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EANweb : Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009. CRONOLOGIA DEL SIDEREUS NUNCIUS. ovvero, il racconto di ciò che accadde a Galileo e all’astronomia tra l’estate del 1609 e la primavera del 1610. Rodolfo Calanca – Direttore editoriale EANweb. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009.
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EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 CRONOLOGIA DEL SIDEREUS NUNCIUS ovvero, il racconto di ciò che accadde a Galileo e all’astronomia tra l’estate del 1609 e la primavera del 1610 Rodolfo Calanca – Direttore editoriale EANweb © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
QUESTA CONFERENZA RISPECCHIA FEDELMENTE IL CONTENUTO DEL LIBRO CHE RODOLFO CALANCA STA SCRIVENDO SULLA STORIA DEL CANNOCCHIALE GALILEIANO
Rodolfo Calanca da annisi occupa di comunicazione scientifica e di divulgazione astronomica. E’ stato vicedirettore della rivista COELUM Astronomia, ha scritto 150 articoli per numerose testate specializzate ed è autore di un libro sui transiti di Venere. Tra i suoi principali interessi, la storia dell'astronomia ed il coordinamento, in ambito nazionale, di progetti di ricerca scientifica rivolti agli amatori. E' stato il primo in Italia a proporre con successo, nel 2007, l'osservazione dei transiti di pianeti extrasolari con strumentazione non professionale. Attualmente dirige il portale di informazione astronomica EANweb (www.eanweb.net) e sta scrivendo due libri: sull’astronomia di Galileo ed un manuale tecnico.
2009: Anno Internazionale dell’Astronomia – Anno galileiano Il 2009 è stato dichiarato l' Anno Internazionale dell'Astronomiadall‘Unesco. L'anno 2009 coincide col quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con il cannocchiale fatte da Galileo.
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Il “Saltarello”, un pezzo per liuto, composto da Vincenzio Galilei è qui proposto per chitarra classica Saltarello, Vincenzio Galilei © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 GALILEO GALILEI: BREVE NOTA BIOGRAFICA PRIMA LETTURA: VINCENZIO VIVIANI DESCRIVE GALILEO SECONDA LETTURA: CONTRO IL PORTAR LA TOGA © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 BIOGRAFIA DI GALILEO DALLA NASCITA AL PERIODO PADOVANO © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 BIOGRAFIA DI GALILEO FINO AL 1609 1564, 15 febbraio: Galileo Galilei nasce a Pisa da Vincenzio Galilei, famoso musicologo e da Giulia Ammannati. 1574: Studia in un collegio fiorentino 1581: Si iscrive alla facoltà di medicina dell’Università di Pisa. 1585: non è interessato alla medicina, lascia l’Università senza aver conseguito la laurea. 1586: studia matematica privatamente, tiene una lezione all’accademia fiorentina sull’Inferno dantesco: è una lezione magistrale. 1589: Dopo lunga attesa, riesce a farsi assumere all’Università di Pisa come lettore di matematiche. Ritratto di Galileo a 40 anni circa, eseguito da Domenico Tintoretto © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Continua BREVE BIOGRAFIA DI GALILEO 1592: finalmente ottiene un incarico all’Università di Padova, dopo aver tentato inutilmente di entrare all’Università di Bologna in qualità di docente. 1597: le sue lezioni all’Università vertono sull’astronomia tolemaica. Scrive un trattato di Cosmografia, una sorta di dispensa ad uso dei suoi studenti. In una lettera a Kepler si dichiara copernicano. 1598-1609: Realizza il compasso geometrico-militare, la bilancetta, progetta sistemi che consentono di migliorare la navigazione; frequenta l’Arsenale e i cristalleri di Murano. 