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Lo stato delle piccole imprese: Italia, Europa e Stati Uniti a confronto. Ilario Favaretto e Giorgio Calcagnini Facoltà di Economia Università di Urbino “Carlo Bo”. Urbino 22 Aprile 2008. Outline. Motivazioni La definizione di PMI La PMI in Italia, Europa e Stati Uniti
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Lo stato delle piccole imprese: Italia, Europa e Stati Uniti a confronto Ilario Favaretto e Giorgio Calcagnini Facoltà di Economia Università di Urbino “Carlo Bo” Urbino 22 Aprile 2008
Outline • Motivazioni • La definizione di PMI • La PMI in Italia, Europa e Stati Uniti • Italia e Stati Uniti: dinamiche recenti a confronto • Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Conclusioni
Motivazioni Obiettivi del convegno • Differenze/similitudini tra Italia, Europa e Stati Uniti sul ruolo delle PMI • Quali politiche? • Analizzeremo solo alcuni aspetti del fenomeno • Primo momento di incontro tra istituzioni
Definizione di PMI Europa-Italia • Le medie imprese hanno effettivi compresi tra 50 e 249 persone. La soglia relativa al volume d'affari è di 50 milioni di euro e quella relativa al totale di bilancio di 43 milioni di euro. • Le piccole imprese hanno effettivi compresi tra 10 e 49 persone. La soglia relativa al volume d'affari e al totale di bilancio è di 10 milioni di euro. • Le micro imprese hanno effettivi comprendenti meno di 10 persone. La soglia per il volume di affari e per il totale di bilancio è di 2 milioni di euro. Stati Uniti • Le piccole imprese,small businesses, hanno un numero di addetti inferiore a 500.
La PMI in Italia e Europa • Nell’Unione Europea ci sono circa 23 milioni di piccole e medie imprese (PMI), pari al 99,8% di tutte le imprese. Le PMI offrono oltre 100 milioni di posti di lavoro in Europa, arrivando a coprire oltre il 67% del totale dei posti di lavoro. • In Italia, le PMI sono oltre 4 milioni pari al 99,9% di tutte le imprese. L’81,7% degli addetti è occupato nelle PMI. Le micro imprese da sole sono il 94,9% di tutte le imprese e occupano il 48% del totale degli addetti.
La PMI in Italia e Europa • Le PMI svolgono un ruolo predominante sia in Europa sia in Italia. • In Europa, le PMI producono il 57,6% del valore aggiunto. • In Italia, le PMI producono il 71,5% del valore aggiunto. • Le micro imprese italiane contribuiscono al 32,8% del valore aggiunto.
La PMI in Italia e Europa • Analizziamo il grado di integrazione delle imprese tramite il rapporto valore aggiunto/fatturato: a valori più alti del rapporto corrisponde un minor grado di integrazione. • Sia in Europa sia in Italia le micro imprese hanno, come è naturale attendersi, il minor grado di integrazione. • In entrambe le aree, le medie imprese sono quelle che presentano il maggior grado di integrazione.
La PMI in Italia e Europa • Definiamo come misura di produttività il rapporto valore aggiunto/numero addetti. • In Europa, la produttività delle PMI è inferiore alla media a causa della bassa produttività di micro e piccole imprese, pari al 70,7% e 91,5% della media rispettivamente; • In Italia, le micro imprese hanno una produttività pari al 68% della media, mentre la produttività delle altre classi dimensionali risulta essere più elevata e per tutte sopra la media. • Il rafforzamento della struttura proprietaria, identificabile nella crescita dimensionale, è associato ad un livello di produttività più elevato.
La piccola impresa negli Stati Uniti • Il 99,7% delle imprese americane sono piccole; • La dimensione media della piccola impresa è 10 dipendenti in un unico stabilimento. Tuttavia il 50% delle piccole imprese ha un numero di addetti uguale o inferiore a 4 (dimensione mediana); • La dimensione media della grande impresa è di 3.313 dipendenti suddivisi in 62 sedi. Il 50% delle grandi imprese ha un numero di addetti uguale o inferiore a 1000 (dimensione mediana);
La piccola impresa negli Stati Uniti • Il 79% delle imprese americane ha meno di 9 addetti; • il 49,6% degli addetti è tuttavia impiegato nelle grandi imprese. • La dinamicità delle piccole imprese statunitensi è confermata dai dati: nel 2004 le imprese con meno di 500 dipendenti hanno registrato un saldo netto di oltre un milione di posti di lavoro creati, mentre le grandi imprese hanno registrato una perdita netta di 184.000 posti di lavoro. • Se aggiungiamo le oltre 20 milioni di imprese individuali otteniamo un ruolo ancora più rilevante delle micro imprese.
Italia e Stati Uniti:dinamiche recenti a confronto • In Italia, nel biennio 2003-05 il numero di imprese è complessivamente aumentato dell’ 1,6%. • Il contributo maggiore è pervenuto dalle imprese con 10 - 19 addetti (2,3%). • Le grandi imprese, invece, sono diminuite del 4,7%. • Negli Stati Uniti si è assistito ad un fenomeno analogo: le imprese nella classe di 10 -19 addetti sono aumentate dell’ 8,4% • Le imprese con 100-499 addetti sono aumentate dell’1,1% mentre le imprese con 500 o più addetti del 2,9%. • Fenomeno di consolidamento nella classe dimensionale 10 – 19 addetti sia in Italia sia negli Stati Uniti.
