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a.c. mezzocorona – patto gialloverde CICLO INCONTRI DI AGGIORNAMENTO TECNICO

a.c. mezzocorona – patto gialloverde CICLO INCONTRI DI AGGIORNAMENTO TECNICO. Mezzocorona (TN) - Primavera 2009. L’ALLENAMENTO CONDIZIONALE ATTRAVERSO LA PALLA di Marco Gaburro e Alessandro Gelmi. PRIMA PARTE. CENNI DI TEORIA DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO di Marco Gaburro .

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Presentation Transcript


  1. a.c. mezzocorona – patto gialloverdeCICLO INCONTRI DI AGGIORNAMENTO TECNICO Mezzocorona (TN) - Primavera 2009

  2. L’ALLENAMENTO CONDIZIONALE ATTRAVERSO LA PALLAdi Marco Gaburro e Alessandro Gelmi

  3. PRIMA PARTE CENNI DI TEORIA DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO di Marco Gaburro

  4. COSA SIGNIFICA ALLENARE? Allenare significa intervenire su uno o più soggetti, attraverso esercitazioni, con il fine di migliorarne la prestazione sportiva. ALLENAMENTO PRESTAZIONE SPORTIVA (PRESENTE O FUTURA)

  5. NEL CASO DEL CALCIATORE DEL SETTORE GIOVANILE: ALLENARSI SIGNIFICA SVOLGERE DELLE ESERCITAZIONI CHE GLI PERMETTANO DI MIGLIORARSI DAL PUNTO DI VISTA CALCISTICO ALL’INTERNO DI UN PERCORSO DI CRESCITA CHE LO PORTI UN DOMANI AD ESSERE IL PIU’ PRONTO POSSIBILE AD INSERIRSI IN UNA “PRIMA SQUADRA”

  6. processo allenante allenatore esercitazione calciatore o squadra miglioramento prestazionale nessun miglioramento prestazionale

  7. DENTRO ALLA DEFINIZIONE… • “SOGGETTI” E NON “OGGETTI”… tener conto delle diversità che vi sono tra le diverse età e, a parità di età, tra i coetanei che compongono un gruppo • “ATTRAVERSO ESERCITAZIONI”… l’esercizio e solo esso deve essere l’arma PRINCIPALE dell’allenatore. • “MIGLIORAMENTO DELLA PRESTAZIONE SPORTIVA” attraverso “modificazioni strutturali” a migliorare deve essere la capacità calcistica per il calciatore, cestistica per il cestista, pallavolistica per il pallavolista…

  8. LA SCELTA DELL’ESERCITAZIONE E’ QUINDI DETERMINANTE. SE SI SBAGLIA ESERCIZIO DI FATTO NON SI ALLENA

  9. Il gioco del calcio altro non è che un susseguirsi di situazioni ambientali caratterizzate da elementi costanti ed altri (molti di più), variabili. • In queste situazioni ambientali si muovono ed interagiscono il singolo calciatore e la squadra. • Un esercizio di fatto altro non è che la creazione di una certa situazione ambientale • Quindi… Calciatore > Ambiente

  10. Il carico di allenamento è rappresentato dall’insieme degli stimoli indotti dagli esercizi svolti durante una seduta di allenamento Esercizi (insieme degli stimoli) = CARICO di ALLENAMENTO

  11. ALLENAMENTO CARICO RECUPERO

  12. Carico ESTERNO Carico INTERNO

  13. SISTEMA NERVOSO pochi secondi SISTEMA ENDOCRINO ore SISTEMA IMMUNITARIO giorni

  14. I PARAMETRI DEL CARICO DURATA INTENSITA’ VOLUME QUANTITA’ QUALITA’ DENSITA’ DIFFICOLTA’ FREQUENZA

  15. DURATA • E’ LA DURATA DELL’AZIONE DI UN SINGOLO STIMOLO O DI UNA SERIE DI STIMOLI. • VIENE ESPRESSA IN SECONDI, MINUTI… ECC.

  16. VOLUME • E’ IL NUMERO DEGLI STIMOLI INERENTI IL SINGOLO ESERCIZIO O L’INTERA SEDUTA DI ALLENAMENTO • VIENE ESPRESSO CON UN NUMERO, AD ESEMPIO NUMERO DELLE RIPETIZIONI DI UN GESTO, OPPURE NUMERO DELLE SERIE ESEGUITE…

  17. LA DENSITA’ • E’ IL RAPPORTO TRA ESECUZIONE (TEMPO DI LAVORO)/TEMPO DI RECUPERO • SI ESPRIME IN VALORI DI TEMPO (ES. 30”-30”) OPPURE IN PERCENTUALE (ES. 1 a 1, oppure 1 a 2)

