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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA. Facoltà di Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienze Politiche. Corso di Laurea in Comunicazione Interculturale Multimediale. Charles Bukowski: i Temi sociali e il suo esempio come Successo di Sogno Americano. Relatore:
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA Facoltà di Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienze Politiche Corso di Laurea in Comunicazione Interculturale Multimediale Charles Bukowski: i Temi sociali e il suo esempio come Successo di Sogno Americano Relatore: Chiar.mo Prof. Leonardo Terzo Tesi di Laurea di Gabriele Caldarone Matricola n°345987/13 Correlatore: Chiar.ma Prof.ssa Barbara Berri Anno Accademico 2010-2011
Introduzione a Bukowski Bukowski domanda al lettore molto impegno in termini di immedesimazione, attraverso una sorta di tacito patto: “Non giudicarmi e vedrai che ci divertiremo.” Gli sfottò e le sbruffonate presenti nelle sue opere sono utili a sfoltire l’uditorio, ad allontanare lettori molesti che si soffermerebbero unicamente sulle battute sconce senza coglierne il vero significato.
Introduzione a Bukowski L’intera attività letteraria di Bukowski si può definire un atto d’amore verso le asperità della vita: le immagini che risultano dai suoi libri sono immagini di ghettizzazione, di repressione, e la forma del dialogo esprime il suo momento di rivolta con la volgarità del linguaggio.
Lettore empirico vs Lettore modello Leggendo le opere di Bukowski, è possibile individuare due distinti livelli di lettura: Lettore empirico: Utilizza il testo come contenitore per le proprie passioni, tralasciando il compito di interpretare il testo. Il lettore neofita di Bukowski, è affascinato dall’uso del turpiloquio, dalla minuziosa descrizione d’incontri sessuali, di gioco d’azzardo e di bevute.
Lettore empirico vs Lettore modello Deve essere in grado di “affrontare interpretativamente le espressioni nello stesso modo in cui l’autore le affronta generativamente “ (U.Eco) Lettoremodello: Questa distinzione mette in evidenza che il lettore che è in grado di analizzare Bukowski, scoprirà che egli si dedicò a descrivere l’America degli emarginati sociali in modo oggettivo e con disincantato cinismo, creando uno stile letterario difficilmente imitabile.
Lettore empirico vs Lettore modello È molto difficile individuare la dimensione intellettuale in Bukowski, poiché il lettore medio tende a perdersi in un vortice di oscenità: l’assenza di citazioni, di elaborazione di concetti filosofici, nonché di messaggi politici, crea un effetto di estraniamento, dal quale è difficile scostarsi, costringendo così coloro che lo vogliono analizzare ad agire al di fuori degli schemi precostituiti.
Charles Bukowski Ferito dalla vita, Bukowski preferisce rimanere in uno stato di conflitto interiore, nel ricordo della coramella usata dal padre per picchiarlo e dallo sguardo indifferente della madre, piuttosto che affidarsi alla speranza di riconciliazione con il suo passato. La critica alla società capitalistica non è svolta sul piano utopico, in nome di una possibile alternativa migliore, ma al fine di perseguire la propria libertà di espressione. È lo spirito istintivo di reazione all’omologazione di massa a caratterizzare questo scrittore, che si è sempre opposto al dilagante conformismo che rischia di cancellare le diversità che compongono la società.
Il Lavoro secondo Bukowski Alcol, sesso e violenza sono i protagonisti dei libri di Bukowski, il quale è ossessionato nel descrivere la tristezza e i dolori delle persone costrette a vivere ai margini della società. In effetti i personaggi che animano i romanzi e le poesie di Charles sono individui nevrotici, alcolisti, incapaci di comunicare, ma con un estremo bisogno di essere amati. Ciò che affascina di Bukowski è che pur avendo vissuto in prima persona l’umiliazione di essere considerato un cittadino di seconda classe, sia riuscito a descrivere oggettivamente la realtà del ceto medio-basso statunitense senza risultare compassionevole, al contrario degli scrittori che denunciavano le condizioni del lavoro manuale senza averlo conosciuto direttamente.
Il Lavoro secondo Bukowski La critica sul lavoro è affrontata nel romanzo intitolato Post Office, il quale racconta il periodo da lui trascorso come postino e come impiegato agli uffici postali di Los Angeles. Fin dalla prima pagina si capisce come il romanzo sia crudele, cinico, intriso di humor nero, che fa ridere e al tempo stesso riflettere. Durante la lettura del libro, si finirà col sostenere Bukowski, poiché il filo conduttore che fa da sottofondo a questo racconto di disperazione è la speranza di riuscire ad emergere dalle situazioni più dure.
