1 / 83

Corso DPI RISCHIO BIOLOGICO

Corso DPI RISCHIO BIOLOGICO. Regione Piemonte 2003. RICHIAMI LEGISLATIVI. DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n° 626 DI ATTUAZIONE DELLA DIR. 89/391 CE + 7 DIRETTIVE COLLEGATE TESTO COORDINATO CON IL DECRETO LEGISLATIVO 19 Marzo 1996 n° 242, DI MODIFICA.

olina
Download Presentation

Corso DPI RISCHIO BIOLOGICO

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Corso DPIRISCHIO BIOLOGICO Regione Piemonte 2003

  2. RICHIAMI LEGISLATIVI • DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n° 626 • DI ATTUAZIONE DELLA DIR. 89/391 CE + 7 DIRETTIVE COLLEGATE • TESTO COORDINATO CON IL DECRETO LEGISLATIVO 19 Marzo 1996 n° 242, DI MODIFICA.

  3. TITOLO VIII PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI CAPO I ART. 73 Campo di applicazione dell’ART.74 1. Ai sensi del presente titolo si intende per: a)agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;

  4. CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI (ex Dlgs 626/94) Agente biologico del gruppo 1 Agente biologico del gruppo 2 (virus epatite A, virus influenzali e parainfluenzali, neisseria meningitis, toxoplasma gondii) Agente biologico del gruppo 3 (virus epatite B, C, E, virus hiv, micobacterio della Tb) Agente biologico del gruppo 4 (virus ebola)

  5. Agenti biologici gruppo 1 e 2 • a) gruppo 1: .. presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; • b) gruppo 2: .. può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

  6. Agenti biologici del Gruppo 3 • …… può causare malattie gravi in soggetti umani • costituisce un serio rischio per i lavoratori; • può propagarsi nella comunità, • di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

  7. Agente biologico gruppo 4 • può provocare malattie gravi in soggetti umani • costituisce un serio rischio per i lavoratori • può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; • non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche

  8. .. Allegato 4.Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post-mortem. 5.Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici,( esclusi i laboratori di diagnosi microbiologica*). Tali attività, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi * Equiparati a uso deliberato e intenzionale

  9. Rischi biologici nelle strutture sanitarie • Agenti per via di tramissione • Ematica (liquidi biologici) • Aerogena • Da contatto

  10. Contenimento del rischio • Procedure amministrative di contenimento. • Valutazione del rischio • Protocolli di contenimento • Misure di controllo pre e post-esposizione • Provvedimenti strutturali e ambientali • Uso di DPI • Vaccinazione con vaccini di provata efficacia con adeguato rapporto costo beneficio. • Sorveglianza sanitaria. • Periodica (?) e postespositiva

  11. Sorveglianza Sanitaria • Generalmente non utile per agenti a trasmissione ematica • Sorveglianza degli eventi infortunistici • Utile controllo annuale reattività tubercolinica per TB • Sorveglianza a richiesta del lavoratore se sintomatico • Sorveglianza e profilasi per eventi epidemici e postespositiva

  12. Misure amministrativeValutazione del rischio • effettuare una valutazione del rischio biologico; • individuare le misure atte alla riduzione dello stesso; • classificare il personale in relazione all'esposizione; • consentire una sorveglianza efficace ed efficiente.

  13. Valutazione del rischio biologico Pinf =PxFx E Pinf = probabilità di contrarre l’infezione (malattia ) P = probabilità che il soggetto fonte sia infetto F= frequenza dei contatti utili tra soggetto fonte ed esposto E= efficacia di trasmissione

  14. Rischio Biologico • Rischio base: prevalenza nella popolazione che utilizza la struttura • cumulativo (da contatto inapparente)* • durante l'esecuzione delle proprie normali occupazioni lavorative indipendentemente da eventi infortunistici • da esposizione nota • Infortuni • Esposizoni accidentali note • microepidemie

  15. Rischio biologico • probabilità di esposizione: tipologia del reparto/UO/settore; • intensità di esposizione: tipologia di lavoro e delle manovre; • frequenza di esposizione: tempo occupato nello svolgimento di determinate manovre a rischio più o meno elevato; • professionalità dell'operatore: • dispositivi di protezione individuale adeguati (DPI)

  16. Agenti a trasmissione ematica: VIRUS HIV HBV HCV

  17. Hiv, Epatite B e CItalia • Nella popolazione italiana: • 1-2% è positivo per HBV, 0,1% per HIV ed il 3-16% per HCV secondo l’area e l’età (più alto al sud e tra gli oltre i 60 anni) • Tra i ricoverati la frequenza è più alta: • 2% è positivo per HBV • 4% per HCV,1% per HIV con variazioni importanti tra i reparti • Tossicodipendenti: 40%

  18. Frequenza di operatori sanitari positivi per markers virali (Siop) • HBV 2,3% • HIV 0,2% • HCV 1% Questi dati confermano altri dati nazionali ed evidenziano che il rischio di sieroconversione conseguente al lavoro è contenuto.

