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Origini europee del teatro musicale americano. Intorno alla met del 1700 l'attivit artistica e culturale in america continua a risentire fortemente dell'egemonia europea, soprattutto in campo teatrale.In tutta Europa domina il modello della grande opera all'italiana, troppo sofisticata per il p
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1. Storia della musicaLezione 8 Dal teatro musicale al musical (prima parte) Alle radici del teatro musicale in territorio americano: le influenze dei generi ballad opera, pasticcio, comic opera sul minstrel show, vaudeville, burlesque-spectacle-extravaganza, rivista.
Il linguaggio nuovo di Broadway: Tin Pan Alley e il teatro, gli “anni folli” del jazz, Vernon e Irene Castle, Vincent Youmans, George Gershwin, Jerome Kern.
L’avvento del cinema sonoro: “Il cantante di jazz”, crack del 29’, passaggio da Broadway ad Hollywood.
Musica popolare ed impegno politico: Bertold Brecht e Kurt Weill
2. Origini europee del teatro musicale americano Intorno alla metà del 1700 l’attività artistica e culturale in america continua a risentire fortemente dell’egemonia europea, soprattutto in campo teatrale.
In tutta Europa domina il modello della grande opera all’italiana, troppo sofisticata per il pubblico delle colonie e troppo dispendiosa.
Nascono delle variazioni sul tema dell’opera, forme di teatro musicale di stampo popolare e con allestimenti più agili e meno costosi, spesso di stampo parodistico.
In queste nuove forme di opera il lavoro teatrale comprendeva dialoghi e musica, mentre nella tradizione classica il posto del dialogo era preso dal recitativo (parlato-cantato) inframmezzato da arie vere e proprie (con virtuosismi vocali).
Virtuosismi, temi irreali e ambientazioni fantastiche hanno fornito un materiale importante per il teatro musicale popolare (il cui fine era quello di divertire).
Contaminazioni tra forme di teatro europee e forme locali americane: fusione dei punti di forza di ciascuno stile, valori universali sopravvissuti al tempo e al pubblico, creazione di una nuova forma di spettacolo (musical comedy, musical play, musical).
3. Ballad Opera Le compagnie teatrali attive nelle colonie si organizzano per mettere in scena un repertorio adatto al nuovo pubblico, importando dall’Europa nuovi spettacoli da inserire nelle scalette e arruolando attori in grado di recitare, cantare e danzare.
La scossa decisiva arriva con la ballad opera, genere teatrale inglese di stampo satirico.
Per ballad si intendeva all’epoca un particolare forma di canzone popolare, cantata nelle strade, che raccontava storie di vita vissuta, temi di tutti i giorni: scimmiottava le grandi opere classiche, faceva il verso ai temi mitologici e alle ambientazioni fantastiche della tradizione operistica, popolava la scena di truffatori, prostitute, mendicanti, ladri e criminali.
La musica che faceva da sottofondo alle storie non era più una partitura operistica accessibile a pochi, ma fatta di brani ben conosciuti, tratti dalla tradizione popolare, su cui gli autori potevano adattare in nuovi testi.
La prima ballad opera nelle colonie è stata Flora (1735), senza scene né costumi in un casolare di Charleston (South Carolina). Ma il genere aveva debuttato qualche anno prima, nel 1728, nei palcoscenici inglesi, ad opera di John Gay: The Beggar’s Opera (L’opera del mendicante).
Il primo impatto suscitò sgomento nel pubblico degli aristocratici inglesi: non è solo la presa in giro nei confronti della musica colta, ma i temi trattati (satira politica e sociale, usanze ipocrite delle persone per bene).
Ma nonostante le resistenze un elemento di novità riuscì a far vincere il nuovo tipo di rappresentazione operistica: l’uso dei dialoghi parlati e di musica popolare fa sì che lo spettatore comprenda chiaramente il testo e quindi goda completamente dello spettacolo.
4. Ballad Opera
5. Pasticcio Il “pasticcio” non è in realtà un genere vero e proprio, ma una caratteristica comune ad alcune delle forme più antiche di teatro musicale.
Il diritto d’autore non esisteva ancora, e ciò rappresentava da un lato un grave danno per i compositori e gli autori di quei tempi, dall’altro favoriva la rapida diffusione di musiche e testi.
Spesso le canzoni di successo raggiungevano le città prima che lo spettacolo arrivasse in scena.
Chiunque poteva raccoglier un certo numero di arie famose, scrivere un testo per esse, unirle in un copione e confezionare uno spettacolo nuovo.
Bisognerà aspettare ancora diverso tempo prima di trovare spettacoli le cui musiche siano state scritte appositamente per l’occasione e molto di più perché anche i testi delle canzoni diventino parte integrante del copione.
6. Minstrel show Il clima culturale degli Stati Uniti all’inizio del 900 era immerso in un conflitto tra stati del nord e del sud (legislazione per i diritti umani e abolizione della schiavitù).
