetti coinvolti, strategie, strumenti, risultanze-punti di forza e di criticità,elementi di innovazione, documentazione.
Efficacia • capacità di attivare significativi processi ed ottenere buoni risultati, di rispondere ai bisogni di ciascuno e di tutti. • Sostenibilità • appoggiarsi sulle risorse esistenti e/o sulla possibilità di individuare nuove risorse • La qualità della didattica va potenziata ed estesa attraverso: • Valorizzazione delle professionalità interne • Utilizzo delle specificità professionali e personali degli operatori scolastici dell’Istituto e di altre scuole del territorio • Collaborazione con altri soggetti per interagire con la cultura esterna (pittori, poeti, attori, musicisti, artigiani, professionisti, ..).
“Non chiedere la strada a chi la conosce, ma a chi, come te ,la cerca”. Edmond Jabès Progetto personalizzante di studio e delle attività Il processo di insegnamento-apprendimento assume significato come sviluppo e manifestazione pratica dei Piani/progetti di studio personalizzanti, regioni del conoscere che prendono forma dalla cultura e dai soggetti nella relazione. Si tratta di dare forma e significato ad un percorso pedagogico didattico di classe/sezione, inteso come articolazione del POF, e si traduce in progetto pedagogico/didattico di istituto, di ordine scolastico, progetto interdisciplinare per classi parallele, dialogato con gli studenti e le famiglie. Dopo una stesura iniziale di orientamento, il documento prende forma nella relazione con l’evolversi degli eventi e la realizzazione delle Unità di Apprendimento (UA). Il PSP e le UA si riferiscono al gruppo classe e prevedono spazi di estensione per piccoli gruppi e/o singoli bambini al fine di orientare, affiancare, aiutare la crescita di ciascuno e tutti. Modalità di progettazione Piano delle attività collegiali; Pianificazione delle attività didattiche (a livello di ordine di scuola); Progetto di classe elaborato dal consiglio di classe e interclasse; Progetto interdisciplinare a classi parallele; Progetto di ampliamento dell’offerta formativa; Progetto personalizzato/individualizzato. Mappa delle Unità di Apprendimento; Unità di Apprendimento disciplinari e interdisciplinari Tali documenti vengono inseriti ogni anno nel POF come allegati e ne costituiscono parte integrante.
Accogliere un altro soltanto per la sua presenza, in nome della sua esistenza, o davvero solo per quel che egli rappresenta” Edmond Jabès” Linee guida per la traccia dei percorsi/progetti Titolo - Descrizione della classe/sezione – Categorie di qualità e Finalità educative, obiettivi formativi. Forme di conoscenza e saperi essenziali scelte, nell’ambito del progetto didattico di riferimento, rispetto a conoscenze e abilità , competenze – OSA, anche per classi parallele . Metodologia: modalità di costruzione dell’esperienza didattica per il gruppo classe, piccoli gruppi, singoli alunni. Organizzazione: tempi, spazi, risorse umane e strumentali,… Valutazione in riferimento al PSP, alle UA, al gruppo classe/sezione, ai singoli alunni. Autovalutazione degli alunni per riflettere sul proprio percorso formativo ed acquisire coscienza dell’andare. Documentazione – Mappa delle Unità di apprendimento realizzate. Sintesi di senso dell’intera esperienza didattica ( relazione tra esiti e processo), riflessioni pedagogiche
Unità di apprendimento L’insieme delle Unità di Apprendimento, ipotizzate, in itinere e divenire, estende la forma ed il significato del Piano di Studi Personalizzato. Per ogni unità di apprendimento si specifica: tematica, destinatari, categorie di qualità, obiettivi formativi e di apprendimento scelti ( in riferimento al POF, alle Indicazioni Nazionali, al Profilo formativo), fasi di sviluppo, forme di conoscenza (collegamenti con/fra le discipline – Obiettivi Specifici di Apprendimento), modalità di verifica e valutazione (strumenti), documentazione rispetto ai processi, agli esiti, alle risultanze, opere e prodotti ).