  19. Distribuzione percentuale degli infortuni per luogo di accadimentoSiroH

  20. Cause di incidenti • Scarsa formazione • Manovre errate o nuovi strumenti • Aghi e siringhe abbandonati o non opportunamente smaltiti • Utilizzo errato di DPI (Guanti mal indossati) • Utilizzo di DPI non adeguati • Organizzazione del lavoro • Carenze di organico • Fretta • Strumenti inidonei • Emergenze e colluttazioni

  21. Situazioni di rischio • Luogo • Camera del paziente • Sala operatoria • Manovra • Iniezioni e prelievi • Flebectomia • Strumento • Ago da siringa • Butterfly

  22. Prevenzione • Protocolli • Uso di prodotti sicuri • DPI • Organizzazione • Formazione • Sorveglianza sanitaria !

  23. Agenti a trasmissione ematica • Prevenzione di punture e tagli accidentali e da contatti con le mucose di materiale biologico potenzialmente infetto (epatite B, C, virus HIV). • Uso di DPI (uso di camici, guanti idonei ed eventualmente maschere e occhiali protettivi a seconda della procedura), • Profilassi post espositiva (PPE). • Vaccinazione con vaccini di provata efficacia con adeguato rapporto rischio/beneficio.

  24. Misure preventive • Precauzioni Standard • Precauzioni dedicate • Non rincappucciare gli aghi • Usare dispositivi di smaltimento • Strumenti • Strumenti appositamente disegnati • Siringhe • Cateteri EV • Box di smaltimento adeguatamente disposti • Organizzazione

  25. I Dispositivi di protezione Individuale • Guanti • Camici specifici • Maschere, semimaschere • Occhiali protettivi e schermi facciali

  26. Guanti

  27. Visiere o schermi facciali

  28. Box di smaltimento • Poter operare con una sola mano • Percorso libero • Idonea allocazione • Postura in piedi: 1 mt sopra la superficie, alla parete • Postura seduta: 60-70 cm dal pavimento

  29. Sorveglianza dell’evento infortunio (Pre-esposizione) • Informazione e formazione degli operatori • Disponibilità di prodotti farmaceutici e di presidi di prevenzione e protezione • Disponibilità di adeguati DPI • Guanti • Siringhe con aghi protetti • Protocollo di gestione

  30. Sorveglianza dell’evento infortunio (Post-esposizione) • Misure immediate al momento dell'incidente • (favorire il sanguinamento della ferita, lavaggio, disinfezione) • Raccolta delle informazioni disponibili relative al paziente fonte • Segnalazione al Medico Competente e al Servizio di Prevenzione e Protezione • Stima del rischio relativo allo specifico incidente e councelling dell'esposto • Valutazione della necessità di profilassi post-esposizione con antiretrovirali, e di altre eventuali misure di profilassi (p. es. vaccinazione o immunoglobuline anti-HBV)

  31. Valutazione post esposizione Basso , Medio, Alto rischio • Tipologia dell’infortunio • Ferita (profonda, superficiale) • Cute e mucose lese o sane • Tipologia della fonte • Nota (+ o -) • Ignota

  32. Profilassi Post Esposizione(PPE) • HBV (se non vaccinato) • Human-big una fiala + Engerix 1 fiala; • HCV • non profilassi efficace, alcuni centri raccomandano l’impiego di Ig Umane aspecifiche; • HIV PPE-HIV

  33. Malattie trasmesse per via aerea in ambiente sanitario

  34. Trasmissione Micobatteri TB Paradigma per trasmissione per via aerea • Agente biologico classe 3 • La trasmissione richiede droplet nuclei infettivi • Sufficientemente piccoli da raggiungere gli alveoli • 0.1-5 mm • In quantità sufficiente

