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Novecento, ora si volta pagina…. Il “progresso” si è sempre identificato con un susseguirsi di cambiamenti. Il Novecento è stato un secolo ricco di rivoluzioni sorprendenti ma è, ancora oggi, l’ esempio di come l’ uso di tali scoperte sia determinante perché esse non si rivelino distruttive.
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Il “progresso” si è sempre identificato con un susseguirsi di cambiamenti. Il Novecento è stato un secolo ricco di rivoluzioni sorprendenti ma è, ancora oggi, l’ esempio di come l’ uso di tali scoperte sia determinante perché esse non si rivelino distruttive. L’ invito di due menti geniali come Einstein e Freud può indicarci la giusta via per girare pagina.
Le due rivoluzioni del xxesimo sec. La scoperta della Relatività di Albert Einstein La rivoluzione psicoanalitica di Sigmund Freud
Sigmund Freud • La vita e le opere • L’ interpretazione dei sogni • La scoperta della sessualità
1856 Nasce in Moravia da genitori ebrei. 1860 Si trasferisce a Vienna. Si laurea in medicina specializzandosi sull’ anatomia del sistema nervoso. 1882 Intraprende la professione di psichiatra. 1885 Va a Parigi dove incontra Charcot, studioso dei fenomeni isterici in contrapposizione alla scuola di Liebeault dove si praticava l’ ipnosi. !890 Torna a Vienna e fonda la teoria psicanalitica. 1910 Nasce a Norimberga la Società internazionale di Psicanalisi. 1933 I nazisti bruciano tutte le sue opere. 1938 Si trasferisce a Londra. 1939 Muore. ALCUNE OPERE: 1900 L’ interpretazione dei sogni; 1901 Psicopatologia della vita quotidiana; 1913 Totem e tabù; 1915-17,1923 Introduzione alla psicanalisi; 1921 Psicologia delle masse e analisi dell’ io; 1923 L’ Io e l’ Es; 1927 L’ avvenire di un illusione; 1929 Il disagio della società. Il maestro del sospetto:Sigmund Freud
SCOPO dei suoi studi Nell’ ambiente positivista la medicina era considerata una scienza e come tale doveva trattare fatti reali misurabili o visibili. Influenzato da ciò Freud studiò la fisionomia e le patologie del sistema nervoso cercando malattie che rispondessero ai canoni scientifici comuni e che fossero quindi collegate al disfunzionamento dei tessuti nervosi. Sotto questo punto di vista l’ isteria e la nevrosi si presentavano come malattie strane: chi ne soffriva mostrava dei sintomi (collegati a disturbi motori e lessicali) ma nella sua persona mancavano danni visibili. A causa di ciò molti medici cominciarono a pensare che in realtà il paziente non fosse malato ma semplicemente credeva di esserlo e che quindi per guarirlo bisognasse convincerlo della sua sanità.
IPNOSI L’ ipnosi era il metodo maggiormente usato in questi casi e consisteva nel produrre nel paziente una specie di sonno durante il quale egli riviveva situazioni del suo passato delle quali, al risveglio, non ricordava nulla. Freud si specializzò in questa tecnica e ne scopri difetti e pregi: 1. non sempre funzionava; 2. a volte i sintomi sparivano durante il sonno ma ricomparivano al risveglio; 3. in altre situazioni sparivano alcuni sintomi ma ne comparivano altri; 4. nonostante questo l’ipnosi sembrava un valido strumento per sondare il passato e cercare la causa reale dell’ attuale sofferenza del malato. Freud, a differenza degli altri medici, usa l’ ipnosi non per convincere il malato del contrario ma per trovare la situazione traumatica che ha scatenato la nevrosi.
Nuovi concetti: RIMOZIONE e INCONSCIO Freud, grazie all’ipnosi, scoprì che vi era un elemento che accomunava i pazienti: tutti avevano vissuto un evento traumatizzante che aveva creato in loro una tensione che si scaricava momentaneamente mediante l’ ipnosi. Poiché il ricordo non veniva eliminato ciò significava che esisteva una dimensione psitica, irraggiungibile dalla nostra intelligenza cosciente, nella quale venivano “raccolti” questi eventi. Freud ipotizzò quindi che la rimozione fosse una forma di difesa inconsapevole ma efficace che ha come scopo finale quello di proteggerci da noi e dal mondo esterno (la nevrosi era il ritorno mascherato del “rimosso”). Sigmund da un lato è ancora un positivista perché cerca di dare alla dimensione psitica un’ aspetto fisico (come se la mente fosse un campo di forze) ma d’ altra parte intuisce l’ esistenza di una sfera psitica che non fosse completamente spiegabile dallo studio dei tessuti e che non coincidesse perfettamente con la coscienza (concetto innovativo).