Attività di potenziamento e/ ampliamento dell’offerta formativa Sono Unità di Apprendimento o articolazioni, sviluppi di unità di apprendimento più complesse. Sono potenziamenti della didattica e parte integrante dell’intero progetto formativo della scuola; rappresentano un’opportunità di estensione e di approfondimento dell’attività di insegnamento obbligatorio. Si tratta di realizzare esperienze in cui si cerca di sperimentare la bellezza della conoscenza, del fare con entusiasmo, di sostare nei valori/criteri di qualità della cultura e della persona in un contesto linguistico e logico. Si tratta di esperienze che richiedono ordine e rigore, lievità e leggerezza ed attraversano alcuni territori di esperienza: dalla lettura alla scrittura creativa, dall’esplorazione dell’ambiente alla scoperta dell’arte, dalla pratica musicale al teatro. Ciascuna esperienza richiede un percorso specifico che viene assunto e classificato nel programma annuale all’aggregato P. “Vogliamo essere i poeti della nostra vita, e innanzitutto nelle più piccole cose” . Friedrich Nietzsche
“Ogni dialogo è dialogo di parole. Esso dà vita all’universo e al mondo”. Edmond Jabès scuola-famiglia-territorio I bambini sono soggetti attivi, vivono una pluralità di luoghi, incontrano una molteplicità di soggetti, che attivano relazioni intenzionali/occasionali, che contribuiscono alla loro formazione e che possono promuovere e valorizzare in loro il senso della quotidianità e di una loro proiezione nel futuro. Si avverte sempre di più l’esigenza di potenziare la sensibilizzazione di ognuno e di tutti (genitori, cittadini, istituzioni, associazioni) intorno ai compiti ed alle responsabilità educative verso i bambini, i ragazzi, i giovani nel contesto innovativo della scuola e di valorizzare in loro il senso della quotidianità e di una loro proiezione nel futuro. Scuola-Famiglia-Territorio (Ente Locale, ASL, Scuole, Associazioni culturali, di volontariato, sportive e di tipo economico) sono chiamati a conoscersi e a conoscere, per vivere una cittadinanza attiva e responsabile in termini di “corresponsabilità educativa”. Vivere una cittadinanza attiva e reponsabile significa sentire, costruire, estendere il senso di appartenenza alle proprie origini, al presente, al futuro.
Dal Dialogo alla Comunità educante Il compito centrale ed istituzionale della scuola è l'educazione e l'istruzione degli alunni ad essa affidati, quale dovere derivante da vincoli e da risorse istituzionali, quale possibilità derivante dalla qualità del concreto servizio formativo erogato, quale disponibilità derivante dalla coerente assunzione di responsabilità dei singoli operatori ed utenti. Il compito/fine della famiglia è quello di educare i propri figli, essendo i “primi educatori”. Il compito del territorio, della società è di tutelare l’infanzia e preparare un futuro sostenibile. Ogni cittadino, quale parte attiva di una comunità, ha la responsabilità di pro-gettare il futuro del mondo ponendo al centro della sua riflessione, in solitudine e nella relazione, il bambino, i suoi bisogni, le sue possibilità, le sue potenzialità, i suoi diritti ed i suoi doveri. L’adulto deve/può/intende assumersi la responsabilità dei minori che incontra sul proprio cammino professionale ed esistenziale. Siamo tutti figli del tempo e della storia, siamo tutti genitori dei “costruttori del futuro”.
“Il punto cruciale è quello dell’incontro di base tra genitori ed insegnanti, forma concreta dell’incontro fra scuola e società. Se questo incontro fallisce, la struttura non vive”. Gianni Rodari I diritti del bambino come luoghi d’incontro Il bambino rende possibile: quel potente ponte fra passato e futuro; quel significativo dialogo da soggetto a soggetto; quei campi di incontro fra scuola, famiglia e territorio; quella sensibilità umana che sollecita ed indica i significati/valori/principi dell’esistenza; quell’attenzione educativa, cui ha diritto; quella costruzione del senso del dovere verso sé, gli altri ed il mondo, promosso dalla corresponsabilità educativa di ciascuno e di tutti.
“Uno sguardo circolare aggrega il passato al futuro; i giorni vissuti ai giorni da vivere ancora”. Edmond Jabès … la scuola garantisce l’elaborazione, l’adozione, la pubblicizzazione dei seguenti documenti: P. O. F. Carta dei servizi Progettazione pedagogica e didattica Contratto formativo Regolamento d’Istituto Patto educativo di corresponsabilità Rapporto sulla scuola: processi e risultanze
“Non abbiate paura di avanzare con fantasia, sapienza e coraggio”. Giovanni Paolo II
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