1609: Agli inizi di quell’anno sta sondando discretamente l’ambiente fiorentino per cercare di tornare in patria con un incarico presso la corte ducale. Vincenzio Galilei, padre di Galileo, famoso musicologo fiorentino © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009 © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 CHI INFLUENZA GALILEO NELLA SUA FORMAZIONE PROFESSIONALE? Galileo come diventa Galileo? In altre parole, come fa a diventare una delle figure più rappresentative della Rivoluzione scientifica? Certamente la figura del padre ha un ruolo centrale. Gli studi musicali del padre sono fondamentali per la musica successiva, ma anche il metodo sperimentale che Vincenzio applica allo studio del liuto influenza notevolmente il figlio. Nel Fronimo sono esposti veri e propri esperimenti su come la tensione delle corde musicali influenzi l'altezza del suono. L'approccio con cui Vincenzo affrontava i problemi legati alla teoria musicale ha influenzato il giovane Galileo nelle proprie riflessioni scientifiche, specialmente nel tener conto contemporaneamente degli aspetti teorici e pratici di un determinato fenomeno. Frontespizio di “Fronimo” (1584) una delle opere più importanti del padre di Galileo. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 MA CHI E’ VERAMENTE GALILEO? Ancora oggi ci raffiguriamo Galileo come un campione del positivismo e del razionalismo, lo scienziato tutto di un pezzo che ha tentato, fino alla condanna dell’Inquisizione, di far conoscere ai suoi contemporanei un rigoroso metodo di indagine per penetrare i segreti della Natura. Questa immagine di Galileo, che ci deriva da una tradizione positivista alla Comte di chiaro stampo Ottocentesco, è in gran parte errata. Galileo è in larga parte uomo del suo tempo (com’è giusto che sia): in lui nuovo pensiero scientifico convive con numerosi aspetti del pensiero aristotelico-tolemaico e della tradizione astrologica rinascimentale. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 MA CHI E’ VERAMENTE GALILEO? • Galileo non ha una formazione accademica ortodossa. Legge poco, anche se ha alcune passioni profonde: • Ama la lettura dei classici, conosce Dante ed Ariosto. Declama l’Orlando Furioso a memoria. Non sopporta la poesia di Torquato Tasso. • Ha un amore profondo per la musica, suona il liuto, è un allievo attento del padre. • - Da ragazzo vuole diventare pittore, ha studiato la prospettiva ed il chiaroscuro, ha acquisito una notevole abilità tecnica che gli sarà di enorme aiuto quando inizierà le osservazioni astronomiche. • - Ha uno straordinario talento tecnico: realizza macchine e strumenti. Suggestiva immagine notturna della statua di Galileo a Padova. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 MA CHI E’ VERAMENTE GALILEO? Gli oroscopi di Galileo Non mancano tra i suoi manoscritti gli oroscopi; il più famoso è quello che riguarda Cosimo II, Granduca di Toscana. Quello mostrato a fianco lo riguarda personalmente: notate la data in testa al foglio e le parole successive: “1564, 15 febr., h. 22.30, lat. 42.30”. La data è quella della sua nascita; l’ora, 22.30, si riferisce all’istante del suo concepimento, seguita dalla latitudine del luogo. In realtà Galileo non apprezzò mai l’astrologia che riteneva falsa ed ingannevole. I suoi oroscopi si possono considerare alla stregua di esercizi di calcolo astronomico, per i quali utilizzava alcune delle più note effemeridi del tempo. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA Immagine dall’alto di Venezia ai nostri giorni. Sono indicati tre luoghi di particolare importanza per Galileo: Piazza San Marco, l’Arsenale e l’isola di Murano © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA Piazza S. Marco in un dipinto settecentesco di Canaletto © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA L’ingresso dell’arsenale, uno dei luoghi dove si contribuiva alla conservazione della potenza marinara della Repubblica Veneta © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA L’isola di Murano, dove risiedevano le cristallerie veneziane © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA L’aula magna dell’Università di Padova, qui Galileo ha tenuto alcune sue lezioni © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA Cattedra di Galileo all’Università di Padova © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA