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A tavola con i prodotti tipici del PARCO DEL TICINO. Realizzato dagli alunni della classe 4/A e 4/B della Scuola Primaria di Chignolo Po. Introduzione.
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A tavola con i prodotti tipici del PARCO DEL TICINO Realizzato dagli alunni della classe 4/A e 4/B della Scuola Primaria di Chignolo Po
Introduzione Siamo gli alunni della 4/A e 4/B della Scuola Primaria di Chignolo Po, in provincia di Pavia. Come dice il suo nome, il territorio del nostro paese è lambito dal fiume Po che, poco prima di arrivare a noi, riceve le acque del Ticino, l’affluente che attraversa il nostro capoluogo di provincia. Lungo le rive del Ticino, il “fiume azzurro”, nel 1974 è nato il più antico parco regionale d’Italia: il “ Parco naturale lombardo della valle del Ticino” che interessa le provincie di Varese, Milano e Pavia. Il Parco del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa e lungo le sponde del fiume l’antico ambiente della pianura è rimasto intatto conservando il patrimonio faunistico e floreale in tutta la sua ricchezza. Noi bambini abbiamo pensato di fornire ai turisti che vorranno venire a conoscere le bellezze naturalistiche, i monumenti e le opere architettoniche che caratterizzano il nostro parco, anche delle indicazioni circa alcune delle specialità culinarie tipiche della zona pavese del parco.
Il Parco Lombardo del Ticino nasce nel 1974 per difendere il fiume e i numerosi ambienti naturali della Valle del Ticino dagli attacchi dell'industrializzazione e di un'urbanizzazione sempre più invasiva. Il "Parco del Ticino" si estende, lungo il fiume omonimo, su 2 Regioni: Piemonte e Lombardia e comprende l’intero territorio amministrativo dei 47 Comuni lombardi collocati lungo il tratto del fiume Ticino compreso tra il lago Maggiore e il fiume Po, nelle province di Varese, Milano e Pavia Comuni appartenenti al Parco : Abbiategrasso, Arsago Seprio, Bereguardo, Bernate Ticino, Besate, Besnate, Boffalora Sopra Ticino, Borgo San Siro, Buscate, Carbonara al Ticino, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Cassinetta di Lugagnano, Cassolnovo, Castano Primo, Cuggiono, Ferno, Gallarate, Gambolò, Garlasco, Golasecca, Gropello Cairoli, Linarolo, Lonate Pozzolo, Magenta, Mezzanino, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ozzero, Pavia, Robecchetto con Induno, Robecco sul Naviglio, Samarate, San Martino Siccomario, Sesto Calende, Somma Lombardo, Torre d'Isola, Travacò Siccomario, Turbigo, Valle Salimbene, Vanzaghello, Vergiate, Vigevano, Villanova d'Ardenghi, Vizzola Ticino, Zerbolò
IL RISO Noi alunni di classe quarta,insieme alle nostre insegnanti,siamo andati a visitare una riseria della nostra zona. Abbiamo così visto le varie fasi della lavorazione del riso. La coltivazione del riso in Lombardia risale al XV secolo. Le principali varietà di riso presenti nel Parco del Ticino sono Arborio e Carnaroli. Si tratta di risi “superfini” adatti per cucinare risotti. Tipico della nostra zona è il risotto con lo zafferano,con la salsiccia,con gli ossibuchi e con le rane. Il riso appena raccolto,detto RISONE,viene separato dalle impurità:si aspirano terriccio,sassi e fili d’erba e i materiali ferrosi vengono estratti con potenti calamite. Poi ogni chicco viene SBRAMATO,cioè separato da glume e glumelle(la lolla) che lo ricoprono,passando in una macchina che si chiama SBRAMINO. Il riso che si ottiene è il riso integrale. Il riso viene poi fatto passare in una macchina sofisticata che separa i chicchi sani,ben formati e intatti,dai chicchi che presentano imperfezioni:questi saranno usati per alimenti di animali.
Dopo essere stato “sbramato”il riso viene sbiancato,cioè vengono tolte tutte le pellicole sottili che ricoprivano i chicchi perché diventi digeribile e infine viene “brillato”,cioè reso bianco,lucente e traslucido. Il riso viene mandato nei silos e tramite macchine computerizzate a nastro viene insacchettato sottovuoto e inscatolato Eccoci tutti in posa davanti al riso confezionato e imballato!!!