  18. FREQUENZA • E’ IL NUMERO DELLE VOLTE IN CUI LO STESSO STIMOLO VIENE RIPETUTO NELL’UNITA’ DI TEMPO (GIORNI, SETTIMANE… ECC.). • SI ESPRIME IN NUMERI

  19. INTENSITA’ • E’ L’IMPEGNO ORGANICO, MUSCOLARE E MENTALE RISPETTO ALLA MASSIMA PRESTAZIONE POSSIBILE. • L’INTENSITA’ NON E’ UNA “QUANTITA’” • E’ IMPOSSIBILE, QUINDI, DA MISURARE • SI POSSONO DARE DELLE LIMITAZIONI SPAZIO-TEMPORALI ALLE ESERCITAZIONI, MA QUESTE VANNO SEMPRE POI VERIFICATE CON L’INTENSITA’ OTTENUTA.

  20. DIFFICOLTA’ • E’ IL GRADO DI DIFFICOLTA’ E COMPLESSITA’ DEI SINGOLI ESERCIZI PROPOSTI • NON E’ OGGETTIVAMENTE QUANTIFICABILE

  21. allenamento miglioramento cambiamento adattamento

  22. ALLENAMENTO ADATTAMENTO • ADATTAMENTO:“la facoltà degli organismi viventi e dei loro organi di modificare le proprie strutture e reazioni in rapporto all’ambiente in cui essi vivono” • Se possono cambiare… allora possono migliorare!

  23. La scienza ci insegna che l’adattamento è possibile soltanto se lo stimolo è SPECIFICO. L’adattamento e quindi, nel caso dell’attività sportiva, l’allenamento. Ciò significa che…. MENO UNO STIMOLO E’ SPECIFICO E MENO E’ ALLENANTE!

  24. NEL CASO DEL CALCIO… • IN BASE A CHE COSA UNO STIMOLO PUO’ ESSERE CONSIDERATO SPECIFICO? • SU UNA SCALA DA 1 A 10 QUANTO E’ SPECIFICA UNA PARTITA 11:11 SU CAMPO REGOLARE? • E UNA PARTITELLA 2:2? • E UNA SERIE DI PASSAGGI ESEGUITI SUL POSTO FRONTALMENTE? • E UN QUARTO D’ORA DI CORSA INTORNO AL CAMPO?

  25. PROVATE A PENSARE… • COME SI ALLENANO I CICLISTI? • COME SI ALLENANO I MUSICISTI? • COME SI ALLENANO I PITTORI? E PERCHE’ PER IL GIOCO DEL CALCIO DEVE ESSERE DIFFERENTE?????

  26. PERCHE’ ALLORA NEL CALCIO DI OGGI SI USANO ANCORA ESERCITAZIONI DI FATTO POCO O PER NULLA SPECIFICHE??? LA RISPOSTA A QUESTA DOMANDA VA RICERCATA NELLA CONCEZIONE SBAGLIATA CHE SI HA DELL’UOMO E QUINDI DEL CALCIATORE

  27. L’IDEA CHE L’UOMO SIA L’UNIONE DI DUE ENTITA’ DISTINTE, IL CORPO E LA MENTE (O SPIRITO), E’ DECISAMENTE SUPERATA DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO. • LE NEUROSCIENZE ORMAI SONO D’ACCORDO NEL CONSIDERARE L’UOMO COME UN TUTT’UNO.

  28. DIVIDERE DAL PUNTO DI VISTA PRATICO LE QUALITA’ DEL CALCIATORE IN… NON HA SENSO!!! QUALITA’ FISICHE QUALITA’ MENTALI CAPACITA’ COORDINATIVE CAPACITA’ CONDIZIONALI ASPETTO QUALITATIVO ASPETTO QUANTITATIVO

  29. MA ALLORA… • LA FORZA • LA RESISTENZA • LA VELOCITA’ • LA COORDINAZIONE ESISTONO?? E COSA SONO???

  30. CERTO CHE EISTONO… • MA SONO DIVERSI ASPETTI, DIVERSE MISURAZIONI, DIVERSE COMPONENTI… DELLO STESSO FENOMENO!!!

  31. OGNI SITUAZIONE CALCISTICA PORTERA’ IL CALCIATORE A SCEGLIERE UN CERTO COMPORTAMENTO E QUESTO COMPORTAMENTO SARA’ CARATTERIZZATO DA UNA CERTA GESTUALITA’ • DEL MEDESIMO COMPORTAMENTO POTREMO RILEVARE, VOLENDO, UN VALORE DI FORZA, DI VELOCITA’ O DI RESISTENZA • AVREMO PERO’ SOLTANTO UNA MISURA… UNA QUANTITA’… • A SECONDA DELLA GESTUALITA’ SCELTA PER ESPRIMERE IL MEDESIMO COMPORTAMENTO POTREMO RILEVARE RITMO, EQUILIBRIO… • E AVREMO INVECE UN “PARERE”… SOGGETTIVO… SULLA QUALITA’ DEL COMPORTAMENTO…