TECNICHE di cura Dopo questa teoria Sigmund cercò un metodo che gli permettesse di indagare l’ incoscio e poiché quello matematico-scientifico era inutilizzabile pensò di utilizzare un processo indiziario. Freud individuò varie tecniche: ·associazioni libere: un metodo che consisteva nel rilassare il paziente in modo tale che si abbandonasse al corso dei suoi pensieri facendo sì che fra le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative collegate con il materiale rimosso; ·transfert: si tratta del trasferimento, sulla persona del medico, di stati d’animo ambivalenti (amore-odio). ·analisi degli atti mancati: cioè di quelle azioni nelle quali il risultato esplicitamente perseguito non è raggiunto ed è sostituito. analisi dei lapsus: cioè di quella sorta di compromesso che ci auto-creiamo per mitigare ciò vogliamo e ciò che possiamo fare;
TECNICHE di cura ·interpretazione dei sogni: durante il sonno le nostre difese si riducono e, anche se attraverso un filtraggio, il materiale rimosso torna in “superficie”. Ma, per non far sì che il processo di rimozione si riattivi completamente, il ricordo traspare in forma indiretta ( come se fosse un’ allucinazione) e mascherata (non immediatamente collegabile all’ impulso). Lo psicanalista deve scoprire gli “inganni” presenti nel sogno, ad esempio: 1. Simbolizzazione: ogni oggetto è quasi sempre simbolo di qualcos’ altro, quindi il contenuto del materiale onirico deve essere tradotto; 2. Condensazione: il linguaggio del sogno è primitivo e la durata è breve, da ciò si capisce che ogni immagine è carica di significati; 3. Separazione: cioè quando a situazioni serene corrispondono sensazioni angosciose e viceversa.
STRUTTURA della psiche Freud afferma che la psiche è un’ unità complessa costituita da un certo numero di “luoghi” o “topoi”.La prima topica viene elaborata nell’ Interpretazione dei sogni e distingue tre sistemi: il conscio, il preconscio e l’ inconscio. La seconda topica viene elaborata a partire dal 1920 e distingue tre istanze: l’ Es, l’ Io e il Super-io. L’ Es viene definito da Freud con una metafora: “calderone di impulsi ribollenti”, questo per far capire la sua caratteristica principale: cioè il fatto che egli ignora le leggi della logica (ad esempio il principio di non contraddizione) e obbedisce unicamente al principio del piacere. Il Super-io è ciò che comunemente chiamiamo coscienza morale, ovvero l’ insieme delle proibizioni che ogni uomo acquisisce nei primi anni di vita e che poi lo accompagnano sempre anche in forma inconsapevole (come una sorta di genitore interno). L’ Io è la parte organizzata della personalità, una specie di equilibratore che cerca di stabilire armonia fra i tre suoi severi padroni (l’ Es, il Super-io e il mondo esterno). Attraverso vari compromessi cerca di risolvere e mitigare le pressioni più disparate e in contrasto fra di loro. Da questo si può stabilire il rapporto fra “nevrosi e normalità”: nell’ individuo sano l’ Io riesce ha padroneggiare la situazione fornendo parziali soddisfazioni all’ Es senza violare le proibizioni del Super-io. Può accadere che l’ Es abbia il sopravvento sul Super-io o viceversa avremo così un uomo o perverso o nevrotico.
La scoperta della sessualità infantile • La teoria della sessualità è forse la più dirompente, infatti Freud parte con un’ ampliamento del concetto di sessualità sino a vedervi un’ energia capace di dirigersi in svariate direzioni e in grado di investire gli oggetti più disparati, egli la chiama libido. • Nella dottrina della sessualità infantile il bambino è definito come un essere perverso polimorfo che attraversa in tre fasi il suo sviluppo psicosessuale: • fase orale: (dai primi mesi di vita fino a un anno e mezzo), ha come zona erogena la bocca. All’inizio il piacere è collegato al bisogno alimentare ma più tardi si sviluppa autonomamente; • fase anale: (fino ai tre anni), ha come zona erogena l’ ano ed è collegata alle funzioni escrementizie che sono per il bambino oggetto di particolare interesse. Questi piacere che il piccolo uomo prova scandalizza gli adulti e fa sì che cominci il rapporto di conflittualità; • fase genitale (dal terzo anno), si divide in due sottofasi: • la fase fallica: sia il bambino che la bambina scoprono il pene e soffrono del complesso di castrazione; • la fase genitale in senso stretto: segue quella fallica dopo un periodo di latenza de è caratterizzata dall’ organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali.