La Casa di Galileo a Padova. Al piano terra c’era il suo laboratorio meccanico © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 I LUOGHI DI GALILEO NELLA REPUBBLICA VENETA Il giardino della casa di Galileo a Padova: qui lo scienziato eseguiva le sue osservazioni astronomiche © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 GALILEO E LE LENTI DELL’OCCHIALE © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 APRILE-LUGLIO 1609 – GALILEO SENTE PARLARE DEL “CANNONE” DISPOSITIVO CHE SI OTTIENE ACCOPPIANDO DUE LENTI PER OCCHIALI Agli inizi dell’estate del 1609, gli occhiali, o meglio, le lenti per realizzare gli occhiali, entrano prepotentemente nella vita di Galileo. Facciamone un po’ la storia. La nascita dell'occhiale è incerta, anche se si fa risalire la stessa alla fine del XIII secolo, secondo alcune fonti ad opera di Salvino Degli Armati in Firenze. I documenti più antichi risalgono però alla Repubblica della Serenissima. I mestieri degli abili artigiani veneziani erano divisi in Arti e ogni arte possedeva il proprio statuto registrato in appositi Capitolari dove gli articoli venivano chiamati capitoli. quello dell'Arte dei cristalleri (artigiani del Quarzo o cristallo di rocca) risale al 1284. In numerosi dipinti medievali troviamo personaggi che leggono con gli occhiali per la correzione della presbiopia, affresco del 1403 © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 APRILE-LUGLIO 1609 - UN DISPOSITIVO CHE SI RIVELERA’ FONDAMENTALE PER GALILEO: GLI OCCHIALI Nel capitolare della Repubblica del 2 Aprile 1300 vengono indicati una serie di oggetti tra i quali figurano le lenti d'ingrandimento e per la prima volta le lenti per occhiali. Nel Seicento Venezia resta uno dei grandi centri europei di produzione degli occhiali: nonostante il permanente stato di guerra con l’impero ottomano, i “cristalleri” veneti vendevano in quel terre migliaia di lenti ogni anno. Galileo, nel suo laboratorio, realizzava occhiali. Frequentava Murano ed era in stretti rapporti con gli artigiani del vetro. Nobile spagnolo del ‘500 con un bel paio di occhiali © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 La bottega di un occhialaio alla fine del Cinquecento In questa incisione del 1582 la bottega di un venditore di occhiali. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 DALLE LENTI DELL’OCCHIALE AL “CANNONE DELLA VISTA LUNGA” © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO Ancora agli inizi del Seicento non si comprendeva il funzionamento delle lenti, perché non era nota la legge della rifrazione ed i meccanismi della visione erano spiegati in modo totalmente errato. Combinazioni delle lenti erano già state tentate, ma venivano presentate come delle semplici curiosità. Per secoli si era parlato di dispositivi per potenziare la vista. Il frate francescano Roger Bacon (1214-1294) aveva scritto: “Gli oggetti possono apparire così nitidamente che, situati molto lontano, essi sembrano assai vicini, al punto che possiamo leggere delle lettere piccolissime ad una distanza incredibile.. e vedremmo apparire delle stelle là dove non sembrerebbero esistere”. Antica incisione che raffigura il frate francescano inglese Roger Bacon © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO Leonardo, nel Codice E, intitolato “veder la Luna grande” scrive: “Possibile è fare che l’ochio non vedrà le cose remote molto diminuite, come fa la prospettiva naturale, … ma l’arte che io insegno qui in margine, … dimostrerà … la Luna di maggior grandezza, e le sue macule di più nota figura. A questo nostro ochio si debba fare un vetro pieno di quell’acqua, la quale acqua fa parere spogliate di vetro quelle cose che son congelate nelle palle del vetro cristallino”. Ancora Leonardo nel codice Arundel scrive questo enigmatico passo: “Per osservare la natura dei pianeti apri il tetto e fa cadere l’immagine del pianeta sul fondo di uno specchio concavo. L’immagine riflessa mostrerà la superficie del pianeta molto ingrandita”. