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La formazione professionale: un obbligo di legge e un diritto per la salute umana e la tutela ambientale. Pres. ELSE Stefano Frangerini Livorno 19/06/09. Delibera del Consiglio Regionale nr 102 del 08/04/97. Leggiamo le finalità della delibera.
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La formazione professionale: un obbligo di legge eun diritto per la salute umana e la tutela ambientale Pres. ELSE Stefano Frangerini Livorno 19/06/09
Delibera del Consiglio Regionale nr 102 del 08/04/97 Leggiamo le finalità della delibera
La finalità è quella di fornire ai servizi un'indicazione sulle modalità operative, sulle misure di prevenzione primaria da far adottare e sui controlli da effettuare in caso di demolizione o lavori di ristrutturazione che comportano la manipolazione di coperture, pareti, tubazioni, contenitori per fluidi, ecc., in cemento amianto comunemente detto "Eternit".
La conoscenza relativa ai modi di prevenire i danni dovrà comprendere anche l'informazione sulle modalità operative da seguire nella manipolazione, nell'uso dei sistemi di protezione ambientale e personale e nell'igiene individuale.
A tal fine i lavoratori potranno frequentare corsi formativi allo scopo predisposti. E' utile ricordare che l'inosservanza degli adempimenti stabiliti dal D.Lgs. n. 277/1991 è sanzionata penalmente.
Tutti i lavoratori edili che svolgono attività a contatto con l’amianto devono conseguire un attestato che comprovi la loro partecipazione ad un corso di di formazione secondo le modalità previste dal Decreto Regionale n 3831 del 29 luglio 2002
Valutazione vetustàdell’ amianto I vari parametri che si prendono usualmente in considerazione per valutare il pericolo di rilascio di fibre possono essere sintetizzati in una relazione matematica detta algoritmo. Tale approccio prevede che a ciascun parametro venga assegnato un valore numerico (peso) e che i pesi siano poi elaborati in una semplice relazione matematica (generalmente una sommatoria).
In questo modo alla situazione esaminata viene attribuito un punteggio che consente di ordinare diverse situazioni secondo criteri di priorità ovvero di confrontarle con una scala predefinita di azioni correttive.
Il limite degli algoritmi è rappresentato dalla variabilità soggettiva tra i rilevatori nell’attribuzione dei punteggi e dalla mancanza di correlazione con i livelli di fibre aerodisperse. • Usati con prudenza, si rivelano, però, strumenti estremamente utili nel processo decisionale che conduce alla scelta del quando e del come intervenire.
I sistemi di algoritmi non sono alternativi ai criteri di valutazione del rischio previsti dalle norme tecniche italiane, piuttosto sono ad essi complementari, in quanto prendono in considerazione gli stessi parametri, ma li valutano anche sul piano quantitativo.
TIPOLOGIE DI INTERVENTI • Rimozione: elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell'edificio. Comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e produce notevoli quantitativi di rifiuti speciali che devono essere correttamente smaltiti. In genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso.
Incapsulamento: trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti. Il rischio per i lavoratori addetti è generalmente minore rispetto alla rimozione. E' il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio. Il principale inconveniente e' rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e della conseguente necessita' di mantenere un programma di controllo e manutenzione.
Confinamento: installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni. Rispetto agli altri due interventi presenta un costo più contenuto.
La certificazione della restituibiltà di ambienti bonificati Al termine dei lavori di bonifica, dovranno essere eseguite le operazioni di certificazione di restituibilità degli ambienti bonificati. Tali operazioni, da eseguirsi a spese del committente, dovranno essere eseguite da funzionari della ASL competente al fine di assicurare che le aree interessate possano essere rioccupate con sicurezza. In genere si distinguono tre fasi di analisi delle fibre d'amianto: • prima dell’intervento di bonifica, per valutare lo stato dei materiali; • nel corso dell’intervento, per accertare il contenuto di fibre di amianto aerodisperse ai fini della salvaguardia della sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente circostante; • alla fine dei lavori, per valutare la restituibilità del sito bonificato.
La realtà delle imprese toscane I dati dell’Albo Nazionale Gestori Rifiuti, aggiornati al 18 giugno 2009
Le imprese toscaneiscritte nell’Albo e che operano nel settore della rimozione amianto sono 228 di cui 24 nella Provincia di Livorno
Di queste 83 eseguono attività di bonifica beni contenenti amianto (10 A) effettuata sui materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi Nella Provincia di Livorno le imprese sono 24
32 eseguono attività di bonifica beni contenenti amianto (10 B) effettuata sui materiali d'attrito, materiali isolanti, contenitori a pressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto Nella Provincia di Livorno Ci sono 3 imprese
Le imprese toscane che operano nella raccolta e trasporto rifiuti pericolosi sono 338 Di cui 40 nella Provincia di Livorno