Il Lavoro secondo Bukowski In generale le opere di Bukowski sono costellate da una miriade di considerazioni contro il lavoro, imputato di essere la causa dell’infelicità delle persone, costrette per otto al giorno alla ripetizione di monotone azioni, che impediscono di condurre un’esistenza felice. Nel libro-diario Il Capitano è Fuori a Pranzo afferma: “Il lavoro ti ruba la vita, non ti permette di fare le cose che vuoi, ti consuma lentamente. […] La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.”
Il Lavoro secondo Bukowski Come soggetto per un libro, il lavoro di postino non è un granché, ma in Post Office Bukowski riesce a renderlo interessante, grazie al realismo con il quale descrive e al tempo stesso restituisce la noia del portare e smistare la posta, suscitando l’immedesimazione di ogni lettore, costretto a svolgere mansioni poco gradite, dal momento che il lavoro ripetitivo è una costante di molti individui.
Bukowski e le donne Nelle opere di Bukowski è sempre presente il sesso, poiché aveva capito che questo tema, debitamente inserito nel contesto incrementava le vendite dei suoi libri. Evidentemente questa mossa non fu compresa dai movimenti femministi che manifestavano sotto casa sua, accusandolo di misoginia e di maschilismo, con tutta probabilità a causa di alcune battute che lo scrittore rivolse a Fay, la sua terza moglie durante un litigio: “ Lo so che vuoi salvare il mondo, ma non potresti incominciare dalla cucina?” Se si analizzano le sue opere, ci si rende conto che Bukowski non era misogino: egli tratta tutti con sarcasmo, a cominciare da se stesso, raccontando così il genere umano e le sue miserie mettendo uomini e donne sullo stesso piano cosa che, a ben vedere collima con la battaglia che il femminismo stava combattendo per ottenere la parità dei sessi.
Il Sogno Americano Una volta che i suoi libri furono pubblicati in Europa, il successo non tardò ad arrivare, e questo pose fine alla travagliata vita dello scrittore. Non doveva più dormire nei parchi o condividere la stanza d’albergo con qualche barbone. Stupisce il fatto che l’antitesi dell’ American Dreamsiariuscito laddove molti fallirono: era diventato ricco, aveva coronato il sogno americano, proprio Charles Bukowski, il cavallo sul quale nessun scommettitore avrebbe avuto il coraggio di puntare un centesimo.
Il Sogno Americano Bukowski è la dimostrazione che con la forza di volontà e con la passione è possibile raggiungere l’obiettivo prefissato. Il nostro scrittore non mollò mai la presa, non perse mai di vista lo scopo per il quale accettò lavori umilianti ed emarginazione sociale. Il suo amore per la scrittura lo portò a condurre un’esistenza infelice, ripagata solo nell’ultimo decennio della sua vita.
Conclusione • Tramite la sua critica al lavoro e alla società consumistica, Bukowski si erge come interprete dell’alienazione che corrode l’esistenza dell’uomo contemporaneo, il quale spesso intraprende l’impari lotta contro il destino che lo costringe a soffrire per tutta la vita; • Lo scrittore è convinto che ciò che spinge tutti ad alzarsi la mattina per trascorrere la giornata in qualsiasi occupazione, non è la voglia di lavorare in sé, ma l’istinto di codardia che abita in ognuno di noi, che ci impedisce di trovare il coraggio per fare ciò che realmente si desidera; • L’utilizzo di temi scabrosi all’interno delle sue opere ha uno scopo ambivalente: se da un lato è vantaggioso sotto l’aspetto del profitto, poiché aumenta le vendite dei libri, dall’altro lato va letto in chiave ironica, al fine di sottolineare la vacuità dell’esistenza umana. • “Se si distrugge l’umanità, non me ne importa. E non mi preoccupo di salvare la balena o il grande leopardo bianco o la pantera nera o altro. Quello che mi importa è andare a piedi fino all’angolo e comprare il giornale e leggere di uno stupro avvenuto in strada o di una rapina in banca e magari andare a fare colazione da qualche parte e bere una birra e andare in giro e guardare un cane o grattarmi sotto le ascelle. Non mi interessano i grandi problemi.” (Quello che importa è grattarmi sotto le Ascelle, pagg.19-20)