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO Il medico veronese Girolamo Fracastoro, nella vasta sintesi cosmogonica concepita per attaccare il sistema tolemaico degli epicicli, intitolata Homocentrica, (Venezia,1538), si legge un passo sibillino: “Se si guarda attraverso due vetri da occhiali applicato l’uno sull’altro, si vedranno tutti gli oggetti assai più grandi e più ravvicinati”. Girolamo Fracastoro (1478-1553), medico veronese. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO Cenni interessanti sull’uso delle lenti per ingrandire immagini li troviamo nell’opera di un mago napoletano, Giovanni Battista della Porta, nella sua famosissima Magia Naturale del 1558, che era apparsa in latino e che fu tradotta in tutte le lingue europee fino alla metà del Settecento. La Magia Naturale è una raccolta di fatti curiosi, ricette di ogni tipo scritta in un tipico stile ermetico. Nell’edizione del 1589 della Porta aggiunge un “libro”, il 17°, che contiene esperienze curiose di ottica con specchi e lenti. E’ qui che troviamo le prime indicazioni sull’uso effettivo delle lenti per ingrandire e proiettare immagini. Ritratto di Giovanni Battista della Porta (1538-1615), mago napoletano © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO In una lettera che precede la pubblicazione della Magia Naturalis del 1589, della Porta parla di dell’arte di “fare occhiali che possono raffigurare un uomo alcune miglia lontano”. Nel libro, lib. XVII, cap. 10 leggiamo il titolo: “Per mezzo di una lente di cristallo, vedere vicinissimi gli oggetti lontani”, ecco il testo latino originale: Frontespizio della Magiae Naturalis dell’edizione del 1589 © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 L’INVENZIONE DEL CANNOCCHIALE, TRA STORIA E MITO Subito dopo della Porta scrive: “le lenti concave fanno vedere in modo chiaro le cose lontane; le lenti convesse quelle vicine; … con la lente concava vedi lontano le cose piccole…” Nella Magia Naturale non c’è la descrizione del cannocchiale, in compenso, per la prima volta troviamo descritte le lenti per la correzione dei difetti visivi. Per arrivare al cannocchiale basterebbe accoppiare due lenti con caratteristiche diverse. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Com’erano costituiti i primi cannocchiali? I primi cannocchiali, fino al 1635 circa, erano costituiti da una lente obiettiva convergente e da un oculare divergente. Questo è lo schema noto come cannocchiale galileiano © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 IL CANNOCCHIALE ENTRA CON PREPOTENZA NELLA VITA DI GALILEO
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Il cannocchiale come arriva a Galileo? • La storia è interessante, anche se non ben documentata: • 1590: Un cannocchiale arriva in Olanda, portato da un anonimo artigiano veneziano del vetro • 1604: l’occhialaio olandese SachariasJanssen copia il modello italiano: ha un tubo lungo circa 50 cm e un diametro di 3-4 cm e forniva un ingrandimento di appena tre o quattro volte. • 1604-1608: Numerosi artigiani lo producono, alcuni di essi richiedono il brevetto agli Stati generali, la domanda viene respinta. • 1608: E’ commercializzato alla Fiera di Francoforte. • 1608, fine novembre: la notizia arriva a Paolo Sarpi, amico di Galileo, che però gli attribuisce scarsa importanza. • 1609, aprile: un orefice di Bruxelles ne vende due al suo governo • 1609, aprile-maggio: Ne vengono venduti numerosi esemplari a Roma, Milano. • 1609, giugno: un ex allievo francese di Galileo scrive al Maestro informandolo sulle caratteristiche dello strumento © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Il cannocchiale come arriva a Galileo? 