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IT. 2007- 2013. La Politica di coesione in Italia. Focus sul Programma Operativo della Regione Veneto Bruxelles – 22 giugno 2010 Francesca Michielin Commissione europea Direzione Generale Politica Regionale. Politica di coesione 2007- 2013. I principi generali Lo scenario italiano
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IT 2007- 2013 La Politica di coesione in Italia. Focus sul Programma Operativo della Regione Veneto Bruxelles – 22 giugno 2010 Francesca Michielin Commissione europea Direzione Generale Politica Regionale
Politica di coesione 2007- 2013 • I principi generali • Lo scenario italiano • Il Veneto • Il futuro della Politica di coesione
Politica di coesione 2007- 2013 • I principi generali • Lo scenario italiano • Il Veneto • Il futuro della Politica di coesione
Politica di coesione 2007- 2013 • Nuovo focus: • Una crescita più intensa e maggiori posti di lavoro • Ridurre le disparità sociali ed economiche; • Incrementare l’attrattiva delle regioni e delle città; • Promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e la crescita dell’economia basata sulla conoscenza favorendo la ricerca e l’innovazione; • Creare nuovi posti di lavoro qualitativamente migliori.
Politica di coesione 2007- 2013 Base giuridica - Art. 2 del Trattato CE : “La Comunità ha il compito di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile dell’insieme della Comunità e la coesione economica e sociale e la solidarietà tra Stati membri”. - Art. 158 del Trattato CE : “La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali”.
III Lapolitica di coesione 2007-2013 implementazione • Tre fondi • - Fondo europeo di sviluppo regionale • Fondo sociale europeo • Fondo di coesione (no Italia) • Tre obiettivi • - convergenza • - competitività regionale e occupazione • - cooperazione territoriale Definizione, in dialogo con lo Stato Membro del Quadro Strategico Nazionale di Riferimento e dei programmi operativi regionali e nazionali (priorità orizzontali).
Politica di coesione 2007- 2013 • 3 OBIETTIVI • Convergenza (81.5% delle risorse disponibili):per regioni in ritardo di sviluppo(<75% PIL della media comunitaria- EU25) • Competitività e occupazione (16%):regioni che necessitano un consolidamento della loro attività attraverso un rafforzamento della competitività • Cooperazione territoriale (2.5%):per gestire in modo coordinato l’aumento del numero delle frontiere • transfrontaliera (regioni con frontiere terrestri e marittime della UE) • trasnazionale (13 zone di cooperazione) • interregionale (tutte le regioni UE)
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Italia. Ripartizione delle risorse FESR e FSE (2000-2006 vs. 2007-2013) Importi in M€ Fonte: Decisioni C(2006) 3472, 3473 e 3474, del 04.08.2006 (*) I fondi destinati ai PON sono stati attribuiti sulla base del peso finanziario relativo delle 4 Regioni
Ob. CRO - Ripartizione delle risorse FESR e FSE (2007-2013) Importi in €
Obiettivo Competitività & OccupazioneCampi di intervento del FESR • Gli assi prioritari possono interessare 7 ambiti principali: • R&ST e Innovazione • Ambiente • Energia • Trasporti e accessibilità • Società dell’informazione • Sviluppo urbano (asse territoriale) • + Assistenza tecnica
Italia – Ob. CRO Risorse FESR per tema (2007-2013 vs. 2000-2006)
1. R&ST e Innovazione (CRO) • - Audit tecnologici/studi • Aiuti alla ricerca industriale delle imprese • Aiuti all’innovazione delle imprese • Sostegno a piattaforme tecnologiche (cluster, distretti, centri di ricerca) • Sostegno alla brevettazione • Aiuti al trasferimento tecnologico • Risorse umane (R&ST manager, ricercatori, alta formazione) • Strumenti finanziari specifici • Centri di competenza industriale e tecnologica
2. Ambiente e Energia (CRO) • Recupero fisico (riconversione siti industriali e recupero siti contaminati – proprietà pubblica) • Efficienza energetica e produzione di energie rinnovabili (eolica, solare, biomassa, geotermica, idroelettrica) • Prevenzione rischio ambientale • Tutela patrimonio naturale e culturale finalizzato a sviluppo socioeconomico • Mobilità pubblica pulita e sostenibile (in particolare nelle zone urbane) 3. Società dell’informazione (CRO) Accesso alle TLC da parte delle PMI (accesso alle reti, attrezzature, servizi e applicazioni, piani di azione destinati alle micro imprese e alle imprese artigiane).