Il complesso di Edipo Connessa alla sessualità infantile vi è la dottrina relativa al complesso di Edipo. Esso consiste in un attaccamento lipidico verso il genitore di sesso opposto accompagnato da un atteggiamento ambivalente verso l’ altro genitore. Nei maschi nasce dalla reale sensazione che il primo oggetto dei suoi desideri (la mamma) appartenga ad un altro ( il papà). Si scatena quindi verso quest’ ultimo un odio che dovrebbe venir soppresso quando il padre diventa un modello (nonché parte del suo Super-io interno) e l’ amore per la madre viene sostituito con il sentimento verso un’ altra persona o oggetto. Il complesso di Edipo (di Elettra per le femmine) gioca un ruolo centrale nello sviluppo delle nevrosi se non viene superato, ed è anche stato uno degli esempi più palesi di come i due impulsi contradditori caratterizzanti l’ uomo (Eros e Zanathos)possano convivere insieme (ciò ha offerto vari spunti per studi riguardanti altri argomenti affrontati da Freud).
Albert Einstein • La vita e le opere • La relatività ristretta • La relatività generale
1879 Nasce a Ulm. 1889 Si iscrive al Gymnasium di Monaco dove non ha grandi risultati. 1894 Si trasferisce a Milano e poi a Zurigo (rinunciando alla nazionalità tedesca e ad ogni credo religioso). In Svizzera frequenta il Politecnico anche se era stato bocciato agli esami di ammissione. 1905 Pubblica, nel XVII volume degli “Annalen der Physik”, i lavori sulla teoria dei quanti, sulla teoria della relatività ristretta e sui moti browniani. 1909-1913 Affronta vari lavori. 1914 Scoppia la prima guerra mondiale. 1916 Sposa in seconde nozze la cugina Elsa. Completa il suo lavoro sulla teoria della relatività generale. 1919 Si verifica la deflessione dei raggi luminosi di una stella durante un’ eclissi di sole prevista dalla teoria della relatività generale. 1921 Riceve il Premio Nobel per la fisica, per la teoria sull’ effetto fotoelettrico. 1933 A causa delle persecuzioni antisemite parte per l’ America. 1939 Firma una lettera per il presidente Roosevelt nella quale si chiede l’ avvio alle ricerche nucleari per prevenire l’ eventuale costruzione di una bomba atomica da parte di Hitler. Il 3 settembre scoppia la seconda guerra mondiale. 1945 Si ritira a vita privata. Dopo una prova sperimentale il 6 agosto “little boy”, la prima bomba atomica non sperimentale, distrugge Hiroshima. 1955 Pochi giorni prima di morire firma una dichiarazione nella quale ammoniva il mondo riguardo il rischio di un annientamento totale se la guerra non fosse stata abolita. Questa specie di “Testamento spirituale” fu controfirmato da altri nove scienziati. Il suo segreto: la capacità di meravigliarsi, Albert Einstein
La relatività ristretta • Precedenti • Teoria • Conseguenze
Galileo e il principio di relatività Nel suo "Dialoghi sui Massimi Sistemi" Galileo Galilei dà una descrizione molto chiara del cosiddetto “principio di relatività galileiana". Egli immagina uno sperimentatore, rinchiuso nella stiva di una nave, che esegue una serie d'osservazioni sulla caduta dei gravi. Galileo spiega, molto chiaramente, come in nessun modo sia possibile per quest'osservatore trarre alcun'indicazione sulla velocità del moto (uniforme) della nave mediante esperimenti che si svolgano esclusivamente nel suo interno. La formulazione galileiana originale è descrittiva e segna tuttavia l'ingresso nella fisica moderna del concetto di relatività: "E' impossibile mettere in evidenza il moto assoluto di un oggetto e si può solamente parlare di velocità relativa di due oggetti". La relatività galileiana è in perfetto accordo con la meccanica di Newton e con la legge di gravitazione universale. La relatività galileiana è rimasta in ottimo accordo con i dati osservativi, sino alla fine dell'Ottocento, e continua a essere usata con successo per trattare i fenomeni non relativistici, ossia quelli che si svolgono con velocità molto inferiori a quella della luce (c = 299.792,458 km/s). A velocità prossime a c - dette relativistiche - essa si rivela invalida e occorre usare la relatività einsteiniana.
