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Master in Politiche di Sviluppo e Coesione e Valutazione degli Investimenti Pubblici LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI NON MARGINALI: CASO STUDIO APPLICATO ALLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA Dott. Stefano Maiolo maiolo@economia.uniroma2.it. Caso studio sperimentale di valutazione di un patto territoriale.
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Master in Politiche di Sviluppo e Coesione e Valutazione degli Investimenti PubbliciLA VALUTAZIONE DEI PROGETTI NON MARGINALI: CASO STUDIO APPLICATO ALLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATADott. Stefano Maiolomaiolo@economia.uniroma2.it
Caso studio sperimentale di valutazione di un patto territoriale Il caso studio rappresenta un’applicazione empirica di alcune metodologie di valutazione ex-ante, al fine di conoscere e “misurare” le possibili ricadute d’impatto economiche nel territorio, in funzione della realizzazione degli investimenti previsti.
La misurazione dei risultati L’obiettivo dell’analisi di valutazione è quello di riuscire a “misurare” gli effetti delle politiche sulle variabili rilevanti: nuova occupazione, valore aggiunto, struttura produttiva locale, e così via, al fine di poter indirizzare gli stessi investimenti produttivi ad una allocazione massimizzante i risultati stessi conseguibili con le politiche di sviluppo economico in un territorio specifico.
Gli strumenti di valutazione impiegati in questo caso studio (1) 1. Econometrico (cross section), attraverso lo studio delle variabili rilevanti dei fattori di rischio e di sviluppo delle PMI[1] [1] Scandizzo, Atella (1996), Brancati (1999), Cannari, Chiri (1999), Maiolo (1999), Mediocredito Toscano (2001)
Gli strumenti di valutazione impiegati in questo caso studio (2) 2. Matrice di Contabilità Sociale, con l’impiego della tavola delle interdipendenze settoriali, attraverso lo studio degli effetti diretti e indiretti[2]. [2] Norton, Scandizzo (1981), D’Antonio (1990), Pennisi, Scandizzo (1991), Scandizzo (1994), Florio (1999), Scandizzo, Macrì, Maiolo (2000), Maiolo (2001)
Valutazione Interna e Esterna (1) I criteri proposti rappresentano una metodologia di valutazione sia "interna", sia "esterna". Interna, poiché l’analisi consente di conoscere i risultati raggiungibili attraverso le politiche dello sviluppo locale. Per quanto riguarda gli effetti interni, inoltre, attraverso l’analisi della Matrice di Contabilità Sociale, si potranno conoscere gli effetti moltiplicativi netti attivati dalla spesa pubblica e il ritorno economico degli investimenti (pubblici e privati), attraverso la stima dei nuovi coefficienti tecnici che, a fronte dell’intervento, possono assumere nel sistema produttivo locale.
Valutazione Interna e Esterna (2) L’analisi degli effetti esterni, misurati attraverso gli strumenti metodologici proposti, consente di stimare e misurare il valore complessivo attuato dalla politica locale, non solo strettamente riferito al contesto geografico di un Patto Territoriale o di un Contratto di Programma, ma si potranno conoscere: gli effetti economici producibili al di fuori del territorio specifico (nella SAM vi è un operatore che misura le entrate ed i pagamenti effettuati nell’area studiata con tutto ciò che rimane “fuori” dal territori stesso – operatore Resto del Mondo); le variabili rilevanti della funzione di crescita del fatturato previsto delle PMI analizzate e della funzione delle agevolazioni finanziarie richieste; il valore aggiunto complessivo e l’occupazione netta creata nell’indotto dell’economia locale.
Valutazione di grandi progetti e gruppo di progetti (1) La metodologia proposta può essere considerata una delle possibili tecniche di valutazione delle politiche di sviluppo locale. In un articolo proposto da Florio (1999), viene sottolineato, in effetti, come “le tecniche per la valutazione delle politiche di sviluppo locale si riconducono in definitiva ad un piccolo elenco”. L’autore mette in primo piano l’analisi costi-benefici, per una politica circoscritta ad un singolo grande progetto o gruppo di progetti comunque ben identificati[1]. Ulteriori spunti di analisi su questo indirizzo sono proposti anche da Pennisi – Scandizzo (2003) [1] La Commissione Europea, nel Regolamento n. 1260/99 (art. 5) definisce grandi progetti dei Fondi Strutturali: un insieme di lavori economicamente individuabili che svolgono una funzione tecnica precisa e hanno obiettivi chiaramente definiti e il cui costo totale considerato al fine di determinare l’importo della partecipazione dei Fondi supera i 25 milioni di Euro.