Focus: Italia. Piccole imprese crescono? Italia • Analisi demografica delle imprese nate nel 2000 e sopravviventi al 2005. • Dimensione media di 1,5 addetti nel 2000 e di 2,8 addetti nel 2005. • Le imprese sopravviventi dell’industria in senso stretto hanno visto mediamente raddoppiare la loro dimensione media, passando da 2,1 addetti nel 2000 a 4,6 addetti nel 2005. • Le imprese del settore delle costruzioni sono passate da una dimensione media di 1,5 addetti nel 2000 a 2,8 addetti nel 2005. • Le imprese del settore del commercio, invece, si confermano come imprese più piccole in termini assoluti con una media di 1,3 addetti nel 2000 e di 2,1 addetti nel 2005.
Focus: Italia. Piccole imprese crescono? Fonte: ISTAT.
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Analisi generale • L’analisi della composizione delle passività delle imprese per Italia, Area dell’euro e Stati Uniti permette di delineare alcune differenze tra le diverse aree geografiche. • Per quanto riguarda il finanziamento delle passività per mezzo di titoli, esso è aumentato nel corso dei dieci anni in esame in tutte e tre le aree geografiche. Tuttavia, è interessante notare come questo strumento sia ancora poco utilizzato in Italia (2,4%) e nell’area dell’Euro (4,2%) rispetto agli Stati Uniti (10,5%).
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Il ricorso ai prestiti è drasticamente diminuito in Italia e nell’area dell’Euro, mentre è aumentato negli Stati Uniti. Tuttavia, i finanziamenti bancari restano più utilizzati in Italia ed Europa (31,2% e 30,5%, risp.) rispetto agli Stati Uniti (15,8%). • Nonostante le oscillazioni delle quotazioni azionarie, il capitale di rischiocopre oggi il 50% delle passività in tutte e tre le aree; • Un ruolo importante tra le fonti di finanziamento è ricoperto dai debiti commerciali che negli Stati Uniti pesano per il 19,1% mentre in Italia per il 16,9% ed in Europa per il 14,7%;
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti Fonte: Banca d’Italia. Relazione Annuale 2007.
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti Nel corso dei dieci anni, possiamo dunque constatare che: • da un lato, c’è stato un avvicinamento delle modalità di finanziamento delle imprese italiane alle modalità delle imprese europee; • dall’altro, le imprese italiane ed europee fanno maggior ricorso al sistema bancario di quanto accada alle imprese statunitensi.
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Piccole imprese manifatturiere: • In Italia, le piccole imprese fanno un maggior ricorso a prestiti (18,3%) ed a debiti commerciali (24,4%) a breve termine, più di quanto accada negli Stati Uniti (8,9% e 15,1%, rispettivamente) e negli altri paesi europei. • Le piccole imprese italiane fanno minor ricorso ai prestiti bancari a lungo termine (8,5%) rispetto a Stati Uniti (11,4%) e Germania (12,6%), ma sono in linea con Francia (7,6%) e Spagna (9,9%). • Capitale e riserve coprono il 26,9% delle passività delle piccole imprese italiane e il 27,8% di quelle tedesche contro il 40,3% degli Stati Uniti, il 45,4% di Spagna e il 40,7% di Francia.
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Fonte: Bach, Commissione Europea.
Struttura finanziaria delle imprese in Italia, Europa e Stati Uniti • Le piccole imprese italiane si caratterizzano quindi perché: • Il ricorso al finanziamento bancario è di primaria importanza; • C’è un alto utilizzo di strumenti di finanziamento a breve termine; • C’è un minor ricorso al mercato azionario.
Conclusioni • In Europa le PMI hanno la stessa rilevanza sul sistema produttivo che nel nostro Paese; • tuttavia in Italia il loro contributo al valore aggiunto sale a un terzo del totale (un quinto per l’Europa). • Una specificità strutturale che si contrappone alla esigua presenza di grandi imprese
Conclusioni • In Europa le medie imprese risultano avere un alto grado di integrazione produttiva. • Le medie imprese sono più integrate. • Se però distinguiamo l’Italia, le medie imprese sono ancor più integrate che in Europa. • Nelle piccolissime dimensioni si configura un problema di efficienza nelle relazioni funzionali di produzione di questa categoria con il resto del sistema produttivo.
Conclusioni • Esiste anche un problema di produttività per le PMI: in Europa questa risulta bassa per le micro e piccole imprese, in Italia solo la microimpresa ha una bassa produttività e le piccole e le medie fanno registrare indici sopra la media. • In Italia il rafforzamento della struttura proprietaria si accompagna ad una maggior produttività delle piccole e delle medie imprese • Questo risultato rafforza la distinzione delle microimprese dal resto delle PMI in Europa e, in particolar modo, in Italia. • Nel confronto Italia – Usa, emerge un comune fenomeno di consolidamento in termini dinamici della classe dimensionale 10 – 19 addetti
Conclusioni • Nel corso dei dieci anni considerati, possiamo constatare che: • c’è stato un avvicinamento delle modalità di finanziamento delle imprese italiane a quelle delle imprese europee; • le imprese italiane ed europee fanno maggior ricorso a prestiti di quanto accada nelle imprese statunitensi. • In Italia abbiamo la prevalenza del ricorso a debiti e prestiti commerciali • negli Usa prevale il peso del capitale e delle riserve • Per i prestiti e i debiti vi è ancora una differenza: in Italia prevalgono quelli a breve mentre negli Usa quelli a lungo termine.
Conclusioni Si evidenzia un rilevante problema nella funzione finanziaria delle PMI in Europa e in Italia