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Dall’accoglienza alla vita alla dignità della morte “Cosa dà dignità alla vita?” 14 dicembre 2009. Dott. Alfonso Basso. Oggi non esiste concetto più importante e problematico della nozione dignità umana.
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Dall’accoglienza alla vita alla dignità della morte“Cosa dà dignità alla vita?”14 dicembre 2009 Dott. AlfonsoBasso
Oggi non esiste concetto più importante e problematico della nozione dignità umana.
Allo stesso tempo la nozione di dignità appare un artificio retorico o un concetto vago e vuoto, come è dimostrato dal fatto che in alcuni dibattiti come la fecondazione art. l’eutanasia, le dichia-razioni anticipate di volontà, i diversi partecipanti argomentano a partire da essa conclusioni normative diametral-mente opposte.
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata il 10 Dicembre 1948 che, da un lato rappresenta un evento di portata storica, che apre un capitolo nuovo del diritto internazionale e dall’altro, può a ragione considerarsi il documento “master” in materia di bioetica per quanto riguarda il versante giuridico; ciò è tanto vero che tutti i numerosi documenti successivi che affrontano tematiche bioetiche, vi fanno riferimento ponendolo alla base delle proprie istituzioni.
Nel Preambolo questa Dichiarazione porta questa precisa affermazione: “Il riconoscimento della dignitàinerente a tutti i membri della fami-glia umana e dei loro diritti inalie-nabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.
E’ in attol’azione di inaugurare i c.d. “nuovi” diritti dell’uomo e della donna basati sulle scelte degli adulti e perciò con una valenza soggettivistica (p. es. il diritto riproduttivo, legato al termine ambiguo di salute riproduttiva, per indicare l’accesso alla contraccezione, aborto sicuro, sterilizzazione, fecondazione artificiale, il diritto a morire, etc).
Ci sono e ci possono essere diverse culture e diverse legislazioni, ma l’umanitàè una sola e c’è un solo genere umano, almeno finché la biotecnologia non ne produca un altro, secondo i progetti piut-tosto deliranti del c.d. transumanesimo.
Il richiamo alla dignità umana nei documenti successivi alla DUDU. La dignità umana da tutelare e difendere influenza necessariamente tutti i successivi atti internazionali che trattano dei diritti dell’uomo e molte Costituzioni nazionali. Patti internazionali dal 1966 sui diritti civili e politici e sui diritti economici sociali e culturali; Convenzione relativa ai rifugiati –Ginevra 28.7.1951. Convenzione sui diritti politici delle donne-New York 20.12.1952. Convenzione sull’eliminazione d’ogni forma di discriminazione nei confronti della donna-New York 18.12.1979. Convenzione sui diritti del fanciullo-New York 20.11.1989. Convenzione contro la discriminazione razziale 1965, contro la tortura 1984. Convenzione americana-22.11.1969. Carta africana sui diritti dell’uomo e dei popoli - 26.6.1981. Carta araba-25. 9.1964
Il richiamo alla dignità umana nei documenti successivi alla DUDU. Convenzione Europea per la salvaguardia delle libertà e dei diritti fondamentali, Roma 4.4.1950 Consiglio d’Europa (Corte Europea). Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina - Oviedo 4.4.1997.
Il richiamo alla dignità umana nei documenti successivi alla DUDU. In Europa la Costituzione tedesco-occidentale del 1949, merita di essere citata nel cui articolo 1, sotto la voce “dignità umana, vincolo legislativo fondamentale del potere statale”, si legge: ”la dignità umana è intangibile. E’ dovere d’ogni potere statale rispettarla e proteggerla”. Quella spagnola, all’art. 10 dichiara: “La dignità della persona, i diritti ad essa inerenti, sono il fondamento dell’ordine politico e della pace sociale”. L’attenzione va rivolta anche nei confronti di tutte le Costituzioni scritte nell’est europeo dopo il crollo del Comunismo, ove il riferimento alla dignità è un life motive; per esempio quella polacca che recita: “la naturale e inviolabile dignità dell’uomo è fonte della libertà e dei diritti dell’individuo e del cittadino. Il Governo ha il dovere di tutelare la sua inviolabilità”. Ancora, quella rumena, ove si proclama che la dignità dell’uomo è “il valore supremo garantito”.