  35. TB nei lavoratori della sanitàFonti • OSHA Occupational Exposure to Tuberculosis; Proposed Rule - 62:54159-54309- 1998 • .CDC/NIOH Biosafety in Microbiological and Biomedical Laboratories 1993;8395 • Centers for Disease Control and Prevention. Guidelines for preventing the transmission of Mycobacterium tuberculosis in health-care facilities, 1994. MMWR. 1994;43(RR-13):1-132. • Centers for Disease Control and Prevention. Immunizzation of health care workers , 1994. MMWR. 1997;46 (RR-18) • Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano –Provvedimento 17 dicembre 1998 – Linee-guida per il controllo della malattia tubercolare, su proposta del Ministro della Sanità, ai sensi dell’art. 115, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 • Regione Piemonte: Protocollo per la prevenzione della Tubercolosi nei lavoratori della sanità • in Protocolli operativi per il controllo della TB umana in Piemonte (Luglio 2000)

  36. Probabilità di infezione da Agenti Biologici a Trasmissione Aerogena P = Particelle *Tempo /Volume Particelle= N. di droplet nuclei Volume = Volume d’aria condiviso e ventilazione Tempo = Tempo di esposizione

  37. TB: Fonti di contagio • La principale fonte di contagio è il malato di TB contagiosa • non diagnosticato • non adeguatamente trattato (RHZ) • non isolato

  38. Frequenza di viraggi tra i contatti per tipo di contatto e tipo di caso

  39. Definizione di infettività per TB • Il paziente deve essere considerato infettivo se • Ha TB polmonare o laringea E • Tossisce o esegue procedure che stimolano la tosse O • Ha evidenza di BAAR nell’escreato spontaneo • Non riceve terapia o ha appena iniziato la terapia o non risponde alla terapia

  40. Definizione di infettività (cont) Il paziente non deve essere più considerato infettivo se: • La positività del BAAR diretto non è confermata in coltura O • Segue terapia adeguata (da 15 gg) e • Ha un significativo miglioramento clinico e • Ha 3 escreati negativi per BAAR (on non espettora più)

  41. Ambienti a rischio per TB • Ospedali e strutture sanitarie • Che accettano abitualmente e intenzionalmente malati di TB (tisiologie, malattie infettive, dispensari) • Che possono occasionalmente accettare malati di TB Rischio per il personale e gli ospiti

  42. TB PiemonteProporzione indigeni immigrati

  43. Incidenza di TB tra gruppi a rischio(OR verso popolazione generale)

  44. Figura 1: ARI*1.000 per struttura e professione 1% = 50 casi attesi su 100,000; osservati 70%°°°

  45. TB nosocomiale • Trasmissione ospedaliera di TB-MDR • 15 episodi in USA • 2 episodi in Lombardia (> 50 soggetti infettati) • Malattie infettive • Dimostrata efficacia misure di controllo

  46. Strategie WHO per il controllo della TB negli ospedali 1999 Misure amministrative • Valutazione del rischio • Protocolli (accettazione, terapia, isolamento) • Formazione informazione • Sorveglianza sanitaria (Survey tubercolina) • Misure ambientali • Aerazione (naturale, meccanica) • UV • Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) • In aree con rischio non contenibile (laboratori di microbiologia, broncologie, Isolamento R, AP, ….)

  47. Valutazione del rischio TB(pericolo) 1) Minimo : non pazienti TB e bacino d'utenza con nessun caso di TB negli ultimi 2 anni 2) Molto limitato: i pazienti con TB non sono ricoverati (ambulatori, PS) 3) Limitato: ricoverati < 6 TB l’anno (occasionale). • Medio : >= 6 TB/anno ricoverati (abituale) • +situazioni particolari (ADI, PS, endoscopia, AP)

  48. TB:Alto Rischio • Situazione da correggere • ARI > che in popolazione di riferimento • Casi di trasmissione ospedaliera • Casi di malattia tra i dipendenti • Clusters di conversione (> 2) • Documentatatrasmissione da pazienti a lavoratori

  49. Principio guida La prevenzione primaria della TB si attua con: DIAGNOSI E TRATTAMENTO TEMPESTIVO ED EFFICACE DEI CASI CONTAGIOSI

  50. Misure di contenimentoBarriere primarie • Ridurre il numero di persone esposte • Tempestiva identificazione, isolamento e trattamento dei malati contagiosi; • Riduzione numero esposti e contatti; • corrette pratiche nel personale • Formazione, informazione e addestramento del personale

More Related