Newton e la piattaforma spaziale Newton era convinto di poter dare una definizione di moto e di spazio e tempo assoluto usando un sistema di riferimento (o osservatore) ancorato rispetto alle stelle fisse. NeiPrincipia di Newton si legge che "Si postula l'esistenza di un corpo di riferimento, (o spazio di riferimento tridimensionale, rispetto cui studiare i fenomeni fisici che in esso si svolgono) di natura "sui generis", caratterizzato a priori dalle seguenti proprietà fisiche e geometriche: 1. Per definizione fisso, inerte rispetto all'evolversi in esso dei fenomeni fisici, rigido e trasparente alla penetrazione ottica. 2. Le sue proprietà geometriche si identificano con quelle di uno spazio euclideo tridimensionale." Tale corpo di riferimento è chiamato "PIATTAFORMA SPAZIALE" Inoltre si legge ancora che "Si postula l'esistenza di un ente fisico unidimensionale, che fluisce uniformemente ed indipendentemente dai fenomeni naturali e dallo stato di quiete o di moto della sede in cui essi si svolgono. Tale ente fisico è idoneo a stabilire senza ambiguità: 1. Se due eventi A e B sono simultanei oppure uno di essi precede o segue l'altro; 2. La durata di un fenomeno, intesa come intervallo temporale che separa due eventi.".
L’ esperimento di Michelson e Morley Fino alla fine dell’ Ottocento (e oltre) si ragionava nel seguente modo: se l'etere esiste, allora dovrebbe essere possibile sostituirlo alle stelle fisse di Newton e dichiarare fermo in assoluto l'osservatore immobile rispetto all'etere. Quello che ci si attendeva era che quei fenomeni fisici che dipendevano dal moto dell'etere (o meglio rispetto all'etere) potessero venire usati per stabilire il moto assoluto dell'osservatore in contrasto con il principio galileiano. Tra questi fenomeni fisici il più adatto era la propagazione della luce. In presenza di movimento rispetto all'etere (o "vento d'etere") la luce dovrebbe propagarsi con velocità diversa nelle varie direzioni. Michelson e Morley decisero appunto di misurare la velocità della luce in funzione della direzione nella speranza di mettere in evidenza il vento d'etere. Utilizzarono un interferometro costituito da una serie di specchi posti su due bracci ortogonali e di ugual lunghezza. L'apparato doveva mettere in evidenza il tempo impiegato dalla luce per percorrere (andata, riflessione e ritorno) un dato braccio e confrontarlo con quello impiegato a percorrere l'altro braccio. L'intero apparato poteva ruotare su di una piattaforma in modo da scambiare il ruolo dei due bracci. Il vento d'etere doveva causare una variazione nei tempi di transito. L'esperimento fu ripetuto più volte ma nel 1887 dette un risultato nullo con grande delusione dei due sperimentatori e sorpresa nel mondo accademico.
Le trasformazioni di Lorentz Lorentz fu il primo a dare una spiegazione al fallimento dell’ esperimento di Michelson e Morley e una prima, sia pure incompleta, formulazione della relatività. Lorentz concepiva i corpi materiali come composti da particelle dotate di cariche opposte e tenute insieme dalle forze elettromagnetiche. Se queste forze sono propagate dall'etere, dipendono dal vento d'etere (come d'altronde la propagazione della luce), allora anche la forma dei corpi deve dipendere dal loro stato di moto rispetto all'etere. In base ad alcune assunzioni sulle forze elettromagnetiche, egli dimostrò che il vento d'etere doveva produrre un accorciamento dei corpi lungo la direzione del vento. Questo accorciamento alterava i tempi di percorso della luce entro l'apparato di Michelson e Morley in modo da nascondere completamente l'effetto cercato. L'etere possedeva dunque una proprietà straordinaria, quella di rendersi completamente inosservabile. Nel corso delle sue ricerche Lorentz dimostrò che il vento d'etere doveva alterare il ritmo degli orologi. Se dunque spirava il vento d'etere le misure convenzionali di spazio e tempo risultavano alterate ed erronee. Questo risultato di Lorentz va sotto il nome di "principio degli stati corrispondenti". Nella teoria di Lorentz, il moto dell'etere induceva delle distorsioni nell'apparato di misura per cui le trasformazioni di Galileo andavano corrette. Da questa analisi Lorentz dedusse delle nuove trasformazioni che portano il suo nome e che tengono conto del moto dell'etere e delle distorsioni da esso indotte.