  32. ATTEN ZIONE!!! • NON ESISTE LA COORDINAZIONE IN SE’, INTESA COME QUALITA’. ESISTE SEMMAI LA COORDINAZIONE ALL’INTERNO DELLA GESTUALITA’ CHE CARATTERIZZA UN COMPORTAMENTO SPECIFICO!!! • NON ESISTE FORZA IN SE’, VELOCITA’ IN SE’, RESISTENZA IN SE’… UN SOGGETTO PUO’ ESSERE CONSIDERATO VELOCE NEL FARE UNA CERTA COSA RISPETTO AD UN’ALTRA… • E TALE “VELOCITA’” DIPENDERA’ NON SOLO DALLA “VELOCITA’ DI CONTRAZIONE MUSCOLARE”, MA ANCHE E SOPRATTUTTO DAL LIVELLO DI COORDINAZIONE, ALTRIMENTI SI TRATTERA’ DI UN COMPORTAMENTO INEFFICACIE E QUINDI SICURAMENTE NON… VELOCE!!!

  33. QUANDO SI SENTE DIRE, QUINDI… • QUEL CALCIATORE E’ RESISTENTE… COSA SI INTENDE? • CHE CORRE TANTO? CHE NON SI STANCA MAI? • MA … A FAR CHE??? • LA “RESISTENZA SITUAZIONALE” NON E’ LA “RESISTENZA NEL CORRERE IN MANIERA RETTILINEA”. • PERCHE’, ALTRIMENTI, GIOCATORI CHE CORRONO MOLTO IN SETTIMANA POI VANNO IN DIFFICOLTA’ A TENERE IL … RITMO PARTITA??

  34. QUINDI COSA SI DEVE FARE??? • L’ALLENAMENTO DEL CALCIATORE DEVE ESSERE BASATO SU ESERCITAZIONI DI TIPO CALCISTICO. • OGNI ESERCITAZIONE DI TIPO CALCISTICO, A SECONDA DELLA SUA FORMA, DEL MODO CIOE’ CON LA QUALE VIENE PROPOSTA, ANDRA’ A SOLLECITARE IN MANIERA DIVERSA IL SISTEMA-CALCIATORE NEL SUO INSIEME.

  35. AVRA’ QUINDI “COMPONENTI” DI FORZA, VELOCITA’, RESISTENZA… • POTRA’ QUINDI SOLLECITARE IN PREVALENZA IL METABOLISMO AEROBICO O QUELLO ANAEROBICO • POTRA’ QUINDI SOLLECITARE PREVALENTEMENTE IL LAVORO DI ALCUNI MUSCOLI RISPETTO AD ALTRI • ECCETERA… ECCETERA… ECCETERA…

  36. 10x10 MT 30x30 MT

  37. LO STESSO 2:2, PROPOSTO SU SPAZI DIVERSI… MODIFICA DI FATTO GLI INPUT PROVENIENTI DALL’AMBIENTE E’ DIVERSAMENTE ALLENANTE SOTTO L’ASPETTO TECNICO-TATTICO E’ DIVERSAMENTE ALLENANTE SOTTO L’ASPETTO METABOLICO E’ DIVERSAMENTE ALLENANTE SOTTO L’ASPETTO NEURO-MUSCOLARE

  38. Si ma… COME DISTRIBUIRE IL CARICO IN VISTA DI UNA PRESTAZIONE SPORTIVA???

  39. “UNA VOLTA” SI PARLAVA DI….PERIODIZZAZIONE! • MICROCICLI… MESOCICLI… MACROCICLI… QUESTO NON E’ PIU’ AMMISSIBILE SCIENTIFICAMENTE!

  40. OGGI SI PUO’ PARLARE SOLO DI… ORGANIZZAZIONE! • IL CICLO DI LAVORO, INTESO COME CICLO CHE SEPARA UNA GARA DA UN’ALTRA… • LA QUANTITA’ DEL CARICO DEVE PREVEDERE DI “NON ARRIVARE STANCHI ALLA GARA”, E QUINDI IL PICCO DEL CARICO NEL CICLO DI LAVORO PRECEDENTE LA GARA DEVE ESSERE LONTANO DALLA GARA STESSA. • L’ORGANIZZAZIONE DEI CARICHI DURANTE IL CICLO DI LAVORO DEVE PREVEDERE UN LAVORO “GLOBALE” RISPETTO ALLE FASI SENSIBILI RELATIVE ALLA FASCIA D’ETA’