Proprio in un momento di forte conflitto razziale emerge una della prime forme indigene di teatro musicale, il minstrel show, con l’intento di sdrammatizzare una questione sociale tanto esplosiva quale quella razzista.
Nel 1843 l’attore Dan Emmett fonda, insieme ad altri tre collegghi, i Virginia minstrels, autodefinendosi “Ethiopian band”, rappresentanti di una nuova forma di intrattenimento.
Questa formazione inventa l’uso e l’importanza del costume in uno show, insieme all’utilizzo degli strumenti musicali (banjo, tamburello, violino e “bones”.
7. Dan Emmett, Virginia Minstrels, Christy Minstrels
8. La forma matura del minstrel show Tre atti: olio, fantasia e burlesque.
Olio: il gruppo forma un semicerchio, con al centro un interlocutore, di fatto si trattava di una specie di varietà che alternava gag comiche, doppi sensi, battute grossolane, canzoni e danze.
Il vero interesse del pubblico era per le canzoni: Oh, Susanna, Dixie, My Old Kentuky Home.
Il minstrel show è il primo genere teatrale musicale a commissionare musiche scritte appositamente per lo spettacolo.
La danza è un elemento fondamentale e gli interpreti portano al successo quasi inconsapevolmente il cake-walk, un tipico ballo afro-americano in cui i neri imitavano i bianchi gareggiando fra loro.
Altro ballo fondamentale e che chiudeva il primo atto era il walkaround, un camminando intorno, in cui uno degli attori avanzava verso il pubblico cantando la prima strofa, per essere poi imitato da tutta la compagnia.
Fantasia: numeri di solisti, sviluppati poi nel vaudeville e nella rivista.
Burlesque: diventerà poi un genere vero e proprio, nasce come parodia di opere famose che di attori o personaggi conosciuti (La capanna dello zio Tom diventa La capanna della zia Dina).
9. Burlesque Prende le mosse dal burlesque inglese, in sui la trama viene portata avanti per mezzo di rime, battute umoristiche a ritmo serrato.
Nella versione americana si abbandonano i versi e si mantiene la satira: comicità popolare, a volte volgare, accompagnata dall’esibizione delle famose “bellezze in calzamaglia”, spesso en travesti, in abiti maschili.
Compagnie famose: la British blondes, con bellezze bionde che nel 1868 portano il loro spettacolo a Broadway.
Due aspetti che convivono per un certo periodo: commedia leggera con canzoni e balletti, danzatrici discinte che espongono il loro corpo.
Due circuiti di spettacolo: Eastern Wheel e Western Wheel, garantivano alle compagnie del circuito lavoro sicuro per molte settimane a stagione.
Il maggior apporto artistico era dato dagli attori comici: si faranno le ossa molti dei protagonisti della rivista.
Nel burlesque si impara a gestire l’improvvisazione e si delineano le prime regole della comicità universalmente valide.
Nel 1868 compaiono le prime produzioni for men only, e il genere andrà man mano scemando (show sconci e lascivi).
Personaggi leggendari del declino del genere: la sofistica spogliarellista Gypsy Rose Lee, sulla cui autobiografia si basa il musical Gypsy del 1959 con musiche di Jule Styne.
L’evoluzione dei costumi sessuali e l’introduzione di ballerine degli spettacoli di Broadway, portano inevitabilmente al tramonto del burlesque.
10. British Blonds e Gypsy Rose Lee
11. Extravaganza e spectacle Man mano che i generi si evolvono la indifferenziata di definizione del genere burlesque si separa in forme più nobili di spettacolo.
Spectacle e extravaganza rinunciano alle manifestazioni esasperate e sacrificano la commedia in favore degli allestimenti grandiosi e degli effetti speciali.
Macchine di scena, costumi elaborati e sfarzosi, attori trasportati in volo attraverso il palcoscenico, giochi d’acqua, effetti luce, scenografie rotanti o a scomparsa: tutto pur di stupire la platea.
Il più famoso teatro per ospitare questo tipo di spettacolo era l’Hippodrome di New York.
12. The Black Croock Si sostiene che The Black Croock, messo in scena nel 1866, possa essere considerato il primo musical della storia, ma in realtà troviamo in questo allestimento molti degli elementi e delle caratteristiche che contraddistingueranno in seguito il musical moderno.
Cast di cento persone e cinque ore di spettacolo: guadagno di pubblico di oltre un milione di dollari.
Lo spettacolo deve la sua scorrevolezza ad un copione ben definito: book show, spettacolo solidamente basato su di un testo, una storia credibile e strutturata, con sviluppo contemporanea di canto, danza e recitazione.
C’è inoltre il gusto dello stupire: il musical colpisce al cuore, vuole lasciare lo spettatore senza fiato con ogni mezzo.