Valutazione di grandi progetti e gruppo di progetti (2) Una seconda via, per progetti che propongono incentivi economici, consiste nell’applicazione di strumenti rivolti alla stima del prodotto addizionale. In tale ambito di strumenti viene suggerita l’analisi di un modello macroeconomico o input-output regionale.
CASO STUDIO di un Patto Territoriale Variabili e database del modello: Bilanci e business plan di 190 imprese, Flussi di spesa del territorio per l’elaborazione della SAM
Database imprese del Patto Territoriale (valori in migliaia di Euro)
Le variabili impiegate nella valutazione del Patto Territoriale (a)Nell'analisi econometrica: • fatturato a regime e atteso • misura dell'agevolazione • nuova occupazione • investimento e tipologia di spesa • mezzi propri • dummies settore e forma giuridica
Risultati dell’analisi econometrica cross-section. Variabile dipendente: tasso di crescita del fatturato atteso
Riscontri empirici dell'analisi proposta (1) Nell’analisi econometrica: • Alcune variabili hanno un ruolo strategico sulla performance della crescita aziendale: forma giuridica, tipologia di investimento. • Le spese in opere murarie sono correlate negativamente alla crescita del fatturato atteso. • Le spese in impianti e macchinari favoriscono la crescita del fatturato atteso. • Le agevolazioni finanziarie erogate in c/capitale consentono una maggiore probabilità di superamento della fase di consolidamento sul mercato, ma non sono sufficienti a garantirne la crescita.
Le variabili impiegate nella valutazione del Patto Territoriale (b)Nella SAM: • flussi di spesa del sistema economico locale • tipologia di spesa del programma di investimento da parte delle PMI del Patto Territoriale • valore degli scambi intersettoriali e valore aggiunto del territorio interessato • moltiplicatore del valore aggiunto e dell'occupazione
Il modello nella fase di “cantiere” L’equazione esprime la variazione di produzione indotta dalla spesa in investimenti iniziale; L’attribuzione dei valori avviene in base a ciascuno dei settori “PRODUTTORI” presenti nella ripartizione per tipologia di spesa.
Il modello nella fase di “regime” L’equazione esprime gli incrementi di produzione necessari per soddisfare gli incrementi autonomi di domanda effettiva. Tale aumento si traduce in una variazione della domanda effettiva e dipende dalla matrice ψ. Quest’ultima può essere interpretata come un filtro che trasforma l’impulso di tipo neoclassico dYt-1, ossia l’incremento di capacità produttiva dei settori proprietari a causa dell’investimento autonomo del periodo precedente, in un impulso equivalente di tipo keynesiano. L’incremento di offerta dei fattori (capitale e lavoro) dovuti ad investimenti del periodo precedente avrà come conseguenza un aumento del moltiplicatore (I – A – θ)-1 e del filtro ψt.
Il modello nella fase di “regime” dove • γi: quota di reddito spesa dalle Istituzioni (Famiglie, Imprese, Governo, Resto del Mondo) nel settore i-esimo, • λ: quota di lavoro e capitale di proprietà delle Istituzioni, • fi: quantità di lavoro e capitale richiesta per produrre una unità del prodotto i-esimo.