  41. PREVENZIONE ALLENAMENTO INTEGRAZIONE RECUPERO

  42. LA PREVENZIONE • Consiste in tutti quegli accorgimenti, quei consigli, quegli esercizi a carattere individuale o di squadra proposti con il fine di prevenire eventuali infortuni da parte di uno o più atleti. • Cambia chiaramente il fine: non è quello di migliorare la prestazione ma di salvaguardare il lavoro futuro. • Se un atleta si infortuna, infatti, esce dal processo di allenamento e non può essere utile alla squadra. • Un buon modo di fare prevenzione è quello di studiare degli esercizi allenanti che salvaguardino l’integrità delle strutture • Ogni buon programma di allenamento dovrebbe considerare comunque uno spazio per la prevenzione. • Nei casi in cui il tempo a disposizione non permetta di soffermarsi sulla prevenzione non si deve comunque rinunciare a sensibilizzare al riguardo il singolo o il gruppo.

  43. IL RECUPERO • Consiste in tutti quegli accorgimenti, quei consigli, quegli esercizi a carattere individuale proposti con il fine di recuperare eventuali infortuni da parte di uno o più atleti. • Se un atleta si infortuna, infatti, esce dal processo di allenamento e non può essere utile alla squadra. Un suo rientro tempestivo può aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. • Il recupero va comunque previsto. Se non può essere fatto al campo è importante indirizzare gli atleti verso una struttura adatta.

  44. L’INTEGRAZIONE • Consiste in tutti quegli esercizi proposti prima, durante o dopo l’allenamento con il fine di completare il carico collettivo proposto. • E’ indispensabile nel caso in cui l’atleta necessiti di un carico maggiore (non ha giocato l’ultima gara o proviene da un recupero, non è riuscito a raggiungere l’intensità necessaria durante il lavoro situazionale. • Per l’integrazione vale sempre il principio della specificità del carico, anche se molte volte, essendo proposta individualmente, può prevedere dei lavori A SECCO, meno specifici ma comunque necessari.

  45. IL LAVORO “A SECCO”… • QUINDI “LONTANO DALLE SITUAZIONI DI GIOCO”, SENZA PALLA, … • PUO’ ESSERE UTILIZZATO NELLE FASI DI PREVENZIONE, INTEGRAZIONE E RECUPERO • E’ DI PER SE’ MENO ALLENANTE DEL LAVORO SITUAZIONALE, MA PUO’ RIVELARSI NECESSARIO NEI CASI PRECEDENTEMENTE ESPOSTI.

  46. L’OSSESSIONE QUANTITATIVA • IL LAVORO A SECCO HA IL VANTAGGIO DI GARANTIRE L’ILLUSIONE QUANTITATIVA. • IL LAVORO SITUAZIONALE E LA METODOLOGIA DA NOI PROPOSTA, ESCE DALL’ILLUSIONE QUANTITATIVA E RIPUDIA L’OSSESSIONE QUANTITATIVA, NELLA QUALE SPESSO GLI ALLENATORI FINISCONO NEL CADERE • NON SI PUO’ QUANTIFICARE TUTTO…

  47. “Una giovane sposa non riusciva a copiare la minestra della nonna. Provava e riprovava, seguiva alla lettera le dosi degli ingredienti, pesava tutto, ma la minestra non era mai la stessa e i suoi familiari glielo rimproveravano. Allora, affranta, un giorno decise di andare a chiedere spiegazioni. • Nonna, io ci metto tutto quello che mi hai detto tu, ma la minestra, proprio, non mi viene. • Le carote, hai messo le carote? • Si nonna, tre, come hai detto tu. • E il sedano? • Tre gambi, come le carote. • E il sale? L’hai messo il sale? • Si nonna, l’ho messo, ma nella ricetta non hai precisato la quantità. C’è scritto q.b. Che significa q.b.? • Quanto basta… • Ma quant’è “quanto basta”? • La nonna ci pensò un po’, poi rispose: • Quanto vuoi bene a tuo figlio? • Tanto… • Ma tanto quanto? • La giovane sposa ci pensò, ma non riuscì a trovare una risposta. Dopo un po’ sorrise, ringraziò la nonna e se ne andò, felice”.

  48. SECONDA PARTE ALLENAMENTO NEL SETTORE GIOVANILE: FASI SENSIBILI E CONSIGLI PRATICI di Alessandro Gelmi

  49. LE FASI SENSIBILI Si possono intendere come i periodi dell’età infantile, prebuberale e puberale, in cui i sistemi e le strutture del soggetto presentano una maggiore attitudine al cambiamento e, di conseguenza, se correttamente stimolati, al miglioramento.

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