13. Vaudeville Parola di origine francese: una storpiatura dell’espressione “voix de la ville” (voce della città o del villaggio), chi vede la somiglianza con Val de Vire, nome di un villagio francese famoso nel 1400 per l’abitudine dei suoi abitanti di organizzare grandi feste in cui si era soliti intrattenersi con ballate e canzoni satiriche.
Si sviluppa in contemporanea con il burlesque, è una forma di intrattenimento popolare, con scene comiche, balletti, prove di abilità e di coraggio, canzoni, tutti scollegati tra loro, una sorta di grande spettacolo intrattenitore.
La novità rispetto alle altre forme sta nel “dove”: lo stile di vita urbano e la nascita di un nuovo pubblico sono la piattaforma originaria di questa nuovo spettacolo.
Nel 1865 l’attore Tony Pastor (minstrel show e circo)decide di aprire il primo teatro di varietà, una music-hall, e di introdurre regole nuove: niente bar interno, divieto di fumare, eliminazione di contenuti scandalosi o di dubbio gusto dagli spettacoli.
Fu una trovata di marketing geniale: Pastor non era un bacchettone ma un attento osservatore della società oltre che un affarista, ed aveva intuito la presenza di un nuovo pubblico potenziale: “no smoking, no drinking, no vulgarity” era il titolo della campagna pubblicitaria, e nascerà così il primo vero intrattenimento per le famiglie.
Il cartellone è una delle interessanti novità del vaudeville, stabilendo le linee guida per la definizione della struttura tipo di ogni produzione: ogni numero veniva stabilito a seconda del grado di bravura (i numeri che potevano essere goduti visivamente erano i più richiesti) e le parti cantate la facevano da padrone.
George Gottlieb, direttore del Palace Theater, codificherà negli anni 20 un simpatico e utile manuale di regole per il cartellone-tipo
Con la depressione, la radio ed il cinema sonoro, il vaudeville sarà messo in crisi e con lui decadranno tutto quell’insieme di forme di intrattenimento dal vivo.
14. Tony Pastor, Sarah Bernhardt
15. Rivista La rivista non è una evoluzione del vaudeville, ma un genere parallelo che muove i suoi passi alla fine del 1800.
La derivazione è ancora francese, in inglese infatti viene mantenuto il titolo revue: un genere teatrale satirico con intrattenimento musicale e in una cornice di belle donne.
La rivista americana aggiungerà solo un tocco locale con un adattamento ai gusti del nuovo pubblico.
Gli elementi base sono gli stessi degli altri generi, ma a differenza dei primi abbozzi di musical comedy, la rivista non è un book show, non ha un copione definito ma ha comunque un “tema” specifico.
Prima esisteva in questo genere solo la varietà degli interventi, ora troviamo per la prima volta una “unità nella varietà”.
La rivista è un prodotto nuovo, facilmente adattabile al gusto del pubblico e svilupperà man mano due filoni separati: il filone spettacolare e quello intimo e riflessivo.
Esempi di filone intimo: Pins and Needls (1935), satira piccante sul partito laburista condito con un tocco di propaganda progessista; Garrick Gaietis (1925) che aprì le porte alla giovane coppia di autori Rodgers e Hart.
16. Garrick Gaieties
17. Florenz Ziegfeld Nel 1907, in un locale all’aperto di Broadway, va in scena la prima edizione di Follies di Ziegfeld.
Tentativo di americanizzare i grandi varietà europei, primo fra tutti Les Folies Bergères.
Il principio fondamentale su cui si basò Ziegfels era “glorificare la bellezza della donna americana” (A Pretty Girl Is Like A Melody).
Vengono ingaggiati i più grandi autori di canzoni dell’epoca: Kern, Berlin, Porter e persino Gershwin.
Con la morte di Ziegfeld viene a mancare un certo tipo di rivista: le spese per gli allestimenti non saranno più sostenibili, molti attori passeranno al book show.
L’eredità per il futuro: Ziegfeld fa della produzione artistica un vero e proprio business, promuove la costruzione di sale adatte al nuovo tipo di teatro, concepite secondo le regole dell’acustica e adatti ad ospitare i nuovi allestimenti scenografici.
La rivista declina ufficialmente negli anni 40 anche se sopravvive ancora in qualche teatro di piccole comunità, a Broadway o nel cabaret.
18. Follies
19. Broadway: un nuovo linguaggio
20. Irving Berlin: ragtime opera
21. Musical e orgoglio nazionale: George M. Cohan
22. Il jazz a Broadway
23. Vernon e Irene Castle
24. Vincent Youmans
25. Tra jazz e classica: George Gershwin
26. Jerome Kern
27. L’avvento del cinema sonoro
28. Il crack del 29’
29. Il musical cinematografico
30. Il teatro musicale in Europa: Bertold Brecht e Kurt Weill