Abbiamo trovato una ricetta quasi dimenticata,legata ai monaci della Certosa di Pavia a base di rane. RISOTTO ALLA CERTOSINA Ingredienti per 6 persone 500gr di gamberi d’acqua dolce 500gr di riso 300gr di piselli 100gr di funghi freschi 100gr di burro 6 rane Olio d’oliva 2 pomodori 2 o 3 porri Una carota Una cipolla Foglie di sedano Vino bianco secco Sale Mondate e lavate bene i porri,la carota e affettateli finemente. In una casseruola versate qualche cucchiaio d’olio e una noce di burro. Una volta sciolti aggiungere la carota,i porri,qualche foglia di sedano e soffriggere. Intanto pulite e lavate le rane,quindi mettetele a soffriggere nel fondo di cottura. Quando sono ben rosolate,irroratele con un bicchiere di vino bianco e fate evaporare. Toglietele dal fuoco,sgocciolatele e privatele delle cosce che terrete da parte. I dorsi invece lasciateli nel sughetto che va diluito con un litro e mezzo di acqua,aggiustate di sale e metteteli a bollire. In un tegame a parte lessate in acqua salata i gamberi,sgusciateli e tenete la polpa insieme alle cosce delle rane. Pestate i gusci e uniteli al brodetto delle rane che terrete al caldo. In una casseruola versate due cucchiai di olio,fate soffriggere mezza cipolla e poi aggiungete il riso,tostandolo finchè non avrà assorbito il condimento. Irrorate con il brodo di rane filtrato. Mentre il riso cuoce unite i pomodori,i funghi,la polpa dei gamberi,le cosce delle rane e i piselli. Quando il risotto è cotto disponetevi sopra le cosce delle rane irrorate con il sughetto. Un detto tipico della nostra zona è: ”IL RISO NASCE NELL’ACQUA E MUORE NEL VINO”. Questo sia perché molte ricette di risotti prevedono l’utilizzo del vino,sia perché,a tavola,con un buon piatto di risotto fumante si beve volentieri un bicchiere di vino.
LE RISAIE e i loro abitanti RISOTTO CON LE RANE Ingredienti per 6 persone Brodo di rane 500 gr di riso Una cipolla Olio-burro-sale Mezzo bicchiere di vino bianco Preparate un brodo di rane,dopo aver aggiunto i pinoli e fatto cuocere per 30 minuti,sgocciolate le rane e mettetele al caldo.In una casseruola fate scaldare 2 cucchiai d’olio,unite una cipolla, versate il riso e fatelo tostare.Irrorate con il vino bianco,lasciatelo evaporare e versate piano piano il brodo di rane.A cottura ultimata versate il riso in una pirofila calda,guarnendo la superficie con le rane e una spolveratina di prezzemolo tritato. La rana è l’anfibio simbolo della risaia e delle terre del riso;nell’acqua infatti depone le uova dalle quali nasceranno i girini che si trasformeranno in ranocchi che con il loro insistente “CRA-CRA”allieteranno le lunghe notti d’estate.
IL MIO PRIMO AMORE FU UNA RANA Rane in guazzetto Ingredienti per 4 persone Almeno 12 rane a persona 50 gr. Di burro 50 gr. Di olio d’oliva Una manciata di prezzemolo Due coste di sedano Due spicchi di aglio Quattro pomodori maturi Due cipolle vino bianco secco Farina bianca, sale, pepe Pulite le rane quindi stendetele su di un canovaccio ad asciugare. Tagliate finemente le cipolle, il sedano e il prezzemolo. Fate tostare in olio e burro gli spicchi di aglio che poi eliminerete, quindi unire le verdure tritate; quando saranno ben cotte e colorite, versatevi le rane, rimestate delicatamente e dopo una decina di minuti di cottura a fuoco rapido irrorate con un bicchiere di vino bianco secco. Quando il vino sarà del tutto evaporato,aggiungete un pizzico di farina bianca, i pomodori freschi pelati e sminuzzati, sale e pepe. … un alimento che ha permesso agli abitanti di superare periodi di carestia e ai più poveri di superare il limite di sopravvivenza è stata la rana. Su questo dolce batrace ci si dovrebbe soffermare a lungo con amore e rispetto,perché ha procurato le proteine animali che nella dieta quotidiana dei poveri erano scarse o nulle. La sua carne è saporita,morbida e le più grasse,da 50 a 100 grammi,hanno una frittura così squisita da rendere le “rane in guazzetto”un piatto per bocche fini;così pure il brodino di rane è un toccasana per gli ammalati e i vecchi e, le più piccole,sono ottime in frittata mangiatutto. Quello era al mangià di povar... -Angelo Brianta,Il mio primo amore fu una rana- Frittata di rane INGREDIENTI(Per 6 persone) Uova: 10 Rane piccole: 700 g Olio di oliva: 50 ml Farina: q.b. Sale Pepe Privare le rane di pelle, zampe e testa Lavarle ed asciugarle Infarinarle leggermente Scaldare l’olio Unire le rane Salarle e peparle Continuare la cottura fino alla doratura Sbattere le uova con poco sale Versarle sopra le rane Continuare la cottura a fuoco vivace fino ad ottenere una frittata morbida Servire.