1609, luglio: giunge notizia che un francese vuol vendere alla Repubblica Veneta la privativa (il brevetto) per un occhiale. Lo strumento in latino è chiamato in modi assai diversi: arundodioptrica, tubusdioptricus, tubusvisorius, perspicillum, conspicillum; in italiano: occhiale, cannone, occhiale del cannone, occhiale in canna, cannone dalla vista lunga, tubo bilente, elioscopio. Il nome telescopio gli fu attribuito nel 1611 da Giovanni Demisiani, accademico linceo, amico di Galileo. Questa è una replica di uno dei cannocchiali realizzati da Galileo, 92 cm e diametro del tubo di 6 cm è rivestito in pelle con dorature impresse a caldo, lo strumento fu donato a Cosimo II subito dopo la pubblicazione del SidereusNuncius (19 marzo 1610), (Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza) © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale 19 luglio 1609: finalmente Galileo entra in scena. Quella sera, a palazzo Morosini, un luogo di ritrovo degli amici di Galileo (Paolo Sarpi, Sagredo), si discute a lungo del cannocchiale. Galileo intuisce che lo strumento può diventare una pedina importante per migliorare la sua posizione economica e, forse, può anche aprirgli le porte della corte di Toscana, dove desidera tornare dopo quasi 20 anni di assenza. Palazzo Morosini a Venezia era uno dei luoghi di ritrovo più prestigiosi di Venezia © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale FINE LUGLIO – PRIMI GIORNI DI AGOSTO 1609 UN MOMENTO TOPICO DELLA VITA DI GALILEO Ecco come lo stesso Galileo racconta l’episodio (Opere, VI, 257-258): “Su questa relazione io tornai a Padova, e mi posi a pensare sopra tale problema, e la prima notte dopo il mio ritorno lo ritrovai, ed il giorno seguente fabbricai lo strumento… m’applicai poi subito a fabbricarne un altro più perfetto, il quale nei sei giorni dopo condussi a Venezia”. Queste parole di Galileo erano state precedute da considerazioni metodologiche che dovevano consentirgli di capire come era realizzato il cannocchiale olandese, che non aveva visto e del quale sapeva avere due lenti alle estremità. COME GIUNGE GALILEO A SCEGLIERE LE LENTI GIUSTE? © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale E’ lo stesso Galileo che ci dice come scelse il tipo di lenti (Opere, VI, 259): “Fu dunque tale il mio discorso: il cannocchiale consta o d’un vetro solo o più d’uno. D’un solo non può essere, perché la sua figura o è convessa o è concava o è compresa tra superfici parallele. Quest’ultima però non produce effetti sulla visione degli oggetti; la lente concava li diminuisce e la convessa li ingrandisce, ma li mostra assai indistinti… Onde mi restrinsi a volere esperimentare quello che facesse la composizione del convesso e del concavo e vidi che questa combinazione produceva delle immagini. Questa dichiarazione di Galileo dimostra una cosa fondamentale: egli non sapeva assolutamente NULLA di ottica e mai, per tutta la sua vita, desiderò conoscerne di più. L’unica cosa che davvero gli premeva era trovare la combinazione giusta delle lenti e introdurre un criterio ottimizzato di scelta delle lenti. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale 21 agosto 1609: Galileo torna a Venezia con il suo cannocchiale più potente, quello da 8 ingrandimenti e lo mostra agli amici, Paolo Sarpi e Sagredo. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Il 24 agosto 1609, invia al doge una lettera di presentazione del cannocchiale: “Galileo Galilei… compare al presente avanti di quella con un nuovo artifizio di un occhiale cavato dalle più recondite speculazioni di prospettiva, il quale conduce gli oggetti visibili così vicini all’occhio et così grandi… che quello che è distante 9 miglia ci apparisce come se fusse lontano un miglio solo: cosa che per ogni negozio et impresa marittima o terrestre può essere di giovamento inestimabile…”