I due postulati della teoria • La velocità della luce nel vuoto è una costante c, indipendente dal sistema inerziale nel quale è misurata, dal moto della sorgente di luce o da quello dell’ osservatore. • Tutte le leggi della fisica incluse quelle della meccanica e dell’ elettromagnetismo, hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Perciò tutti i sistemi inerziali sono equivalenti. • Einstein afferma che affinché il suo postulato risulti corretto è necessario utilizzare le Trasformazioni di Lorentz.
Concetto di simultaneità Una prima conseguenza di rilievo della relatività riguarda il sincronismo degli orologi. Consideriamo un treno che si muove con una velocità v prossima alla luce rispetto a un osservatore 1 che si trova a terra e un ‘osservatore 2 che è sul treno nel punto medio del convoglio.Facciamo esplodere due petardi sulle estremità del vagone in modo che rimangano dei segni di bruciatura sia sui binari sia sul treno. Secondo l’ osservatore 1 i due eventi sono simultanei (in fatti i raggi luminosi delle esplosioni arrivano a lui contemporaneamente e la distanza dai segni lasciati alle estremità sono rispetto a lui uguali). L’ osservatore 2 invece vede prima l’esplosione alla testa del treno e solo più tardi quella alla coda: secondo lui le due esplosioni non sono sincroni. Entrambi anno ragione infatti due eventi simultanei in un sistema di riferimento non lo sono in un altro che si muove rispetto al primo.Da questo deduciamo che non esiste la simultaneità assoluta e quindi nemmeno il tempo può essere definito tale.
La dilatazione dei tempi e la contrazione delle lunghezze La durata di un fenomeno ha valore minimo quando è misurata nel sistema di riferimento solidale con esso (S). Tale durata minima si indica con At e prende il nome di intervallo di tempo proprio del fenomeno. Ma, come abbiamo visto, un evento può avere una durata At’ diversa da At quando la misurazione è effettuata in un altro sistema di riferimento che si muove con velocità di modulo v rispetto ad S. La relazione fra le due durate è data dalla formula: La lunghezza di un segmento ha il valore massimo quando è misurata nel sistema di riferimento solidale con esso (S). Tale lunghezza massima prende il nome di lunghezza propria del segmento e si indica con Ax. In un sistema di riferimento che si muove con velocità v rispetto a S il segmento preso in considerazione avrà lunghezza Ax’ minore di Ax. La relazione tra le due lunghezze è data dalla formula:
La composizione delle velocità e il principio di equivalenza tra massa ed energia Le trasformazioni di Lorentz permettono di dimostrare che, se un corpo ha velocità u in un sistema di riferimento S, la sua velocità u’ in un sistema di riferimento che si muove con velocità v rispetto a S è: Un corpo che assorbe o emette Energia aumenta o diminuisce la propria massa secondo la relazione: Sapendo che l’ Energia di riposo di un corpo è e che m(massa relativistica) = L’ Energia totale di un corpo può essere scritta nella famosa forma
La teoria della relatività generale Nel 1916 Einstein pubblica un altro articolo ancora più rivoluzionario dove viene enunciata una nuova teoria della gravitazione che estende quella newtoniana all’ universo intero. La teoria della relatività generale prende spunto da una serie di critiche mosse dallo stesso Einstein alla sua precedente teoria. La prima domanda che lo scienziato si pose era se aveva senso parlare di sistemi inerziali. Per avere l’ inerzialità occorre avere la totale assenza di forze o almeno il loro annullamento. In natura esiste una forza molto particolare che ha la caratteristica di essere l’ unica forza che non può essere schermata: la forza di gravità. Se esiste una tale forza a senso parlare di sistemi inerziali in senso assoluto? O forse è più corretto parlare di inerzialità locale? Quindi la teoria della relatività ristretta ha validità solo in ambito locale. Se si vuole avere una teoria generale occorre estendere il principio di relatività anche ai sistemi di riferimento accelerati. Einstein lo fa in questo modo: Principio di covarianza generale: “Le leggi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento.” Per affermare questo Einstein ha dovuto verificare il principio di equivalenza:” La massa inerziale è equivalente alla massa gravitazionale”; cioè è impossibile mediante esperimenti distinguere le forze inerziali da quelle gravitazionali.