TORTA PARADISO Come è nata la torta Paradiso La versione originaria è legata a Pavia e al genio di Enrico Vigoni che aprì la sua pasticceria nel 1878 di fronte all’Università.La Torta Paradiso è frutto di ingredienti semplici,tutti reperibili nel Parco del Ticino:burro,farina,uova e zucchero. Aromatizzata con limone e spolverata di zucchero a velo,è un disco di pasta soffice e fragrante .Il nome pare derivi dall’esclamazione di una nobildonna che,assaggiata la prima fetta,la paragonò ad un Paradiso Terrestre. Con le nostre insegnanti siamo andati a Pavia a visitare il laboratorio della Pasticceria Vigoni. Il Signor Grecchi,titolare della pasticceria Vigoni,ci ha raccontato com’è nata la torta paradiso ma purtroppo non ci ha svelato la ricetta per poterla preparare.
Abbiamo però potuto visitare il laboratorio ed assistere alla preparazione della torta Paradiso.
SALAME D’OCA L’allevamento dell’oca in Lomellina risale al Medioevo.Le terre basse e acquitrinose offrivano un habitat ideale per questo pennuto.Dell’oca non si buttava via niente:si mangiava il grasso,la pelle,la carne,le frattaglie e con le penne si imbottivano i materassi.Ora si producono anche salami,prosciutti,fegato grasso e patè di fegato.Il salame d’oca tradizionale è prodotto non soltanto con l’oca ma aggiungendo parti grasse e magre del suino.La ricetta varia ed è un patrimonio segreto del produttore. • Grazie al nostro fiuto da Sherlok Holmes abbiamo scovato una ricetta • Tre parti uguali di carne magra d’oca • Carne magra di suino • Grasso di suino Macinare la carne e lasciarla riposare. Condire con sale,pepe,aromi,spezie e un goccio di vino. Insaccare la massa nella pelle d’oca precedentemente tagliata e messa sotto sale. Cucire a mano il salame e lasciarlo asciugare in un ambiente fresco per 2 o 3 giorni. Lessarlo una volta asciutto. Consumarlo caldo.
CONCLUSIONE Partecipare a questo concorso ci ha permesso di poter conoscere meglio una delle aree protette della nostra zona e precisamente il Parco del Ticino. Grazie all’adesione al concorso e alla stesura di questo opuscolo (di cui ne andiamo fierissimi!!)abbiamo avuto l’opportunità di conoscere meglio il Parco del Ticino,soffermandoci sui prodotti tipici della zona. Per poter realizzare questo opuscolo è stato necessario effettuare anche delle uscite didattiche (nel Parco del Ticino per scattare delle fotografie, in una riseria, in un allevamento di oche e per ultimo alla pasticceria Vigoni di Pavia)ed inoltre abbiamo utilizzato le ore del laboratorio di informatica per impaginare tutto il materiale in questo libretto(supervisionati dalle nostre maestre Mara e Carla). Crediamo di aver creato un opuscolo abbastanza carino ma soprattutto utile per chi non conosce a fondo la nostra zona. -Gli alunni di quarta A e B -
Le fotografie di questa pagina sono state scattate dagli alunni di classe quarta durante un’uscita didattica in un’Area protetta della nostra zona. Realizzato e stampato in proprio da:Scuola Primaria Chignolo Po