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Il 25 agosto 1609 dimostra le potenzialità del cannocchiale al doge ed agli aristocratici della Serenissima, le reazioni sono incredibilmente favorevoli; due giorni dopo gli viene raddoppiato lo stipendio. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Le reazioni dei suoi contemporanei alla dimostrazione di Galileo sono vivissime. Ecco cosa scrive nella sua cronaca il nobile veneziano Antonio Priuli (Opere, XIX, 587) che era salito sul campanile di San Marco: A veder le meraviglie et effetti singolari del cannon di detto Gallileo, che era di banda, fodrato al di fuori rassa gattonata cremesina, di lunghezza tre quarte ½ [equivale a circa 60cm di lunghezza] in circa et larghezza di uno scudo [circa 4cm] con due vetri, uno cavo l’altro no, per parte; con il quale, posto a un ochio e serando l’altro ciasched’uno di noi vide distintamente, oltre Liza Fusina e Marghera, anche Chioggia, Treviso…. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Le reazioni dei suoi contemporanei alla dimostrazione di Galileo trovano anche motivi d’invidia. Il 28 agosto 1609, Giovanni Battista della Porta, autore della Magia Naturale in una lettera al principe Federico Cesi, risponde così alla domanda di cosa sia quel “cannone” galileiano: Del secreto dell’occhiale l’ho visto, et è una coglionaria, et è presa dal mio libro 9 De Refractione; e la scriverò, ché volendola far, Vostra Eccellenza ne harà pur piacere. E così descrive lo strumento: © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Ecco come della Porta descrive il cannocchiale, ed allega il primo schema noto dello strumento: “E’ un cannello di stagno di argento lungo un palmo ad, grosso di tre diti di diametro, che ha nel capo a un occhiale convesso; vi è un altro canal del medesimo, di 4 diti lungo, che entra nel primo et ha un concavo nella cima, saldato b, come il primo…” 28 agosto 1609 Il disegno del cannocchiale che della Porta allegò alla lettera a Federico Cesi del 28 agosto © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale 12 settembre 1609 Lettera di Antonio de’ Medici a Galilei: “Ho sentito la mirabile prova et esperienza che V.S. ha fatto dell’occhiale inventato da Lei… così vengo a rallegrarmene per questa mia con lei; et insieme la prego che quando li sia permesso di potermene fabbricare uno et inviarmelo”. 19 settembre 1609 Lettera di Enea Piccolomini Aragona a Galileo: “Gli si mandino al Granduca di Toscana cristalli conforme all’avviso suo; e se la desidera far cosa grata a questa Altezza, procuri che l’occhiale sia fatto quanto prima, perché è da Lei molto desiderato”. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 TECNICHE COSTRUTTIVE DEL CANNOCCHIALE DI GALILEO © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale Settembre-ottobre-novembre 1609 GALILEO COSTRUISCE ALTRI CANNOCCHIALI Il cannocchiale galileiano ha avuto un grande successo, ne parlano in ogni corte d’Italia e d’Europa. Galileo riceve richieste di strumenti da ogni luogo. Si è però ritirato nel suo laboratorio al piano terreno della sua abitazione e sta cercando di mettere insieme un certo numero di buoni cannocchiali. Come procede? In realtà, nei primi tempi, non fabbrica lenti, queste se le fa mandare dagli occhialari e cristalleri di Murano e di Firenze perché la tecnica di lavorazione delle lenti non è affatto semplice da apprendere ed occorre molto tempo per levigarle manualmente. Marcantonio Mazzoleni, l’abile artigiano che lavora alle sue dipendenze, sta però perfezionando la tecnica di lavorazione e presto potrà produrre in proprio le lenti. Galileo misura e prova le lenti a coppie convesse-concave ed escogita dispositivi per rendere più nitida la visione. Così diaframma la lente obiettiva con dei pezzi di cartoncino anche di forma ellittica. © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009
EANweb: Progetto Sidereus Nuncius, 2008-2009 Galileo ed il cannocchiale • Elementi costitutivi di un tipico cannocchiale galileiano del Seicento: • Tubo in doghe di legno lungo 84cm • Alloggio della lente obiettiva • Lente obiettiva pianoconvessa, focale di 98cm; diametro 3,7cm; spessore al centro di 2 mm; di fronte alla lente è applicato un diaframma di cartone che limita l’apertura a 15mm; • Tubo porta oculare in legno • Alloggio dell’oculare in cartone, lungh. 3cm, diam. Esterno 4 cm 6. Oculare con lente equiconvessa, 4,8cm di fuoco e diam. 2,2cm, diaframmata a 1,5cm © EANweb, Rodolfo Calanca, 2008-2009