Il richiamo alla dignità umana nei documenti successivi alla DUDU. Nel trattato di Lisbona (2007) all’art. 2, si legge: “L’Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani” e l’art. 6 afferma che: “L’Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE del 7 Dicembre 2000, adottata il 12 Dicembre 2007 a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei Trattati”. Nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE è fatto, appunto, ampio riferimento al riconoscimento della dignità umana.
Il contenuto della dignità umana La dignità non si concede, né si attribuisce, ma si “ri-conosce”; non dipende da una decisione, ma da una constatazione;
Il contenuto della dignità umana Esprime il valore finalistico dell’uomo
Il contenuto della dignità umana E’ “inerente” all’essere umano, non è attributo aggiuntivo dell’esistenza, ma il suo carattere intrinseco e permanente; questo implica che la dignità umana compete, semplicemente, al sussistere di ciascun essere umano, in quanto unico e irripetibile e non ad un qualche livello, tale da presupporre un giudizio della qualità o della capacità (fisiologiche, psichiche o anche morali), che l’esistenza in un dato momento manifesta. (Teoria della prestazione vs. dotazione)
Il valore “dignità” costituisce l’intrinseca preziosità e bontà di un essere, che non dipendono in alcun modo dal nostro gradimento, ma valgono in senso assoluto.
Il contenuto della dignità umana E’ la ragione dell’uguaglianza tra tutti gli uomini: se all’apparenza è la differenza che ci caratterizza ( come si dice, ciascuno è unico e irripetibile), tuttavia, questo sembrano dire le carte sui diritti dell’uomo, nella molteplicità delle differenze c’è un solo aspetto comune a tutti, una sorta di comune denominatore che ogni uomo possiede per il solo fatto di esistere: la comune umanità cui “inerisce” la dignità. Insomma, esistenza e dignità umana coincidono.
Il contenuto della dignità umana La dignità dell’uomo, in quanto valore in sé che non può essere sostituito da nulla, si distingue per il fatto di dovere questa prerogativa a necessario riconoscimento da parte di tutti quelli che di essa partecipano. Nessun essere ragionevole al mondo può negare un ordinamento che presenta al suo vertice quel rispetto di se stessi, nel quale tutti i soggetti sono uguali. Alla dignità della persona deve essere concesso quel riconoscimento incondizionato che è cosa del tutto naturale pretendere per se stessi.
Il contenuto della dignità umana Il cuore della dignità è sinonimo di diritto alla vita e di persona: il diritto alla vita è la prima espressione della dignità umana e ogni essere umano è sempre persona. Nella logica dei moderni trattati sui diritti umani la distinzione tra essere umano e persona è sia culturalmente e sia praticamente una gravissima discriminazione. Dignità significa un’eccellenza di valore che è così strettamente connessa alla natura della persona concreta, che non si può comprendere senza cogliere l’essenza della persona nella cui natura si radica.
Il contenuto della dignità umana la persona è un soggetto ontologico (un individuo sussistente) di natura razionale, e per questa sua natura, gode di una dignità e di un’interiorità autonoma e incomunicabile. Si pensi che in questi ultimi tempi, è stata posta la questione: -la dignità di persona è da attribuire a tutti gli uomini? -la dignità di persona è da riconoscere anche agli animali superiori e/o addirittura in esseri artificiali?
Conclusione Queste affermazioni ci aiutano e ci obbligano a considerare ontologicamente vera persona umana anche l’embrione, il feto, come pure il soggetto privo di coscienza in Stato Vegetativo Persistente.
La dignità è un termine “sortale” cioè originale, mediante il quale qualcuno diventa comunque identificabile sostan-zialmente e la giustificazione teologica per cui ogni uomo è un’icona di Dio, s’incontra con quella umanistica per cui ogni uomo è un’icona dell’altro uomo.