4. Trasporti e accessibilità • Interventi di sviluppo delle modalità di trasporto competitive e sostenibili e dell’intermodalità, che consentono di: • Migliorare i collegamenti (accessibilità e di servizi) con le reti TEN-T e i poli quali: • - gli snodi ferroviari • - gli aeroporti e porti regionali (link alle autostrade del mare) • le piattaforme multimodali (Interporti). • Creare collegamenti radiali con le principali linee ferroviarie • Promuovere le vie navigabili interne regionali e locali e del trasporto marittimo a corto raggio.
Le reti Transeuropee (TEN-T) • Pilastro dell’integrazione europea e della realizzazione in un mercato interno privo di barriere • Standard comuni di sicurezza ed accessibilità (inclusi sistemi informatici – segnaletica ferroviaria in futuro anche tariffazione stradale) 30 “Assi Prioritari”, 3 assi ferroviari di particolare interesse per l’Italia: • - Corridoio 1: Berlino-Monaco-Verona/Milano-Bologna-Roma-Napoli-Palermo • - Corridoio 6: Lione-Trieste-Divaca/Koper-Ljubljana-Budapest-confine Ucraina • - Corridoio 24: Genova-Rotterdam (I° porto UE)
5. Sviluppo urbano • Sviluppo distrategie integrate e sostenibili • contro l'elevata concentrazione di problemi • economici, ambientali e sociali, mediante: • il recupero dell'ambiente fisico • 2. la riconversione dei siti industriali in abbandono • 3. la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale • 4. la promozione dell'imprenditorialità • 5. l'occupazione e lo sviluppo delle comunità locali • 6. la prestazione di servizi alla popolazione.
L’articolazione delle competenze Le competenze comunitarie Le competenze dello Stato Ministero per lo Sviluppo Economico – DPSC Ministero dell’Economia e delle Finanze - IGRUE Le competenze dell'Autorità di Gestione Le competenze dei Comitati di Sorveglianza degli interventi 20
Le competenze comunitarie Fase iniziale: elabora gli orientamenti per attuazione dei Fondi strutturali, Negozia il contenuto dei PO, Adotta delle decisioni di approvazione dei PO. Fase attuativa: elabora gli orientamenti per l’attuazione dei PO, partecipa ai Comitati di sorveglianza, verifica, con l’AdG, i principali risultati conseguiti. Fase finale: approvazione del rapporto finale di esecuzione, controllo ex post degli interventi. 21
Le competenze dello Stato italiano Ministero per lo Sviluppo Economico - Il Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione (DPS) coordinamento delle iniziative in materia dei Fondi strutturali, coerentemente alle direttive impartite dal CIPE. Funzione di indirizzo nei confronti di tutte le amministrazioni titolari dei PO. Ministero dell’Economia e delle Finanze - Il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (IGRUE) gestione del fondo di rotazione per le politiche comunitarie (art. 5 della L. 183/87), raccolta dei dati di monitoraggio e la loro trasmissione alla Commissione, coordinamento tecnico in materia di controlli eseguiti dagli organismi comunitari. 22
Le competenze dell’autorità di gestione L‘AdG è il soggetto responsabile dell’attuazione del PO. Art. 60 del Regolamento (CE) N° 1083/2006 definisce le sue competenze: attuazione del PO (gestione e selezione dei progetti); produzione dei documenti necessari (rapporto annuale di esecuzione, valutazioni), disporre la raccolta dei dati fisici e finanziari e un sistema efficace di controllo; assicurare che gli interventi finanziati siano compatibili con le politiche comunitarie; attività d’informazione e pubblicità. 23
Le competenze del Comitato di sorveglianza Per ogni PO lo Stato Membro istituisce un Comitato di Sorveglianza. Il Comitato è composto da rappresentanti dell'AdG, della Commissione, dei soggetti istituzionali e delle parti sociali. In particolare il Comitato: 24