Curvatura spazio-tempo e… L’ estensione del principio di relatività anche ai sistemi accelerati porta a conseguenze sorprendenti circa la natura della gravità e dello spazio-tempo. Una di queste è legata alla geometria dello spazio tempo. Secondo questa nuova teoria la forza di gravità si rende presente modificando la geometria dello spazio-tempo, cioè incurvando il medesimo in prossimità di una grande concentrazione di materia. Lontano dai corpi si è lontani da intensi campi gravitazionali e quindi possiamo avere condizioni di inerzialità locale ( ed ecco che vale la teoria della relatività ristretta) ma nel momento in cui ci si trovi in prossimità di grandi masse, come quella delle stelle o corpi celesti ancora più grandi, lo spazio-tempo è curvato dalla massa ed è quindi necessaria la teoria della relatività generale. La validità di questa teoria fu messa alla prova nel 1919 in Africa durante un’ eclissi di sole dove venne misurata la deflessione dei raggi luminosi di una stella che doveva trovarsi dietro al sole (quindi non avrebbe dovuto essere visibile). La teoria della relatività generale ha dato valore scientifico alle geometrie non euclidee (ad esempio quella sferica e iperbolica rispettivamente di Riemann e di Lobacevskij\Bolyai), prima considerate semplici giochi logici senza validità pratica, e ha permesso di ricreare per un brevissimo istante le condizioni che caratterizzavano l’ universo 10 alla –34 secondi dopo il Big Bang. Inoltre questa teoria è ancora alla base dello studio di particolari sistemi astronomici quali: pulsar, quasar e buchi neri.
Warum Krieg? • Testamento spirituale di Albert Einstein • Lettera di Einstein a Freud • La risposta di Freud
In considerazione del fatto che in ogni futura guerra mondiale verrebbero certamente impiegate armi nucleari e che tali armi mettono in pericolo la continuazione stessa dell’ esistenza dell’ umanità, noi rivolgiamo un pressante appello ai governi di tutto il mondo affinché si rendano conto e riconoscano pubblicamente che i loro obbiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale e li invitiamo, di conseguenza, a cercare mezzi pacifici per la soluzione di tutte le questioni controverse. …Cercheremo di non dire nemmeno una parola che possa fare appello a un gruppo piuttosto che a un altro. Tutti ugualmente sono in pericolo e se questo pericolo è compreso vi è la speranza che possa essere collettivamente scongiurato…la domanda che dobbiamo rivolgerci è: “quali passi possono essere compiuti per impedire una competizione militare il cui esito sarebbe disastroso per tutte le parti?”. …Questo dunque il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’ umanità dovrà rinunciare alla guerra? E’ arduo affrontare questa alternativa poiché è così difficile abolire la guerra. L’ abolizione della guerra chiederà spiacevoli limitazioni della sovranità nazionale, ma ciò che forse più di ogni altro elemento ostacola la comprensione della situazione è il fatto che il termine “umanità” appare vago ed astratto, gli uomini stentano a rendersi conto che il pericolo è per loro, per i loro figli e loro nipoti e non solo per una generica e vaga umanità. …E così sperano che forse si possa consentire che le guerre continuino purché siano vietate le armi moderne. Questa speranza è illusoria. …Desideriamo che ciò sia ben compreso sia in oriente che in occidente . Se vogliamo, possiamo avere davanti a noi un continuo progresso in benessere, conoscenze e saggezza. Vogliamo invece scegliere la morte perché non siamo capaci di dimenticare le nostre controversie? Noi vi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale.