Vettore di simulazione degli investimenti d’impresa previsti, secondo la composizione del progetto. Ipotesi di shock finanziario secondo l’ipotesi prevista con il Patto.Operatore estratto: Formazione di Capitale (valori in migliaia di Euro)
Vettore di simulazione degli investimenti d’impresa previsti, secondo la composizione del progetto. Ipotesi di shock finanziario secondo l’ipotesi di spesa autoctona/endogena.Operatore estratto: Formazione di Capitale (valori in migliaia di Euro)
Risultato impatto economico degli investimenti previsti (valori in migliaia di Euro)
Analisi del moltiplicatore: con e senza l’intervento pubblico
Riscontri empirici dell'analisi proposta (2)Nella SAM: • L’incidenza della spesa è concentrata in settori poco sensibili alla creazione di valore, quali il settore edile (quest’ultimo assorbe, per esempio, circa la metà degli investimenti previsti dalle imprese). • Le spese in impianti e macchinari presentano una elevata capacità d’impatto all’interno del sistema economico locale. • Rispetto alla naturale propensione dell’area, il valore aggiunto netto e la nuova occupazione sono quasi pari ai risultati ottenibili se la spesa viene realizzata secondo la tipologia settoriale preferita dalle imprese. Rilevante è il diverso impatto sulle entrate della PA. • L’effetto spiazzamento dell’intervento pubblico a favore di quello privato è comunque da verificare.
Considerazioni sui risultati • Nonostante il contributo in conto capitale erogabile alle imprese possa costituire un beneficio netto, le stesse rimangono vincolate nella gestione finanziaria dell’indebitamento e limitate nella crescita del fatturato • La copertura finanziaria di un piano di investimenti diventa un serio problema di scelte e analisi alle forme ideali di gestione, dove le scelte strategiche possono influire in misura rilevante sulla crescita nel medio/lungo periodo • La letteratura economica, in materia di strumenti finanziari innovativi, riporta tra le tecniche di gestione strategica finanziaria, il Venture Capital, i Fondi Chiusid’investimento, la Securitization, quali possibili strumenti per il finanziamento di particolari tipologie di imprese che operano nei settori della cd new economy e/o comunque con forti potenziali di sviluppo • La scelta dell’investimento (tipologia di spesa, strategie, opzioni) diventa fondamentale per massimizzare: effetti di ricaduta economica e occupazionale, crescita dell’impresa
Riferimenti bibliografici • Brancati R., (1999), “La valutazione delle politiche industriali: un’introduzione”, stesura provvisoria presentata al convegno AIV “La valutazione delle politiche industriali”, 2 dicembre, Roma. • Cannari L., Chiri S., (1999), “La valutazione delle misure generali di sostegno alle imprese”, stesura provvisoria presentata al convegno AIV “La valutazione delle politiche industriali”, 2 dicembre, Roma. • D’Antonio M., (1990), Il Mezzogiorno nella struttura dell’economia italiana, F. Angeli, Milano. • Florio M., (1999), “La valutazione delle politiche di Sviluppo Locale”, stesura provvisoria presentata al convegno AIV “La valutazione delle politiche industriali”, 2 dicembre, Roma. • Maiolo S., (1999), “Le PMI del Mezzogiorno: creazione d’impresa e rischi finanziari”, workshop "Gli Strumenti Finanziari per le Imprese", Iniziativa Comunitaria Occupazione, Progetto Adapt, Palazzo S. Agostino, 18 giugno 1999, Salerno. • Maiolo S., (2001), “Sviluppo locale e patti territoriali: valutazioni di crescita e rischi finanziari”, in Rivista Bancaria Minerva Bancaria, n. 5, settembre - ottobre • Mediocredito Toscano, (2001), “Una valutazione delle Politiche Industriali tra continuità e innovazione”, 1° Rapporto MET, 12 Febbraio, Firenze • Norton , Scandizzo P. L., (1981), “General equilibrium computations in activity analysis models”, Operations Research. • Pennisi G., Scandizzo P.L., (2003), Valutare l’Incertezza: l’analisi costi benefici nel XXI secolo, Giappichelli Ed, Torino. • Scandizzo P. L., (1994), I modelli di equilibrio economico generale e la valutazione dei progetti di investimento, ISPE, Roma. • Scandizzo P.L. e Atella P. (1997), Fattori di rischio e di sviluppo delle nuove imprese del Mezzogiorno, Franco Angeli. • Scandizzo P. L., Macrì P., Maiolo S. (2000), “Il Piano Socio Economico del Parco Nazionale del Cilento, attraverso la Matrice di Contabilità Sociale”, convegno Fondazione Alario, Ascea Marina (SA), 16-17 Gennaio.