Politica di coesione 2007- 2013 • I principi generali • Lo scenario italiano • Il Veneto • Il futuro della Politica di coesione
POR Veneto Obiettivo « Competitività » Confronto 2000-2006 / 2007-2013
POR FESR Veneto 2007-2013 Obiettivi al 2013 Creazione di 800 nuovi posti di lavoro Riduzione delle emissioni di CO2 da gas serra nell’atmosfera (obiettivo 49.987 ton.) 25% produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili
POR FESR Veneto 2007-2013Asse I – Innovazione ed economia della conoscenza
POR FESR Veneto 2007-2013Asse III – Ambiente e valorizzazione del territorio
POR FESR Veneto 2007-2013Asse IV – Accesso ai servizi di trasporto e di telecomunicazioni
Politica di coesione 2007- 2013 • I principi generali • Lo scenario italiano • Il Veneto • Il futuro della Politica di coesione
Una politica che funziona… 2000-2006 Per tutte le regioni Obv 1 EU 15: PIL pro-capite dal 63% al 70% della media EU15 2007-2013 (stime preliminari anti-crisi) PIL +8% per Lituania, Rep. Ceca e Slovacchia + 6% per Bulgaria, Polonia e Romania + 3 % in Grecia e 1,5 % in Spagna, Mezzogiorno e Länder tedeschi 38
… ma che va rinnovata Globalizzazione Cambiamento demografico, flussi migratori Cambiamento climatico Aumento dei prezzi dell’energia, sicurezza degli approvvigionamenti 39
Il futuro della Politica europea di coesione. Calendario • Documento sulla revisione del bilancio europeo (nov/dic 2009) • Proposta sul nuovo bilancio europeo 2014-2020 (fine 2010/inizio 2011) • V rapporto sulla coesione (ottobre 2010/inizio 2011) • Proposte legislative e finanziarie (primavera/estate 2011)
Il futuro della Politica europea di coesione Nuove Sfide + risorse scarse = Orientamento a riformare il bilancio aumentando il valore aggiunto dell’intervento comunitario Concentrazione su un numero limitato di priorità: • crescita e lavoro sostenibili • cambiamento climatico • EU come attore globale per promuovere sicurezza, prosperità e solidarietà
Il futuro della Politica europea di coesioneTre scenari possibili Status quo Riforma della politica Significativo down-sizing e involuzione della politica
a) Status quo Fonte di inefficienze e critiche Valore limitato all’aspetto finanziario Centrata sulle procedure e non sui risultati
b) Riforma: il rapporto “Barca” Un nuovo contratto: Concentrazione su poche priorità europee Orientamento ai risultati Promuovere la sperimentazione e l’apprendimento Rafforzamento della Commissione Nuovi contrappesi politici 2. Scenari
c) Down-sizing della politica Politica di coesione a fini redistributivi tra SM sopprimere l’obv 2 (CRO) della politica di coesione che interessa 2/3 delle regioni EU Assenza della politica di coesione in 200 regioni su 271 e 16 SM su 27 Settorializzazione degli interventi
Riflessioni sulla politica di coesione Documenti di riferimento: VIRelazione intermedia sulla coesione economica e sociale, 2009 IV Relazione sulla coesione economica e sociale, 2007 Pubblicazione “Regions 2020”, 2009 Rapporto Barca, 2009 Pubblicazioni future: Valutazioni e studi ex-post, 2009 V Relazione sulla coesione economica e sociale 2010 46
Politica Regionale EU: http://ec.europa.eu/regional_policy/index_it.htm • FESR: http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/feder/index_it.htm • PO Veneto: http://www.regione.veneto.it/Economia/Programmi+Comunitari/Nuova+programmazione+2007+-+2013/ • Progetti prioritari sulle reti transeuropee: http://ec.europa.eu/ten/transport/priority_projects/index_en.htm • La politica di coesione italiana – i programmi: http://www.dps.mef.gov.it/qsn/qsn_programmioperativi.asp Per saperne di più Link utili