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75° Anniversario della Professione 1929 - 2004. PREFAZIONE. Quando mi chiedono la data di nascita dei periti industriali, mi viene sempre la tentazione di rispondere che abbiamo cominciato tanto tempo fa, più o meno seguendo le prime tracce dell’uomo sul nostro pianeta.
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PREFAZIONE Quando mi chiedono la data di nascita dei periti industriali, mi viene sempre la tentazione di rispondere che abbiamo cominciato tanto tempo fa, più o meno seguendo le prime tracce dell’uomo sul nostro pianeta. E può realmente darsi che la nostra origine affondi nella notte dei tempi: accendiamo il primo fuoco, affiliamo la selce, alziamo un riparo d’argilla. In quei primi passi dell’uomo ci sembra naturale ritrovare una comune matrice con la nostra identità: siamo fatti di quel medesimo impasto che ci vuole pionieri del mondo, artefici della nostra e altrui fortuna, protagonisti necessari del progresso umano. E può realmente darsi che, così inteso, il nostro mestiere non possa mai scomparire, pena la stessa scomparsa del genere umano, la cui natura si rispecchia con orgoglio nell’incessante opera del fare, frutto di una perfetta alleanza tra volontà e intelletto. Se così fosse (e così forse è), quali potrebbero mai essere le ragioni - si chiederà qualcuno tra i nostri lettori - che hanno spinto il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati a commissionare una ricerca su un singolo frammento temporale di una condizione che giudichiamo altrimenti uni versale? Senza troppo filosofeggiare, posso rispondere che una cosa è il riconoscere una condizione umana, ed altra cosa è conoscere le forme nelle quali si manifesta. Per noi, per come siamo fatti oggi, assumono quindi una particolare rilevanza i modi nei quali si è sviluppata l’Italia all’indomani dell’Unità, di come il sistema delle professioni abbia contribuito in maniera decisiva alla crescita economico-sociale del Paese e in quali forme la comunità abbia codificato il nostro ruolo. Snodo centrale di questo percorso è il Regio Decreto 11 febbraio 1929, n. 275, atto di costituzione della professione di perito industriale in Italia, di cui quest’anno ricorre il 75° anniversario. Abbiamo quindi ritenuto che fosse giusto, cogliendo l’occasione di un compleanno, riflettere sulle nostre specificità commissionando a un giovane ma valente team di ricercatori, ottimamente coordinato da Severina Fontana, il compito di raccontarci la nostra storia. Chiedere a un occhio esterno di guardarci è importante (il narcisismo, l’autocontemplazione acritica di sé, è sempre in agguato), ma più importante ancora ci sembrava la possibilità di cogliere la nostra identità nel corso di un periodo che - comunque lo si voglia giudicare - ha rivoluzionato i modi del produrre e del vivere. Con questo libro che ripercorre la storia dei periti industriali nel nostro paese, il Cnpi celebra dunque una data (11 febbraio 1929) e racconta una professione (la nostra), ma soprattutto intende offrire una testimonianza di riconoscenza verso tutti coloro che hanno contribuito a renderci consapevoli del nostro passato e convinti del nostro futuro. Tra questi il fisico premio Nobel Carlo Rubbia ha voluto iscrivere Guglielmo Marconi, a ragione anche secondo la figlia Elettra che ne ha dato testimonianza in più occasioni. Di questa iscrizione, confortata dalla sua frequentazione in età giovanile dell’Istituto tecnico di Livorno, nel laboratorio di Vincenzo Rosa, l’unico maestro che Marconi abbia mai riconosciuto come tale, non possiamo che andare orgogliosi. Il Presidente del Cnpi Mariano Magnabosco Roma, 11 febbraio 2004
Severina Fontana.Direttrice dal 1980 fino allo scorso anno dell’istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza, ha fatto studi sull’associazionismo politico ed economico tra Otto e Novecento collaborando a riviste storiche italiane e straniere, tra le quali “Quaderni storici” e “Histoire Écomomie et Société”. Per la casa editrice Laterza ha curato il volume La Federconsorzi tra stato liberale e fascismo, uscito nel 1995. Nel 2003 sui temi legali al lavoro femminile nel Novecento ha pubblicato con i tipi della Mazzotta Donne luoghi lavoro.Alessandra Cantagalli. Laureata in storia contemporanea presso l’università di Bologna, dove sta svolgendo il dottorato di ricerca, si occupa di storia delle professioni. Su questo tema ha pubblicato La professione del dottore commercialista in I professionisti, a cura di Maria Malatesta, Einaudi, Torino 1996 e il volume I periti industriali. Storia di una professione 1859-1996, Roma 2000.Serena Groppelli. Si è laureata in storia contemporanea presso l’università di Bologna nel luglio 2002 continuando poi ad occuparsi di storia del pensiero socialista. Ha frequentato il Master in management della cultura presso la Luiss management di Roma e attualmente lavora presso il Politecnico delle arti, della cultura e delle lingue delle Scuole civiche di Milano.Daniela Morsia. Laureata in storia contemporanea all’Università di Bologna. giornalista e ricercatrice, si occupa di storia moderna e contemporanea, con particolare riferimento alla storia della chiesa, delle istituzioni culturali e dell’agricoltura. Torna alla home page >>