Caro signor Freud, La proposta, fattami dalla Società delle Nazioni e dal Suo “Istituto internazionale di cooperazione intellettuale” di Parigi, di invitare una persona di mio gradimento a un franco scambio d’opinioni su un problema qualsiasi da me scelto, mi offre l’occasione di dialogare con lei circa una domanda che appare la più urgente tra tutte. La domanda è: C’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra? … Essendo immune da pregiudizi nazionalistici, vedo personalmente una maniera semplice di affrontare l’aspetto esterno del problema: gli Stati creino una autorità legislativa e giudiziaria col mandato di comporre tutti i conflitti che sorgano tra loro…. Oggi siamo però lontanissimi dal possedere una organizzazione sovrannazionale che possa emettere verdetti di autorità incontestata … giungo così al mio primo assioma: la ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla sua libertà di azione, cioè alla sua sovranità. … Com’è possibile che una minoranza riesca ad asservire alle proprie cupidigie la massa del popolo, che da una guerra ha solo da soffrire e da perdere? Una risposta sarebbe che la minoranza di quelli che di volta in volta sono al potere ha in mano scuola, stampa e organizzazioni religiose. Ciò le consente di organizzare e sviare i sentimenti delle masse rendendoli strumenti della propria politica. Ma la soluzione non è completa e fa sorgere una successiva domanda: E’ possibile che l’uomo abbia dentro di sé il piacere di odiare e distruggere? … So che nei suoi scritti possiamo trovare risposte esplicite o implicite a tutti gli interrogativi da me posti ma sarebbe di massima utilità se lei esponesse il problema alla luce delle sue recenti scoperte, perché potrebbe indicarci la strada a nuovi e validissimi modi d’azione. Caputh (postdam), 30 Luglio 1932 Molto cordialmente Suo, Albert Einstein
Caro signor Einstein, Lei mi ha sorpreso con questa domanda…. Lei comincia con il rapporto tra diritto e forza. E’ certamente un buon punto di partenza dato che nonostante per noi oggi questi termini sono opposti tramite i miei studi posso affermare che i conflitti di interesse tra gli uomini sono in linea di principio decisi mediante l’uso della violenza. …forza muscolare….la forza data dall’ unione di molti… …anch’ io infine sono giunto alla medesima Sua conclusione… … Abbiamo visto che le cose che tengono insieme una comunità sono due: la coercizione violenta e i legami emotivi… ma anche nella nostra epoca non vi è alcuna idea cui si possa attribuire una autorità unificante. Sembra dunque che il tentativo di sostituire la forza reale con la forza delle idee sia per il momento votato all’insuccesso. Posso ora procedere a commentare un’altra delle Sue proposizioni. Noi presumiamo che le pulsioni dell’uomo siano soltanto di due specie, quelle che tendono a conservare ed a unire, chiamate erotiche, e quelle che tendono a distruggere ed uccidere, le pulsioni aggressive. Tutte e due sono parimenti indispensabili, perché i fenomeni della vita dipendono dal loro concorso e dal loro contrasto… non c’è speranza nel voler sopprimere le tendenze aggressive degli uomini. Io la ritengo una illusione. Perché ci indigniamo tanto contro la guerra, perché non la prendiamo come una delle molte calamità della vita? La risposta è: Perché ogni uomo ha diritto alla vita, perché la guerra annienta vite umane piene di promesse, costringe individui a ucciderne altri mettendoli in condizioni disonorevoli… Ho in mente qualcos’ altro, credo che la ragione per cui ci indigniamo contro la guerra è perché non possiamo non farlo. Siamo pacifisti perché dobbiamo esserlo per ragioni organiche. …Quanto dovremo aspettare perché anche gli altri diventino pacifisti? Non si può dirlo, ma forse non è una speranza utopistica che l’ influsso di due fattori – l’ atteggiamento sempre più civile e il timore di un’ annientamento – ponga fine alla guerra in un prossimo avvenire. . Vienna, settembre 1932 Suo Sigm. Freud
Bibliografia: • “Come io vedo il mondo” di Albert Einstein (ed. Newton); • “La teoria della relatività” di Albert Einstein (ed. Newton); • “Oltre Euclide” di Michele Scozzai; • “In viaggio tra le stelle” articolo di Marco Mocchi; • “La teoria della relatività” studio di Claudio Zellermayer; • “La fisica per i licei scientifici” di Ugo Amaldi; • “Il disagio della civiltà e altri saggi” di Sigmund Freud (ed. Boringhieri); • “Totem e tabù” di Sigmund Freud (ed. Newton); • “Protagonisti e Testi della Filosofia” di Giovanni Fornero.